‘Cameriere, badanti e amanti‘. La bella sinistra salottiera proprio non ce la fa a non essere insopportabilmente radical chic nemmeno quando c’è di mezzo una guerra e c’è da essere solidali con chi soffre. E allora succede che, mentre enrico Letta, il massimo esponente di questa dicotomia politica che parla di diritti ma soltanto se a doverli riconoscere sono gli altri perché a loro non piace farlo – la vicenda della Boldrini e della sua ex colf, guarda caso moldava, ce la ricordiamo bene – viene intervistato davanti all’ambasciata Russa a Roma durante il sit in di protesta organizzato dal suo partito, dallo studio di Rai Tre si sentono due giornalisti, da sempre palesemente schierati a sinistra, che appellano il popolo ucraino con termini quali “cameriere, badanti e amanti”. I giornalisti in questione sono la paladina della sinistra italiana Lucia Annunziata e Antonio di Bella, inviato del Tg3 da Washington, che un anno e mezzo fa non riusciva a raccontare la vittoria di Biden senza sottolineare, a volte con inappropriate venature ironiche, il silenzio di Trump “chiuso nella Casa Bianca qui alle mie spalle” durante le prime ore nelle quali si andava sempre più conclamando la vittoria democratica alle presidenziali Usa 2020.
E’ questa la doppia morale della sinistra italiana che ama il politicamente corretto ma che, nel contempo, non rinuncia ad essere snob nemmeno dinanzi al dramma della guerra e che contestualmente vuole imporre la propria visione “superiore” a tutti, raccontando agli italiani che Putin è un tremendo dittatore e che l’esercito dei “buoni” è quello capitanato da Joe Biden e dagli imbarazzanti vertici politico istituzionali dell’Ue. Senza però avere il coraggio di menzionare l’ipocrisia più grave in tutta questa intricata vicenda internazionale e cioè il fatto che, dopo aver inviato a Kiev armi e soldi – circa 20 miliardi, si stima, negli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, mentre si intensificava sempre di più il conflitto – quegli stessi “prodi” dell’esercito Nato, Usa in primis, si sono ben guardati dall’inviare, assieme alle armi e agli stanziamenti, anche le truppe per poter fronteggiare veramente la minaccia russa. E’ questo il motivo per il quale in questa crisi non sentirete mai dai media omologati e assoggettati ai dispacci di Washington – diramati a tutti i protettorati del vecchio continente, Roma per prima, con solerzia dai custodi dal sistema globalista di Bruxelles – notizie e considerazioni come questa. Così come non sentirete la verità raccontata delle popolazioni di Donetsk e Lugansk, che subiscono da anni pesanti bombardamenti da parte ucraina nel silenzio assordante di Usa, Nato, Ue e ONU. E non sentirete nemmeno parlare del “battaglione Azov”, artefice di numerose atrocità anche contro la popolazione civile nelle zona di Mariupol e nei territori orientali da Kharkiv a Lugansk. Nessuno vi spiegherà, ad esempio, a proposito di questo esercito irregolare divenuto parte integrante delle forze armate ucraine che oggi l’Azov conta più di 1200 effettivi ed è ormai un reggimento delle forze speciali di Kiev che viene addestrato da istruttori Nato ma che, nonostante l’ingresso ufficiale nell’esercito regolare, ha mantenuto simboli ed emblemi runici nella sua bandiera. Verità scomode che costringerebbero le forze occidentali ad un radicale cambio di passo nell’approccio alla crisi nell’Est europeo e un netto disconoscimento dalle politiche internazionali pilotate dall’amministrazione Biden. Cosa che non vogliono e non possono fare.
Per questo, invece, di enfatizzano poche decine di manifestanti che in Russia vengono portati via dalla polizia mentre protestano contro Putin e la narrazione, sempre uguale ad ogni ora del giorno e su tutti i tg o i network omologati, si concentra sempre e soltanto su quelle poche immagini di qualche manifestante che viene portato via con la forza per poter sottolineare i metodi forti della polizia russa, descritta come violenta e aggressiva. Ma quello che, in particolare, non sentirete mai dai media mainstream è il rafforzamento delle relazioni tra Mosca e Pechino. Mentre Biden, infatti, suonava la carica del fronte globalista condannando Putin e invitando gli ucraini alla presa delle armi contro l’invasore russo senza però schierare un solo marines in difesa di un “paese libero” di aderire alla Nato, Putin e Xi Jinping si sono infatti promessi sostegno reciproco in una nascente alleanza economica politica e commerciale che renderà praticamente irrilevanti le sanzioni annunciate da più parti contro la Federazione russa. Il tutto mentre un’Europa disorientata e senza una guida politica capace perde sempre più peso nello scacchiere internazionale e si presenta impreparata all’appuntamento del post pandemia. In uno scenario complicato dalla crisi in Ucraina e con un tessuto sociale e commerciale pesantemente provato dalla perdita di lavoro ampiamente diffusa in tutti i paesi dell’Unione, specialmente nel nostro. Situazione questa resa ancor più complicata da una forte tensione sociale causata dalle improprie restrizioni sanitarie che di sanitario è stato dimostrato non hanno più alcuna connotazione. Ma la sinistra salottiera, quella del bon ton e delle ipocrisie, tutto questo non ve lo dice.
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LA DOPPIA MORALE DELLA SINISTRA: Solidarietà si, ma gli Ucraini restano sempre camerieri, badanti e amanti. E intanto RUSSIA e CINA stringono UN PATTO D’ACCIAIO per il post-pandemia!
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