È trascorsa una settimana dal 4 maggio 2023, ancora non me ne rendo conto. La vittoria dello scudetto ha creato in me un subbuglio di sentimenti e sensazioni ancora molto vive e che non andranno via facilmente.
Il tempo si è cristallizzato, tutto scorre con lentezza, come dondolati in una barca a vela dalle onde del mare.
La festa è ancora lì, a portata di mano, quand’è successo? Veramente è passato tutto questo tempo? Assurdo, eppure è così. Restando in ambito marino, dopo una violenta mareggiata la città si è risvegliata, con molta difficoltà, dal torpore e dall’estasi. Anche domenica 7 maggio, mentre il Presidente De Laurentiis metteva in piedi e realizzava al Diego Armando Maradona, una festa da kolossal hollywoodiano, gli echi dei fuochi d’artificio e dei led dello stadio si allungavano idealmente sulla città, propagando la festa dappertutto. Mi sono ritrovato quindi quasi obbligato a scendere, di nuovo, in centro per godere ancora del rumore, del fragore, della gioia. E questa volta mi sono portato mio figlio di nove anni, nonostante il disappunto e i divieti di mia moglie. Mi sono sentito obbligato come padre di far vivere al mio piccolo questo evento storico per la città.
Passata la sbornia però resta un attimo di disagio, di dubbi, di domande: e ora cosa facciamo, di che parliamo?
Mancano ancora quattro partite quattro, un mese intero prima del termine di questo campionato, prima dell’epilogo con consegna della coppa dello scudetto. E allora ancora una festa. Ma nel frattempo bisogna pur scrivere di qualcosa, riempire le pagine dei giornali, dei siti web, riempire la bocca a prescindere.
Ed ecco le voci di commiato del direttore Giuntoli, del possibile addio di Spalletti, dell’asta milionaria per Osimhen, della clausola di Kim, dei dubbi di Meret, del trasferimento di Lozano in Premier, del difficoltoso rinnovo di kvaratskhelia.
Resterà qualcuno a Napoli? Intanto i giornali nazionali del nord, dopo un paio di giorni, sono tornati a relegare le notizie della squadra partenopea in nona, decima pagina.
E nel frattempo noi che facciamo? Continuiamo a festeggiare. E brindiamo alla salute degli altri, ricordando che in fin dei conti, i giocatori, i dirigenti e i presidenti passano, ma l’amore per la maglia e per questa città resta, ora e per sempre.
E se proprio vogliamo parlare ancora e all’infinito della nostra squadra del cuore, possiamo sempre intrattenerci e incavolarci sui temi della prossima campagna acquisti dello squadrone azzurro. Sui calciatori che vanno e su quelli che arrivano, dividendoci tra coloro che vorremmo ingaggiare e quelli che non vorremmo che andassero via. Ricordate lo scorso anno la “questione” Mertens? I tifosi favorevoli alla riconferma del Belga ribattezzato Ciruzzo e l’altra frangia di tifosi favorevoli alla cessione. Così come per gli altri azzurri che lasciarono il ciucciariello per altre sponde straniere.
Forza dai, non ci angustiamo. Di argomenti di discussione ne abbiamo ancora tanti!