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STUCCHEVOLE, INTRADUCIBILE E SOTTOMESSO: LA STRANA INVOLUZIONE DEL CONDUTTORE DEL PROGRAMMA DI RETE 4, PAOLO DEL DEBBIO!

Sarà l’età che avanza. Sarà la scarsa voglia del conduttore della trasmissione “Dritto e Rovescio” che ormai va in onda tutti i giovedì sera, ininterrottamente dal mese di Marzo del 2019 sulla Rete 4 di Mediaset, tuttavia c’é da dire che la trasmissione di giovedì 23 Maggio sarà ricordata a lungo per i benefìci in termini elettorali e di immagine che il suo ospite Giuseppe Conte, ex Premier e Segretario del Movimento 5 Stelle, ha potuto trarne da una intervista poco graffiante del giornalista toscano anzi, e per meglio dire, apparsa troppo accondiscendente, per nulla incalzante  e determinata (come eravamo abituati ad assistere un tempo). Toni blandi ed eccessivamente amichevoli, davvero inconsueti per Del Debbio nella sua, diremmo, pseudo intervista, nel corso della quale il Leader dei 5 Stelle ha potuto spaziare sui temi a lui più congeniali, senza interruzioni, contestazioni, interlocuzioni di natura giornalistica. E assumendo, la sua presenza in tv(di Conte), piuttosto il tono di un monologo politico “indisturbato” per l’ex Presidente del Consiglio. Quest’ultimo infatti  ha potuto e saputo sfruttare ogni esitazione, o meglio, il silenzio dell’intervistatore per lunghissimi tratti dell’apparizione televisiva. Intervistatore che, per altro, aveva formulato domande tutt’altro che imbarazzanti o piccanti, come ad esempio, esprimere un giudizio sulla vicenda dell’indagine della Procura di Genova contro Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. E giù le più vergognose e strumentali accuse di Conte all’indirizzo del Governatore Ligure a cui Il Leader dei 5 Stelle non lasciava altra alternativa che non fossero le dimissioni immediate e irrevocabili! Nessun tentativo accennato da Del Debbio alla possibilità che Toti potesse dimostrare la sua totale estraneità dai fatti a lui contestati. Nessun riferimento ai tantissimi casi di proscioglimenti successivi di politici di ogni parte politica, costretti alle dimissioni sull’onda emotiva del “giustizialismo di maniera” di cui proprio il Movimento 5 Stelle e parte consistente della Sinistra risultano essere gli attori e fautori più efficaci,  arrabbiati e determinati.

Ma a noi, in questa occasione, non ci interessa di approfondire le “ragioni di Toti”. Se é innocente, come noi crediamo, il Governatore Ligure saprà difendersi da accuse ingenerose e inesistenti. Diversamente, sarà giusto che i cittadini liguri tornino al voto. E che Toti si faccia da parte.

A noi interessa, in questo momento, appurare cosa stia accadendo al Giornalista Del Debbio. Se si tratta di stanchezza, svogliatezza nel condurre la sua trasmissione o, peggio ancora, se sta cambiando qualcosa nella linea editoriale di Mediaset. Una linea editoriale che ha inserito da tempo nei palinsesti delle Reti del “biscione” conduttori televisivi che non fanno misteri della loro appartenenza politica alla sinistra più ortodossa e becera (vedi il caso della Bianca Berlinguer). Conduttori di trasmissioni televisive di approfondimento giornalistico che, negli orari di maggior ascolto, vomitano veleno e sentenze definitive su uomini, donne e iniziative politiche del centrodestra, Governo compreso. La qual cosa, pur se assolutamente legittimo tanto per chi conduce le trasmissioni, quanto per i temi trattati, (al netto della demagogia e dell’accanimento giornalistico), lascia non pochi interrogativi di natura politica nei rapporti tra i diversi partiti che compongono la coalizione di governo e la “tenuta” della stessa coalizione. Piaccia o non piaccia, occorre capire. Sono innumerevoli le recenti prese di posizione di taluni gruppi di maggioranza che prendono le distanze da questo o dal provvedimento governativo. Segnali per niente incoraggianti, anzi deleteri per l’immagine complessiva della stessa maggioranza di governo. E in questo scenario che definiremmo sconsolante, anche la tv fa la sua parte. Con le sue trasmissioni di pseudo intrattenimento, che si trasformano, ogni sera, in pubblico dileggio per la parte avversa.

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