giovedì, Novembre 21, 2024
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IL PANEGIRICO DELLA MAESTRA SALIS. ANCHE NO. GRAZIE!

Che “ovvove” la maestra sardo-brianzola detenuta in catene nelle carceri ungheresi! Sembra l’Italia degli anni ’70. Ma l’Italia, questa Italia, occupa il 41esimo posto nella classifica per la libertà di stampa. Significa, purtroppo, che la maestra in catene vista in Italia, a casa di Orban è stata riconosciuta mentre malmenava alle spalle un musicista che era fermo al bancomat. La sua colpa? Essere un estremista di destra. Che poi non era manco vero.
Ebbene sì, la maestra, anafora ripetuta fino alla noia come se questo fosse garanzia di qualche cosa, era volata alla volta di Budapest per prendere parte ad una contromanifestazione nel “Giorno dell’Onore”, un raduno di estremisti di fazione opposta alla Salis, così si chiama la maestra, in cui si ricorda l’opposizione da parte di un battaglione nazista teso ad evitare l’assedio della capitale ungherese da parte dell’Armata Rossa.
Il gruppo con cui la maestra si accompagna si chiama Hammerbande, la banda del martello, proprio perché il collettivo antifa se ne va in giro a martellare crani, ginocchia e tibie dei loro avversari politici, quando questi, però, sono soli e indifesi, magari distratti, visto che le aggressioni avvengono alle spalle. Una sorta di Hazaret 36 2.0, per dirla “all’italiana”.
Dopo un anno di carcerazione, dopo gli allarmi del semprevivo fascismo, le polemiche propedeutiche su Acca Larenzia, le quotidiane richieste di abiura da parte di chi siede nell’ala destra del Parlamento e le continue genuflessione di questi, la sinistra fa quadrato e si appella ai diritti umani, spacciandoli per la santificazione della maestra che vanta già una condanna nel 2022 per “resistenza aggravata” e “per aver intonato cori ostili, posizionato per strada sacchi di spazzatura e lanciato immondizia contro i poliziotti”.
Manco a dirlo è stato arruolato tutto, ma proprio tutto il caravan al gran completo: il La è stato dato, fin troppo scontato, da La Repubblica, seguita a ruota, libera per davvero, da Fiorello, passando per la Farnesina. Ebbene sì! Incredibile a credersi, ma ne abbiamo una. Non pervenuta al momento, la novella paladina “anti” Isabella Rauti, ma su di lei siamo fiduciosi.
In realtà, la mobilitazione collettiva nasconde qualcosa di veramente losco: soffiare sul fuoco dell’odio affinché si alimenti il clima divisivo degli anni di piombo in cui si è consumata, che che se ne dica, una vera e propria guerra civile in Italia. (L’Hazaret 36 di cui sopra…)
Probabilmente a questa gente non importa nemmeno nulla della maestra (di aggressioni), la loro crociata nulla ha a che fare col garantismo, non si registrano battaglie sinistre per il miglioramento delle condizioni nelle carceri, ma il solo obiettivo da conseguire è quello della beatificazione della maestra – quale etichetta più rassicurante? – capitata per caso nelle grinfie della giustizia magiara, quando a Budapest non era certo in visita d’istruzione (ma di distruzione evidentemente sì) con i suoi discenti e che, strano ma vero, al momento dell’arresto è stata trovata in possesso di un manganello retrattile che, a detta del papa, sarebbe servito a difendersi: da chi? Da quelli che lei aggrediva alle spalle?; l’obiettivo è sollevare dalla proprie responsabilità “una di loro”. Inevitabilmente questo dovrebbe portare ad uno sdoganamento della violenza, più precisamente delle aggressioni ai danni dei fascisti, identificati come tutti quelli che non sono anti o che, molto più semplicemente, non piacciono a loro. Tutto partendo dalle pretese di vietare le manifestazioni di ricordo in onore delle vittime dell’antifascismo – Acca Larenzia, ad esempio -.
Per ora la sinistra sta riuscendo nel proprio intento: la stampa, il gramsciano quarto potere, che tratta con guanti bianchi la “maestra” Salis; l’accozzaglia tutta della sinistra parlamentare ed extra-parlamentare, moderata e borghese, i centri sociali e i posti fissi col Rolex al polso unita nella collettiva lotta all’antifascismo; il governo in carica scodinzolante che si attiva per salvare la pasionariA rimarcando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la differenza tra cittadini di serie A e di serie Z, eccellenti retrocessi; la fanciulla senza vergogna, ma con l’odio di sempre, persino quello di papà, si appella al governo “de destra” che sarà ugualmente destinatario dell’odio di sempre. Da sempre. Per sempre. Che spettacolo! Tutti fenomeni. Paranormali. Paraculi.
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