mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Pacco, doppio pacco e contropaccotto

Come si sa e come è ormai noto in tutto il mondo, grazie ai molti films e documentari trasmessi periodicamente da anni, a Napoli si sono sempre fatti e tutt’ora si fanno “e’ pacc”, i pacchi!!!
Voi mi direte: ma come? Tutti sanno che nella zona della Ferrovia e del Porto girano i più grandi pacchisti del mondo, eredi di quei geniali e fantasiosi scugnizzi malandrini  che quando, dopo la guerra, cominciarono ad arrivare a Napoli turisti esteri e “piemontesi” si inventarono la più geniale e fantasiosa truffa che poi negli anni della emigrazione esportarono anche fuori la capitale borbonica.
Un giorno, molti anni fa, ricevetti al mio studio un signore(!?) che era moroso di una nota compagnia telefonica per una consistente somma e, stranamente, egli, pur non avendo  niente da perdere, si professò effettivo debitore e disponibile al pagamento di quanto dovuto, interessi maturati compresi.
Il tizio che aveva tutte le caratteristiche antropologiche dello spavaldo e provocatore imbroglione, e ciò si evinceva anche dalle informazioni che una società di investigazioni mi aveva fornito, mi suscitò grande curiosità e, volendo capire se era venuto per prendermi in giro, stetti al suo gioco.
Mi chiese che per pagare il suo debito aveva bisogno di un mese di tempo perché ad agosto andava fuori Napoli a lavorare ed al ritorno avrebbe pagato tutto in una unica soluzione, chiedendomi di avere fiducia in lui e, nel frattempo, in cambio, la promessa di non fargli staccare la linea telefonica perché il telefono era nella disponibilità della sua “commara” (amante) .
Il fatto ed il racconto mi incuriosì sempre di più.
E così, a bruciapelo, gli chiesi: “scusate Vi voglio pure credere, ma Voi che mestiere fate? Dalle informazioni che ho agli atti Voi risultate disoccupato ed anche nulla tenente!”.
E lui: “avvocà, io facc e’ pacc”, e gli brillarano gli occhi neri da ex scugnizzo napoletano.
Il dialogo si fece sempre più interessante, nonostante la mia segretaria, preoccupata, ogni tanto con una scusa entrava nella mia stanza per controllare se tutto procedeva tranquillamente.
“E scusate, ma Voi questi pacchi dove li andate a fare?”. Spontanea ed anche divertita fu la mia domanda.
“Avvocà ad agosto (eravamo a luglio) vado fuori Napoli, in trasferta a Rimini e torno con i soldi per pagarvi”.
Sempre più incuriosito: “scusate, ma ci sta ancora gente che si fa imbrogliare con i pacchi?
Oramai il trucco tutti lo conoscono, Nanni Loy ha fatto anche un noto film sull’ argomento”, fu la mia domanda.
“Avvocà, vuie nun sapit quanta strunz (cretini) ci stanno in giro per l Italia”, la risposta.
“E va bene, questi sono fatti vostri e non mi interessano, il consiglio che Vi dò è di trovarvi un buon lavoro per vivere bene e pagare il debito”.
“Avvocà, avit proprio ragione, ma mò truvat vuie o’ lavor? a piccirill ò sto cercando, ma nun l’ aggio mai incontrato.
Comunque, come dite voi, chist song fatti miei, entro il venti settembre vi porto i soldi, interessi compresi, e vi ringrazio per il consiglio ma io, oramai, sul e’ pacc s’ accio fare, mi sono specializzato”.
Il quindici settembre tornò puntuale allo studio, capelli neri ricci, camicia abbondantemente sbottonata per mostrare una invidiabile abbronzatura ed una catena d’oro sul petto villoso: “avvocà, buon giorno” esclamò sorridente entrando nel mio ufficio introdotto dalla sempre più preoccupata segretaria, e senza sedersi, in piedi avanti la mia scrivania, con orgoglio recitò: “qua stanno i soldi, fino all ultima lira”.
“Avvocà ed il vostro onorario, quant’ è?”.
“Niente, per Voi ho lavorato gratis.
Ma ascoltate il mio consiglio: sfruttate la vostra intelligenza per trovarvi un lavoro onesto e vedrete che camperete meglio”.
“Avvocà grazie per il consiglio ma mò tengo una età e sul chest saccio fà…. Comunque song a vostra disposizione e se vi serve qualcosa, a Napoli e dintorni, facitm… nà bella telefonata, tenit pure il numero”, beffardo si congedò…
Questa non breve premessa, per introdurre una considerazione sugli avvenimenti politici di questi giorni che hanno visto Matteo Salvini protagonista.
È il caso di ricordare il già citato episodio raccontato da Nanni Loy in un suo celebre film: “pacco, doppio pacco e contropaccotto”.
Seguendo in questi giorni ed ancora stamane le varie trasmissioni ed i talk show che hanno raccontato l’evolversi della crisi politica ho potuto dedurre che “il pacco” a Salvini glielo ha fatto Zingaretti che gli avrebbe assicurato che anche egli avrebbe chiesto di andare alle elezioni anticipate se lui avesse staccato la spina al Governo.
Il “doppio pacco”, glielo ha fatto Renzi che, bisogna riconoscerlo, argutamente e tempestivamente, a spina staccata, è sceso in campo segnando in goal da fuoriclasse della politica politicante, sbaragliato tutto e tutti, soprattutto Zingaretti che voleva liberarsi dei suoi deputati andando alle elezioni anticipate.
Il “contropacco”, glielo ha fatto Conte con quel discorso-accusa pronunciatogli in faccia, anzi alle spalle, guardandolo dall’alto in basso, tra gli scranni ove siedono i rappresentanti del Governo.
Che bella frittata, ai danni della maggioranza del Popolo italiano che vorrebbe andare a votare per vivere libero ed, invece, ora si deve subire gli incompetenti ed i comunisti al governo della Nazione.
A Salvini, se potessi, gli darei un modesto consiglio: prima di agire di impulso bisogna riflettere, specie quando si ha a che fare con gli Zingaretti di turno.
E se vuoi un poco di lezioni di “cazzimma”, vieni a Napoli che ti presento qualche amico e, perché no, qualche scugnizzo vesuviano che va facendo ancora oggi (sbagliando) i pacchi, dalla parte della Ferrovia e del Porto, dove arrivano i turisti stranieri ed i “piemontesi”.
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