giovedì, Novembre 21, 2024
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LA FESTA SCUDETTO E L’ATTESA SPASMODICA DEL MOMENTO GIUSTO. L’eccitazione e le sensazioni irripetibili di una intera città!!

L’attesa è un’emozione che ci coinvolge profondamente e ci fa provare sensazioni intense. Ci fa sognare il futuro, ci fa sperare nel meglio, ci fa temere il peggio, ci fa vibrare di eccitazione. L’attesa è una sfida che lanciamo a noi stessi, al tempo, al destino. L’attesa è un’arte che richiede creatività, fantasia, immaginazione.

Ma l’attesa non è forse più bella dell’esito? L’esito può essere una delusione, una frustrazione, una noia. L’esito può essere diverso da come lo immaginavamo, da come lo desideravamo, da come lo meritavamo. L’esito può essere banale, scontato, prevedibile. L’esito può essere la fine di un sogno, di un’illusione, di un’avventura.

L’attesa invece è sempre una sorpresa, una stimolazione, una emozione. L’attesa ci fa sentire vivi, attivi, protagonisti. L’attesa ci fa scoprire nuovi aspetti di noi stessi, degli altri, del mondo. L’attesa ci fa crescere, maturare, evolvere.
Questa mattina, camminando per la città ho trovato silenzio, compostezza, addirittura più ordine e pulizia, come in una qualsiasi città civile.

Questa mattina ho immaginato a come sarebbe stato il primo giorno senza i festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli e ho provato un pizzico di malinconia. È finita, passiamo avanti, torniamo ai nostri ritmi scanditi dal lavoro, dalle chiacchiere, dagli impegni inderogabili, dalla corsa e dallo stress per i mezzi pubblici che non funzionano, dalle strade colabrodo, dai sampietrini che saltano come i grilli, dal caos irrazionale del traffico, dai pensieri di chi non sa se riesce ad arrivare a fine mese, dal flusso incontrollato dei turisti, da questa città che sembra che voglia spazzare via la polvere della decadenza che una classe politica inerme cialtrona nasconde sotto i tappeti.

Quel giorno per fortuna è stato procrastinato dai nostri cugini salernitani, con una partita accorta, con il ruolo dei guastafeste, etichetta antipatica che non rende onore a questa squadra, perché i guastafeste sono stati i nostri azzurri, impauriti dalla grande bellezza. Voglio immaginare che anche loro vogliano prolungare questa attesa, che vogliano prolungarla all’infinito.

Magari sarà mercoledì, magari giovedì, magari sabato e infine, magari domenica.

Non voglio mettermi nei panni del Prefetto e della nostra squalificata classe politica che immagina con terrore il d-day come fosse la fine del mondo. A loro dedico solo un pensiero, fidatevi del popolo napoletano.

L’attesa è un’arte che richiede creatività, fantasia, immaginazione, dimenticarlo è un delitto. E allora, attendiamo!

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