Oro in vertiginoso rialzo con la Cina che fa asso pigliatutto. Romualdo Pettorino (CNA Orafi): “Le guerre tra Europa e Medio Oriente stanno condizionando i mercati”
Con un rialzo a 2.320 dollari l’oncia, l’oro sta segnando sui mercati mondiali la fase di incognita peggiore per la questione geopolitica legata ai conflitti in corso.
La Cina diventa in questo senso l’ago della bilancia del metallo prezioso, in considerazione del fatto che ne sta facendo incetta planetaria. Solo nel mese di Aprile la Cina ha acquistato ben 60mila once di oro e la corsa agli investimenti è divenuta frenetica e insaziabile per il paese asiatico.
Dall’invasione della Russia in Ucraina, gli investimenti in oro hanno caratterizzato gran parte del mercato, anche se le incognite restano, dopotutto non esiste riserva aurea che tenga ad una guerra totale la cui distruzione potrebbe essere definitiva.
“Con le guerre in corso l’oro non è più un bene rifugio, ma si trasforma in un bene di scambio se le cose dovessero andare male – commenta Romualdo Pettorino, CNA settore orafo – come è sempre stato in un momento bellico”. Il noto gemmologo che è anche presidente degli orafi di CNA Campania, ha poi continuato: “Qui non stiamo parlando delle produzioni orafe, ovviamente, ma dei lingotti, del metallo prezioso da investimento. In questo senso possiamo ricordare delle circostanze emblematiche: La Russia fece incetta di oro prima dell’invasione dell’Ucraina, oro che poi è servito per evitare il crack del rublo ed il collasso dell’economia russa. Stessa cosa dicasi adesso per gli investimenti cinesi che guardano all’oro come gli orsi al miele. La cosa simpatica è che ci chiediamo pure perché”.
“La produzione orafa, quindi la gioielleria di valore quella che riguarda anche l’utilizzo di pietre preziose e non solo del metallo in se per se, è oggi legata al settore squisitamente commerciale che rappresenta, sembra strano a dirlo, una nicchia rispetto agli investimenti aurei in corso d’opera. Il problema è sempre lo stesso: la guerra e le incognite legate a possibili escalation del conflitto, hanno condotto il nostro settore ad una sterzata sugli investimenti nel metallo prezioso, più che sul regalo fine a se stesso”.
Il presidente Pettorino ha poi concluso: “Noi continueremo con il nostro lavoro e con la promozione del brand, ma suppongo che tra l’estate e l’autunno 2024 bisognerà concepire una nuova modalità anche per l’oro”.