Da Villa Giusti al comodo divano di casa propria, da quarta potenza mondiale a corridoio clandestino con la porta sempre aperta sul Mediterraneo, dal riscatto per la vittoria mutilata all’ammutinamento di ogni residua attività sinaptica.
Eccola l’Italia della generazione del ’99 e di Armando Diaz cent’anni dopo: tutta in fila nel click-day, in coda, manco a dirlo, virtuale e in religioso ossequio al distanziamento a-sociale, prettamente on line per combattere la propria personale battaglia nell’accaparrarsi lo sconto per l’acquisto di bici elettriche e monopattino.
La Casaleggio & dissociati è riuscita ottimamente nell’intento di portare la politica, nel senso più alto del termine, comodamente a casa sul web, è riuscita persino a spacciare la cosiddetta democrazia diretta ad appannaggio di un numero chiuso (dicesi oligarchia ma Di Maio e Toninelli non lo sanno!) di iscritti, previa la maturazione di una certa “anzianità di servizio” sulla piattaforma che ha appiattito persino Rousseau, tentando di elevare questa forma di parte-cipazione privata e persino ad istituzionalizzarla. Un po’ come il loro vaffanculo.
Ultima trovata “grilloide”: il clic-day appunto, ovvero come accedere ad uno sconto per l’acquisto di mezzi elettrici quando alle porte incombe la minaccia di segregarci nuovamente dentro casa. Monopattini e biciclette buoni nemmeno per correre dietro al virus. E chi se ne frega dei principi fondamentali, delle libertà acquisite, dei diritti inviolabili.
È l’era della digitalizzazione – dice il Presidente del Consiglio Conte – quando vanta gli sforzi profusi in tal senso, dalla “sburocratizzazione” del sistema, alla digitalizzazione di ogni settore: dalla pubblica amministrazione – che ancora annaspa- fino alla Sanità: i medici, infatti, prescrivono ricette via telefono, visitano via web e tra un po’ opereranno pure in streaming. È il 5G, la rete del futuro che è già presente. Non sappiamo quale sia, se quello cinese o quello americano, forse la guerra NBC in corso è anche per questo, ma di sicuro è quello a cui si è aperta la strada nella scorsa primavera, quando l’Italia tutta era confinata in casa e Sindaci, Presidenti di Provincia e Governatori davano il placet per l’abbattimento di alberi secolari in ogni dove.
Subito dopo, ma non troppo, tra la fine della primavera e nell’arco dell’intera estate, la nuova tecnologia ha fatto ingresso nel mondo dell’Istruzione, distruggendola: banchi con le rotelle per tutti, distanziamento (a scuola?) sociale (a scuola?) per tutti gli alunni, mascherine urbi et orbi, verifiche “da decantare” e votazioni “da maturare”, ingressi scaglionati, presenza a singhiozzo. Risultato: scuola chiusa e lezioni a distanza. Didattica, ovvero app-rendi-mento, non insegnamento o formazione o cultura. Con la ripescata Azzolina nei panni del Ministro che fa l’avvocato del diavolo per il governo. Il partito della Azzolina che poi è quello che ha portato a nominare – in perfetto stile Casalino – Giuseppe Conte (che non è mai stato un 5 stelle) rimanda a un progetto dei Casaleggio & co(mpagni) che si pone l‘obiettivo della DAD perenne, ovvero scuola da casa, sempre e per sempre. Ciò significa niente più scuola per nessuno con la dipartita – chiaramente metaforicamente professionale – degli insegnanti che saranno sostituiti da anonimi meme. Insignificanti avatar. Un po’ come la vocina della cassa automatica che ha sostituto il casellante e che puntualmente, dopo averci reso il resto, si manda inevitabilmente… dalle 5 stelle.
L’ultima trovata, sicuramente solo in ordine di tempo, riguarda la nuova procedura per accedere ai servizi dell’AdER, l’Agenzia dell’Entrate-Riscossione. Meglio rafforzare il concetto, magari qualcuno si illudesse che non è solo il battesimo a nuova vita della prodiana Equitalia, equa solo nel far finire alla” stessa maniera” parecchi Italiani. Troppi.
Stando alle notizie dei tiggì RAI, che la task force di Stato propina per impartire le balle di “Regime”, il numero delle vittime per la pandemia aumenta considerevolmente di giorno in giorno. Stessa sorte per gli impiegati cui si toglierà il lavoro. Quindi sempre più persone, che non hanno più una vita che non sia in funzione del Covid, potrebbero accedere agli sportelli delle agenzie fiscali per il disbrigo di pratiche burocratiche. Agenzie create nel 2000 per i cittadini contribuenti e non per lo Stato ed è qui che costoro trovano la bella sorpresa: dal 26 ottobre, infatti, “cambiano le modalità di accesso in tutti gli uffici dell’Agenzia delle Entrate della provincia di Caserta, Napoli e Salerno”. Per le pratiche che non possono essere evase via web, quindi da soli, è necessario prenotare un appuntamento. Di seguito la modalità pubblicato sul sito dell’AdER: “Come prenotare un appuntamento in Agenzia – I cittadini possono prenotare gli appuntamenti tramite il sito internet, nella sezione “Contatti e assistenza” > “Assistenza fiscale” > “Prenota un appuntamento”, oppure tramite l’App mobile “AgenziaEntrate”, scaricabile gratuitamente dagli store IOS, Google e Microsoft, con cui si può accedere dal proprio smartphone o tablet a servizi come il cassetto fiscale, la dichiarazione precompilata o la richiesta del Pin. Sempre dal sito delle Entrate è possibile ottenere un web ticket (“Contatti e assistenza” > “Assistenza fiscale” > “Elimina code online (web ticket)”), che consente di prenotare un biglietto elimina code presso un ufficio dell’Agenzia da utilizzare nello stesso giorno e limitatamente ad alcuni servizi.”
Tutto questo “Ambaradan” solo per portare la pratica allo sportello, magari al cospetto di un funzionario impanicato quindi deconcentrato e, di conseguenza, annoiato e, ci auguriamo, non superficiale.
Questa è la pratica che debbono seguire i nonnini, magari non scolarizzati e allettati, spesso soli, quelli sempre più “relegati” a sostituire le baby-sitter quando ce la fanno o che hanno bisogno di una badante, quelli che sempre più spesso e mai come in quest’ultimo periodo di chiusura delle attività essenziali (quale lavoro che è fonte di sostentamento non è essenziale?) imposta da questo governo, significano piatto per figli e spesso per i nipoti. Questo il trattamento verso coloro che hanno fatto l’Italia, che hanno contribuito al boom economico, che hanno creato quello che oggi è stato distrutto. Questa l’attuale gratitudine.
Alla faccia della sburocratizzazione!
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