sabato, Gennaio 11, 2025
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Il Covid 19 rialza la testa anche in Campania, Ma lo sceriffo ha ormai il lanciafiamme fuori uso !

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Preoccupa la situazione della diffusione del virus Covid 19 nella nostra regione. Negli ultimi giorni i nuovi casi accertati hanno fatto salire l’indice RT oltre la soglia preoccupante di 1 con il posizionamento della Regione Campania al valore 1.44, dopo la Regione Veneto (1.66) e la Sicilia (1.55). Tutte le altre Regioni, anche del nord Italia, sono dunque messe meglio della Campania con valori di RT sotto la soglia di guardia di 1. Questo elemento epidemiologico conferma che il Covid 19 non si “muove” come una comune epidemia stagionale di influenza. Ma é certamente più subdola e perniciosa e inizia a mietere le sue vittime anche tra soggetti più giovani, certamente più esposti ad incontri ravvicinati e aggregazioni sociali, specie in periodi di vacanza. Tuttavia va detto, anche e soprattutto, che molti focolai prodottisi nell’ultima settimana su tutto il territorio nazionale, prendono origine da contagi avvenuti per contatto con persone provenienti dall’estero. In Campania si iniziò con i lavoratori stagionali provenienti dalla  Bulgaria, tra cui si celavano anche famiglie Rom stipate in una palazzina occupata abusivamente in Mondragone. E poi il caso delle 2 bimbe contagiate a Cimitile dal genitore di una di loro, proveniente da un viaggio in Serbia. E di seguito, tutte le altre persone entrate in contatto con questo paziente zero contagiato nel paese Balcanico, a partire da un cognato, dipendente dello stabilimento Nusco s.p.a. di Nola,  ove sono rimasti contagiati altri 5 operai, con la chiusura precauzionale e immediata della fabbrica di infissi e serramenti molto nota a livello locale e nazionale. E con il provvedimento di Quarantena scattato per circa 200 cittadini dell’area nolana, tra i lavoratori della fabbrica e un gruppo di cittadini di Cicciano che aveva partecipato ad un funerale ove una congiunta del defunto era risultata positiva al Covid 19. E come se non bastasse, ancora nelle prime ore del primo Agosto si é avuta la notizia del contagio di un altro bambino di 5 anni, sempre a Cimitile, frequentatore dello stesso Campo estivo delle due bimbe su cui si era manifestato inizialmente il focolaio di contagio. E poi il caso dei 6 camerieri di un noto ristorante di Massa Lubrense, contagiati da clienti occasionali romani in vacanza in costiera. Ma altri focolai sono stati registrati nei comuni di  Ottaviano, Tufino, Acerra, Pozzuoli, Pisciotta, Salerno e via via in tutte le province Campane, ove il denominatore comune dei contagi é dato prevalentemente dai viaggi all’estero di nostri concittadini o da soggetti di nazionalità straniera provenienti dai paesi di origine e di rientro  nei nostri territori per motivi di lavoro. (Ricorderete il fenomeno preoccupante verificatosi recentemente a Roma e Ostia nella vasta comunità bengalese con contagi di ritorno di cittadini stranieri contagiati nei paesi di origine).

E che dire di quello che sta accadendo in Sicilia nei Centri di Accoglienza per immigrati clandestini, ove i soggetti ospitati arrivano già con percentuali altissime di positivi al Coronavirus, creando problematiche indescrivibili al già esangue Servizio Sanitario locale e gravi e giustificate apprensioni nelle popolazioni residenti. Per non tacere il problema di chi riesce a “squagliarsi” dai controlli e fugge indisturbato per le campagne siciliane sino alle città. Che fine fanno costoro? Chi si occupa della loro condizione di salute? Chi interviene rispetto ad una situazione già incontrollata di per se, cui si aggiunge la nuova e preoccupante ondata di ripetuti sbarchi di quest’ultimo periodo, anche in pieno giorno sulle spiagge siciliane? Chi si sta occupando di questa situazione ormai divenuta paradossale e letteralmente ingovernabile?  E con quali risultati concreti? Cercare una risposta é più difficile di rintracciare i fuggitivi nelle campagne o nelle città siciliane. E non soltanto. Se  é vero come é vero che alte percentuali di immigrati clandestini trasferiti nei Centri di Accoglienza di mezza Italia (si, perché le destinazioni sono individuate esclusivamente dalla Calabria sino a Roma o altre località del Lazio, passando per tutte le regioni meridionali!) riescono a dileguarsi con faciltà, senza più dare proprie notizie.

Ma torniamo in Campania e vediamo come il Presidente candidato, nonché Sceriffo riconosciuto, De Luca,  stia organizzando questa nuova battaglia contro il resuscitato Covid 19. Da quello che ci risulta, il provvedimento più significativo adottato con Ordinanza Regionale, sembrerebbe l’obbligo di fornire ai ristoratori un documento di riconoscimento dei clienti e avventori dei ristoranti, trattorie, pizzerie ed esercizi di ristorazione in genere. Tanto per facilitare la tracciabilità dei clienti in caso di contagi accertati. E poi l’uso obbligatorio della mascherina nei luoghi pubblici, nei mezzi di trasporto urbano, negli acquisti nei negozi e centri commerciali. Insomma, un dejavù di precedenti Ordinanze rispolverate per la bisogna. E l’ormai famoso lanciafiamme che il nostro sceriffo minacciava di usare in ogni circostanza e in ogni luogo necessitasse un suo “autorevole” intervento di persuasione o di repressione? In quale stanzino del Palazzo di Santa Lucia lo ha riposto? Non ci risulta che lo abbia usato neanche nel caso di contagio determinatosi nel Quartiere Carmine di Salerno ove, tra l’altro, é residente!

Sarà forse a causa dei “problemini” che qualcuno gli sta creando a proposito di procedure amministrative un pò allegre adottate in occasione dell’avventato ed inutile acquisto dei moduli per gli ospedali prefabbricati  Covid di Napoli, Salerno e Caserta?

O forse, il nostro, é in questa fase particolarmente impegnato nello “sfrondare” la selva di candidati e candidature per le prossime elezioni regionali di Settembre? E come farà, poverino, a tenere a casa tanti potenziali candidati da lui stesso sollecitati all’impegno politico-elettorale per sostenere la sua rielezione? Come farà a tener testa ai vari Cirino Pomicino, De Mita (zio e nipote), Mastella, e tanti tanti fuorusciti da Forza Italia, notoriamente tipetti tutto pepe e peperoncino, pronti a voltare squallidamente le spalle a chi li ha favoriti in passato, ma che oggi hanno bisogno di accasarsi più comodamente sul carro, presumibilmente,  vincente? E come farà a districarsi tra i dirigenti del PD che vorrebbero cucinarlo a fuoco lento, preoccupati come sono del fatto che tante liste civiche messe in campo e tanti candidati, assottiglino enormemente le possibilità del PD di eleggere un numero soddisfacente di Consiglieri Regionali del partito di Zingaretti. Con il rischio di contare sempre meno, anche dove si presume di poter vincere le elezioni? E poi con un candidato sceriffo sempre più autonomo e ingombrante…….

Con questi pensieri nella testa, potrà mai concentrarsi lo sceriffo nelle attività di contrasto alla nuova emergenza sanitaria in Campania? Noi ci auguriamo, in questo momento, che i nuovi focolai di Covid 19, rientrino velocemente e definitivamente in Campania come in tutto lo stivale. A De Luca e al suo lanciafiamme penseranno i cittadini campani nel prossimo mese di settembre!

Stabilimento Whirlpool di Ponticelli : corsa (tardiva) contro il tempo per evitare la chiusura ad ottobre!

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Lo ripetiamo ormai da oltre un anno. La crisi della fabbrica di elettrodomestici napoletana, così come la vicenda del polo siderurgico tarantino, dimostrano con tutta evidenza, lo sconcertante pressapochismo e l’incompetenza più macroscopica dei Ministri 5 Stelle che se ne sono occupati in questo lungo ed estenuante periodo di crisi aziendale. Dalla fuga presso altro Dicastero (Affari Esteri) dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico Luigino di Maio in piena crisi, riaperta all’improvviso dai vertici aziendali con il rifiuto di accettare le proposte precedentemente accolte e formalizzate al Ministero di Via Veneto; ai tempi biblici resisi necessari perchè il suo successore Patuanelli (sempre 5 Stelle) si rendesse conto di cosa fare e come farlo. Appare evidente come siano poi andate le cose, se è vero come é vero, che siamo ormai in Agosto e ancora al punto di partenza. Nel frattempo ci si avvicina maledettamente alla data del 31 Ottobre, con la conferma della volontà della multinazionale di cessazione delle attività produttive dello stabilimento napoletano. In queste ore, tuttavia, si riparte con nuove ipotesi di conversione industriale nel settore dell’automotive e dell’aerospazio con imprese, sembrerebbe, primarie di questo settore industriale già presente in regione Campania. Questa nuova “ipotesi di Lavoro”  sarebbe scaturita da una proposta della Società di proprietà pubblica “Invitalia” su mandato del Ministero dello Sviluppo Economico. Staremo a vedere gli sviluppi futuri, anche se qualche forte perplessità ci rimane, pensando che Invitalia é la stessa Società cui il governo Conte ha affidato la bonifica dei suoli di Coroglio e Bagnoli e la predisposizione di un grande progetto di riqualificazione in chiave ambientale, economico e di riqualificazione urbana complessivo per il sito di Interesse Nazionale nel cuore di Napoli. Peccato che da oltre due anni nulla di nulla sia ancora accaduto in quell’area strategica della nostra città, in linea quindi con i ritardi colpevoli e infiniti della sinistra più ottusa e paralizzante che ha governato questi processi per trent’anni!

Campo Sud ricorda Antonio Parlato.

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Si terrà domani, mercoledi 29 Luglio, alle ore 18.30 presso l’Hotel Palazzo Caracciolo in Via San Giovanni a Carbonara 112 in Napoli un convegno organizzato dalla “Associazione Campo Sud” in ricordo dell.On. Antonio Parlato, storico esponente della Destra Sociale e di Governo. L’iniziativa ricade a margine del decennale della scomparsa del Deputato partenopeo.

“Campo Sud Quotidiano” ha dedicato  un proprio un ricordo di Antonio Parlato, affidandolo ad uno dei suoi maggiori collaboratori ed amici di lungo corso : Bruno Esposito. L’articolo del 20 Luglio scorso, é leggibile cliccando sulla categoria: Politica, nella pagina di apertura del quotidiano.

Basta con le umiliazioni! Siamo Italiani e siamo fin troppo stufi !!

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La vergogna delle linee di Metropolitana a Napoli. Dalla LTR (oggi linea 6) alla futura linea 10

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Diversi anni prima dei Mondiali di Calcio del 1990, che videro lo stadio San Paolo ospitare alcune partite del torneo, tra cui l’indimenticabile Semifinale Italia Argentina con i Sud Americani di Maradona che prevalsero ai rigori sui nostri Azzurri, il quartiere di Fuorigrotta fu letteralmente devastato proprio dai grandi lavori preparatori di “Italia 90”.

Fu stravolto il Piazzale Tecchio con la installazione di due torri completamente inutili e poco gradevoli che oggi cadono a pezzi; fu ridisegnato il piazzale di accesso alla Mostra d’Oltremare con la chiusura al traffico in via definitiva di Viale Marconi e la posa di una improbabile pavimentazione realizzata con traversine ferroviarie (pavimento nocivo che fu sostituito dopo circa vent’anni di battaglie per le accertate esalazioni venefiche di creosoto che si sprigionava sotto i raggi del sole); fu ampliato e coperto lo Stadio San Paolo con una mostruosa ed inutile tettoia in acciaio che ne stravolgeva completamente l’unicum architettonico voluto dai progettisti del dopoguerra. Ed oggi gli spalti ricavati su tubi di acciaio, su in cima al grande impianto, sono completamente inutilizzati in quanto pericolanti e pericolosi. Oltre che vergognosamente inutili! Ma poi ci fu la ciliegina sulla torta. Quella vecchia idea degli “illuminati” politici del cosiddetto Pentapartito che governavano a quel tempo la città e che, con altrettanti “illuminati” progettisti dell’epoca, vollero realizzare anche una nuova linea di metropolitana, per portare i tifosi allo stadio più rapidamente. La tristemente famosa LTR che doveva collegare Ponticelli con Fuorigrotta, approfittando anche e soprattutto, dei cospicui finanziamenti degli Organismi Sportivi Internazionali per la realizzazione di opere di ammodernamento degli impianti sportivi esistenti, in occasione di Italia 90. E fu così che si determinò la quadratura del cerchio: la possibilità di metter mano furtivamente a quei finanziamenti, non impedì, anzi determinò lo sventramento di Fuorigrotta e la realizzazione di opere pubbliche inutili, costose, devastanti: Il Viale Augusto divenne un cantiere edile a cielo aperto per circa 3 anni e sino a pochi giorni dall’inaugurazione dei Campionati Mondiali di Calcio. Le due carreggiate sconvolte. L’area verde centrale eliminata. E così le palme libiche cinquantenarie, spiantate e poi appassite impietosamente. Tralasciamo quel che accadde subito dopo i mondiali con le indagini giudiziarie, gli arresti e le condanne dei responsabili politici e non soltanto, di quelle opere pubbliche inutili e pretestuose che avrebbero cambiato la vita dei residenti e condannato al degrado più totale  un quartiere della città notoriamente vivibile e godibile sotto ogni aspetto. E tutto questo con la scusa di realizzare uno stadio nuovo e moderno e, soprattutto, una nuova linea di Metropolitana che ancora oggi, a distanza di trenta anni da quel Campionato Mondiale di Calcio, non é ancora attiva, Anzi!

Abbandonati i cantieri sotto il peso delle indagini giudiziarie, la LTR viene letteralmente riesumata 17 anni dopo ( la sola galleria realizzata da Mergellina a Fuorigrotta era ovviamente sotto terra……) e ribattezzata Linea 6 in epoca Bassoliniana. Dimezzata fortemente nell’originario percorso. La nuova linea di Metropolitana viene ripensata, così ridimensionata,  esclusivamente nel percorso tra Fuorigrotta e Piazza Municipio. Si riaprono i cantieri, si allestiscono le stazioni intermedie (Piazza Lala e Via Veniero) e le due stazioni di testa (Mergellina e Mostra/Politecnico). Quindi si organizza la “marchetta” dell’inaugurazione (per soli 2 chilometri di linea ferrata). A tagliare il nastro, nel mese di Gennaio del 2007, viene chiamato niente meno che il Presidente del Consiglio Romano Prodi, apparso molto soddisfatto e felice di percorrere in treno niente meno che due chilometri di ferrovia urbana. Avevano fatto molto meglio, in tempi remoti e certamente più luminosi, i compianti  Borboni di Napoli, con Ferdinando II  Re delle Due Sicilie, che la loro prima linea ferrata d’Italia da Napoli a Portici (1839)  l’avevano realizzata di ben 8 Chilometri. E la costruirono in meno di 3 anni. Per poi proseguire l’opera pubblica verso  Castellammare di Stabia e Nocera Inferiore in ulteriori quattro anni di lavori (1842). Sicuramente un risultato storico e  sorprendente quello dei Borbone. E certamente più utile e funzionale  della tratta Metropolitana inaugurata dal trio Prodi- Bassolino- Iervolino. Ma è lo specchio dei tempi e degli uomini. E bisogna rassegnarsi!

Tuttavia, la figuraccia planetaria non finiva qui. Dopo la sceneggiata della inaugurazione del Presidente Prodi, la Linea 6 chiuse nuovamente. Troppo pochi i passeggeri su una tratta breve e già assicurata da altre linee ferrate pubbliche (direttissima ff.SS e ferrovia Cumana) e troppo costose le spese di esercizio per tenerla aperta! Inizia così un nuovo e lungo “calvario” della Linea 6 che dura tutt’ora, con le stazioni intermedie devastate e abbandonate ad ogni forma di vandalismo. E, naturalmente, in attesa di completare l’opera con l’apertura delle nuove stazioni di “Arco Mirelli”,  “Piazza San Pasquale” e poi “Municipio” ( quasi completate ma ben lungi dall’essere in esercizio) e dopo aver procurato il crollo spettacolare di un antico fabbricato alla Riviera di Chiaia e devastato gran parte della Villa Comunale, si dovrà anche procedere al completo rifacimento delle Stazioni di Piazza Lala, Via Veniero e Mostra, con esborso di ulteriori centinaia di milioni di Euro non previsti dal finanziamento originario. Con una lievitazione dei prezzi che é meglio non indicare per questioni di pudore e rispetto di quei napoletani danneggiati ancor oggi da quegli interminabili ed inutili cantieri. Fin qui la cronistoria di una incredibile follia tutta napoletana. Che attraversa due epoche storiche. Dai governi di Centro Sinistra del Pentapartito degli anni 90, alle prime due esperienze amministrative del Sindaco Bassolino, alle due Consigliature di Rosetta Iervolino, ai quasi 10 anni di “governo” del Sindaco Arancione. Tanti “illustri amministratori”, tanti nomi e tanti volti. Ma lo stesso risultato incredibilmente disastroso e scandaloso! Roba da far rivoltare nella tomba il povero Ferdinando II, Re delle Due Sicilie.

Ed oggi, alle soglie di una nuova avventura costituita dalla programmazione di una ennesima opera pubblica trasportistica nella nostra città, con parte dei Comuni della Provincia a nord di Napoli interessati, ci assale il “terrore” per quello che potrà accadere, per i tempi biblici che saranno necessari, per il buco nei finanziamenti che non basteranno mai. Mi riferisco alla nuova linea di Metropolitana denominata (per ora) Linea 10 che collegherà il Centro di Napoli (Piazza Cavour, presumibilmente) con la Stazione dell’Alta Velocità di Afragola. Tredici chilometri di percorso che si snoderanno per Via Foria, Piazza Ottocalli, e Capodichino, sino ai Comuni di Casavatore, Casoria e Afragola, con tredici stazioni intermedie. E’ il tardivo, anzi postumo tentativo di mettere una pezza alla follia di creare  la stazione di Testa dell’Alta Velocità ad Afragola. Dopo essersi accorti di aver costruito una cattedrale nel deserto, con impossibilità di raggiungere questa stazione per partire agevolmente in direzione Roma o sud Italia con l’Alta Velocità. Un’opera faraonica, completamente inutile o inutilizzabile per le finalità originarie. Almeno fin quando questa nuova stazione di Afragola non sarà opportunamente collegata su ferro con la città capoluogo e con i Comuni limitrofi. Ma di questa ennesima scelta demenziale (la stazione di Afragola così com’é oggi) e del tentativo di porre rimedio tardivamente con la realizzazione di una nuova tratta di Metropolitana, ci occuperemo più dettagliatamente in un prossimo approfondimento  di Campo Sud.

 

Polizia. U.S.I.P. (confederata U.I.L.) Napoli: “agenti di Napoli ricevano riconoscimenti per aver affrontato alluvione di Palermo”

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“L’U.S.I.P. nelle scorse ore ha inviato, per tramite il proprio segretario nazionale Vittorio Costantini, una lettera indirizzata al Capo della Polizia all’interno della quale si chiede di destinare i riconoscimenti premiali previsti dalle specifiche commissioni della nostra Amministrazione, per aver affrontato in modo esemplare l’alluvione di Palermo dei giorni scorsi, salvando vite umane.
Un contesto difficile e drammatico in cui hanno operato in modo esemplare le donne e gli uomini della Polizia di Stato.
In modo particolare l’U.S.I.P. chiede di attivare le procedure di promozione per merito straordinario nei confronti dei colleghi del IV Reparto Mobile di Napoli che hanno operato sul posto”.
È quanto fanno sapere in una nota congiunte Marco de Rosa, Segretario Regionale della Campania del Sindacato di Polizia U.S.I.P. confederato U.I.L. e Roberto Massimo, Segretario Generale di Napoli del Sindacato.
“A Napoli, in particolar modo, abbiamo un problema con le ricompense premiali, atteso che su analoghe situazioni dove il pericolo di vita era evidente, pistole puntate nei confronti degli agenti e cartuccia camerata pronta ad uccidere, sono stati adottati due pesi e due misure”. Continua il Segretario Generale di Napoli Roberto Massimo.
“Al Questore di Napoli ed al Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli, diciamo che la tutela dei cittadini e di tutta la collettività anche delle istituzioni, passa attraverso lo stimolo ed il riconoscimento per il lavoro svolto dagli uomini e dalle donne in divisa sul territorio. Maggiore sarà la sensibilità nei confronti di questi lavoratori eroi e maggiore sarà il livello di sicurezza della città tutta. Tuteleremo, in tal senso, i colleghi nelle sedi opportune”, conclude Massimo.

L’incomprensibile e bonario riconoscimento di un accordo europeo fallimentare!

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La Meloni, non Fratelli d’Italia, dopo le dichiarazioni sul vertice di Bruxelles è destinata a superare di poco il 10% perché non ha un Borghi o un Bagnai (che non sono leghisti) all’interno del suo partito.
Sarà un mio limite, ma sui temi economici non ho mai stimato la Meloni e già quando la sentivo difendere il pareggio di bilancio in costituzione mi faceva venire l’orticaria.

Non è bastata la copertina del Times e la benedizione a stelle e strisce per incoronarla leader: purtroppo è ancora legata a papà-Silvio che le ha messo in piedi il partito e che ieri l’ha richiamata a sé.

Avevo già espresso i miei dubbi sulla battaglia della pulzella, solo l’ultima quella sulle barricate da lei annunciate se fosse passata la sanatoria sui migranti: la sanatoria è passata, è legge, ma non si è visto nemmeno un (suo) ponteggio.

Non voglio entrare in tecnicismi che non mi competono (anche se già i soldi che arriveranno a rate dalla seconda metà di giugno 2021 dietro richiesta di riforme – austerity – e che ormai si chiamano risorse, non fanno presagire nulla di buono). Ma perché, esprimere un giudizio proprio su Conte, o meglio legittimare il suo appoggio simil-Berlusconi, chiedersi se Conte ne è uscito in piedi e non pensare agli Italiani che, se non sono stesi, sono piegati a 90°, o pronti a quattro zampe?

Me ne frego di come ne esce Conte e da una che è leader di un partito che dovrebbe fare opposizione (non oppio-sizione né oppo-finzione) mi sarei aspettato avesse pensato di più ai “suoi” fratelli d’Italia.

E la coerenza, altro punto di forza della Vispa Teresa? Ezra Pound diceva che “chi non s’intende di economia non capisce la storia” quindi come può voler fare la storia?

Tutto questo, però, le darà il merito (non a Fratelli d’Italia) di aver ingrossato le fila dei voti alla Lega di Salvini che ha tenuto fede almeno alla parola. Meno di Berlusconi che va a fare il Calenda a Calenda.

Conviene ancora far parte del berlusconismo e non mettersi in proprio? Perché questa perdita di carisma da un annetto a questa parte? Cosa lega ancora Giorgina a Silvio? O semplicemente conviene più stare all’opposizione? Si può chiamare opposizione se poi si finisce con il concordare la svendita della propria Patria al miglior offerente con la scusa che poteva andare peggio?

Li commissioni pure, oggi i sondaggi e ci faccia sapere quale percentuale ha raggiunto. O forse lo ha fatto stando alle dichiarazioni riparatorie delle ultime ore? O alle critiche che le sono piovute sui social più dei miliardi di Bruxelles a Conte? O si è ravveduta ed allineata a qualche dichiarazione a caldo di esponenti del suo stesso partito in netta antitesi con quanto da lei affermato?
Intanto al popolo che ha fame lei dice che è contenta perché gli sono state date le posate e magari loda chi gliele ha fornite d’argento.

Il quarto potere alla guerra contro i valori della Cristianità !!

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Alla fine il mainstream assoldato e prezzolato ha funzionato ancora. Il quarto potere continua a prendere parte a  quella missione che è la formazione nell’informazione. Mentre ci propina le immagini della chiesa di Nantes avvolta dalle fiamme, a partire dall’organo fino al rosone, (immagini che ci riportano alla memoria il “corto circuito” della chiesa di Notre Dame) e per il cui incendio è stato fermato ma subito lasciato, perché sospettato ma con prove ritenute insufficienti un ruandese con permesso di soggiorno non rinnovato – quasi fosse questo un buon motivo e costituisse pure l’alibi – soggetto perfettamente inserito socialmente, tanto da detenere le chiavi del luogo sacro ed esserne addetto alla chiusura. L’informazione si dimenticava di dirci che in Sicilia, non in Bretagna, a Favara, in provincia di Agrigento quindi molto più vicino a noi rispetto a Nantes e addirittura in Italia e negli stessi giorni, la chiesa madre, luogo di culto e devozione dell’intera provincia, è stata interessata da un “misterioso” incendio.
A partire dall’organo e fino al rosone.
Indovinate un po’? Pare essere colpa di un cortocircuito.
Che se non ha compromesso la struttura, ha danneggiato, sembra irrimediabilmente, i dipinti sacri. Quasi verrebbe da rimpiangere i momenti, seppur recenti e chissà se mai tramontati, in cui certi simboli “avvers(ar)i” venivano imbrattati e bastava una pulita per cancellare le tracce di tanta barbara ignoranza.
Si è passati poi alla decapitazione delle statue – fa ridere ma evidentemente la guerra iconoclasta questo prevede – per giungere all’obiettivo finale ovvero la sostituzione.
Se qualcuno avanzasse ancora dubbi riguardo la riconversione della basilica di Santa Sophia di Istanbul in moschea, potrà smentirsi non compiacendosi che proprio in quella stessa basilica i simboli cristiani saranno coperti. Con silente benedizione del Papa, vicario di Cristo e massima incarnazione della Sua testimonianza sulla terra che si limita a far sapere che “se ne dispiace”. Punto.
Però si potrà far visita, eccetto che negli orari di preghiera ovvero 5 volte al giorno, al monumento in cui saranno nascosti, azzarderei rimossi, i simboli cristiani e che è, dunque, una moschea a tutti gli effetti.
Una visita propedeutica all’evangelizzazione coranica in attesa della conversione.
E la sostituzione è compiuta.
Un po’ come l’omaggio cartonato a ricoprire le statue dei musei capitolini dell’ancora ministro Franceschini all’islamico Rohani.
La sostituzione è già in atto e pure in stato avanzato e passa per la cancellazione (a quando la pubblica abiura?) dei nostri valori, delle nostre radici: sarà un caso, ma il Covid-19 si è portato via gran parte di persone anziane per cui abbiamo perso la nostra memoria che è di fatto le nostre radici.
Se questa è una guerra, una nuova guerra “santa” ed è giusto che ognuno scelga da che parte stare, è ugualmente giusto chiedersi come e perché tutto ciò sia potuto arrivare a questo punto. Che, forse, DIO, PATRIA e FAMIGLIA andavano difesi o difesi meglio, se a questa gente è ancora possibile affidare la difesa delle nostre identità. Che non è più possibile né concepibile delegare la difesa di ciò che noi siamo, la difesa di noi stessi. E non è questione di credo religioso: le Madonne, al di là della potenza taumaturgica e miracolosa che se ne potrebbe riconoscere, rappresentano un tributo ed un valore all’arte. Lo stesso può dirsi per i rosoni. Idem per gli organi e le chiese in generale.
Si deve informare per formare e, se ciò non avviene, è opportuno informarsi per formarsi perché magari la prossima volta – che può essere adesso – potrebbe toccare veramente a noi. Perché, magari, la volta prossima potremmo non essere più in tempo. Perché magari la prossima volta potremmo non esserci già più.

Arrestato Sindaco PD di Marigliano (NA) per collusioni con la mafia!!

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“Scambio elettorale politico mafioso” e “Corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso” i capi di imputazione contestati ad Antonio Carpino, Sindaco del PD, espressione di una maggioranza di Sinistra, eletto nelle elezioni amministrative del 2015 con il sostegno di una coalizione ampia composta da 7 Liste e pronto a ricandidarsi alle prossime elezioni comunali previste per il 20 e 21 Settembre. Circostanza questa che ha accelerato le misure cautelari nei confronti del Sindaco di questa grande cittadina del Nolano, in considerazione del pericolo di recidiva, essendosi il Carpino già candidato e abbondantemente proiettato nella campagna elettorale, pur se ancora non “scattata” ufficialmente, secondo le previsioni di Legge. Il Provvedimento di “Custodia Cautelare in Carcere” é stato disposto dal Gip di Napoli su richiesta della “Direzione Distrettuale Antimafia” ed eseguito dai Carabinieri di Castello di Cisterna nella giornata del 21 Luglio. L’arresto scaturirebbe da circostanze criminose, accertate dagli inquirenti, di commistioni tra il Sindaco e taluni Boss della malavita locale coadiuvati da collaboratori di giustizia, che avrebbero gestito e pilotato la campagna elettorale del 2015 del Carpino (elezioni di primo mandato dell’esponente del PD) per ricavarne corposi favori nel campo degli appalti pubblici  e nella creazione di una Cooperativa di Lavoro per l’assunzione di ex detenuti nel Comune di Marigliano, indicati dagli esponenti dei clan malavitosi locali, in accordo con il Sindaco Carpino. Per suggellare questo scellerato “patto” elettorale, il Carpino avrebbe preteso i voti di un intero quartiere della cittadina vesuviana “efficacemente controllata” e gestita dal clan dei Mariglianesi. Cosa per altro facilmente riscontrata dagli inquirenti nel corso delle lunghe indagini resesi necessarie sino a questo momento.

Il Partito Democratico di Napoli ha commentato la notizia dell’arresto del Sindaco di Marigliano con una nota : “La notizia dell’arresto di Antonio Carpino ci colpisce duramente. Nessuno avrebbe immaginato i fatti che lo hanno determinato. Abbiamo totale fiducia nella Magistratura e siamo certi che che svolgerà con rapidità il suo lavoro di approfondimento delle accuse, anche con gli elementi  che il Sindaco, come auspichiamo, fornirà”

Nel frattempo é bagarre in città e fra i partiti dello schieramento di Sinistra che erano già pronti a scendere in campo per questo secondo mandato del Sindaco Carpino. Un colpo durissimo per il PD e i suoi alleati che stavano preparando un allargamento più ampio della coalizione con l’apertura ai 5 Stelle e a Rifondazione Comunista. Apertura che era stata sostenuta proprio dal Sindaco Carpino attraverso un suo personale e pubblico appello indirizzato recentemente proprio ai Grillini di Marigliano e a Rifondazione Comunista.

De Magistris intervenga per ripristinare il servizio pubblico del C.T.P.

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Mimmo Palmieri, Consigliere Comunale di Napoli e Presidente della Commissione Trasparenza della Sala Dei Baroni, in una nota alla stampa dichiara:

“Niente servizio pubblico di trasporto per Napoli e la sua Provincia; lavoratori senza stipendio;immobilismo grave e disarmante dei vertici aziendali dello CTP. De Magistris non può sfuggire alla gravità del problema”. “Si attivi immediatamente -aggiunge Palmieri-  per conoscere la situazione contabile e finanziaria dell’Azienda di Trasporto Pubblico e rimuova dall’incarico, senza ulteriori indugi, il management irresponsabile e incapace”. Il Sindaco deve provvedere -conclude Palmieri- alla ricapitalizzazione del Consorzio, procedere alla messa in sicurezza dell’Azienda e dei suoi lavoratori in crisi e garantire in tempi brevissimi un minimo e doveroso servizio di trasporto pubblico per Napoli e la sua Provincia.