Beni immobili confiscati alla malavita, Gianni Lepre (economista): “Il Comune destini alcuni di essi alle eccellenze del Made in Italy perché diventino punti di formazione e specializzazione per i giovani”
NAPOLI – Il Comune di Napoli ha dato il via libera all’acquisizione al patrimonio di 36 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e attualmente affidati all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati. Si tratta in prevalenza di appartamenti in condominio distribuiti su tutto il territorio comunale, ma non mancano neppure abitazioni indipendenti, depositi e negozi. L’obiettivo dichiarato da parte della Giunta Manfredi è “fare in modo che gli immobili vengano destinati ad usi con finalità sociali e di pubblica utilità, affermando il primato della legalità e, al tempo stesso, garantendo una sorta di ristoro di quanto sottratto con violenza alla società civile”. Alla nota del Comune di Napoli è seguito l’appello dell’economista Gianni Lepre, consigliere del Ministro della Cultura Sangiuliano: “Accogliamo con soddisfazione la notizia dell’interesse dimostrato da Palazzo San Giacomo sui 36 immobili sottratti alla malavita, e siamo pienamente favorevoli al loro impiego in favore di attività formative; in favore degli adolescenti, per l’accoglienza dei rifugiati, e per il reinserimento delle persone con problemi di dipendenza o di persone vittime di violenza di genere, ma bisogna anche pensare alla nostra grande tradizione culturale ed artigiana il cui cambio generazionale è a rischio proprio grazie all’assenza di centri per la formazione specializzata d’eccellenza”. Il prof. Lepre che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli, ha poi continuato: “Sul versante appena tracciato, il sindaco Manfredi individui alcuni di questi immobili da destinare alle Associazioni d’Imprese d’eccellenza del Made in Italy visto che Napoli è il fulcro dell’artigianato, vanto del Sistema Italia nel mondo. Gli immobili così individuati e destinati all’utilizzo no profit potrebbero essere impiegati quali botteghe o centri di formazione specialistica per sarti, orafi, artisti del corallo e del cammeo, liutai, ceramisti, scultori, camiciai, pantalonai e tutte quelle attività artigianali che da sempre sono il vanto della napoletanità”. Lepre ha poi concluso: “Un’operazione del genere potrebbe garantire ai nostri giovani una formazione reale e spendibile in un momento nel quale la nostra grande cultura popolare ci ha reso orgogliosi delle nostre origini per le quali diventa imperativo continuare a tramandarle alle nuove generazioni”.