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L’ex O.N.M.I. di Materdei vivrà!
Alla fine Campo Sud c’aveva visto giusto! Gli interrogativi posti attraverso queste colonne dalla penna del direttore dr. Carlo Lamura non solo erano fondate, ma sono in toto quelle che hanno decretato lo stop alla follia distruttrice che il Comune avrebbe voluto perpetrare. Tempestivo e risolutivo l’intervento della Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli che ha sentenziato perentorio: l’ex Opera Nazionale per Maternità e l’Infanzia di Materdei non va abbattuta!
L’edificio che oggi – ebbene sì, ancora oggi! – ospita tra mille vantaggi e innumerevoli comodità la Casa della madre e del bambino Rocco Jemma ha più di 70 anni ed è, dunque, sotto l’egida del vincolo architettonico e va protetto e salvaguardato, non abbattuto per essere ricostruito. Ma solo una sinistra mente può pensare di abbattere e ricostruire qualcosa che c’è già! Solo ad un sinistro tecnico, perito più perito che mai, può venire in mente di sollevare dubbi di obbedienza ai “burocratosi” canoni antisismici, dopo che “la Maternità”, come per antonomasia è chiamata dai napoletani, è ancora in piedi in tutto il suo circolare splendore nonostante i terribili terremoti subiti nel 1962 e 1980.
Certo che a vedere lo stato dei luoghi e il suo inconfondibile stile di costruzione che obbedisce e soddisfa i canoni dell’architettura razionalista non potevano nemmeno essere sollevati dubbi in merito alla funzionalità e alla “tempra” della costruzione. O, forse, chissà, tanto è bastato ai soliti odiatori progressisti che oggi obbediscono a quella assurdità tipica del cancella-culture per pensare di abbattere, mascherando lo scempio, una struttura che, a quasi un secolo di distanza dalla sua costruzione, continua ad assolvere ininterrottamente la sua funzionalità sociale. Senza distinzione di sorta, purtroppo per loro. Eppure, bastava dare anche solo un’occhiata al sito istituzionale del Comune che lo presenta esattamente come “una delle istituzioni più antiche della città di Napoli. Situato nel cuore del centro storico, nella zona di Materdei, vanta una tradizione decennale di accoglienza per la primissima infanzia.
L’edificio, ampio e luminoso, è suddiviso in due piani, dotato di ambienti comodi e soleggiati, pensati e organizzati in funzione del bambino.
La struttura può ospitare fino a 54 bambini suddivisi in lattanti, medi e grandi”. E giù di lì con i proclami per portare non tanto acqua al loro mulino, quanto fondi per rimpinguare le casse del Comune. Ma questo Comune, che ha dormito per oltre 10 anni, non solo non s’è fatto scrupoli nel volere smantellare una struttura in perfetta salute, attualmente funzionante e fruibile e sulla quale lo stesso Ente MAI ha sollevato dubbi circa criteri di sismicità, continuando a pubblicizzare l’asilo – il perché è facilmente intuibile – ma non ha nemmeno minimamente pensato di informare in primis le numerosissime famiglie dei dubbi (auto)sollevati – azzarderemmo, pure, inventati – al riguardo, in secundis se n’è pure “strafregato” (per usare una locuzione a loro invisa, ma che rende perfettamente la situazione) di trovare una soluzione alternativa per i tanti utenti, evidentemente dal Comune stesso visti solo quali meri contribuenti. Indice della politica del fare, o meglio, di come questa gente fa politica. Meglio dire tenta di amministrare, perché nel caso specifico, che non è isolato, perseguire il bene della cosa pubblica è agli antipodi di questa condotta. Il tutto per accaparrarsi i fondi del Pnrr, che poi, non sono che soldi nostri, versati ad una “cassa comune” per essere poi prestati per l’importo che altri decidono e restituiti con gli interessi. Pecunia non olet dicevano i latini, che tradotto nel linguaggio spicciolo del vernacolo suona pressappoco come “‘e solde ‘mbezzecanno ‘mmano ‘e sante!” ma, quanto a risultati conseguiti, questa Amministrazione non è per niente santa ed è pure evidente che santi in paradiso non ne ha!
Ora vedremo se sarà in grado almeno di vigilare sulla promessa – ormai sinonimo di certa politica – quantomeno circa i tempi di consegna dei lavori. Due anni per adeguare i tramezzi, tutti interni, ai criteri di sismicità, ma la struttura non si tocca. E menomale!
Una vittoria della gente che potrà essere il giudice migliore attraverso quei rappresentanti fidati e veramente interessati alla socializzazione, al bene della gente e che perseguono questi fini.
L’ennesima figura di palta degna di questa classe politica, inetta, autoreferenziale e interessata solo al proprio tornaconto e a quello dei soliti amici, ormai incapace persino di distruggere quello che resiste al logorio del tempo e di annientare quella parte di storia a loro indispensabile per essere ciò che palesemente sono. Con le dovute differenze, che sono i soli a non sapere cogliere.
Complimenti!
A questo punto ci corre il doveroso compito di ringraziare di cuore il nostro Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, avvertito immediatamente delle “bellicose” e scellerate intenzioni del Comune di Napoli, in ordine al disposto abbattimento dell’edificio storico di Materdei, ha senza indugi allertato i suoi Uffici napoletani della Sovrintendenza, affinchè si procedesse immediatamente ai doverosi e obbligatori rilievi tecnici e le competenti valutazioni in capo alla stessa Sovrintendenza, che poneva, senza alcun dubbio ed esitazioni, il necessario vincolo di tutela che Campo Sud aveva a gran voce reclamato. Pertanto, in questo momento, la nostra soddisfazione sulla conclusione auspicata di questa vicenda é duplice!