giovedì, Dicembre 26, 2024
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RECUPERO AMBIENTALE, SVILUPPO ECONOMICO E LEGGE URBANISTICA.

Di Marcello Taglialatela.

In questi giorni ho letto sulla edizione napoletana di Repubblica un articolo sulla legge urbanistica che racconta di tensioni all’interno del PD sulla materia urbanistica.
Ovviamente apprezzo l’attenzione che il quotidiano riserva ad un argomento che altri sottovalutano, soprattutto per quanto riguarda le implicazioni sulla vita e lo sviluppo nella nostra regione. Occorre però correggere un palese errore che il giornalista commette sull’argomento.
Affermare infatti nell’incipit dell’articolo che la regione Campania affronta i temi dei piani paesaggistici dopo 20 anni è falso.
Durante il periodo nel quale ho ricoperto la carica di assessore regionale all’urbanistica (2010_2013) non solo siamo riusciti a superare un commissariamento del governo nazionale sul tema (il piano paesaggistico attuale fu redatto dal ministero alla fine degli anni 90 per effetto dei ritardi accumulati della regione), ma approvammo in commissione, dopo decine di riunioni consiliari e di audizioni con tutte le associazioni ambientali ed i dipartimenti universitari, una legge che arrivò in aula e fu bloccata per effetto di un ostruzionismo del PD che non voleva in alcun modo che una giunta di centrodestra ed un assessore ex missino potessero riparare ad un ritardo ed una mancanza così grave.
Sull’argomento, nell’attuale consiglio regionale, abbiamo un testimone importante: l’attuale presidente Oliviero che ricorderà bene le vicende.
Mi preme sottolineare anche un altro aspetto. Ciò a cui mi riferisco ebbe luogo nel 2012/3013, durante il governo Monti, e la materia urbanistica è tra quelle a cosiddetta competenza condivisa tra regioni e ministero. Il testo che era arrivato in aula ed affrontava tutte le questioni che oggi sono richiamate, ebbe anche una valutazione positiva dagli uffici del governo centrale.
La filosofia che governava quel testo di legge affermava un principio basilare: proibire il consumo di altro suolo ma determinare, anche attraverso norme che consentissero abbattimenti e ricostruzioni insieme ad eventuali delocalizzazioni finalizzate al recupero ambientale, un processo di rigenerazione urbana che ponesse riparo all’abbandono ed al degrado di tantissime aree che tutt’ora costituiscono una vera ferita per il nostro territorio.

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