Una insperata moltitudine di moscoviti si é assiepata fin dalle prime ore del giorno intorno ai cancelli della chiesa di periferia, prescelta non senza difficoltà dalla famiglia, per celebrare la messa in suffragio del dissidente sovietico Aleksej Navalny, l’oppositore di Putin fatto uccidere alla vigilia delle nuove elezioni generali in Russia, che vedrà Putin candidarsi senza alcun altro avversario. Avendoli messi tutti fuori gioco. Arrestati o uccisi. Come nel caso di Navalny che, dal primo tentativo di avvelenamento mal riuscito, veniva nuovamente arrestato e poi trasferito nei mesi scorsi dalle carceri moscovite ad un Gulag in una località dell’Artico ove, sembra acclarato, sia stato ucciso con un pugno micidiale inferto direttamente sul petto, all’altezza del cuore, determinando un blocco cardiaco fulminante.
Una folla di giovani e meno giovani, uomini e donne che stringevano tra le mani, tutti, un mazzo di fiori poi lanciato sulla bara alla fine della cerimonia religiosa, mentre il feretro veniva collocato nel carro funebre. Una moltitudine di persone davvero commovente, ma determinata, se si pensa al pericolo che han corso per la sola presenza alla cerimonia funebre dello scomodo dissidente dell’orso russo.
E del resto le autorità di Mosca non avevano nascosto la loro assoluta contrarietà alla partecipazione alla cerimonia religiosa di Navalny, diffidando e vietando ogni assembramento di folla in prossimità della Chiesa. Allungando persino l’orario di uscita dei bambini dalle scuole della zona, per evitare che si notasse il concomitante svolgimento di un funerale, presidiato da un enorme numero di agenti di polizia in assetto antisommossa.
Una autentica “cortina fumogena” tentata dal governo russo, dissolta dalla presenza di tanta gente prostrata e indignata che dopo la cerimonia ha accompagnato a lungo il corteo funebre in direzione del cimitero, sfidando con il loro composto dolore, ogni prescrizione e divieto imposto inutilmente dalle autorità di polizia.
Molte le personalità occidentali presenti alla cerimonia religiosa: Dall’ambasciatrice Americana a Mosca, Lynne Tracy, all’Ambasciatore Tedesco Lambsdorff, a quello francese Pierre Levy e l’addetto commerciale dell’Ambasciata d’Italia Pietro Sferra Carini. A questi diplomatici, tuttavia, é stato negato dalle forze di polizia l’accesso alla chiesa, rimanendo all’aperto sul sagrato dell’edificio religioso sino alla fine della cerimonia.
Comunque sia, questa giornata di lutto per gran parte dei cittadini moscoviti e dell’intera Russia rimarrà un evento storico di portata eccezionale per la risposta formidabile del Paese alla politica oscurantista di Putin e per il regime di sangue e di tortura ormai consolidato dall’ex agente segreto del KGB che conserva intatti, anche in questo nuovo millennio, metodologie e obiettivi di quel regime sovietico più oscurantista e odioso della storia di gran parte del 900.