Dopo l’estensione a macchia d’olio delle manifestazioni di protesta dei lavoratori della ristorazione, ormai alla canna del gas e il nuovo fenomeno tutto milanese dei giovani studenti delle Scuole Superiori, che son passati dai sit-in di protesta alle occupazioni dei propri Istituti scolastici (supportati anche da insegnanti e genitori), per superare questa assurdità tutta italiana dell’insegnamento da remoto, scende in piazza a Napoli la categoria di lavoratori forse più maltrattata e trascurata del cosiddetto settore del “terziario”: le guide turistiche.
Con una civilissima e composta protesta presso gli ingressi del Museo Archeologico di Napoli, diverse centinaia di Guide hanno posto il problema dei mancati interventi a sostegno di una categoria molto variegata e composita, dal punto di vista dell’articolazione giuridica della loro professione. C’erano le guide con partita IVA, le Guide dipendenti di Cooperative, di Associazioni culturali e promozione turistica, Liberi professionisti e lavoratori stagionali, Guide iscritte alla gestione separata dell’INPS, lavoratori con una iscrizione esclusiva nei registri della Camera di Commercio e tanti operatori saltuari e non esclusivi del comparto che non hanno ricevuto alcun ristoro previsto dal governo. Così come gran parte dei partecipanti alla protesta andata in scena nel luogo simbolo della loro attività lavorativa: la sede del Museo Archeologico Nazionale, rimasto semivuoto tanto per il maltempo, quanto per l’assoluta assenza di turisti in visita alla città in questo terribile inverno di pandemia.
Chiare e precise le rivendicazioni degli operatori turistici che da oltre un anno vedono irrimediabilmente compromesso il loro futuro e quello delle proprie famiglie per le misure di contenimento del contagio da Coronavirus ritenute troppo restrittive, anzi “tombali”, per il comparto del turismo. Tardive e assolutamente insufficienti per quantità e per estensione i provvedimenti di ristoro elargiti dal Ministero dei Beni Culturali alle Guide Turistiche. Ristori che hanno coperto solo il 25 per cento dei lavoratori del settore per le assurde esclusioni imposte (diverso inquadramento dei lavoratori valutato dall’INPS in sede di liquidazione dei contributi economici previsti per la categoria).
Le Guide napoletane hanno chiesto, pertanto, l’immediata estensione dei ristori governativi per tutti i lavoratori operanti in città ed autorizzati a diverso titolo o da diversa Istituzione ad esercitare la professione di Guida o Accompagnatore turistico. Han chiesto inoltre al Ministero competente e alla Regione Campania di riaprire i Musei napoletani e quelli presenti su tutto il territorio regionale anche nei fine settimana, con particolare riferimento al Sabato e la Domenica. Mantenendo alta l’ attenzione alle norme di distanziamento e tutte le procedure igienico-sanitarie previste dalle normative anticovid. E, nel contempo, vedere aumentare le presenze di visitatori, sia pure locali, nei nostri Musei almeno nei giorni festivi e prefestivi. Di fatto concedendo una boccata di ossigeno a operatori ormai allo stremo. Una proposta interessante e di buon senso che va nella direzione di un effettiva e concreta fruizione e conoscenza approfondita dei beni artistici, storici, archeologici delle nostre città d’arte, attraverso specifici programmi culturali di promozione dei siti museali, visite guidate ed eventi ad hoc, posti in essere da Guide turistiche altamente specializzate. Forte e sentito in città il grido di dolore di tanti uomini e donne così provati da oltre un anno di inattività e di mancati guadagni. Circostanza che contrasta con la realtà di una città come Napoli che potrebbe, al contrario e grazie ai suoi tesori inestimabili d’arte, naturali e paesaggistici, assicurare tenori di vita elevati e tanto lavoro qualificato per la sua popolazione e , non soltanto. Proprio in quel comparto turistico, del tempo libero e dei servizi che è attualmente costretto ad una lenta e inconcepibile agonia.
Il Comitato di Redazione del Quotidiano “Campo Sud” esprime la più viva e partecipata solidarietà ai lavoratori del settore turistico cittadino e campano, che vive da troppo tempo una fase drammatica della propria vita sociale, professionale e, ancor più, familiare e si impegna a sostenere le ragioni della protesta civile della categoria attraverso una costante informazione e sensibilizzazione delle tematiche sul tappeto.