giovedì, Dicembre 26, 2024
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LA TERZA CITTA’ D’ITALIA MUORE DI IMMOBILISMO POLITICO: Il Governo che verrà sappia valorizzare le sue immense potenzialità per il riscatto dell’intero mezzogiorno!!

Napoli chiama il nuovo governo alle sue responsabilità oggettive. Gianni Lepre, “la terza città d’Italia muore di immobilismo politico, che fa comodo, e ci sprofonda nell’oblio”

 

NAPOLI – “L’immobilismo politico, più di altri, è la peggiore delle modalità con le quali le città devono confrontarsi”. Ne è sicuro Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 e notista di Italpress e Agenzia Stampa Italia. Sono quelle che noi chiamiamo promesse elettorali, fumo di propaganda, evanescenti illusioni di una politica poco aderente ai problemi reali della gente e molto più consona a mantenere incollato il fondoschiena su qualche scranno, qualsiasi esso sia. E’ un pò quello che sta avvenendo a Napoli, la terza città d’Italia, come ci ricorda il noto economista, che tra le altre cose è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli. Quindi, diciamo, una persona che parla con cognizione di causa, specie poi quando si tratta della sua città. “I problemi di Napoli affondano le radici nel passato, ma non andate a scavare la Questione Meridionale, fareste un madornale errore. Quella non centra più nulla, adesso – sottolinea il prof. Lepre – le questioni sono altre e riguardano quel gap nord sud volutamente perpetrato dalla politica, per tenere aggiogata la vera locomotiva del Paese. Non a caso utilizzo – ha poi puntualizzato Lepre – il termine ‘aggiogata’, come avveniva per i contadini di qualche secolo fa che aggiogavano i buoi per poter trainare l’aratro che serviva a dissodare il terreno per poterlo coltivare. Questo è esattamente quello che è avvenuto al Sud per volontà della mala politica e delle Lobby che ‘armano’ il dibattito politico. Il Sud è rappresentato da quei buoi aggiogati che dissodano la terra perché il Nord possa coltivarla, e goderne dei frutti, lasciando al Sud la sola biada di cui si nutrono i buoi dopo la fatica fatta. Spero di essere stato sufficientemente chiaro”. Un parallelismo mirabile quello del prof. Lepre, che assomiglia tanto ad una realtà che, purtroppo, ancora esiste. Intanto, ricordiamo, che la città di Napoli ha recentemente sottoscritto un patto con il premier Draghi, poi passato in secondo ordine a causa della situazione internazionale e delle elezioni politiche che stanno portando a Palazzo Chigi l’altra fetta della politica italiana, quella nomenclatura fieramente all’opposizione  da decenni. Di qui l’appello del sindaco Gaetano Manfredi affinché il nuovo esecutivo che sta per nascere a trazione Fratelli d’Italia, possa mettere mano a quel patto per Napoli in maniera pragmatica, non come è successo fino ad adesso con la benedizione di una politica cittadina completamente assente. “E’ una cosa che sto chiedendo da tempo anche in sede nazionale – commenta il prof. Lepre – Il Patto per Napoli va spostato in una fase attuativa. Fino ad adesso abbiamo assistito alla propaganda e alla firma istituzionale, ma poi le buone intenzioni sono finite nel dimenticatoio”. Il noto economista ha poi continuato: “Del miliardo e 300milioni di euro della dotazione, per altro dilazionata in ben 4 lustri, ancora non si sono visti progetti adeguati per la spesa cosciente e condivisa di questo plafond statale. E’ inutile che il sindaco Manfredi si rivolga ad un governo che non esiste ancora per perorare ciò che non è riuscito a ricevere dal suo stesso partito quando era forza di governo. Stia tranquillo il primo cittadino che Napoli non resterà indietro, ne sarà scavalcata da altre realtà urbane come avvenuto con gli scorsi governi. La nostra città non è solo nostra, ma è la capitale morale e materiale del Mediterraneo, che che se ne dica, quindi è un imperativo per il prossimo governo Meloni di agire per quello che è realmente Napoli, non per quello per cui l’hanno spacciata per decenni”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Napoli è la capitale italiana del turismo e lo ha dimostrato in questi mesi. Allora ripartiamo dalla filiera turistica e tutti i settori che vi gravitano intorno, compreso l’artigianato d’eccellenza e l’enogastronomia per affrancare la nostra città anche da gufi e  antiche male lingue.

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