Ma quale muschio selvaggio! Sembra più un broccolo, un cetriolo in mezzo a Fedez e Mr. Marra buoni come il pane. Effetto sandwich: De Luca “putrusin’ ogni menesta” (detto di persona che si infila in qualsiasi discussione).
Proprio sulle colonne di questo giornale, non più di una settimana fa dicevamo che lo Sceriffo campano ha (bene) imparato da Dorian Gray: “Nel bene o nel male, purché se ne parli!”. E per parlare e far parlare di sé, Vincenzo De Luca si fa ospitare nientemeno che da Fedez. Il rapper tatuato che più tatuato non si può, affiancato dal “compagno” di ventura Mr. Marra che qualche tatuaggio sul corpo ce l’ha pure lui. Nulla di strano, se non per il Presidente della Regione Campania che ha pubblicamente avversato tale pratica al Liceo Tasso di Salerno solo un mese fa: “Stavo guardando le ragazze in prima fila, non ho visto nessuna tatuata. A me i tatuaggi fanno schifo, ho una sensazione di sporco. Ci sono alcuni influencer con tatuaggi sulle orecchie, fanno schifo due volte”. E se questo non dovesse bastare, su Fedez Vicienzo restituisce la provocazione ricordando Sanremo “quando eri avvinghiato con un mollusco, un lombrico, e ti slinguazzavi: almeno quello non lo fare più, è stato un momento di obnubilazione, sembravano due calamari avvinghiati”. Ma oggi De Luca serve a Fedez e Fedez serve a De Luca che vuole correre per la terza volta sullo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia. È il modo migliore per arrivare ai giovani, quelli che fuggono dalla politica e non potevano festeggiare una laurea, pena irruzione con il lanciafiamme o magari uscire per i baretti, visti i mille epiteti con cui Reluca li ha apostrofati. Adesso tutto è conc-cesso perché la campagna elettorale è iniziata e oggi la politica è solo propaganda. In perfetto stile sinistro, anche De Luca salta da uno studio televisivo all’altro in cerca di visibilità, ma con furbizia, guardandosi bene dal farsi ospitare in un contraddittorio. No, sempre e solo lui, per dire ciò che più gli piace senza sapere se piace anche agli altri. Democraticamente De Luca è papa – e papà – e De Luca è re. Propina situazioni idilliache, descrive la Campania come un paradiso terrestre, canta le lodi di Napoli e della costiera amalfitana, addirittura menziona pure Avellino, Benevento e Caserta! “È un momento di bel tempo in Campania” baciata dalla fortuna del sold out di turisti, complice anche le fortune sportive. Che tempo che fa, Vicie’? È brutto tempo, bruttissimo, se anche (uno come) lui non può candidarsi alla segreteria del partito mai partito per davvero cui lui appartiene, ma anche no; non si può lavare la faccia a Napoli di cui dice peste a corna quando il capoluogo per prima rischia di fare le spese della sua gestione “salernocentrica” (fondi decurtati o sviati, persino le navi da crociera che attraccano a Salerno e non a Napoli); Napoli bella, emblema campano che tanti ancora deve fare campare, l’Eden terrestre – altro che Bosco di Capodimonte od Orto botanico! – ma poi nella centralissima piazza Plebiscito, quella degli affacci sul balcone dei due Gigini Gigetti – nomen omen – deMa & DeMai: de Magistris si affacciò con la pezza in fronte per fare la rivoluzione ed ha finito per mettere le pezze al C…omune e Di Maio esultante per aver sconfitto la povertà: la sua, a 336 mila euro nel Golfo Persico – si incontrano i mille volti che animano Napoli e non sono mai spariti: dal clochard (che aveva bisogno di un supporto medico e non del carcere) che incendiò la Venere degli stracci fino all’assassinio di Giò Giò il musicista. La stessa piazza in cui si svolge il Bufala Fest, sponsorizzazione di un prodotto che è campano, ma non napoletano: a proposito, Vicie’, ma come è andata a finire la guerra tra allevatori di bufale salernitane e casertane che, se lui non ha innescato, sicuramente ha alimentato. Menziona (solamente) l’entroterra quando Avellino e Benevento sono state uccise dallo scelerato Patto di Marano stipulato il giorno prima del voto da De Luca e De Mita in carne ed ossa. E Fedez che trova bella Napoli quando Napoli, al netto dei gusti dei quali non discutiamo, alle sue bellezze ha aggiunto solo le mille bandiere per la vittoria dello scudetto.
Come con la Campania i cui cittadini erano cinghialoni e altre mille cose, così come se stesso: il Guappo di cartone passa dal voler usare la frusta di bambù tra capo e collo per Shiva, al pietismo per la stanchezza, senza mai aver mai pensato di mollare, quando i figli – che campano con politica e non di politica – si sono trovati vittime di un aggressione mediatica. Qui Vicienzo trascende, indossa l’aureola e si manifesta dopo aver vestito panni mistici: “volevano fare pagare ai miei figli ciò che non sono riusciti a fare pagare me”.
Nello sproloquio non un accenno alla sanità – non santità – disastrata di cui egli è commissario speciale con pieni poteri. Passa poi a (V)incensare il riscatto del Sud – abitato sempre dagli stessi cinghialoni e dai destinatari di lanciafiamme, runner e pomicioni di cui sopra – che possono beneficiare del trasporto pubblico scolastico gratuito fino ai 26 anni: non sappiamo se tutto ciò sia vero, molto probabilmente no, ma sappiamo con certezza che non ci sono medici nemmeno sulle ambulanze! Insomma, solita demagogia politically correct in salsa peace & love quando il Governatore si lascia andare a manifestazioni di affetto nei confronti di Fedez per la sua battaglia contro un cancro. Archiviati i giudizi veri per fare spazio al buono buonismo. Nulla di nuovo, dunque, se non la triste parabola di Vicienzo, ormai più ridicolo dell’armocronista della Shlein, ridotto ad un personaggio qualunque del Pd. Nonostante Vicienzo.
LO SCERIFFO DE LUCA: EFFETTO SANDWICH TRA FEDEZ, MARRA, BACI E TATUAGGI!!
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