Napoli potrebbe clamorosamente restare fuori dagli Europei di calcio del 2032. Sarebbe l’ennesimo fallimento politico e gestionale di un’amministrazione comunale incapace di valorizzare opportunità sportive ed economiche.
Il motivo? Il solito braccio di ferro tra il Comune e Aurelio De Laurentiis. Dopo l’incontro con il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente del Napoli ha ribadito di non voler investire nel restyling dello Stadio Maradona, ritenendolo impraticabile. In alternativa, ha annunciato un nuovo impianto da 60mila posti, senza però presentare un progetto concreto. Risultato? Napoli è fuori dalla lista delle cinque città italiane candidate.
L’UEFA ha fissato la scadenza: entro ottobre 2026 la FIGC dovrà comunicare le città ospitanti. Mentre altrove si lavora per garantire gli standard richiesti, Napoli resta impantanata in una guerra di posizioni.
Lo Stadio Maradona, in condizioni inadeguate, avrebbe bisogno di un piano di ammodernamento, ma la giunta Manfredi si dimostra incapace di trovare una soluzione. Troppo passiva di fronte alle richieste di De Laurentiis, troppo lenta nel proporre alternative.
Se il Napoli dovesse lasciare il Maradona, il Comune si ritroverebbe con una struttura che costa 5 milioni l’anno e senza una squadra di calcio rischierebbe di diventare una cattedrale nel deserto. Si ipotizza di utilizzarlo per concerti o eventi sportivi, ma è chiaro che senza il calcio sarebbe un peso economico insostenibile.
Il problema è sempre lo stesso: un Comune privo di visione strategica, incapace di valorizzare una storia calcistica unica. Invece di lavorare per garantire Euro 2032, ci troviamo con l’ennesimo scontro sterile e zero soluzioni.
Se Napoli perderà questa opportunità, la colpa sarà solo di chi governa senza programmazione e senza coraggio. Ancora una volta, la città rischia di restare a guardare un’occasione sfumare. E questa volta potrebbe essere troppo tardi per rimediare.