(Articolo che segue il pezzo di apertura del 27 Luglio)
Prima ancora di scongelare recentemente il buon Domenico Arcuri, (l’uomo “forte” dell’ex Premier Conte che lo aveva dapprima sistemato a Invitalia, per poi affidargli il ruolo delicatissimo di Commissario Straordinario per l’emergenza Covid), il Presidente del Consiglio Draghi ha pensato bene di riportare in auge, per meriti speciali (supponiamo), la ex Ministra Elsa Fornero, 74 anni suonati, che gli italiani ricordano con gran dolore ma anche con infinita rabbia, per le sue “strabilianti” iniziative legislative di natura politico-economiche pensate e realizzate, a suo dire, per fare uscire il Paese dalla crisi profonda in cui versava sul finire del 2011. Si trattava del cosiddetto e famigerato Decreto Salva Italia predisposto dal Governo Monti, di cui la Fornero era componente, nel ruolo di titolare del Dicastero del Lavoro, nonché anima nera dei provvedimenti più duri, iniqui e raccapriccianti emanati da quell’esecutivo di cosiddetti tecnici. Basti ricordare, per tutti, l’aumento dell’età pensionabile dei lavoratori dipendenti, collegata alla aspettativa di vita sempre crescente di uomini e donne e valutabile, con uno strumento statistico discutibile, ogni due anni. E, come se non bastasse, il blocco del pagamento della liquidazione maturata dai lavoratori pubblici per un periodo di 24 mesi, dopo il raggiungimento della pensione di anzianità . E dopo i due anni di blocco, la liquidazione sarebbe stata erogata dall’INPS solo al 50 per cento dell’importo spettante. Per ricevere il saldo, infatti, bisognava e bisogna tutt’ora attendere un altro anno ancora.
E tanto per dovere di precisione, va sottolineato che la famosa liquidazione (il TFS per gli statali e i dipendenti pubblici in genere) consiste nella restituzione al lavoratore che raggiunge l’età pensionabile, degli importi prelevati dalla sua busta paga, nel corso degli anni di lavoro prestati, e accantonati dall’azienda o dall’Ente Pubblico sino al maturare della quiescenza. Per tanto, i soldi della famigerata liquidazione sono sempre stati dei lavoratori, siano essi pubblici o privati e bloccare la erogazione di questi denari ai nuovi pensionati risultava e risulta oltremodo iniquo e scellerato. Soprattutto poi se si attua il provvedimento del blocco ai soli lavoratori pubblici. A questo punto si tratta di “appropriazione indebita” dello Stato di risorse economiche personali dei lavoratori. Per meglio dire, di un furto legalizzato a danno degli ex dipendenti del comparto pubblico, con l’aggravante della sperequazione tra lavoratori pubblici e privati.  Come abbiamo detto, il regalino della Fornero agli statali viene ancora oggi “confezionato”, pur essendo trascorsi 10 anni dalla assunzione di quei provvedimenti intollerabili partoriti dalla mente illuminata dell’ex Ministra. La triste constatazione é piuttosto quella che il sacrificio che ancora una volta é stato sopportato in questi ultimi 10 anni e che viene ancora sopportato dai lavoratori dipendenti, per tentare di “risanare le casse esangui” dello Stato, é stato letteralmente superfluo. Se é vero come é vero che di stato di crisi ancora si parla e l’economia del nostro Paese é sempre più allo sbando. Con buona pace della epidemia di Covid che ha solo aggravato la situazione economico finanziaria del Paese negli ultimi due anni. Pertanto, si può liberamente e giustamente affermare che la norma ideata dalla “Ministra piangente” fu e rimane una inutile cattiveria e una ingiustizia palese che nessuno stato civile e democratico al mondo, avrebbe mai approvato sulla pelle dei lavoratori e, per di più, letteralmente sequestrando il denaro dei medesimi, per un periodo superiore ai due anni!
Potremmo aggiungere ancora la questione spinosa dei cosiddetti esodati. Cioè a dire di quei lavoratori che, sempre grazie alla scelleratezza e insensibilità della Fornero, poterono accedere alla pensione (in virtù della legge precedente che lo consentiva) ma senza percepire alcun trattamento economico, in virtù proprio della Legge Fornero, che aveva spostato in avanti il requisito anagrafico per raggiungere la pensione. Una anomalia tutta italiana che procurò problematiche inenarrabili ai poveri malcapitati che si ritrovarono all’improvviso nel limbo : pensionati si, ma senza assegno di pensione, cui veniva negato anche il reintegro in servizio con la ripresa dell’attività lavorativa precedente. Una follia tutta italiana che la dice lunga sulla preparazione giuridico-economica dei cosiddetti governi dei tecnici. Ed è proprio a questo “mostro sacro” dei cattedratici nostrani, si proprio lei, la Professoressa Fornero da Torino, che il buon Presidente del Consiglio ha pensato di RIPESCARE in queste ore per affidargli, nientepopodimeno che, la guida del DIPE (“Dipartimento programmazione e coordinamento della politica economica” del nostro Paese!!) Ma per far cosa, vi domanderete? Per mettere a posto i conti dello Stato!!!
Roba da ricovero in un reparto neurologico in piena pandemia!
Ma non é finita qui! L’ex Ministro Elsa Fornero sarà coadiuvata in questa sua nuova “MISSIONE” da un gruppo nutrito di collaboratori di eccezione. Tutti economisti di “lungo corso”, rigorosamente con tessera del PD in tasca (requisito essenziale di valutazione) e con una età almeno pari alla professoressa Fornero (74!), in ragione della indispensabile “collaudata esperienza”. Spicca fra tutti questi giovanotti di belle speranze, il Professor Giuseppe Guzzetti, ex Presidente della Fondazione bancaria CARIPLO, di soli 87 anni. (alla faccia del governo dell’innovazione, delle politiche green, e della aria nuova in economia!!)
Non c’é che dire. Una scelta sicuramente di “prospettiva” quella assunta dal Presidente Draghi. Una scelta di prestigio e collaudata sul campo. Noi aggiungeremmo del Campo Santo. Dove centinaia di migliaia di lavoratori italiani sono finiti nel frattempo, in attesa che si risolvesse la follia degli esodati o che fosse liquidata la famosa “buonuscita” dei lavoratori pubblici italiani. Il tutto dopo aver allungato sino a 67 anni l’età pensionabile degli uni e degli altri.
Davvero confortanti e pertinenti questi ultimi incarichi conferiti dal Premier Draghi e dal Suo Esecutivo. Siamo certi, pertanto, che egli saprà valutare con la massima benevolenza anche il curriculum dell’ex Ministro pentastellato Toninelli, la cui ” collaudata esperienza” potrebbe tornare molto utile nella realizzazione di nuovi tronchi ferroviari o ponti o strade previsti dal Recovery fund. Noi attendiamo con fiducia……..!