Una Domenica d’Agosto davvero unica che difficilmente dimenticheremo.
Era iniziato tutto nel primo pomeriggio con la fase finale del salto in alto maschile. In gara per gli azzurri il nostro giovane atleta marchigiano Gian Marco Tamberi, che una serie di infiniti contrattempi e infortuni gli avevano impedito la partecipazione alla precedente edizione dei giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Olimpiade ove aveva ottimi motivi di credere di arrivare molto in fondo…..Infatti Tamberi porta in campo nell’ultima prova di questo pomeriggio (ora italiana), il calco di gesso che gli aveva impedito la partecipazione ai giochi di 5 anni or sono. Una sorta di gesto come a esorcizzare quella sfortunata circostanza. Si parte, e l’asticella viene posta a 2 metri e 37 cm. Superano questa misura Tamberi e l’atleta del Qatar Essa Mutaz Barshim. Occorre elevare ancor più l’altezza dell’asticella per assegnare il primo e secondo posto nella gara di salto in alto. E allora ecco l’asticella posizionata sulla misura di 2 metri e 39. Ma i due atleti, nonostante i tre tentativi, non riescono a superare questa nuova altezza. E allora, piccolo capannello tra i due atleti, gli arbitri, i giudici di campo: si decide di non procedere ad altri tentativi. E di non ricorrere allo spareggio fra i due atleti, che accettano la possibilità , offerta dal Regolamento Olimpico, dell’assegnazione della medaglia d’Oro ex aequo. Si conoscono da molto tempo, sono amici e si stimano vicendevolmente: questa decisione é presa di comune accordo e con massima soddisfazione tanto per l’Ialiano, quanto per l’atleta del Qatar. E immediatamente dopo parte la festa in campo. Tamberi é euforico, saltella come morso da una tarantola e nel suo girovagare festante in campo con la bandiera italiana sulle spalle, viene raggiunto da un altro atleta italiano che aspetta di gareggiare: é Marcello Jacobs che di li a poco avrebbe partecipato alla finale dei 100 metri di atletica. I due si abbracciano, festeggiano insieme sotto un tricolore che li avvolge entrambi. Tamberi strappa una promessa al suo compagno di squadra: portare ancora un oro all’atletica italiana. Fare impazzire di gioia l’Italia intera! E la promessa sarà mantenuta! Mezz’ora dopo (alle 14.55 ore italiane) quel ragazzone dalla faccia pulita e sorridente, stringe i denti e strapazza i suoi avversari, forse anche più accreditati alla vigilia. E’ Medaglia d’Oro nella disciplina regina dell’atletica leggera. Jacobs é campione Olimpico! E l’Italia impazza davvero. Sulle spiagge, dai balconi delle case rinfrescate dai condizionatori, che all’improvviso si spalancano nell’arsura del pomeriggio agostano per far sventolare le bandiere tricolori. Jacobs corre dal compagno di squadra. Stringe Tamberi in un abbraccio grato e liberatorio. Si, grato perché racconterà ai microfoni dei cronisti di tutto il mondo di essersi sentito ancor più responsabilizzato dalla promessa fatta a Tamberi. E di aver dato l’anima in quei secondi interminabili ed esaltanti!
Grazie Tamberi, Grazie Jacobs. Grazie allo sport italiano. Ci avete regalato un sogno splendido. Una emozione esaltante. E tutti noi siamo fieri di voi!!