Tra alcune settimane la campanella suonerà per tanti ragazzi, dalla scuola materna,
alla primaria di primo e secondo grado, al superiore.
Numerosi però sono i problemi che dovrà affrontare l’Amministrazione scolastica.
Si tratta di problemi diversi a seconda delle zone territoriali e delle situazioni ma
comunque capaci di produrre disagi ed inconvenienti.
Nelle zone del Nord la storica insufficienza numerica del personale docente ha
sempre rappresentato per diplomati e laureati del Sud una via di sbocco per le
ridotte possibilità di lavoro tipiche delle loro zone.
Ma stavolta il solito esodo per occupare cattedre al Nord non potrà avvenire nei
numeri che hanno caratterizzato gli anni passati.
Il motivo principale risiede nel vertiginoso aumento del costo della vita che ha
provocato, in tutta Italia, ma specialmente al Nord, aumenti nel costo dei servizi ma
soprattutto nei fitti.
Un giovane meridionale che voglia, pur di trovare l’occupazione nel mondo della
scuola, recarsi al Nord dove molti sono i posti disponibili, dovrebbe affrontare spese
alle quali dovrebbe sopperire con il misero stipendio che riceverebbe. Già in altre
occasioni abbiamo parlato del bassissimo livello stipendiale garantito per la
categoria docente, ancora basso nonostante i recenti aumenti concessi dall’attuale
governo. Ecco perché lasciare il proprio territorio per andare a lavorare per un
compenso che non garantirebbe la minima sopravvivenza frena quello spostamento
di risorse. Da qui il risultato di tante cattedre che si troveranno prive di titolare
all’inizio dell’anno scolastico.
In Campania invece c’è l’assurdo fenomeno di oltre un centinaio di istituti senza il
dirigente.
Si farà ricorso alle reggenze. Un dirigente cioè dovrà occuparsi di due istituti talvolta
situati in zone diverse l’uno dall’altro. Ovvia la conseguenza: riduzione dell’orario di
impegno dedicato alla propria scuola di titolarità, difficoltà di relazionarsi adeguatamente con la scuola assegnata in reggenza.
In questo quadro, con criticità che riguardano tutte le regioni, si inserisce poi il solito
discorso sulle nuove assunzioni.
Un giornale scolastico titolava al riguardo: Anno scolastico nuovo, vita vecchia.
Il Ministero infatti annuncia cinquantamila assunzioni, anzi, per la precisione 50.807
ma intanto già si prevede che non verranno ricoperti tutti i posti vacanti disponibili,
sia a livello di docenti che di personale ATA, con il risultato che circa duecentomila posti saranno occupati da supplenti annuali ai quali si aggiungeranno quelli a breve
termine.
Evidentemente, malgrado gli sforzi del ministro Valditara, vedremo ancora una volta
un avvio difficile.
Ed ancora una volta diremo: speriamo che le cose cambino!
TRA POCHI GIORNI SI APRIRA’ UN NUOVO ANNO SCOLATICO, CON TANTI PROBLEMI ANCORA IRRISOLTI!
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