Non c’é giorno che i soliti uccellacci del catastrofismo più sfacciato e deteriore non si accaniscano nell’interpretazione (faziosa) di dati economici che, al contrario e inequivocabilmente, fotografano e interpretano la realtà di una Italia in crescita sotto tutti gli aspetti sensibili dell’economia. A partire dalla più che confortante crescita dell’occupazione certificata dall’Istat, con un numero di lavoratori salito a 23 milioni e 471.000 nel mese di maggio 2023 (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), con un saldo positivo di 383.000 nuovi occupati (+1,7%) ; dati più che incoraggianti che, piuttosto, confermano che il tasso di disoccupazione é tornato ai livelli molto contenuti e sostanzialmente fisiologici del 2009. Per passare poi ad analizzare i dati del PIL (Prodotto Interno Lordo, che valuta il valore di beni e servizi prodotti da uno Stato Sovrano in un determinato periodo di tempo) in crescita in Italia in questi primi mesi del 2023 dello 0,6%, con un incremento annuo da Aprile 2022 ad Aprile 2023 dell’1, 9%. Dati che dimostrano una ripresa dell’economia nazionale, in costante crescita oltre le stesse aspettative dell’Esecutivo. Una dinamicità dei mercati nazionali con incremento esponenziale delle esportazioni; una consistente ripresa delle produzioni delle aziende nostrane; un rilancio del comparto turistico senza precedenti, sono i principali indicatori della buona salute del Bel Paese. Dati reali e non stime di crescita dell’economia nazionale se é vero, come é vero, che la Francia e la Germania nello stesso periodo registrano valori di PIL molto deludenti che lasciano temere la recessione tecnica, con crescita pari o poco superiore allo zero per due o più trimestri continuativi.
Ma per i catastrofisti di professione questi dati potrebbero non essere ancora sufficienti. E allora possiamo provare a dimostrare, dati alla mano, che attualmente l’Italia é il Paese dell’Eurozona che mostra la maggiore affidabilità politico-economica. Come é stato più volte ribadito nel corso dei recenti incontri tra i partners dell’Unione di Bruxelles: passiamo dunque ad elencare i dati attuali dello Spreed, ricordando a tutti noi che il differenziale BTP-BUND (o Spreed) elevato, determinò la caduta del Governo Berlusconi e la conseguente e sciagurata nascita del Governo Monti nel Novembre del 2011. In quel mese infatti lo Spreed raggiunse quota 575, ciò sostanzialmente in ragione di forti pulsioni speculative tanto dei mercati quanto della politica. La sinistra italiana ritenne che quella situazione potesse determinare anche la caduta del governo e pigiò sull’acceleratore della politica anche grazie alla “intercessione” del Presidente della Repubblica dell’epoca, che si disse molto preoccupato della evoluzione di quella crisi per molti versi creata a tavolino. Tutti noi ricordiamo quei momenti drammatici e l’alto senso di responsabilità del Presidente del Consiglio Berlusconi che presentò le dimissioni Sue e del Suo Governo per bloccare l’andamento preoccupante dello Spreed e “salvare” il Paese dalla artificiosa e “programmata speculazione”.
Se lo Spreed é un indicatore economico di grande valenza, con il quale si misura la salute dell’economia di uno Stato Sovrano, questi catastrofisti di professione che sostennero la gravità della situazione italiana nel 2011 con uno spreed a quota 575, dovrebbero riconoscere oggi, con il differenziale BPT-BUND a quota 166 (valore del giorno), che l’economia italiana é in salute e cresce in maniera costante e senza alcun turbamento. Ciò, nonostante la crisi pandemica recente, con gli strascichi che ben conosciamo e vieppiù la crisi internazionale indotta dal conflitto russo-ucraino. In presenza di una economia di guerra in tutta l’Eurozona e con l’aggravante della crisi energetica in via di completo superamento, anche grazie alla azione costante e determinata del Governo Italiano in sede Europea.
E ci piace concludere questa nostra riflessione segnalando un altro elemento di grande rilievo per la valutazione della salute dell’economia e dei mercati: La Borsa.
Ebbene, in autunno del 2022 la Borsa veleggiava intorno quota 21,207. Lo scorso venerdi ha chiuso con l’indice a 26,700 con un incremento del 25% annuo. Oggi, 5 Luglio 2023, chiude a 28,405. E scusate se é poco!
Tutti gli indicatori forniti sono frutto di dati certificati e non certo di chiacchiere da salotto o opinioni estemporanee o, peggio ancora, macchiate da “sacro furore fazioso” dei soliti noti.
Ci piace solo ricordare ai nostri amici catastrofisti che dal primo Luglio di quest’anno sarà operativo il secondo taglio del cuneo fiscale contenuto nel Decreto Lavoro, con “sforbiciate” dal 3% al 7% per i redditi da lavoro dipendente fino a 25.000 Euro. Per i redditi fino a 35.000 Euro i tagli si attestano dal 2% al 6%. Misura valida sperimentalmente sino al 31.12.2023 con impegno del Governo a prorogarlo nel corso dell’anno 2024 o a renderlo strutturale qualora si riescano a reperire le risorse adeguate e necessarie. Ma noi siam certi che ancor prima di Natale il Governo Meloni riuscirà a rendere più felici le festività di milioni di lavoratori italiani…….
Con i migliori saluti ai catastrofisti di professione che dovranno faticare molto per scovare altre corbellerie con cui riempire taluni giornali.