venerdì, Dicembre 27, 2024
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I GOVERNATORI DI PUGLIA E CAMPANIA ANCORA ALLE PRESE CON ARRESTI ECCELLENTI NELLE PROPRIE COALIZIONI!!

L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI NAPOLI

Voto scambio nel Napoletano, indagato consigliere regionale

10mila euro destinati a compravendita per le regionali del 2020

 Figura anche il consigliere regionale della Campania Carmine Mocerino, 53 anni (Gruppo De Luca presidente), tra le otto persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su una presunta compravendita di voti che per gli inquirenti, sarebbe avvenuta in occasione delle ultime elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020, nella frazione Caravita del comune vesuviano di Cercola.

Insieme a Mocerino risultato indagati anche diversi soggetti ritenuti dalla DDA legati alla criminalità organizzata: tra questi Pasquale Salvatore Ronza, 33 anni, soprannominato “calimero”, e Mario Chiummariello, 34 anni, soprannominato “guappariello”, per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

Entrambi sono accusati di aver picchiato uno degli otto indagati, Ciro Bisogni, 47 anni, soprannominato “o’ cecoff”, che davanti a un seggio di Cercola stava reclutando voti per conto di Mocerino: è stato ritenuto colpevole di non avere versato mille euro, come tangente al clan De Luca Bossa Minichini del quartiere Ponticelli di Napoli, per la compravendita delle preferenze. Attività per la quale aveva avuto in dotazione 10mila euro, sempre secondo gli investigatori. I carabinieri hanno arrestato Chiummariello, mentre Ronza risulta ancora ricercato.

 

L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI LECCE

 

 

Sesso e regali per posti di lavoro in cambio di voti, ex senatore UDC ed ex Assessore della Giunta Regionale guidata dal Governatore Emiliano, attualmente nel raggruppamento politico denominato “Popolari per Emiliano” , agli arresti domiciliari per corruzione, traffico  di influenze, falso ideologico commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici.  

Sesso, casse di pesce, vini pregiati e anche soldi in cambio di un posto di lavoro, favori o per comprare voti: è quanto emerge dall’inchiesta della procura di Lecce che ha portato agli arresti domiciliari insieme con altre quattro persone l’ex assessore regionale ed ex senatore Totò Ruggeri, 72 anni, considerato al centro di un sistema di corruzione che avrebbe attraversato vari ambiti, quello sanitario e della procreazione assistita, dei concorsi pubblici, dei consorzi di bonifica, per finire alla gestione del bacino elettorale.

L’inchiesta, che coinvolge in tutto 21 indagati tra cui anche i sindaci di Scorrano e di Otranto, nasce da una costola dell’inchiesta sull’appalto per il poliambulatorio di Martano che nel 2020 portò agli arresti di due funzionari Asl.

Oggi la guardia di finanza ha eseguito undici misure cautelari personali, tra cui cinque di arresti domiciliari, con le accuse a vario titolo di corruzione per esercizio della funzione, falsità ideologica, corruzione elettorale, traffico di influenze illecite.

Oltre a Ruggeri, ai domiciliari è finito anche anche Antonio Renna, commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica Ugento Li Foggi e Arneo, oggi collaboratore della Provincia di Lecce per la gestione dei fondi Pnrr, accusato di falso e corruzione.

Stessa misura per l’ex consigliere regionale Mario Romano e il figlio Massimiliano, assessore al Comune di Matino, ed Emanuele Maggiulli , responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto.

Obbligo di dimora per il neo sindaco di Scorrano Mario Pendinelli mentre al sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi è stato notificato un divieto di dimora . Secondo l’accusa, Ruggeri avrebbe versato 16 mila euro in due trance a procacciatori di voti per sostenere l’elezione di Pendinelli alle regionali del 2020, promettendo anche posti di lavoro. Undici in totale gli episodi di corruttela contestati, dal 2019 al maggio 2021, sette dei quali al solo Ruggeri che per i suoi favori avrebbe ricevuto da un imprenditore balneare varie utilità, da casse di pesce fresco a bottiglie di pregio. A Ruggeri è contestato anche l’avere ottenuto prestazioni sessuali da una donna con la promessa di un posto di lavoro in un distretto sanitario.

Fonte da Ansa Campania/Ansa Nazionale

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