A pochi giorni dall’inizio del “Bufala Fest”, l’evento dedicato alla celebrazione e alla degustazione dei prodotti tipici campani, la scelta della location in Piazza Municipio ha scatenato una valanga di critiche e polemiche. La decisione di ospitare questo festival in uno dei punti nevralgici della viabilità napoletana, anziché nella più adatta Mostra d’Oltremare, ha sollevato dubbi sulla correttezza e sulla sostenibilità di questa scelta.
Piazza Municipio, infatti, è una delle arterie principali della città, attraversata ogni giorno da migliaia di veicoli e pedoni. La sua occupazione per cinque giorni potrebbe avere ripercussioni negative sulla circolazione stradale e sulle attività commerciali circostanti. Questa situazione potrebbe creare ulteriori difficoltà in una città già alle prese con problemi di traffico e parcheggio.
La scelta del luogo appare ancora più discutibile se si considera che Napoli dispone di una sede più idonea per eventi di questa portata: la Mostra d’Oltremare. Questa area, ampia e attrezzata, avrebbe consentito una migliore gestione dei flussi di partecipanti e una minore interferenza con la vita quotidiana dei cittadini. Inoltre, avrebbe valorizzato un’area storica e culturale della città, spesso trascurata o sottoutilizzata.
Quali benefici si aspettano di ottenere gli organizzatori e l’amministrazione comunale? Quali misure sono state adottate per limitare l’impatto sulla viabilità e sulle attività economiche? Queste sono alcune delle domande che meritano una risposta chiara e trasparente.
L’organizzazione degli eventi in città dovrebbe essere frutto di una pianificazione oculata e partecipata, che tenga conto delle esigenze e delle aspettative della cittadinanza. Eventi come il “Bufala Fest” dovrebbero essere un’occasione di promozione turistica, non una fonte di disagio e di contestazione. È auspicabile che il sindaco Gaetano Manfredi e la sua amministrazione si domandino se rivalutare Piazza Municipio con iniziative culturali degne del contesto della meravigliosa Piazza del Municipio o, piuttosto con una “fiera campionaria” che potrebbe tradursi in una vera e propria bufala per residenti e turisti.