SIAMO IN PIENA ESTATE E DE LUCA (IN SORDINA) PRIVATIZZA L’ACQUA DEI CAMPANI!!

NAPLES, CAMPANIA, ITALY - 2022/12/09: Governor of Campania Region, Vincenzo de Luca during the visit of Minister for Regional Affairs and Autonomy, Roberto Calderoli at the palace of Campania Region. (Photo by Pasquale Gargano/Pacific Press/LightRocket via Getty Images)

Un Blitz in piena regola, condotto “dall’integerrimo Sceriffo” negli ultimi giorni di Luglio, con la recondita speranza di passare inosservato, stante la stagione estiva esplosa in tutta la sua calura da record e le preoccupazioni per il fenomeno conseguente della siccità nei nostri territori. Il tutto condito dalla fuga dalle città grandi e piccole dei concittadini campani per le tradizionali e meritate vacanze estive. Un blitz che ha un sapore amaro e che per molti versi rimane intraducibile e assolutamente incomprensibile ai pochi campani che hanno trovato il tempo, tra un bagnetto rinfrescante e una gita ai monti, di apprendere questa notizia davvero dirompente e oltremodo preoccupante (chissà poi, come ci siano riusciti, stante il sostanziale silenzio di molta stampa).

Facciamo riferimento alla decisione di De Luca (e della sua Giunta Regionale a guida PD che si avvia inesorabilmente al capolinea) assunta proprio il 25 Luglio scorso con Deliberazione n° 399 della Regione Campania, di privatizzare la cosiddetta “Grande Adduzione Primaria” che fa capo all’Acquedotto Occidentale della Campania, l’Acquedotto del Torano-Biferno, l’Acquedotto della Normalizzazione e di Cassano Irpino, oltre all’invaso (diga) di Campolattaro,  e di cederne il 49 % alla Società (privata) Grandi Reti idriche Campane S.p.A.

Una scelta a dir poco miope, per non dire scellerata, assunta con la medesima faciltà di un provvedimento autorizzativo di lavori edili per ripristinare una condotta idrica di un metro, danneggiata dal tempo. Una decisione sconcertante che ci priva della piena proprietà, della gestione e tutela di un bene assolutamente primario come l’acqua pubblica.

E quale la giustificazione per l’approvazione di questo Atto Amministrativo inconsulto?

La carenza di fondi della Regione Campania e degli Enti Locali interessati. Fondi ritenuti insufficienti rispetto ad una corretta ed efficace gestione delle acque pubbliche per le esigenze della cittadinanza campana.

E cosa potrebbero e dovrebbero investire i partners privati individuati nella Delibera di De Luca, in luogo degli Enti pubblici, per rendere efficiente ed efficace la distribuzione idrica sul territorio della Regione?

NULLA!! Almeno nulla si dice degli impegni e degli (eventuali) investimenti diretti della Società privata designata dal nostro Sceriffo. Anzi c’é di più: in una relazione allegata alla Delibera di Giunta si parla di non ben identificati investimenti per oltre 2 milioni di Euro. Ma si chiarisce anche (e soprattutto) che questi interventi finanziari di circa 2 milioni di Euro saranno coperti al 50% da ricavi provenienti dalle tariffe dell’acqua (quindi i costi a carico dei clienti e contribuenti campani) e l’altro 50% da finanziamenti e contributi pubblici. Quali contributi pubblici ed erogati da chi, ci viene di domandarci, se é vero (come afferma la Delibera dello Sceriffo) che Regione ed Enti territoriali soldi non ne hanno da spendere per gli acquedotti?

La scelta di De Luca appare a questo punto oltremodo contraddittoria con la motivazione primaria e fondamentale alla base della privatizzazione decisa dalla Regione. Vale a dire la carenza assoluta di finanziamenti pubblici (in primis della Regione) dedicati alla gestione e manutenzione delle reti idriche in Campania. Allora é vero come é vero che De Luca e la sua Giunta si aspettano che lo Stato, oltre ai fruitori del servizio di erogazione dell’acqua (cioè noi cittadini) finanzino gli investimenti necessari. Ma non certo il privato individuato dallo Sceriffo. Nel frattempo diventato proprietario del 49% degli impianti (come prevede la Delibera di privatizzazione). Una marchetta in piena regola, insomma. O per essere meno cattivi, una “bufala” esagerata lanciata così, in maniera leggera, come estate impone, e diremmo anche idiota, per giustificare questa decisione impopolare e politicamente truffaldina, che mira esclusivamente a “mungere” denaro allo Stato e ai cittadini contribuenti,  oltre a fare un robusto piacerino ai soliti noti.

Noi siamo certi che alla ripresa delle attività, dopo il periodo di vacanze estive, il buon De Luca sia letteralmente sommerso di critiche e contestazioni da parte delle forze politiche (auspicabilmente non solo i partiti di opposizione di Centro-Destra) e dalla gente comune con Associazioni e Comitati, perché sia ritirata questa folle e contraddittoria decisione della Giunta di Centro Sinistra che governa (?) la Campania.

Occorre una autentica mobilitazione di popolo a difesa del nostro territorio. Non fosse altro perché la Regione Campania é notoriamente quella con le maggiori risorse idriche che provengono prevalentemente dalle zone montuose dell’Irpinia e del Sannio. Acque di una qualità e una purezza assolute e riconosciute. E che se esistono criticità, esse vanno attribuite solo e soltanto alla cattiva gestione di un comparto fondamentale quale la gestione pubblica degli acquedotti; alla mancata realizzazione negli anni di reti idriche nuove, adeguate e funzionanti; all’assenza di una seria politica di tutela delle risorse idriche, ora più che mai, patrimonio della collettività. Senza trascurare il “piccolo particolare” che in Italia si é celebrato un Referendum Popolare per ribadire che la gestione delle acque e delle reti idriche nel nostro Paese dovesse essere esclusivamente pubblica. Era il 2011 e al quesito referendario proposto risposero ben 27 milioni di Italiani, con il 94% dei SI.

Basta dunque con i regali ai privati. L’acqua della Campania é un tesoro pubblico inestimabile. E se la Giunta Regionale capitanata dallo sceriffo De Luca non sa come gestire questo patrimonio unico ed eccezionale, passi la mano. Evitando un ulteriore impoverimento del nostro territorio e degli Enti Pubblici Locali.