Giornata davvero calda questa di martedi 21 giugno in cui l’estate entra ufficialmente e prepotentemente attraverso il Solstizio d’Estate nella nostra quotidianità . Ma le turbolenze metereologiche della politica erano già avviate da alcune settimane nella compagine governativa e, segnatamente, nel variopinto e turbolento Movimento 5 Stelle, con i suoi uomini di punta intenti a beccarsi come galli da combattimento. Una lotta intestina e senza quartiere che non poteva che preludere ad una scissione da più tempo annunciata.
L’invasione dell’Ucraina e l’invio di armi dei Paesi Occidentali all’esercito del Paese violato, al fine di far fronte alla preponderante disponibilità di uomini e di mezzi dell’Armata Russa, rappresenta la cartina al tornasole dei ripensamenti e dei distinguo pentastellati in Parlamento. Le lunghe ore di dibattito, di precisazioni e di sottolineature che sono stati necessari per votare una risoluzione della squinternata maggioranza parlamentare, non é stata sufficiente a far ricompattare le varie anime (del Purgatorio, diremmo noi, intese come anime vaganti e sofferenti…..) dei Pentastellati, che si avviano, nelle prossime ore alla formalizzazione di nuovi gruppi parlamentari. Ma questo é un problema che non interessa più di tanto al Premier Draghi che ha incassato l’approvazione della risoluzione di maggioranza in Senato. La qual cosa lo lancia nelle prossime ore al Consiglio Europeo con il “lasciapassare” del Parlamento al sostegno militare all’Ucraina che potrà concretizzarsi anche con l’invio di nuove armi.
Tanto rumore per nulla, possiamo dire senza timori di smentite. La opzione di bloccare l’invio di ulteriori forniture militari all’Esercito Ucraino, che era fino a ieri la posizione incondizionata e senza ritorno dei 5 Stelle, ma anche della Lega di Salvini, si é sciolta come neve al sole, contrabbandata con un laconico impegno del Governo a discutere e poi decidere tali opzioni o opportunità , solo dopo un dibattito parlamentare.
La solita rappresentazione teatrale, questa volta in salsa ucraina. Colpo di teatro che comunque avrà il suo seguito e il suo strascico nell’imminente futuro, con la scissione annunciata di Luigino Di Maio che, forte di almeno una cinquantina di Deputati dei 5 Stelle alla Camera ( e 11 Senatori da collocare nel Gruppo Misto), costituirà il suo nuovo gruppo parlamentare e relativo partitino denominato con ogni probabilità “INSIEME PER IL FUTURO”.
C’é poco da fare, la politica (con la p minuscola) é sempre la stessa. E riesce a ottenebrare le menti anche dei più irriducibili, dei cosiddetti duri e puri. Quelli delle scatole di tonno da scoperchiare in Parlamento. Tutta una “manfrina” solo per assicurarsi una nuova candidatura alle elezioni politiche del nuovo anno. Alla faccia del divieto imposto dallo Statuto dei Cinque Stelle.