giovedì, Novembre 21, 2024
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Tutta l’ipoCRISIa del concertone DEL PRIMO MAGGIO. (E che ipocrisia sia!)

Il concerto del Primo maggio ci ha “smantellato” gli zebedei !!
” E Diciamocelo”, come duceva ‘gnazio che di La Russia ha poco o niente.
Il concertone è niente di meglio che la vera data simbolo del cortocircuito che quest’asinistra ormai rosso sbiadita, manco più fucsia e conciata con tutti i petalosi colori dell’arcobaleno, riesce a mettere in campo. Campo Largo ovviamente.
Cosa resta oggi, che persino profumo Fassino è diventato l’uomo che non deve chiedere mai, di quello sciopero generale del 1 maggio 1886 con cui si lottava per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore (vittoria fascistissima!), partita, come anche la festa de (a) l’otto m’arzo e il 25 aprile, nientepopodimeno che dall’America?
Il tradizionale concertone di piazza San Giovanni non si fa manco più a piazza San Giovanni, ma al Circo Massimo dove, anche quest’anno, come sempre, si grideranno (al vento) slogan di ogni genere – non sessuale, non sia mai, dicono quelli che poi si scapicollano per i femminicidi – senza capirci nulla come sempre. In fondo si va per cantare. Al ritmo scandito di ogni cantante paladino del fluo che più fluo non si può. Anche perché, se così non fosse, non canterebbero.
Ad aprire la kermesse, BigMama una che fa la cantante grazie al bodyscemi che però è anche un po’ fru fru che non guasta ed è salita sul palco di Sanremo per mostr(u)are la sua pinguedine, mica la sua voce. In fondo, all’Ariston va in scena – e oscena – il ciccia-pride, mica il festival della canzone italiana! E, poi, a ruota – ma non a rota, o forse sì – tutto il cucuzzaro partorito – e cresciuto – dall’ambiente no-strano progressista radical chic ormai sul caviale del tramonto. Ci saranno tutti, ma proprio tutti: d’altronde la sinistra è inclusiva, ma così inklusiva che in piazza, pardon, al circo per festeggiare la festa del lavoro ci saranno pure e soprattutto i disoccupati. Come potrebbero mancare all’evento che celebra lavoro che non c’è organizzato da chi il lavoro negli ultimi trent’anni l’ha distrutto? Che si chiami PCI, PDS, PD senza la esse di Schlein, “Shine” o come cavolo si chiama lei che almeno ci ha messo la faccia per non metterci il nome sul simbolo per le europee, dove stanno facendo una mega pubblicità involontaria al candidato generale opposto Vannacci al grido di “Ignoriamolo!”. Non l’hanno capito con Berlusconi quando si proposero di non nominarlo e lui stravinse. Non lo hanno capito nemmeno adesso. (Poi vedremo il risultato delle urne per il PD…..) Oggi e sempre, resistenti! De coccio, tanto per tenere la posizione.
Come avrebbero potuto mai capire, allora, che con la distruzione dell’industria pubblica italiana, con l’abolizione dei fondamentali diritti dei lavoratori, con la cancellazione dell’articolo 18, con il Jobs act, con il precariato, con i voucher, con l’emarginazione dei disoccupati italiani a favore della selvaggia immigrazione irregolare, finanche nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari il lavoro lo avrebbero distrutto? Sia chiaro, con la complice collaborazione di quelli che si buttano “a destra” e che concorrono in minima parte, in parte trasversale, ad incancrenire ulteriormente l’ambiente. Come la scuola, ormai officina atta a forgiare nuovi schiavi, che lavora a fare accettare già con l’alternanza scuola-lavoro condizioni lavorative senza se e senza ma. Senza insegnare a rendersi conto che esiste qualcos’altro e qualcosa di più alto.
Dopo questa festa dell’ipocrisia, questo inno all’imbecillità, questa conta di astanti analfabeti funzionali e ” fatti” – e qui libertà di scelta sull’accezione e, purtroppo, non sull’eccezione del termine – cosa resterà della musica non stop? Bottiglie non battaglie! Di birra vuote, piscio e cicchetti ovunque, filtri mezzi fumati, cartine per rivoluzionati di cartone. Magari qualche operaio sfruttato e sottopagato come la collaboratrice di madama la BoldrinA o addirittura in nero come la colf di compagno Fiko a ripiegare fili e a smontare la struttura di tubi innocenti. Non innocenti come tutti quelli che da anni affollano questa maratona di musica che francamente ha davvero rotto un po’ tutto quello che poteva.
P.S.: una buona notizia c’è: a Roma piove. Governo ladro!

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