Dopo due anni di conflitto, devastazione e migliaia di morti, la verità emerge in tutta la sua brutalità: la guerra in Ucraina è servita solo agli affari. Gli Stati Uniti, con Trump ora al comando della partita, stanno trasformando Kiev in una terra di conquista economica. “A noi tutti i minerali, vogliamo 500 miliardi”, sarebbe questa la pretesa americana sul tavolo delle trattative con Zelensky.
Nessuna grande vittoria, nessuna liberazione eroica, solo macerie e un prezzo da pagare. Washington detta le condizioni: armi e aiuti in cambio dello sfruttamento delle risorse strategiche dell’Ucraina, dalle terre rare ai minerali preziosi. Zelensky tratta, cerca di salvare il salvabile, ma il messaggio è chiaro: o accettate, o siete soli.
E l’Europa? Dopo aver speso miliardi, inviato armi, imposto sanzioni che hanno messo in ginocchio la propria economia, si ritrova ora con un pugno di mosche in mano. Gli Stati Uniti negoziano direttamente con Mosca, ignorano Bruxelles e fanno affari sulla pelle degli ucraini. La retorica della guerra per la libertà si scioglie come neve al sole: l’unico vero vincitore è chi ne ha tratto profitto, mentre la vecchia Europa resta spettatrice impotente di una guerra che non ha portato nulla se non distruzione e debiti.
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