PER SCAMPIA OCCORRE UNO SLANCIO DECISO E UN CAMBIO DI PASSO!

Scampia, serve uno sprint per i progetti finanziati dal Pnrr. Gianni Lepre: “E’ ora di cambiare passo”

La tragedia della vela celeste di Scampia non ci ha ricordato solo la fragilità di certe strutture nei quartieri periferici di Napoli, ma è servito anche a far comprendere a tutti la fondamentale importanza del Pnrr e dei suoi stanziamenti a fronte delle criticità. Il Piano di ripresa e resilienza, infatti, finanzia con 159 milioni il progetto Restart Scampia, finalizzato proprio alla riqualificazione della Vela Celeste, e tra gli obiettivi, la realizzazione di 433 nuovi alloggi a emissione quasi zero, un parco pubblico, una fattoria didattica, un mercato e un nuovo complesso scolastico. “Vi sono altre due iniziative per Scampia, che prevedono stanziamenti molto più modesti e che, al momento, fanno riscontrare qualche ritardo – sottolinea l’economista Gianni Lepre – stiamo parlando della piscina Galante, chiusa dal 2019 e in stato di degrado”. “Per questo progetto – sottolinea il noto professionista – sono stati stanziati 4 milioni di euro ma il cui recupero prevede tempi lunghi. Occorre accelerare sul modello di Caivano, in modo tale da avere una fluidità nelle operazioni di messa a cantiere e recupero delle infrastrutture strategiche per la società”. Lepre ha poi ribadito: “Sarebbe importante che il Governo assicurasse anche per Scampia misure eccezionali per completare gli interventi in tempi utili, e noi siamo pienamente fiduciosi sul fatto che l’esempio di Caivano possa diventare una prassi diffusa”. “Oltre a Restart Scampia e alla riqualificazione della piscina Galante, c’è da riaprire al più presto il parco pubblico intitolato alla memoria di Ciro Esposito, il giovane ucciso il giorno di una finale di Coppa Italia che vedeva impegnate le squadre del Napoli e della Fiorentina. In questo caso l’importo erogato è di poco inferiore al milione di euro. Detto ciò possiamo sintetizzare sottolineando che è arrivato il momento di cambiare passo”, ha poi concluso l’economista Gianni Lepre.