Da oltre vent’anni, lo Stato e la Regione Campania annunciano interventi e bonifiche per la Terra dei Fuochi, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: i rifiuti velenosi sono ancora lì, i roghi tossici continuano e i cittadini si ammalano e muoiono.
Nonostante i centinaia di milioni di euro stanziati, le bonifiche sono incomplete o inesistenti. La recente condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro l’Italia conferma ciò che i residenti denunciano da anni: lo Stato ha fallito nel proteggere la popolazione.
Milioni di euro, nessun risultato concreto
Nel 2016 è stato avviato uno studio sanitario da 30 milioni di euro per monitorare l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini. Risultati? Nessuno. Il rapporto non è mai stato pubblicato, mentre i dati epidemiologici continuano a mostrare un aumento di tumori, malattie respiratorie e malformazioni congenite.
Le bonifiche, promesse innumerevoli volte da politici locali e nazionali, procedono a rilento o sono ferme. Il terreno e le falde acquifere restano contaminati, mentre le discariche abusive e i roghi tossici proseguono indisturbati.
Dov’è la fine di questo disastro?
Le istituzioni ripetono che “non siamo all’anno zero”, ma il degrado è lo stesso di vent’anni fa. La domanda è una sola: quando finiranno davvero le bonifiche? Quanto tempo dovranno ancora aspettare i cittadini prima di vedere una soluzione concreta?
Dopo anni di falsi annunci, è evidente che la politica sta solo prendendo tempo, lasciando intere comunità a convivere con morti silenziose e veleni invisibili. Quanto ancora dovrà pagare la Campania per l’indifferenza dello Stato?