Ne abbiamo sentite di tutti i colori in questi mesi di campagna elettorale per le Presidenziali in U.S.A.
Dall’Italia a mezza Europa, sino ad arrivare alle caotiche metropoli del Nord America e alle aree interne del grande paese a stelle e strisce, il coro di grande preoccupazione per una eventuale vittoria di Trump e dei Repubblicani in queste elezioni ha tolto il sonno a milioni di cittadini di ogni parte del globo. Una vera e propria campagna mediatica intensiva portata avanti dai soliti soggetti (stampa e televisioni) progressisti e libertari a oltranza o “a tutti i costi” che ha terrorizzato e avvilito chiunque. In Italia poi, non ne parliamo. Quello che sono stati capaci di fare e di dire su Trump, il suo entourage e i suoi sostenitori in maglietta rossa (i colori del Partito Conservatore statunitense) lo sa solo l’Ambasciata Statunitense a Roma che ha registrato ogni minuto di queste trasmissioni e raccolto ogni dichiarazione dei “soloni” intervenuti negli studi televisivi per vomitare odio ed invettive a go-gò all’indirizzo del candidato conservatore.
E meno male che a votare dovevano essere gli americani!!
Se avessero potuto i “democrat nostrani” si sarebbero iscritti tutti nelle liste elettorali d’America per sostenere la candidata della compagine Democratica. Ma noi siamo certi che anche questo eventuale “sacrificio” della sinistra italiana non avrebbe fermato il trionfo di Trump e dei Conservatori d’America. Troppo schiacciante il divario di proposta politica, di passione e di concretezza del messaggio elettorale di Trump, rispetto alla Vicepresidente Americana Harris, costretta all’ultimo momento a sostituire nella campagna elettorale più importante d’America, il già designato ottantaduenne Presidente Joe Biden, apparso poi non più in condizioni di salute tali da sostenere una impegnativa campagna elettorale.
Ma al di la delle condizioni di salute del claudicante Biden, delle innumerevoli performance delle interpreti rock più conosciute e spogliate d’America, delle passerelle sui palchi dei comizi elettorali di un numero incredibile di attori famosi o sulla via del tramonto (tra l’altro sempre gli stessi e arcinoti ultras dem), dei due ex Presidenti Clinton e Obama con relative consorti a tifare e incoraggiare la Harris, ciò che é venuto meno nel messaggio elettorale dei Democratici é stato il progetto politico della sinistra americana per i prossimi 4 anni degli Stati Uniti e per il suo popolo stanco e avvilito.
Gli americani hanno dimostrato di avere una gran paura di essere governati esattamente nel solco degli ultimi 4 anni di governo, ove disoccupazione, inflazione e pericolo di essere travolti da una immigrazione sempre più incontrollata e minacciosa, anche per l’economia di questo grande Paese divenuta fragile per le infinite risorse dedicate ai clandestini, per i posti di lavoro da riservare a costoro e sottratte ai cittadini americani, per le condizioni sempre più precarie di vita di quella parte più debole e fragile dei residenti delle grandi città americane (con particolare riferimento alla popolazione di colore e alle tante etnie di emigrati regolari, già divenuti cittadini americani da anni, (ispanici; indiani; filippini e tanti altri ancora) che vivono tra mille difficoltà quotidiane e che vengono per primi minacciati da una immigrazione selvaggia e senza controllo.
Un popolo che si é sentito minacciato dalle guerre che stravolgono il mondo e dalla incapacità di determinare percorsi di pace autorevoli ed efficaci che conferissero nuova autorevolezza all’America e garanzie concrete di pace durevole e definitiva in tutti gli scenari di guerra. Una Presidenza, quella di Baiden (e della sua Vice), apparsa imbarazzata, titubante, disinteressata, estranea agli stessi interessi americani e al suo riconosciuto prestigio internazionale.
L’elettorato americano ha dunque dimostrato platealmente e scientificamente di non fidarsi di chi, tra l’altro, ha usato in campagna elettorale solo slogan contro l’avversario, facendolo apparire, anzi presentandolo come un pericoloso terrorista, maniaco sessuale e pericoloso razzista (giusto per ricordare solo una parte delle accuse velenose rivolte a Trump). E, al contrario, sono state proprio le donne, le minoranze etniche di immigrati regolari e la vasta popolazione di colore che hanno tutti insieme e univocamente espresso il voto più massiccio e convinto per Trump. Dimostrando grande maturità del corpo elettorale, fiducia e speranza nel messaggio semplice e convincente rivolto da Trump all’America intera. Senza distinzioni. Senza alcuna esclusione.
Andata in soffitta la campagna elettorale, l’attenzione e l’interesse di tutti é ora rivolta alle prime iniziative politiche e sociali del 47mo Presidente americano per il suo Paese e per il suo popolo. Ma Trump é anche atteso sugli scacchieri internazionali per affrontare e risolvere le crisi israelo-palestinese e russo-ucraina. Il futuro della pace, delle nuove generazioni e del mondo intero, piaccia o meno ai suoi detrattori americani e d’oltre oceano, sono fortemente intrecciate con le scelte di politica internazionale che saprà mettere in campo il nuovo inquilino della Casa Bianca. Di questo fattore e in mancanza di altri attori internazionali autorevoli e accreditati, anche la politica nostrana dovrebbe rendersi conto e collaborare efficacemente con gli Stati Uniti e con l’attuale Presidente per affiancare, anzi supportare ogni iniziativa di pace, ogni sforzo diplomatico che si saprà e si vorrà compiere per far tacere le armi e le sofferenze in questi tormentati scenari di guerra.
Peccato che le parole fortemente irresponsabili della Segretaria del maggiore partito di opposizione in Italia, che risponde al nome di Elly Schlein, malgrado la sua triplice cittadinanza, a partire da quella statunitense (seguita da quella italiana e svizzera) che si é espressa, all’indomani della elezione di Trump, con parole di fuoco contro il nuovo eletto e le politiche, a suo dire, antidemocratiche, razziste e liberticide dei repubblicani U.S.A.
Annunciando a gran voce gravi ripercussioni sul futuro dell’Italia, dell’Europa e degli stessi Stati Uniti a seguito di questo risultato delle urne, oltremodo minaccioso per la democrazia americana. Per non parlare del futuro a tinte fosche per l’economia italiana vessata da presunti dazi alla importazione verso gli USA dei prodotti tipici del Made in Italy, annunciati da Trump a protezione dell’economia a stelle e strisce. Ma omettendo di dire che nei suoi programmi elettorali, il neo Presidente americano parlava esclusivamente di dazi ai prodotti di alta tecnologia dell’industria Cinese e asiatica e del settore automobilistico con prevalenza ai motori elettrici.
La solita manfrina, il solito interesse ad avvelenare i pozzi e distorcere la verità di fatti e circostanze di sinistra memoria. Eppure ne avrebbe avuto di argomenti e tematiche forti da discutere. Tutte interne al PD e alla coalizione di centro sinistra: dalle intemperanze dello Sceriffo campano De Luca con le figuracce che sta facendo collezionare proprio alla Schlein in ordine al raggiunto terzo mandato alla guida della Regione Campania che sta lacerando il PD locale, ai fallimenti del Campo Largo sconfitto recentemente anche alle elezioni regionali della Liguria, al rapporto turbolento con Conte e i cinquestelle e chi più ne ha più ne metta.
Poi si lamentano che il popolo, che sia quello italiano di ieri, o quello americano di oggi, abbandonano le forze politiche cosiddette progressiste e le lasciano in brache di tela a tramare e sparlare inutilmente dei propri avversari. Liguria Docet!
E dell’America abbiamo già detto. Con tutti i detrattori italiani di Trump tutt’ora con l’ossigeno a permanenza!!