IL RICONOSCIMENTO DELLA VIA APPIA NEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’ UNESCO, ENNESIMO RISULTATO STUPEFACENTE DEL MINISTERO DELLA CULTURA ITALIANO.

E’ di questi giorni la notizia che il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco riunito nella sua 46 esima sessione di valutazione nella città di Nuova Delhi, ha deliberato l’immissione della Via Appia, antica strada consolare romana, tra le opere tutelate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Si tratta della prima candidatura avanzata direttamente dal Ministero della Cultura Italiano, che ha coordinato tutte le fasi del lungo processo di riconoscimento, predisponendo altresì la documentazione necessaria per la richiesta di iscrizione nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Enorme la soddisfazione del Ministro Sangiuliano che a caldo ha dichiarato:

“Voglio esprimere tutta la soddisfazione personale, con una punta di orgoglio, per l’importante riconoscimento conferito all’Italia. E’ stato il frutto di una assidua, determinata e qualificata azione corale di tanti, dalle Associazioni culturali ai Sindaci delle città attraversate dall’Appia e naturalmente i Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri.”

“Ma questo é solo il primo passo- ha aggiunto il Ministro– perché d’ora in poi occorrerà che il Ministero si impegni al massimo per valorizzare, promuovere e tutelare questo enorme e meraviglioso patrimonio culturale e artistico dell’Umanità”.

La via Appia, voluta dal Censore Appio Claudio Cieco nel 312 A.C., definita da Stazio “Regina Viarum”, aveva inizio presso Porta Capena, tra le Terme di Caracalla e il Circo Massimo e dopo un tratto urbano che attraversava un’area di pregio del centro cittadino, si incamminava verso la via Latina, attraversando Porta San Sebastiano per poi dirigersi verso sud, sino a raggiungere, in una prima fase di realizzazione, la potente e importante colonia di Capua. Successivamente la strada Consolare fu prolungata fino a Benevento, altra importante città fondata dai Sanniti e successivamente annessa all’Impero Romano. Sempre seguendo le vittorie militari e l’espansione di Roma verso oriente, la Via Appia proseguì il suo percorso verso Venosa, poi Taranto e nel 109 D.C. raggiunse Brindisi ove, sul porto, furono collocate due colonne (una ancora esistente) per testimoniare il completamento della Consolare sino al mare, nella città dell’Impero più vicina alle coste delle colonie Greche. La via Appia costituì l’asse viario fondamentale per Roma sia dal punto di vista militare e strategico, sia dal punto di vista commerciale, per i traffici che si incrementarono più facilmente con i territori e le città della ex Magna Grecia e con il mondo ellenico attraverso il mare Ionio e l’Adriatico. L’arteria consolare, soprattutto a Roma, nel suo tratto urbano, ma anche nel suo lungo percorso verso sud, é costellata di monumenti sepolcrali di patrizi e personaggi pubblici che vollero edificare questi edifici proprio lungo il percorso della Via Appia e ai lati della stessa. Ciò era ritenuto un autentico privilegio per pochi eletti e costituiva per quel tempo uno “status symbol” che determinò anche la edificazione di splendide residenze patrizie ed edifici pubblici di grande pregio.

Un risultato, dunque, indubbiamente esaltante per il nostro Paese, la nostra Diplomazia e i Ministeri interessati che hanno costruito pezzo su pezzo la storia, l’arte e l’ingegno delle genti italiche, esaltando le peculiarità ingegneristiche e artistiche di un’opera pubblica che migliaia di anni or sono ha gettato le basi per un profondo stravolgimento negli scambi culturali, commerciali e nei rapporti sociali tra popoli così diversi e distanti da Roma e dal centro dell’Impero. Un risultato, questo del recente riconoscimento dell’ONU e dell’UNESCO, che premia la caparbietà, la competenza e la volontà ferrea, in primis del nostro concittadino e Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che sta inanellando risultati davvero sorprendenti nel recupero e valorizzazione di ogni sito di interesse culturale esistente sul territorio nazionale che non abbia suscitato, sin ora, il giusto riconoscimento artistico e culturale. Procedendo, nel contempo, in una meticolosa azione di indispensabile recupero e promozione del bene pubblico. Tanto per incrementare ed esaltare in maniera diffusa la fruizione di siti di interesse culturale e turistico ed offrire sempre maggiori opportunità di conoscenza del nostro impareggiabile patrimonio artistico, in ogni parte d’Italia.

La città di Napoli e la Campania, dobbiamo riconoscere, hanno ricevuto le “attenzioni” maggiori in questi due anni di governo di Centro-Destra da parte del Ministero della Cultura. Certamente per una particolare cura del Ministro verso la sua città, ma anche e soprattutto perché il comparto della Cultura a Napoli e nel Mezzogiorno stava vivendo un appannamento ingiustificabile, con una attività di promozione culturale ridotta e scaduta di interesse in tutti i siti museali, anche i più prestigiosi della Campania.

Il lavoro del Ministero si é immediatamente tradotto in una rivitalizzazione delle attività di istituto, attraverso incontri mirati e visite anche improvvise o inaspettate del Ministro in ogni sito di interesse culturale. Si é proceduto immediatamente nel disporre lavori urgenti e improcrastinabili nei giardini della Floridiana in Napoli, riscoprendo un parco storico della città e restituendo il Museo Duca di Martina al suo riconosciuto splendore.

Si sono disposte fonti di finanziamento ministeriali ad hoc per il recupero e restauro complessivo di Palazzo Fuga in Piazza Carlo III° implementando le risorse già disposte dal Governo attraverso il PNRR, per consentire in pochissimi anni di lavori particolarmente complessi di offrire alla città un nuova sezione museale del Museo Nazionale; aule universitarie e biblioteche affidate alla Federico II°; nuovi alloggi per studenti universitari fuori sede; una nuova e modernissima biblioteca nazionale multimediale con aule convegni/congressi per migliaia di operatori; spazi dedicati alla ricerca scientifica curati dalle università cittadine. Uno sforzo davvero notevole che investe il fabbricato storico più grande d’Europa, che verrà restituito a breve alla città nel suo antico splendore architettonico, con funzioni esclusivamente pubbliche nel campo della cultura, della didattica, della ricerca scientifica. Sono stati erogati finanziamenti ministeriali per il restauro complessivo del Maschio Angioino, di proprietà comunale, recuperati e riaperti i Musei di Castellammare di Stabia e di Sorrento. Rilanciata splendidamente La Fondazione Ville Vesuviane creando una virtuosa collaborazione con il complesso archeologico degli Scavi di Ercolano. Così da triplicare le iniziative culturali e le manifestazioni artistiche nelle sedi dei due prestigiosi presidi della cultura sul territorio, con incremento significativo di visitatori, ricercatori e studiosi. Potremmo continuare ancora a lungo ad elencare le eccellenti iniziative poste in essere in questo breve periodo dal Ministro Sangiuliano per il nostro territorio e per l’Italia intera. Non fosse altro per il nostro ruolo di cronisti che ci porta in ogni località ove é programmata una nuova iniziativa di promozione culturale del Ministero di Via del Collegio Romano.

Ed é proprio per questa profonda conoscenza delle attività ministeriali e la passione fuori del comune dimostrata dal Ministro Sangiuliano in ogni sua iniziativa, che ci  lascia semplicemente sconcertati nell’apprendere le polemiche sterili e pretestuose del Presidente del “Giffoni Film Festival” Claudio Gubitosi, rivolte a Sangiuliano, per la riduzione dei finanziamenti del Ministero al suo festival del cinema per ragazzi. Gubitosi, nel corso della conferenza stampa di chiusura dell’evento artistico, si é lamentato, in maniera veemente e scomposta, di questa riduzione del contributo pubblico, che avrebbe potuto, a parer suo, far rischiare lo svolgimento regolare della manifestazione. Gubitosi si é soffermato sul contributo erogato lo scorso anno al Giffoni Film Festival di circa 950 mila Euro. E la consistente decurtazione dell’anno in corso attestatasi su un importo di 400.000 Euro, tra l’altro, regolarmente e tempestivamente erogato. Con ciò avanzando l’ipotesi fantasiosa e personale di una ritorsione del Ministro per l’amicizia che lega Gubitosi al Presidente della Regione Campania De Luca. Bassezze davvero insopportabili se é vero, come é vero, che per l’anno 2024 il Ministero della Cultura, legittimamente, ha inteso porre un tetto massimo di assegnazione di contributi pubblici, in capo al Ministero, per non oltre 400.000 Euro per ciascuna iniziativa degna di sostegno. Tanto per allargare in maniera più ampia le iniziative culturali e promozionali per cui gli organizzatori avanzano proposte di  contributi  Governativi per il tramite del Ministero della Cultura. Questa dotazione economica del Ministero da anni si attesta intorno ai 7 milioni di Euro complessivi. Giffoni ha ricevuto lo scorso anno circa un milione di Euro, pari al 13,57% dell’intero ammontare del fondo. Praticamente secondi solo al Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Pensate un po’ ! Al fine di allargare questa base di partecipazione ai bandi di assegnazione dei contributi statali si é stabilito, da quest’anno, una ripartizione più equa;  un tetto massimo di erogazione per tutte le iniziative con evidente interesse culturale; l’allargamento del numero dei partecipanti e delle iniziative meritevoli di finanziamento attraverso questa scelta adottata.

Le accuse infondate e volgari espresse pubblicamente anche con “Sit in” dal Gubitosi presso gli uffici romani del Ministero, dimostrano, al contrario di quanto afferma il Presidente del Festival di Giffoni, che la motivazione della polemica é certamente politica, ma espressa solo e soltanto nelle intenzioni e nelle dichiarazioni del Gubitosi stesso. Probabilmente suggerite da qualcuno che aveva tutte le intenzioni e l’interesse di polemizzare con Sangiuliano. Tanto per creare un pò di “ammuina” e di vittimismo tanto congeniale alla sinistra nostrana. Ma quello che emerge da questa brutta storia é che nel nostro Paese non si può assolutamente tentare di riformare alcun che. Neanche se si prova soltanto a modificare vecchie regole clientelari nei criteri di assegnazione dei fondi ministeriali. Guai a toccare vecchi privilegi e rendite di posizione consolidate nel tempo.

Pertanto va sottolineato che nessuno ha mai espresso valutazioni negative sul Film Festival di Giffoni e sulla valenza culturale dell’iniziativa cinematografica. Men che meno il Ministro Sangiuliano. Ma non si può tacere ne contestare il principio che chi assume responsabilità di governo così importanti e fondamentali, ha il dovere di scegliere. Possibilmente bene. E chi agisce per razionalizzare e moralizzare un settore ove vengono erogate risorse pubbliche, ha il sacrosanto diritto e il dovere di farlo. E in questo “cammino” ha tutto il sostegno e la solidarietà degli italiani degni di questo nome.