L’autrice Chiara Giannini, giornalista e inviata di guerra, attualmente scrive per Il Giornale. Negli anni ha lavorato per i quotidiani Libero, Il Tempo, Il Tirreno, e ha scritto per diverse riviste specializzate sui temi della Difesa.
Esperta in terrorismo e migrazioni, ha curato servizi e reportage da Afghanistan , dove è stata numerose volte ma anche da Libano, Tunisia e Libia. Si è occupata di casi internazionali, come quello della nave Enrica Lexie e dei fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il libro, prima ancora che per i contenuti, è balzato agli onori della cronaca per essere stato escluso dal Salone internazionale del Libro di Torino, per essere stato edito con la casa editrice Altaforte vicina a Casapound movimento politico di estrema destra. Immediata e puntuale è scattata la censura e l’esclusione arbitraria e antidemocratica di un testo che non ha nulla di eversivo o antidemocratico. Ma la risposta spontanea dei tanti liberi pensatori dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige non è mancata: indignazione social, manifestazione di stima e rispetto per la Giannini e boom di vendita di copie hanno travolto e inondato l’opinione pubblica riaffermando ancora una volta che l’informazione non può e non deve essere faziosa e strumentalizzata, cosa che negli anni è divenuta prassi.
In questa ottica di libera informazione e di confronto, è nata in tante città italiane la volontà da parte di alcuni giovani esponenti della Lega (ma non solo) di invitare la Giannini per parlare di politica, libertà, idee e persone, in una sola parola di Comunità.
Un capitale umano e ideale che in certi momenti mette da parte le micro-divergenze per difendere una visione del mondo comune ormai messa sotto costante attacco dal relativismo, dalla perdita di sovranità , e dal turbo-capitalismo ultra liberista che quotidianamente mira a smantellare pezzi della nostra identità e della nostra cultura, per recidere le radici della nostra storia e tagliare le ali al nostro futuro, ancorandoci ad un mondo globalizzato, assuefatto, amorfo.
Cento domande all’uomo più discusso d’Europa, cento risposte a chi lo ama, a chi lo critica, a chi ripone fiducia in lui e anche a chi lo vorrebbe vedere “penzolare a testa in giù” e poi tante testimonianze; quelle della gente per strada, dei politici amici e quelli nemici, degli animatori dei salotti televisivi e della carta stampata.
Un confronto a distanza che ancora una volta, traccia il solco, sempre più invalicabile, tra popolo e le oligarchie imperanti
Emanuele Papa