Hanno lavorato tutta la notte tra lunedi e martedi gli operai e i tecnici del Comune di Napoli, dell’Acquedotto, dell’Asia, della Protezione Civile e Polizia Locale per ripristinare la viabilità del lungomare colpito dal violento nubifragio della notte scorsa.
E intanto si contano gli ingenti danni della terribile mareggiata che ha colpito soprattutto i locali dei ristoranti di via Partenope, cui sono state letteralmente devastate le strutture mobili di accoglienza e le sale all’aperto con tavolini, sedie e suppellettili, spazzati via dal vento e dalle ondate impressionanti del mare in burrasca.
Uno scenario davvero spaventoso e spettrale quello che si é aperto sotto gli occhi dei residenti dei fabbricati affacciati sul lungomare, che hanno assistito impotenti ad un fenomeno certamente e fortunatamente non usuale per la nostra città .
Preoccupa, intanto, la situazione dei ristoratori del lungomare, già duramente provati dalle chiusure imposte dai Provvedimenti governativi in materia di Covid 19. Imprenditori che avevano investito molte risorse per adeguare ed attrezzare i loro esercizi con i necessari presidi di distanziamento in plexiglass da sistemare sui tavoli e tra i diversi tavoli riservati ai clienti. Oltre alla riduzione del numero di coperti e quindi di clienti, per garantire maggiore sicurezza dagli eventuali contagi, tagliando il numero degli accessi consentiti nei locali. E poi le periodiche sanificazioni e disinfezioni dei locali, degli arredi, delle vettovaglie. E l’acquisto copioso di prodotti disinfettanti, gel antisettici per i clienti e quant’altro necessario per garantire una tranquilla e sicura ospitalità agli avventori. Investimenti ritenuti dal Governo e dai suoi “Esperti” indispensabili per la ripresa delle attività di ristorazione dopo il “Lockdown” dello scorso inverno e che, in presenza della attale e nuova ondata di contagi, tornano sul “banco degli imputati” perché considerati non più sufficienti a garantire la sicurezza per i frequentatori dei ristoranti italiani. Con evidenti e incredibili danni prodotti nuovamente alla categoria. In specie in periodi di festività , ove l’aspettativa di un flebile recupero delle attività , avevano consigliato ulteriori investimenti di generi alimentari. Cioè deperibili……e puntualmente gettati in mare!
Insomma, una situazione insostenibile e non più tollerabile se é vero come é vero che il settore della ristorazione impegnava in Italia, al 31.12.2019, oltre un milione e 252.260 lavoratori (titolari di esercizio compresi. Dati forniti dal FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi).E che per la maggior parte di essi, questa attività rappresentava e rappresenta l’unica fonte di sopravvivenza per se stessi e le proprie famiglie. Si tenga conto, tra l’altro, che una stima attuale degli addetti del settore ristorazione al mese di Dicembre 2020 in Italia non é praticabile ne attendibile, per il continuo numero di imprese di settore che chiudono i battenti ogni giorno e…..definitivamente! Immaginiamo cosa sta accadendo a Napoli e in tutta la Campania, senza che ci accorgiamo o apprezziamo compiutamente il disastro occupazionale e sociale che si sta per determinare a breve, nel silenzio più totale e disarmante della classe politica nazionale e regionale.
Saranno sufficienti i ristori che il governo sta immaginando di distribuire ai soggetti danneggiati dagli effetti dell’epidemia? Saranno sufficienti queste risorse per quel milione di lavoratori occupati sino a Dicembre del 2019? E fino a quando si continuerà a tener chiusi questi esercizi pubblici? Quando si studieranno correttivi adeguati alla tutela degli attuali posti di lavoro, già in caduta libera? Sono interrogativi davvero tragici e, attualmente, senza uno straccio di risposta.
E intanto a Napoli (ma lo scenario é molto simile in tutta Italia), continua a piovere …..sul bagnato!
Riaperta al traffico via Partenope: si contano i danni della mareggiata. L’esasperazione dei ristoratori.
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