Sor Pampurio, lo ricorderanno i lettori più anziani, era un personaggio dei fumetti degli anni 30, disegnato da Carlo Bisi, vignettista del Corriere della Sera e pubblicato ininterrottamente sul Corriere dei Piccoli dal 1929 al 1978. La sua particolarità era quella di essere sempre insoddisfatto e, soprattutto, sempre in cerca di una nuova abitazione per se e la sua famiglia. Ogni numero della “striscia” pubblicata sul Corriere dei Piccoli si concludeva con la frase ormai celebre “Suor Panpurio arciscontento cambia ancora appartamento” seguito dalla frase “Sor Pampurio arcicontento del suo nuovo appartamento” pronunciata dopo l’ennesimo trasloco. Era un personaggio molto amato dai bambini che ancor oggi (divenuti adulti) ricordano con piacere quel ritornello del fumetto più letto da tante generazioni.
La storia a tratti malinconica a tratti esilarante del nostro Sor Pampurio ricorda molto da vicino le vicissitudini della Venere degli Stracci, statua di oltre 10 metri donata al Comune di Napoli nel Giugno 2023 con il suo bagaglio di stracci variopinti, da Michelangelo Pistoletto, scultore di opere d’arte moderna; statua posizionata in Piazza del Municipio in zona centralissima, visibile dalle stanze del Sindaco e dei suoi colleghi di Giunta. La qual cosa, tuttavia, non é valsa la salvaguardia dell’opera artistica che, dopo due settimane dalla sua esposizione, veniva data alle fiamme da un giovane senza dimora e con qualche problemino di “disadattamento sociale”.
Nel frattempo la statua trasloca per le necessarie opere di restauro. Dopo alcuni mesi, l’opera d’arte perfettamente restaurata e allestita nuovamente con stracci integri, veniva riposizionata in Piazza del Municipio con la soddisfazione degli estimatori e l’insoddisfazione dei detrattori dell’opera (che pure esistono e son tanti, con motivazioni varie e contrastanti!).
A questo punto tuttavia, deve essere intervenuta proprio lei, la Venere degli Stracci che, come Sor Pampurio, ha espresso il desiderio o la necessità di traslocare ancora. E non avendo la possibilità di trovarsela da sola una nuova dimora, si é rivolta al Comune di Napoli e ai suoi uffici competenti.
Apriti cielo: é iniziata una bagarre per trovare una “location” adeguata alla maestosità dell’opera e al suo originale corredo di stracci. La prima opportunità valutata: se lasciare la statua all’aperto in un’altra piazza della città o, piuttosto, in un luogo chiuso al pubblico di notte e sorvegliata di giorno, per tutelarla maggiormente da possibili ed ulteriori atti vandalici. Le ipotesi di “location” si sono moltiplicate sino a sprecarsi in questo mese di Agosto. Finché chi doveva decidere é rimasto “illuminato” da una luce Divina e, dunque, ha pensato ad una chiesa sconsacrata di cui il comune di Napoli abbonda. Si é valutata la chiesa di San Pietro ad Aram nei pressi della stazione ferroviaria in Piazza Garibaldi, poi si é optato per la soluzione di esporla nella Chiesa di San Severo al Pendino, che viene attualmente utilizzata dal Comune per esposizioni e mostre d’arte e collezioni private di artisti locali o nazionali.
Altra “bagarre”. Sono insorte le Associazioni e organismi culturali cattolici della città per evitare che un’opera laica e pagana “contaminasse” un sito religioso, quantunque sconsacrato, come la chiesa di Pendino. Le ipotesi alternative suggerite dalle Associazioni culturali cattoliche rimandano ad una scelta definitiva di collocazione della Venere degli stracci in un sito museale cittadino, con particolare riferimento al MADRE (Museo Arte Moderna di proprietà comunale), ove potrebbe trovare il giusto “rifugio” e la naturale dimensione artistico-culturale a vantaggio di tutta la città e dei flussi turistici sempre crescenti.
Tale ipotesi non appare peregrina ne priva di buon senso. Una proposta che Campo Sud si sente di sostenere per la fattibilità, utilità e coerenza della sistemazione. Ma anche per evitare ulteriori e interminabili polemiche in una città che, tra l’altro, aspetta già con entusiasmo l’installazione in Piazza Municipio dell’ opera d’arte di Gaetano Pesce (ultima opera realizzata dall’autore prima della sua scomparsa avvenuta il 3 Aprile scorso) dedicata proprio a Napoli, dal titolo commovente ed emblematico: “Tu si na cosa grande”.
Auspichiamo dunque un gesto distensivo del Comune di Napoli verso la comunità cattolica Partenopea, ma anche e soprattutto una scelta di coerenza artistica per un’opera d’arte moderna che potrebbe divenire l’opera iconica e maggiormente rappresentativa del prestigioso museo cittadino dell’Arte Moderna.