Un vero tsunami ha colpito l’Europa politica in una notte tutto sommato prevedibile, ma mai così scioccante e devastante. Salta Macron in Francia che vede travolgere il suo “Renaissance” (o Repubblique en marche) dalla destra di Marie le Pen e Jordan Bardella con il loro Rassemblement National, che arriva a doppiare i voti del partito liberale del Presidente Francese. La botta é troppo forte e al povero Macron non rimane altro che sciogliere il Parlamento francese e indire nuove elezioni legislative per la fine di Giugno. In un estremo tentativo di salvare il salvabile e sperare in un repentino cambio di opinione dei francesi, magari grazie al secondo turno previsto dalla legge elettorale d’oltralpe che favorisce le “ammucchiate elettorali dell’ultimo minuto dei cosiddetti disperati”.
Ma anche il Primo ministro Socialdemocratico Scholz in Germania, viene “disarcionato” dalla furia travolgente del voto delle destre europee e raccoglie solo il 13,5 dei consensi al SPD. Un risultato storico perchè l’ultra destra dell’AFD supera il partito del Cancelliere tedesco relegandolo al terzo posto con una batosta fragorosa che mette in seria discussione il proseguimento della legislatura a guida socialdemocratica.
La storia si ripete anche in Belgio con le dimissioni del Premier De Croo che incassa con il suo partito liberale una sonora bocciatura sia alle elezioni europee e sia alle concomitanti elezioni legislative. De Croo, in lacrime, annuncia la sua uscita di scena, dopo essere stato sommerso dei voti del partito di estrema destra Vlaams Belang che ha raccolto il 20% dei consensi a danno proprio del dimissionario De Croo.
Ma il vento di destra non risparmia proprio nessuno dei leader europei fedeli alla coalizione che ha guidato la Commissione Europea sino a queste nuove elezioni continentali. La cosiddetta maggioranza “Ursula”.
E concludiamo con l’Italia. La maggioranza politica che sostiene il Governo Meloni ha ricevuto un soddisfacente risultato elettorale con Fratelli d’Italia che quasi si attesta al 30 per cento (28,80 %), Forza Italia che sfiora il 10% dei voti (9,63) e la Lega che supera il 9 % (9,03). Non solo tiene la Maggioranza di Centro Destra ma migliora addirittura la propria performance elettorale, regalando stabilità al Paese e più forza in Europa per incidere maggiormente e più efficacemente, scongiurando la iattura di politiche demagogiche e ultra ideologiche dello schieramento progressista (uscito dal voto europeo fortemente ridimensionato), dirette esclusivamente nella direzione di un ambientalismo esasperato, forsennato e dannoso per l’economia del vecchio continente, il suo popolo, i suoi lavoratori.