CAMPO SUD QUOTIDIANO PUBBLICA ANCORA UN INTERESSANTE ARTICOLO DI GERARDO MAZZIOTTI, SU GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE E DEL QUOTIDIANO “ROMA”, CON IL QUALE MAZZIOTTI COLLABORA PERIODICAMENTE. IL CONTENUTO DELL’ARTICOLO SU TEMI DI INTERESSE COMUNI E CONDIVISI DA CAMPO SUD, RIPROPONE UNA POSIZIONE DI ASSOLUTO BUON SENSO E DI INDISCUTIBILE EFFICACIA AVANZATA DALL’URBANISTA NAPOLETANO PER IL RECUPERO FUNZIONALE DELL’EX AREA INDUSTRIALE DI BAGNOLI E COROGLIO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’ISOLA “NEGATA” DI NISIDA.
Il Consiglio Comunale di Napoli approvò il 4 Novembre del 2013 il P.U.E. (cioè a dire, il Piano Urbanistico Esecutivo).
Strumento tecnico-amministrativo fondamentale, che prevedeva , oltre alla demolizione di tutti i capannoni industriali, la rimozione della colmata, dei ruderi del polo chimico e del borgo marinaro e la demolizione dei pontili ( tranne quello nord, utilizzato per il porto canale) al fine di ripristinare la grande spiaggia di Coroglio. E la Giunta confermò queste previsioni col PUA ( piano urbanistico attuativo) dell’aprile 2005. Due piani che recepivano le prescrizioni della legge 582/96. Ma un blocco sociale (imprenditori, architetti, assessori comunali e regionali, giornalisti…) si oppose immediatamente, perché si ritenne più conveniente utilizzare la colmata per varie destinazioni, considerando chiusa la stagione balneare di Coroglio.
E da diciott’anni anni i napoletani assistono sbigottiti a questa invereconda polemica. Che ha causato il perdurante blocco di Bagnoli.
Ma l’aspetto più deplorevole di questa vicenda è che nè i Sindaci Iervolino e de Magistris e tanto meno i Commissari di Governo e Invitalia, che li hanno sostituiti nel 2016 e nel 2018, hanno pensato che, in attesa di decidere le sorti della colmata, si potevano fare due operazioni, forse più importanti di quelle previste dalla legge 582/96.
La prima è la trasformazione dell’isolotto di Nisida in un grande attrattore turistico di livello mondiale, da me proposta sul CdM del dicembre 2003.
Vedere questo meraviglioso patrimonio naturale destinato al carcere minorile e ad altre destinazioni improprie è motivo di indignazione in chi ritiene invece che l’isolotto debba essere aperto alla quotidiana fruizione dei napoletani e dei turisti, che non l’ hanno mai potuto neanche vedere personalmente.
Il carcere minorile va delocalizzato e Nisida deve tornare al demanio comunale.
Sarebbe ora di superare l’anacronistica teoria della conservazione improduttiva dei beni ambientali, architettonici, storici e culturali. Non sono per l’ambientalismo come cultura morta, che si limita a difendere le bellezze naturali dagli interventi dell’uomo.
Penso che Nisida sarebbe la sede ideale di un “parco urbano di divertimento” con i suoi 40 manufatti edilizi tra grandi e piccoli ( da riusare attraverso oculati interventi di recupero senza aggiungervi un solo mattone, quindi nel rispetto assoluto degli attuali valori ambientali; anzi demolendone qualcuno ), e con un porto turistico da realizzare a Cala Badessa a ridosso del pontile di Coroglio.
Penso a un “Nisida Village” (casinò, cinema, centro fitness e benessere, piste di bowling, sala giochi, ristoranti, boutiques, uno spazio per famiglie ) per farne il primo “Entertainment Center” del Mezzogiorno, in grado di rispondere ai bisogni di intrattenimento di un consumatore moderno.
La seconda operazione è la reindustrializzazione hi-tech della grande area lungo via Pasquale Leonardi Cattolica alla base del costone di Posillipo , la sola in grado di garantire occupazione a migliaia di caschi-verdi e di produrre ricchezza.
il 16 aprile 2007 sono convenute nella sede dell’Unione industriali napoletani, alla presenza del governatore Antonio Bassolino e del presidente Gianni Lettieri, 46 imprese nazionali e internazionali, tra cui Microsoft,Alenia, IBM, Novartis consumer Healt, Siemes, Impregilo, Finmeccanica, che si sono impegnate a realizzare a Bagnoli impianti industriali hi-tech. Si disse che bisognava riempire il vuoto lasciato dall’Ilva
E il 19 novembre 2009 si è tenuto alla Città della Scienza un convegno promosso da Vittorio Silvestrini col titolo “.Ripensare Bagnoli è ripensare lo sviluppo di Napoli e del Mezzogiorno fondato non solo sulle attività turistiche ma soprattutto su una reindustrializzazione hi-tech ecocompatibile, ad elevato valore aggiunto di conoscenza in una prospettiva euro-mediterranea ”.
Due operazioni fattibili a costo zero ( col financing project) e che farebbero di Bagnoli l’esempio di trasformazione urbana più ammirato nel mondo
Tocca alla nuova amministrazione comunale rivendicare i poteri sottratti al comune di Napoli e affidati da una legge incostituzionale ai Commissari di governo e a Invitalia. E realizzare queste due operazioni preliminari ma assolutamente necessarie.
Gerardo Mazziotti.