La scorsa settimana si é conclusa non senza traumi e rabbia giustificata, la storia fulgida della Compagnia Area di Bandiera del nostro Paese. Con il volo AZ 01586 delle 22.36 da Cagliari a Roma, atterrato a Fiumicino circa un’ora dopo con 180 passeggeri a bordo, ALITALIA ha definitivamente chiuso la sua storia e la sua missione ultra cinquantennale al servizio dell’economia del nostro Paese, dei suoi cittadini e dei passeggeri di tutti i paesi del mondo ove la Compagnia aerea nazionale ha avuto modo di poter operare, in questi lunghi anni, con i propri vettori.
Nella nostra città Alitalia ha concluso la sua attività di istituto con un giorno di anticipo rispetto al programma iniziale annunciato dall’Azienda: il volo Napoli Linate delle ore 19 del giorno 14 Ottobre é stato cancellato senza motivi plausibili. E pertanto l’ultimo aereo decollato da Capodichino, della Compagnia di Bandiera Alitalia, é stato quello del volo Napoli -LInate delle 8.55 del giorno precedente. Un volo che resterà celebre e che annuncia, comunque, danni non trascurabili alla nostra città , dal punto di vista dell’immagine, delle ripercussioni economiche, dell’arretramento in termini trasportistici e dei collegamenti della città con le altre realtà del nostro Paese e dell’Europa intera. Tutto ciò al netto dei disastri prodotti in materia di perdita del lavoro o, nella migliore delle ipotesi, di riduzioni salariali corpose a carico di quei dipendenti di Alitalia (pochissimi!) che, al momento, sono stati assorbiti dalla nuova Compagnia. Un vero dramma occupazionale e, non soltanto, confezionato da un governo sottomesso in maniera evidente e scandaloso alla volontà dei “padroni” dell’Unione Europea, che tanto hanno “brigato” e per tanto tempo, perché questo fiore all’occhiello di Alitalia fosse spezzettato, depotenziato, svenduto e ridotto a Cenerentola del trasporto aereo nell’Europa dei mercanti e dei tecnocrati europei. Personaggi che hanno sempre “lavorato” perché Alitalia fosse assorbita dalla tedesca Lufthansa, piuttosto che dalla francese Air France o altre compagnie europee sempre molto interessate ad acquisire a prezzo di scampolo una compagnia aerea, al contrario, apprezzata in tutto il mondo e che, purtroppo, ha avuto solo la sfortuna di essere amministrata da presunti manager imposti dalla politica. Gente che ha esclusivamente pensato ad arricchirsi anziché rilanciare adeguatamente questo immenso patrimonio di tutti gli italiani. Ma questa é un’altra storia di cui “Campo Sud Quotidiano” potrà occuparsi più compiutamente in un’altra occasione.
Noi vogliamo, in questa circostanza, evidenziare e raccontare il dramma dei lavoratori di Alitalia. Lasciati a casa in numero davvero esorbitante e dunque insopportabile, perché non rientranti nel “progetto” industriale della neonata Compagnia aerea. New Company che nasce dalle ceneri di Alitalia con un programma di attività molto ridimensionato, con personale ridotto perché, come detto, non assorbito completamente dagli organici di Alitalia. E con un numero di voli e di destinazioni in Italia e in Europa di gran lunga sottodimensionati rispetto alla precedente compagnia aerea. Basti pensare, giusto per fare un esempio, che la nuova compagnia non farà servizio con gli aeroporti della Sardegna, poiché tutti i voli con l’isola, precedentemente assicurati da Alitalia, sono stati acquisiti da una compagnia Low Cost spagnola. In tal modo una Regione così importante non potrà più essere servita dalla Compagnia di bandiera del proprio Paese. Con tutto quello che ne consegue, anche in termini di occupazione e di prestigio territoriale. Oltre ai riflessi derivanti dalla cancellazione dei voli da e per l’isola, precedentemente assicurati attraverso i voli previsti da ogni città italiana dotata di aeroporto civile, verso gli scali aeroportuali sardi. Una vera follia!
Le ultime settimane sono state caratterizzate da manifestazioni di protesta dei lavoratori di Alitalia, esasperati per la mancanza di garanzie sulla cassa integrazione per quei lavoratori esclusi dal “passaggio” alla nuova Compagnia ITA AIRWAYS. Manifestazioni spesso spontanee, effettuate anche senza la presenza dei sindacati di categoria. Accusati, questi ultimi, di essere stati troppo deboli e non all’altezza della complessa vertenza apertasi con i vertici aziendali, la proprietà e i Ministeri competenti (Trasporti; Lavoro; Sviluppo Economico). Purtroppo anche gli accadimenti verificatisi a Roma e poi a Genova, Torino, Milano e per finire a Trieste in ordine alle manifestazioni di protesta dei lavoratori contro l’estensione del GREEN PASS sui luoghi di lavoro, ha contribuito non poco a relegare la civile protesta dei lavoratori di Alitalia e le loro legittime “ragioni” in secondo piano. O, comunque, ad affievolire l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema di così vasta portata ed interesse socio-economico preminente. Tant’è che l’esasperazione dei lavoratori ha individuato forme inusuali ma molto efficaci di comunicazione, nel tentativo di ottenere il coinvolgimento dell’opinione pubblica sulle tematiche dei lavoratori in agitazione. Nella mattinata di ieri, infatti, numerose lavoratrici in divisa Alitalia si sono schierate nel piazzale del Campidoglio a Roma e hanno inscenato una singolare e silenziosa protesta, procedendo lentamente e contemporaneamente a svestirsi dei propri abiti di lavoro. In una composta e toccante scenografia dal significato eloquente ed inequivocabile.
“Campo Sud quotidiano” esprime la più assoluta solidarietà a queste lavoratrici coraggiose. Mogli e madri esasperate e preoccupate del proprio futuro e quello delle proprie famiglie. Il nostro quotidiano sosterrà le sacrosante rivendicazioni dei lavoratori ex Alitalia con gli strumenti dell’informazione libera. Senza omissioni o, peggio ancora, tacendo sulle responsabilità di quanti hanno prodotto questa vergognosa pagina della storia recente del nostro Paese.