Napoli in festa per la conquista dello scudetto ha fatto emozionare il mondo intero, da New York a Pechino, da Buenos Aires a Sidney perché questi sono i confini di Napoli. Eppure, mentre tutti i napoletani festeggia(va)no e gli altri ammira(va)no il “modo” di fare festa dei tifosi azzurri, c’è un tifoso in particolare che ha fatto, ha dovuto far festa “a modo suo”. Si tratta dell’artista e vanto della città, Domenico Sepe, fine scultore, della cui amara vicenda Campo Sud si è prontamente interessata (https://www.camposud.it/ napoli-gia-sogna-ma-la-statua- di-maradona-viene-rifiutata- dal-sindaco/tony-fabrizio/).
Come si apprende dal profilo social dello stesso maestro Sepe, la statua del D10S, rifiutata dal Comune, mai collocata in un punto di accesso per tutti i napoletani – la sola richiesta dell’artista – che aveva ricevuto vere e proprie offerte di acquisto da (ben) altre amministrazioni comunali quali quelle di Casalnuovo ed Afragola, ma mai prese in considerazioni dall’artista per ovvie ragioni morali anche abbondantemente esplicate, non esiste più.
Dunque, mentre i tifosi erano in delirio, la città di era bloccata e tinta d’azzurro, oltre il cielo, oltre il mare, de Laurentis incassava ringraziamenti, dopo aver stretto mani a destra e a manca, e il primo cittadino Gaetano Manfredi incassava fischi all’unisono dal Maradona, previo rispolvero della figlia napoletana che dichiara il suo amore per la squadra, il Sepe distruggeva la sua meravigliosa creazione. “Il tramonto del D10S” : ha intitolato il suo sfogo distruttivo lo stesso autore dell’opera.
Un vero capolavoro di “buona amministrazione” quello messo in piedi dall’attuale Amministrazione comunale di Napoli, iniziato con il caos burocratico del divieto di trasferta ai tifosi dell’Eintracht e che non poteva non avere migliore finale che quello dei meritatissimi fischi. E pensare che la notizia non era ancora di dominio pubblico. Un autogol clamoroso quello messo a segno dall’intellighenzia ZTL della città di Partenopee, incapace, per chissà quale oscura ragione, di trovare un cavillo affinché il Comune, di cui si è solo amministratori e (fortunatamente) non per sempre, potesse onorarsi del dono definitivo e a titolo gratuito dell’artista che è stato apprezzato in questo stesso campo, ma su altri stadi.
Una decisione “indotta” quella dell’artista che ha commentato laconicamente “Solo l’artista decide il destino delle sue opere”.
Una vera opera d’arte a più mani quella creata da parte dell’attuale Amministrazione Comunale con la partecipazione della dirigenza del Calcio Napoli che bene identificano questi personaggi in cerca di un improbabile ruolo.