Abbiamo lasciato passare qualche settimana prima di parlare di questa storia vergognosa, di cui francamente si temeva l’esito prima ancora della scellerata, controversa e agghiacciante sentenza della Cassazione francese. Corte Suprema che ha negato definitivamente l’estradizione in Italia dei 10 criminali macchiatisi dei peggiori ed efferati fatti di sangue compiuti dalle organizzazioni terroristiche dell’ultrasinistra nel periodo più oscuro della Repubblica Italiana, tristemente ricordati come gli “anni di piombo”.
Lo sdegno e lo sgomento per questo atto di “Pirateria Giudiziaria” compiuto dal massimo Organo della Magistratura d’Oltralpe, come detto, non ci ha colto di sorpresa. Piuttosto ha rafforzato il convincimento che le vergognose coperture, il sostegno incondizionato, il favoreggiamento aggravato per oltre 40 anni di cui hanno goduto continuativamente i terroristi italiani in Francia, é frutto di una strategia, più ancora che una prassi giuridica, che ha animato ed anima tutt’ora la cosiddetta “Intellighenzia della Gauche francese”. Dai Magistrati agli insegnanti, dagli scrittori agli studenti, dagli intellettuali da strapazzo agli animatori dei centri sociali: accomunati dall’odio sociale, dalla vergognosa malafede e dalla ipocrisia più rivoltante ed opportunamente condita con la presunzione di essere i migliori, quelli giusti, i soli che possono e devono scansare in ogni caso la giustizia perché appartenenti ad una categoria di “privilegiati intoccabili”. Malgrado siano riconosciuti universalmente pericolosi assassini e, per di più, mai pentiti!
Una ignobile valutazione di ordine politico voluta in quegli anni (1980) dal Presidente della Repubblica Francois Mitterand, Socialista e uomo di punta della sinistra francese, che impose di vietare le estradizioni degli ex terroristi di estrema sinistra nei paesi di origine che ne facevano richiesta a seguito di condanne penali, anche e soprattutto se definitive. Era la cosiddetta “Dottrina Mitterand” che decretò, in breve, Parigi quale capitale del terrorismo europeo di matrice comunista. Luogo ove costoro erano protetti e coccolati, incoraggiati e favoriti anche nella pubblicazione di volumi sulla propria vita di terroristi, con le azioni dolose e le “missioni di morte” cui parteciparono o in cui ebbero parte attiva in svariati attentati, molto spesso conclusisi con omicidi di vittime innocenti.
Dottrina Mitterand che l’attuale governo francese avrebbe, a chiacchiere, messo in naftalina dopo 40 anni e più di oblio totale sulla possibilità di rendere giustizia a tante vittime del terrorismo e a tante famiglie ancora in attesa di vedere assicurati alla giustizia gli aguzzini dei loro cari.
E invece no! Con la vergognosa, pilatesca e inconsistente motivazione del Governo Macron che attribuisce immediatamente la responsabilità e nascondendosi dietro la “Insindacabilità ed autonomia di valutazione della Magistratura Francese”, espressasi in via definitiva contro la estradizione dei 10 terroristi rossi dalla Francia, questi assassini riconosciuti tali dopo tre gradi di giudizio in Italia e certificati “erga homnes,” possono continuare la loro vita indisturbati tra le strade di Parigi, consapevoli e soddisfatti di aver ancora una volta beffato la Giustizia Italiana, ma più ancora i familiari delle vittime con tutto il bagaglio di dolore e di atrocità che ancora portano con se e che ha sconvolto irrimediabilmente la loro esistenza.
Ciò che più ci indigna della Sentenza della Cassazione francese é leggere che dopo tanti anni dai tragici fatti di sangue, “i terroristi italiani hanno vissuto sempre in Francia, paese nel quale hanno una situazione familiare stabile; sono inseriti professionalmente e socialmente senza più legami con l’Italia, cosicché la loro estradizione causerebbe un danno sproporzionato al loro diritto e al rispetto della loro vita privata e familiare”.
Una autentica infamia. Una barbarie giuridica che non tiene in nessun conto il danno irreversibile per gli omicidi compiuti e i riflessi sconquassanti per le famiglie delle vittime cui fu negata in quegli anni e tutt’ora viene negata la possibilità di vivere una vita normale nel contesto familiare dal quale furono strappati anzitempo e proditoriamente le vittime di questi aguzzini.
Noi non vogliamo neppure citare i nomi degli “eroi del terrorismo rosso” e non vogliamo commentare oltremodo l’inerzia e la palese ipocrisia del Governo francese che non ha trovato tempo e voglia di orientare come dovuto la sacrosanta richiesta di giustizia del Popolo italiano, espressa attraverso la più che legittima oltre che doverosa richiesta di estradizione in Italia dei dieci terroristi latitanti.
Noi desideriamo, più opportunamente e, si spera, efficacemente, rivolgerci al Governo Italiano e in particolare al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio perché dispongano nell’immediato la sospensione dei percorsi giudiziari di estradizione di detenuti ristretti nelle carceri italiane per i quali la giustizia francese avanza tutt’ora istanze di estradizione per essersi macchiati di gravi reati in Francia.
Eventi ordinari, ricorrenti tra i due paesi. Come il caso di cittadini francesi o provenienti dai paesi del Magreb, arrestati dalle Forze dell’Ordine italiane per essere sospettati di aver partecipato a vario titolo ad azioni terroristiche sul territorio francese, anche di recente. Ricordiamo, solo per dovere di cronaca, l’arresto a Caserta di Endry Elezi, Jihadista Albanese di 28 anni, residente nel nostro Paese, che é stato riconosciuto complice di Mohamed Lahouaiej-Bouhlal , autore dell’attentato di Nizza che procurò 86 morti e 434 feriti sul lungomare della città provenzale con un camion di 19 tonnellate lanciato tra la folla festante per le celebrazioni della presa della Bastiglia (14 Luglio 2016). Il complice Albanese, residente a Caserta, aveva fornito le armi e gli esplosivi all’autore della strage. Immediatamente estradato in Francia dalle autorità italiane! Più di recente, Abdel Salem Napulsi ed altri 4 jihadisti tunisini, residenti a Napoli, Latina e nel casertano, ricercati dalla polizia francese per terrorismo, venivano arrestati dalla Polizia Italiana ed estradati prontamente in Francia. E ancora nel 2021 la Digos rintracciava in un appartamento di Latina ed arrestava un tunisino di 40 anni evaso dall’Ospedale psichiatrico giudiziario francese di Bassens e riparato in Italia. L’uomo era precedentemente detenuto in Francia per apologia di terrorismo e spaccio di stupefacenti. Dopo l’arresto la polizia italiana provvedeva alla estradizione con procedura d’urgenza.
Prassi ordinaria dunque, prevista dai paesi civili che riconoscono ed aderiscono ai trattati internazionali vigenti in questa delicata materia. Ciò fino a prova contraria! Ma ricordiamoci tutti che questa manfrina con la Francia, iniziata con la Dottrina Mitterand, alimentata e proseguita con la vicenda Battisti (arrestato solo dopo aver lasciato volontariamente la Francia e poi il Brasile), sino ai nostri “10 eroi dal grilletto facile”, si trascina da troppo tempo e non certo per responsabilità italiana. Atteggiamento biasimevole e certamente illegittimo delle Autorità francesi che ha già prodotto innumerevoli e gravi danni, anche al prestigio internazionale dell’Italia.
Pertanto occorre assolutamente reciprocità nelle scelte e nelle azioni della nostra Magistratura e più ancora dell’esecutivo nei confronti dei “cugini” d’oltralpe. Negando in futuro e sistematicamente l’estradizione di sospettati, soprattutto se presunti terroristi, fin tanto che i francesi non imparino la lezione o, piuttosto, fino a quando non la smettano di interferire negli atti e provvedimenti giudiziari di un Paese Sovrano, per altro Stato fondatore della Comunità Europea, oltre ad essere, e scusate se é poco, la culla del Diritto sin dai tempi dell’Impero Romano di Augusto e, prima ancora, sin dagli albori dell’VIII secolo Avanti Cristo!