mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Napoli ha una malattia, si chiama borghesia

Duro, durissimo Ernesto Galli della Loggia sulle pagine de Il Corriere del
Mezzogiorno. A ben vedere il suo attacco alla borghesia napoletana ha
radici profonde. Più che il popolo di Scampia, come invece accusa
Grillo, è infatti proprio il ceto medio/alto la palla al piede della città. Una
palla pesante ed un piede puzzolente che trattiene qualsiasi anelito di
riscossa, legato com’è alla propria egoistica aspirazione di benessere.
Sin dagli anni ‘90 professionisti, notabili, pseudo imprenditori si sono
legati al potere politico per convenienza, mai per convinzione. Tutti
impegnati in una corsa dell’uno-contro-l’altro verso posizioni di privilegio
si sono consegnati in blocco ad un destino di miseria.
“A Napoli c’è una borghesia, un ceto medio che ha subito una profonda
trasformazione e rende molto improbabile l’eventualità di un riscatto. C’è
stata una vera e propria camorrizzazione della borghesia. Il ceto
professionale — avvocati, notai, commercialisti, eccetera — si trovano a
dover lavorare con la camorra, magari chiudendo gli occhi, perché della
camorra sono i flussi finanziari dominanti in città. Le persone migliori se
ne sono andate”.
È come tutte le agonie, lente e inesorabili, sfalda il corpo sociale,
immobilizzandolo. Sfinendolo. La vista è talmente annebbiata che
confonde la folla di turisti, che Napoli può vantare con alti e bassi dalla
notte dei secoli, come il frutto dell’azione di qualcuno. Lo fa il Sindaco
De Magistris, lo fa il Presidente De Luca ed invece è il destino. Tant’è
che nulla muta nell’economia cittadina, perché nessuno ha la capacità
ed il merito di governare questo fenomeno, questo potenziale flusso di
denaro, vero, pulito. Non siamo abituati: non c’è mazzetta, non c’è il
favore all’amico, non conosciamo questa matematica sincera.
E allora? E allora il Prof. Della Loggia non è il primo e non sarà
probabilmente l’ultimo a scrivere queste cose. Ma chissà, forse un
giorno i pagliacci torneranno nei circhi e la politica ad essere centrale,
ad avere visioni. Se queste saranno condivise dalla maggioranza dei
cittadini ci si potrà rialzare in piedi ed offrirsi al mondo con il sorriso e
senza vergogna.

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