Funerali di Stato, Lutto nazionale, ore di trasmissione televisive, fiumi d’inchiostro per celebrare l’uomo politico italiano tra i più longevi alla guida del Paese.
Un uomo su cui si é detto tutto e il contrario di tutto ma che ha certamente il merito assoluto e indiscutibile di aver fermato la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto nel 1994 e aver frantumato il sogno della vittoria elettorale della sinistra in Italia, dopo tangentopoli.
Oggi l’ultimo atto. A Milano in Duomo ci saranno tutti: dal Presidente della Repubblica Mattarella con le più alte Cariche dello Stato, alla Schlein con i politici di ogni “ordine e grado”; dalle delegazioni dei tifosi milanisti, al personale di mediaset; dai rappresentanti dell’economia, a quelli dell’informazione; dai supporter di Forza Italia, a quelli della Lega e di Fratelli d’Italia; dagli uomini e donne dello sport, alle massaie lombarde innamorate dei suoi modi gentili. Tutti. Per tributare al Presidente Berlusconi il meritato riconoscimento per tutto quanto é riuscito ad offrire al suo Paese in tanti anni di duro e interminabile lavoro. E, certamente, non soltanto nel lavoro politico e istituzionale. Anzi. Basterebbe ricordare ciò che ha realizzato come imprenditore del settore edile, al mondo della editoria, alle televisioni commerciali. Con centinaia di migliaia di posti di lavoro creati in poco più di trent’anni.
Noi di Campo Sud non vogliamo unirci al coro di quanti si stanno impegnando con maggiore o minore enfasi a ricordare Berlusconi. Chi lo osanna e chi, al contrario, anche in occasione della sua scomparsa non trova di meglio che parlare di “olgettine”, indagini giudiziarie, e presunti scivoloni politici. Per noi il ricordo di quest’uomo, autenticamente e fieramente italiano, é fissato su un palco per comizi elettorali che aspettava nella notte del 28 Marzo del 1994 i rappresentanti politici della sinistra per celebrare la vittoria elettorale delle elezioni politiche. Quel palco che non si riempì mai abbastanza. Solo molto tardi, quasi al mattino, qualche sparuto rappresentante del PDS, scuro in volto, rimandò a casa gli infreddoliti supporter in bandiera rossa, in quella notte romana di vana speranza. Gli esiti di quella elezione furono completamente disattesi e la compagine di centro destra composta da Forza Italia, Lega Nord e Alleanza Nazionale riuniti nel polo delle Libertà, si assicurò le prime elezioni politiche della Seconda Repubblica. A quei volti increduli e trasfigurati degli uomini del PDS su quel palco troppo vuoto e desolato, noi di Campo Sud colleghiamo immediatamente il ricordo di Silvio Berlusconi. Grande artefice di quella meravigliosa avventura che salvò il nostro Paese da quella “gioiosa macchina da guerra” dalla quale saremmo stati travolti tutti, senza appello.