Jannik Sinner ha scritto una pagina di storia. A Torino, nella cornice delle ATP Finals 2024, il talento altoatesino è diventato il primo italiano a sollevare il prestigioso trofeo. Una finale quasi perfetta, quella contro l’americano Taylor Fritz, battuto con un doppio 6-4. Ma la vera impresa è il percorso: Sinner non ha perso un set in tutto il torneo, e una cosa così non accadeva dal 1986, quando Ivan Lendl faceva scuola.
Il 2024 di Jannik Sinner è qualcosa di più di un semplice successo. È un anno che lo ha consacrato nell’élite del tennis mondiale. Dopo i trionfi agli US Open e all’Australian Open, Sinner ha raggiunto un livello di continuità impressionante: 26 vittorie nelle ultime 27 partite, otto trofei stagionali e un numero 1 nel ranking ATP assicurato almeno fino a febbraio 2025. Per mettere le cose in prospettiva, si parla di un’annata che lo colloca accanto a mostri sacri come Federer e Djokovic, gli unici capaci di vincere questi tre titoli nello stesso anno.
Ma non è stato tutto rose e fiori. Durante la stagione, Sinner ha affrontato una vicenda spinosa: un caso di doping da cui è stato assolto, ma che non si è ancora chiuso del tutto a causa di un ricorso della WADA. Nonostante le ombre di questa controversia, Jannik ha mostrato una concentrazione e una resilienza che hanno sorpreso anche i più scettici. Sul campo, è rimasto imperturbabile, continuando a giocare un tennis di altissimo livello.
Il trionfo di Torino non è solo una vittoria personale, ma un’altra bandiera piantata per il tennis italiano. La conferma della città piemontese come sede delle ATP Finals fino al 2030, con Milano pronta a subentrare dal 2027, è una notizia che consolida il ruolo dell’Italia nel panorama tennistico internazionale.
Con questo trionfo alle spalle, il prossimo obiettivo è già nel mirino: Malaga, dove l’Italia dovrà difendere la Coppa Davis vinta nel 2023. Sinner sarà sicuramente il pilastro di una squadra che vuole continuare a sognare in grande.
Con il 2024 che volge al termine, una cosa è chiara: Jannik Sinner non è solo il presente, ma il futuro del tennis mondiale. E il bello è che, a soli 23 anni, questo viaggio sembra appena iniziato.