Nella tarda serata di mercoledi si é concluso presso la Corte d’Assise di Roma il processo per l’omicidio del Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso da due giovani turisti statunitensi in vacanza in Italia, nel corso di una tragica notte di Luglio del 2019, nella quale questi ultimi erano intenti a procurarsi droga tra i vicoli del quartiere Prati di Roma. Allertata la locale Stazione dei Carabinieri, due militari erano prontamente intervenuti per bloccare quei giovani che avevano precedentemente aggredito uno spacciatore portandogli via uno zainetto contenente presumibilmente dosi droga. Nel corso del breve inseguimento i due Carabinieri riuscivano a bloccare i fuggitivi che, all’improvviso e proditoriamente, sferravano ben 11 coltellate al Vice Brigadiere, originario di Somma Vesuviana nel napoletano. Militare che aveva appena dato corso alla identificazione dei due fermati. L’accoltellamento del Vice Brigadiere coglieva di sorpresa anche l’altro militare Andrea Varriale che prontamente soccorreva il collega e chiamava rinforzi. Gli assassini profittavano della circostanza concitata ed improvvisa per dileguarsi e riparare nella stanza di albergo che occupavano, a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione. Albergo ove pochi minuti dopo venivano rintracciati dai Carabinieri.  E dove i militari dell’Arma ritrovavano anche l’arma del delitto (un coltello a serramanico) appena ripulita e nascosta nella controsoffittatura della medesima stanza d’albergo.
Il Vice Brigadiere Cerciello, che si era sposato solo un mese e mezzo prima di quella tragica notte del 26 Luglio, si spegneva poco dopo in ospedale, malgrado la sua giovane età e la sua struttura fisica poderosa e atletica. Le 11 infami coltellate gli furono fatali, a testimonianza della efferata violenza esercitata dagli aggressori sul corpo del tutore dell’Ordine. Questo episodio agghiacciante e brutale turbò non poco l’opinione pubblica del nostro Paese che si strinse in un abbraccio di solidarietà e di autentico dolore all’Arma dei Carabinieri e alla famiglia del militare scomparso.
Tuttavia subito dopo e già in fase di indagine dell’Autorità Giudiziaria, iniziarono le prime polemiche e le inutili congetture circa la presunta imperizia dei due Carabinieri che risultarono disarmati al momento dell’azione di contrasto anticrimine nei confronti dei due turisti americani. Circostanza confermata dagli accertamenti, ma che dimostravano semmai la solerzia dei due militari, intervenuti con gran rapidità mentre erano in caserma a tarda sera e che proprio in ragione di tale rapidità di intervento, non ebbero neppure il tempo di portare con se le pistole di ordinanza. E poi ancora gli accertamenti per verificare se i due Carabinieri si fossero fatti riconoscere come tali dai due fuggitivi e se avessero fatto vedere i propri tesserini di servizio ai loro aguzzini, essendo in quel momento in servizio in abiti borghesi e non in divisa. Polemiche allucinanti scaturite anche dalle “pressioni” esercitate  sugli inquirenti da ambienti diplomatici e dalle famiglie dei due aggressori, prontamente giunte in Italia dagli Stati Uniti. Polemiche insopportabili e inaudite per la famiglia della giovane vittima cui veniva ipotizzata la imperizia e la presunta impreparazione nello svolgimento di una delicata attività professionale. Elementi che saranno poi smentiti e smontati proprio nel corso del dibattimento nell’Aula di Giustizia, ove i due giovani turisti americani sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario e condannati all’ergastolo. Mentre le figure del Vice Brigadiere Cerciello e del suo collega Varriale hanno visto il riconoscimento della loro azione preziosa e tempestiva a tutela dell’Ordine Pubblico anche in condizioni precarie, essendo disarmati, e non esitando ad intervenire malgrado tale circostanza. Alla famiglia del povero Cerciello rimane la consolazione che il proprio congiunto ha fatto il suo dovere sino all’estremo sacrificio, senza errori o imperizie di sorta. E che solo la brutalità e l’azione criminosa improvvisa e premeditata dei due assassini é riuscita a prevalere su un uomo onesto e di sani principi morali, nonché di un militare integerrimo e avveduto, alla cui memoria ogni Italiano degno di questo nome deve profonda riconoscenza e infinita gratitudine.