Nei Quartieri Spagnoli si è accesa la protesta contro le riprese di Gomorra – Le Origini, il prequel della celebre serie. Gli striscioni apparsi nelle strade parlano chiaro: “Basta con questa immagine distorta di Napoli”, “Speculazioni diffamanti, vergogna!”. A guidare la contestazione ci sono la pagina Facebook Figli del Sud Popolo Sovrano e l’associazione Neoborbonica, che da anni denuncia il danno d’immagine arrecato alla città da produzioni che ne esaltano solo la parte oscura.
L’accusa principale? La serie rafforzerebbe stereotipi negativi, dando al mondo un ritratto parziale e fuorviante di Napoli. “Questa narrazione allontana investimenti, scoraggia il turismo e rischia di spingere i giovani a identificarsi con modelli sbagliati”, ha dichiarato Gennaro De Crescenzo, presidente dell’associazione Neoborbonica.
Ad alimentare la polemica è anche il casting per ragazzi tra i 14 e i 17 anni, destinati a interpretare le comparse. Un aspetto che ha sollevato allarme tra i residenti, preoccupati che i giovanissimi possano sentirsi attratti da un mondo che non dovrebbe appartenergli.
E in tutto questo, Roberto Saviano? L’autore di Gomorra, sempre pronto a puntare il dito sulle storture dell’Italia e del Sud, tace. Nessuna riflessione, nessuna dichiarazione. Eppure, in passato, non ha risparmiato critiche a chi cercava di “nascondere” i problemi di Napoli. Ma quando l’industria dell’intrattenimento si trasforma in macchina da soldi sulla pelle della città, le parole sembrano mancare.
Napoli chiede rispetto. Chiede di essere raccontata per quello che è: una città complessa, piena di difficoltà, ma anche di cultura, bellezza e opportunità. Perché ridurla solo a un set cinematografico del crimine non è più accettabile.