sabato, Gennaio 11, 2025
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SPAZIO APERTO SCUOLA ospita un nuovo intervento di un’ alunna delle Scuole Medie di Napoli…….Leggiamolo insieme!

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E’ questo il secondo appuntamento con le riflessioni dei nostri lettori sul mondo della scuola. Anche questa volta il tema prescelto sembra essere il Covid 19 e la preoccupazione che pervade un pò tutti per questa terribile e altrettanto sconosciuta malattia virale. Le modalità adottate nei nostri Istituti scolastici per difendersi dal contagio e come convivere nel migliore dei modi, in questa fase davvero difficile, con questa angosciante realtà di questo anno 2020, sembra essere l’argomento centrale nel dibattito sulla scuola.

E ancora, una volta, ad aderire al nostro invito a partecipare a questo SPAZIO APERTO SCUOLA é una ragazzina di una Scuola Media napoletana, che affiderà il suo attuale stato d’animo, le sue preoccupazioni e le sue esperienze dirette di alunna “in prima linea”, alle pagine del nostro quotidiano.

Leggiamo dunque con piacere ed interesse l’intervento di Benedetta Grimaldi (che ha firmato regolarmente il suo “pezzo”),  della Scuola Media Gneo Nevio di Napoli.

Nicola  Zanfagna.

 

 

I      RAGAZZI      E     IL    COVID    19

Salve a tutti, mi chiamo Benedetta e sono una studentessa della Scuola Secondaria. Oggi sono qui per raccontarvi la mia esperienza sul Covid, su come la penso io e quindi anche i miei coetanei. Il mio primo pensiero riguardo questa situazione é che non dobbiamo avere paura di questa malattia, altrimenti non ce ne potremmo mai liberare, la vita é una sorpresa ogni giorno e, come combattiamo le nostre sfide quotidiane, riusciremo anche a combattere questo piccolo, grande ostacolo che ha travolto le vite di tutti noi. E con questo voglio ribadire e pregarvi di rispettare le norme di sicurezza che lo Stato ci ha imposto e per una volta non essere egoisti e non pensare solo a se stessi, ma anche agli altri e alle conseguenze sul nostro Paese!

Io forse posso sembrare troppo piccola per affrontare discorsi così apparentemente grandi. Ma come ce la faccio io ce la farete anche voi .Dopo aver espresso il mio pensiero, vi racconterò come il Coronavirus ha stravolto la nostra vita scolastica completamente, anche se mi ritengo fortunata a stare in un ambito scolastico dove le precauzioni sono al primo posto e dove nello stesso tempo i professori sono la nostra seconda famiglia e ci insegnano i valori davvero fondamentali per raggiungere i nostri sogni. Il mio Istituto é la Nevio,  Scuola di grado  Secondario. Le precauzioni prese sono giuste, abbiamo due uscite e gli orari sono diversi in base alle varie sezioni. La nostra entrata a scuola, per come la penso io, é strutturata davvero bene e si vede che la Preside, gli operatori scolastici e i professori stanno facendo di tutto per farci vivere una sensazione  di scuola diversa sì, ma allo stesso tempo normale, come dicono loro non davanti ad uno schermo, in semplici parole e senza lavorare con l’inserimento delle DAD.

La mattina entriamo a scuola e sulle scale vi sono delle croci distanziate e dopo aver sceso le scale abbiamo delle “bolle” gialle per misurare la febbre, sempre distanziati. Per entrare nelle classi c’e’ un percorso a fila indiana che é delimitato con dei colori di scotch diversi, il mio per esempio che sono la sezione G é il percorso giallo e così via. In questi primi giorni che sono andata a scuola i professori della nostra sezione sono molto cordiali con noi. Come prima cosa ci hanno chiesto cosa pensavamo di questo virus e di come abbiamo affrontato questa situazione. Devo dire che ci hanno anche tranquillizzato molto, ed é proprio quando ci hanno detto di stare tranquilli che mi sono sentita un pò a casa e a mio agio. Io mi ritengo molto fortunata e ringrazio veramente il cielo di aver incontrato dei professori così. Ma a parte questo, indossiamo sempre la mascherina, quando siamo al banco la togliamo, ci igienizziamo le mani con il gel presente sulla cattedra ,e nel caso che la mascherina chirurgica si rompe o cade a terra, la scuola ce ne fornisce altre.

Insomma é una scuola un pò nuova per tutti ma rispetto a Marzo va molto meglio. Anche a casa papà continua a prendersela con mio fratello e con quelli che non indossano la mascherina ( soprattutto con quei ragazzi che vanno a ballare, anche se lui non é vecchio!) e mamma va a lavorare in ospedale più tranquilla.

Anche se in questi giorni ci sarà un po’ di turbolenza, sono sicura che l’Italia ce la farà, abbiamo sempre combattuto a testa alta e senza timore, come dicono i miei genitori. Nella vita si cade spesso e quindi é sempre importante sapersi rialzare . Io sono sicura che con la forza di volontà da parte di tutti, ce la faremo!

Benedetta Grimaldi

Sequestro dei pescherecci Siciliani : con oggi salgono a 38 i giorni di prigionia per i 18 nostri connazionali in Libia.

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E’ un mese e poco più che i nostri 18 pescatori di Mazara del Vallo risultano sequestrati in Libia con i loro due pescherecci battenti Bandiera Italiana dalle milizie irregolari del Generale Khalifa Haftar.

Poco o niente é emerso su gran parte della stampa italiana di questa ignobile ed incredibile vicenda. Un silenzio assordante e ingiustificabile, rotto soltanto dalle iniziative spontanee di protesta dei familiari dei marittimi italiani che sono approdate sino a Palazzo Chigi con incatenamento di mogli, figli e madri in attesa di notizie positive e rassicuranti dall’inquilino del Palazzo e dal Ministro degli Esteri Di Maio, che sembrerebbe. sino a questo momento inutilmente, delegato alla risoluzione di questo ennesimo dramma.

Intanto la vicenda si fa sempre più torbida con la comparsa e la diffusione di fotografie diffuse dai miliziani libici che ritraggono il molo con le navi sequestrate e decine di pacchetti colorati che conterrebbero sostanze stupefacenti ritrovate ( a loro dire) a bordo delle nostre imbarcazioni. Fotogrammi assolutamente falsi, o quanto meno non riconducibili alle imbarcazioni italiane e tanto meno agli equipaggi dei pescherecci. Naturalmente si tratta di una volgare montatura e di una troppo evidente messinscena per aumentare la posta ed ottenere dal Governo Italiano la liberazione di quattro “scafisti” libici responsabili, secondo la Giustizia Italiana, della cosiddetta “Strage di Agosto” (17 Agosto 2015) in cui morirono 49 migranti  costretti con la forza a rimanere stipati nella stiva di una imbarcazione poi colata a picco con il suo carico di vite umane. I quattro scafisti, dichiaratisi calciatori fuggiti dalla Libia per poter giocare a calcio nei paesi europei e dunque a bordo di quella nave affondata  in qualità di semplici passeggeri, furono, al contrario, riconosciuti colpevoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio volontario plurimo e condannati a 30 anni di carcere dal Tribunale di Catania. Circostanza che la dice lunga sulle “qualità morali” sia di questi criminali e sia di coloro che ne richiedono così impunemente e ufficialmente  la liberazione (i miliziani di Haftar). Purtroppo per i nostri connazionali sequestrati c’é da dire che é proprio il “governo” non riconosciuto di Haftar che ha formalizzato l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a carico dei 18 nostri marittimi tutt’ora detenuti. E questo é certamente un ulteriore motivo di preoccupazione rispetto ad una risoluzione quanto meno in tempi brevi di questa vicenda.

A questo va aggiunto il motivo politico che sembrerebbe aver mosso l’iniziativa di Haftar nei confronti degli ignari pescatori di Mazara del Vallo. Il loro sequestro, per altro verificatosi in acque internazionali,  é avvenuto il primo di Settembre. E cioé il giorno stesso  del viaggio-missione del Ministro degli Esteri Italiano, Luigi Di Maio in Libia. Cosa ci é andato a fare a Tripoli il nostro Capo della Diplomazia in pieno periodo estivo?  Sembrerebbe “semplicemente” per ufficializzare l’accordo tra il Presidente del Consiglio Libico riconosciuto dall’ONU e da gran parte dei Paesi Europei, Fayed Al Sarraj e il Presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. Iniziativa politica evidentemente non gradita al Generale Haftar perché ritenuta una ingerenza italiana in affari interni della Libia (tra l’altro in guerra proprio tra queste fazioni) e di qui la ritorsione contro il nostro Paese attraverso il sequestro palesemente strumentale delle navi da pesca italiane con relativo equipaggio.

A questo punto ci domandiamo? Cosa sta facendo il Governo Italiano, concretamente, per risolvere questa crisi che diventa più complicata e inquietante ogni giorno che passa?

A nostro parere poco o nulla! A parte le iniziative locali del Sindaco di Mazara, del Consiglio Comunale, delle Organizzazioni Sindacali di categoria, delle Associazioni del territorio e dei cittadini mazaresi che si sono mobilitati e che organizzano manifestazioni di solidarietà con i loro concittadini sequestrati e di sensibilizzazione verso il Governo centrale,  praticamente senza interruzione. Così pure lodevole é l’impegno e l’attivismo del Governatore Siciliano Musumeci, che pure risulta in costante e affannoso contatto con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero degli Esteri per monitorare ogni sviluppo della crisi e tenere alta l’attenzione sulla vicenda.

Occorre a nostro avviso una mobilitazione dei media, sin ora troppo timidi ed evanescenti, per fare arrivare un messaggio forte e deciso oltre il Canale di Sicilia e far si che si comprenda che l’Italia non ci sta! Che il nostro Paese non vuole ne può accettare ricatti così meschini e improponibili. E che semmai é proprio l’Italia che dovrebbe minacciare di interrompere i flussi di aiuti umanitari verso la Libia. Così come ogni forma di collaborazione e di iniziativa politica volta alla pacificazione del Paese. Occorre far capire ai Libici ( ad ambo le parti in conflitto) che l’Italia é un Paese Sovrano e che é dotato di un sistema giudiziario che mai autorizzerebbe la scarcerazione di assassini riconosciuti per accontentare un gruppo di disperati armati.

Occorre sensibilizzare la Commissione Europea e il Parlamento Europeo affinchè facciano pervenire appelli alla ragionevolezza  attraverso adeguate pressioni diplomatiche direttamente su Haftar e i suoi collaboratori. Occorre far capire che non conviene tirare troppo la corda tenendo ingiustamente detenuti dei cittadini Italiani ed Europei. Degli onesti lavoratori e padri di famiglia.

Questo andrebbe fatto e senza esitazioni. Con un paese dilaniato dalla guerra civile, con decine di tribù locali feroci e invasate che si fronteggiano, troppo spesso con l’aggravante religioso che costituisce un pericolo nel pericolo, fare troppo i buonisti e sperare esclusivamente sul lavoro pur prezioso ed insostituibile dei soli servizi segreti per ottenere il rilascio dei nostri “ostaggi”, può non bastare. Ricordandoci tutti che questa vicenda é nata con un atto di pirateria in mare aperto ( e in acque internazionali) e questo elemento la dice lunga sugli interlocutori che l’Italia si trova di fronte!

Da oggi al via una nuova rubrica di Campo Sud sul mondo della scuola: uno SPAZIO APERTO SCUOLA ove ciascun lettore potrà dire la sua su pregi e difetti, lacune ed eccellenze della scuola dei nostri figli!

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Con il giornale di oggi inauguriamo una nuova rubrica sulle tematiche di maggiore attualità del mondo della scuola. Una pagina sempre aperta al contributo di tutti: operatori scolastici, insegnanti, giovani studenti dei nostri Istituti di 2° Grado con la passione per il giornalismo o soltanto interessati ad affidare le proprie riflessioni ad una platea più vasta. Ma ospiteremo anche i ragazzini delle scuole medie, o gli alunni delle elementari con i loro disegni o pensierini affidati ad un foglio di quaderno oppure ad un disegno. Ma senza dimenticare il parere e i suggerimenti dei genitori o dei nonni e, in genere, tutti coloro che sentano di voler dare un contributo di idee, di progetti per una scuola nuova, funzionale e, soprattutto, funzionante, al passo con i tempi, ma strutturati sulla esperienza positiva della educazione tradizionale che ha contraddistinto la scuola italiana in questi ultimi decenni e formato intere generazioni di giovani, oggi classe dirigente del nostro Paese.

Una iniziativa del nostro quotidiano di apertura e coinvolgimento di quanti vivono la scuola nell’arco temporale della loro esperienza personale (allievi, genitori e familiari) o professionale (Insegnanti, Presidi, personale scolastico amministrativo o ausiliario).

Chiunque potrà dire la sua attraverso le pagine di “Campo Sud”. Ognuno potrà esprimere il proprio pensiero su quanto accade nel mondo della scuola. Le criticità, così come le eccellenze, che sono tantissime. Ma poco note e inimmaginabili!

Ed é su questi argomenti che ci confronteremo e pubblicheremo i vostri scritti. A cominciare da oggi, ospitando le riflessioni e gli stati d’animo di una giovanissima alunna di una scuola media cittadina che, per comodità, ma anche e soprattutto a tutela della identità, in quanto minore, attribuiremo lo pseudonimo di Nicla 1.

Buona lettura!

Nicola Zanfagna.

IL PRIMO CONTRIBUTO LO RICEVIAMO DA NICLA 1  STUDENTESSA DI UNA SCUOLA MEDIA NAPOLETANA. CONTRIBUTO CHE VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:

Quest’anno é molto complicato per noi ragazzi dal punto di vista scolastico e sociale. Per il Covid  stiamo a scuola tutto il tempo con la mascherina, ci igienizziamo le mani quando entriamo e quando torniamo dai bagni. In classe stiamo tutti distanziati a un metro di distanza, non ci possiamo alzare se non per andare in bagno. Non possiamo toccarci e nemmeno parlarci. Entriamo a scuola in orari scaglionati per evitare assembramento. Dal punto di vista sociale di un ragazzo possiamo dire che é davvero difficile per noi non avere nessun tipo di contatto, é come stare in trappola in una gabbia. Si, stiamo insieme in classe ma in un certo senso é come se non lo fossimo.

Per un ragazzo vedersi dopo tanto tempo gli viene spontaneo darsi un abbraccio o magari scambiarsi una parola, ma ora niente di tutto ciò si può fare e le amicizie stanno diventando sempre più difficili da mantenere.

NICLA 1

 

 

 

 

 

 

Juve-Napoli: impossibile giocare. Ma la partita si sposta dal campo alle aule di tribunale!!

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Finale coppa Italia Napoli juventus in foto la premiazione

Singolare, ma altrettanto sconcertante, quanto sta accadendo alla squadra del Napoli, già pronta nel primo pomeriggio di sabato a raggiungere in aereo Torino per l’atteso incontro di calcio di domenica sera con i Campioni d’Italia della Juventus.
Ma é proprio durante il trasferimento in bus verso Capodichino che i calciatori e lo staff del Napoli vengono raggiunti dalla notizia che anche il giovane centrocampista Elmas é risultato positivo al tampone covid, aggiungendosi al polacco Zielinsky, primo calciatore positivo dopo la partita con il Genoa di domenica scorsa. Le indicazioni fornite dalla Lega Calcio e FIGC stabiliscono che le partite , in questi casi, possano giocarsi ugualmente, purchè ci si accerti che agli atleti che scendono in campo sia stato praticato il tampone nelle 24 ore che precedono l’incontro di calcio. E, inoltre, che in ogni squadra non vi siano più di tre calciatori della rosa positivi al covid 19. Altrimenti la partita viene rinviata ad altra data.
Ma il caso del Napoli é diverso. Infatti l’ASL napoletana ha bloccato la partenza dei calciatori azzurri e li ha invitati a rimanere in isolamento fiduciario per 14 giorni presso le proprie abitazioni. Con obbligo di fornire il domicilio ove verrà trascorso il periodo imposto di quarantena.
Comprensibile la prudenza della Azienda Sanitaria, se é vero come é vero, che solo sabato scorso, prima della partita con il Genoa, un solo calciatore ligure risultava positivo al Covid. Ma già lunedi e poi nei giorni a seguire i calciatori rossoblu’ contagiati salivano a 22.
Poco male, si é pensato in Società : la partita sarà rinviata almeno di 15 giorni. Nulla di tutto questo. In serata il fulmine a ciel sereno! La Lega Calcio di serie A comunicava ufficialmente che la partita in programma in serata allo Juventus Stadium si sarebbe svolta ugualmente alle ore 20 e 30. Senza alcuna possibilità di rinvio. E la squadra Campione d’Italia, per parte sua, comunicava alla stampa che la Juve si sarebbe presentata regolarmente in campo domenica sera. Lasciando intuire che avrebbe gradito il 3 a 0 a tavolino. Come da regolamento in caso di assenza della squadra avversaria.
Ma noi sappiamo che la squadra azzurra é impossibilitata a raggiungere Torino per la disposizione di quarantena imposta ai calciatori del Napoli dalle autorità sanitarie. E dunque? Quel che é certo che il Napoli non ci sta a perdere la partita a tavolino e quindi, questa prossima, sarà una nottata e sino all’ora della partita, una intera giornata di tribolazione, di notizie date e poi smentite, di sovrapposizione di disposizioni magari contrastanti di Enti pubblici (Ministero, Regioni) e organi di governo del calcio. Di dichiarazioni stampa e di accuse reciproche. Di ripicche e di azioni strumentali per trarre vantaggio dalla circostanza emersa. Insomma, un vero guazzabuglio dopo solo tre giornate di campionato. Una situazione difficile da commentare e da interpretare e che lascerà strascichi lunghi e fastidiosi nelle due società, nei rapporti con il mondo del calcio, tra le tifoserie notoriamente concorrenti e non sempre pacifiche.Ma nulla di più facile che si arrivi alle carte bollate e alle arringhe degli avvocati. E’ troppo importante la partita con la Juve perchè si possa perdere a tavolino l’incontro per una responsabilità che non può essere attribuita a nessuno. Per un accadimento così improvviso ma per nulla imprevedibile in presenza di una pandemia tanto virulenta e subdola da non escludere nessuno. Neppure giovani atleti pieni di salute e super controllati dal punto di vista medico-sportivo.
Vogliamo credere che in questa giornata festiva si possa individuare una soluzione soddisfacente e condivisa dalle due squadre e dagli Organi sportivi preposti.
Diversamente questo campionato, che nasce già tra mille difficoltà e polemiche, forse non sarà mai portato a termine regolarmente.

Salvini vince il primo round ………..e ipoteca la partita!!

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Nonostante la solita sceneggiata, ormai trita e ritrita, portata in scena questa volta a Catania da un gruppo di disperati della sinistra più oltransista dei centri sociali, coadiuvati da gruppuscoli di militanti del PD, (felici di poter finalmente manifestare ed esplodere la rabbia interiore per un partito che non c’é più (il loro pd) usando a comodo pretesto Salvini, la Lega e i vertici del centro destra presenti in Sicilia da sabato mattina per esprimere la solidarietà più convinta all’ex Ministro degli Interni), la giornata è risultata, al contrario, storica e proficua per l’imputato Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso della Nave Gregoretti della nostra Guardia Costiera.
Il Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, Dr.Nunzio Sarpietro é sembrato interessato a portare avanti questo processo in maniera rapida. Magari due o massimo tre udienze, oltre questa di sabato dedicata alla costituzione delle parti civili, tra cui Legambiente, l’Arci e una famiglia di nigeriani che erano a bordo della nave militare italiana che li aveva tratti in salvo. A tal proposito sarebbe interessante capire, a parte i migranti nigeriani che hanno partecipato, loro malgrado, a quella vicenda dello sbarco ritardato, cosa ci “azzecca”, per dirla alla Di Pietro, che due associazioni (una ambientalista, l’altra di associazionismo sportivo e dello spettacolo) si costituiscano parte civile in un processo così particolare, sicuramente unico nella storia giudiziaria italiana e senza alcun legame diretto ne indiretto con gli accadimenti oggetto di questo processo. Sarà forse perché queste Associazioni gravitano nell’orbita della sinistra parlamentare e non, sin dalla loro nascita? Se così fosse (e non troviamo alcuna altra ipotesi credibile per giustificare la loro costituzione di parte civile in questo processo) sarebbe fin troppo palese la strumentalità della loro presenza. La faziosità del loro impegno “civico”. La politicizzazione estrema della loro scelta.
Ma torniamo alla cronaca della giornata.
L’udienza é proseguita con la dichiarazione dell’Avvocato Giulia Buongiorno, legale dell’ex Ministro Salvini con la quale si é avanzata la richiesta di “non luogo a procedere perché il fatto non sussiste” nel caso di specie e, in subordine, una audizione dell’attuale Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, per comprendere le procedure di sbarco se siano state viziate da ordini irregolari o, se al contrario, corrispondenti ad una prassi consolidata e magari seguite regolarmente anche nell’attualità. Il Giudice Sarpietro ha accolto la richiesta di questa audizione, aggiungendovi anche la convocazione di altri testi quali il Premier Giuseppe Conte, il Ministro Di Maio e gli ex ministri Trenta e Toninelli. Tanto per comprendere se l’azione dell’ex Ministro Salvini fosse a suo tempo scaturita da una iniziativa personale o, piuttosto, di una scelta condivisa dai Ministri competenti e dunque concordata a livello di plenum governativo.
A margine del dibattimento si é comunque registrata la intenzione della Procura della Repubblica di richiedere l’archiviazione di Matteo Salvini dall’accusa di sequestro di persona in ordine alla gestione dello sbarco dei 131 migranti dalla Nave Gregoretti.
L’udienza veniva dunque rinviata al prossimo 20 Novembre, su decisione della Camera di Consiglio, presso l’aula bunker del carcere di Catania.
Un risultato più che soddisfacente per Salvini. Una giornata davvero luminosa che ha assistito anche ad un clima particolarmente tranquillo e disteso tra i vertici del centro destra, convenuto in terra siciliana per il supporto morale, psicologico e politico al leader alleato. Gli unici a rimanere malconci o comunque abbacchiati, sono risultati i manifestanti guerrafondai dell’ultra sinistra, tenuti a debita distanza da un impeccabile servizio d’Ordine di Polizia e Carabinieri, che riuscivano a vanificare ogni tentativo di sfondamento e di contatto tra manifestanti e supporter del’ex Ministro. Ma, insolitamente, vi é stata anche un’altra persona che torna a casa con qualche danno. Si tratta dell’Avvocato Buongiorno, legale di Salvini e parlamentare della Lega che, nel corso dell’udienza in aula, veniva colpita dal distacco di un marmo di travertino venuto giù da una parete dell’aula e abbattutosi su piede e caviglia della malcapitata. L’On Buongiorno é dunque risultata l’unica leghista uscita malconcia dall’aula di giustizia del Tribunale di Catania!!

Un Papa rosso, pezzotto e a 5 Stelle: ma no, non è Francesco !!

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Cosa spinge un quotidiano di approfondimento, prevalentemente politico come Campo Sud, ad occuparsi di papa Francesco? Semplice, il Papa stesso.
Ve lo ricordate Jorge Mario Bergoglio quando ci venne presentato subito dopo il suo “Buonasera”?
Il papa col biglietto di ritorno già in tasca, quasi un grillino ante litteram col vincolo di mandato zero. Populista, popolano, avverso alla scorta e ai formalismi, alle etichette e ai cliché. Il Papa venuto dalla fine del mondo e che, ultimamente, con i suoi atteggiamenti sembra proprio cagionarla.
Inutile quanto dannoso, benché ognuno è unico e irripetibile. Faceva nutrire la speranza nei cattolici che potesse proseguire nell’opera pastorale iniziata dai suoi predecessori. E invece, altro che Woytila e l’impegno per la caduta del Muro, per la pace fra i popoli. Altro che Ratzinger che troppo voleva sapere e far sapere. E la sua ultima enciclica – “Fratelli tutti” – non è ancora stata resa ufficialmente nota che già ha suscitato un vespaio di polemiche. Visto che i fratelli in questione sembrano essere non già i poveri, i diseredati, gli ammalati, i senza dimora, gli oppressi di ogni latitudine e di ogni colore della pelle. Senza distinzione alcuna. Ma no. Manco a dirlo, per il Gesuita Argentino i fratelli sono esclusivamente i migranti clandestini, vero chiodo fisso di Bergoglio.
Gli stessi migranti che il Papa ha voluto omaggiare con la novella barcaccia, una scultura in ferro ubicata davanti al colonnato del Bernini che, al di là del gusto dell’opera che non si discute, non si intona, se non è proprio fuori luogo con il contesto artistico della piazza di Città del Vaticano. Il messaggio… una vera croce.
Quei migranti ricordati l’ultima volta la scorsa domenica nella miliardesima Giornata dell’Anno Domini in corso e non ancora concluso, a loro dedicata che, come tutte quelle dedicate a qualcosa, non serve proprio a niente e che sembra infastidire un numero sempre maggiore di fedeli che sente questo Papa distante dal Cattolicesimo e dai Cattolici. Tanto che alcuni noti vaticanisti hanno addirittura messo in discussione la validità della sua nomina, a partire dalla sede vacante mai proclamata e condizione essenziale per dare corso alla nuova elezione.
Più di qualche sospetto sembra aver dato anche il fatto che Francesco non si sia mai definito Papa, ma solo Vescovo di Roma. Ma volendo lasciare da parte questi tecnicismi, Jorge Mario, dallo schiaffo e la strattonata alla cittadina cinese in Piazza San Pietro a Capodanno, sta facendo parlare di sé un giorno sì e l’altro pure.
Ha fatto sapere che non avrebbe ricevuto il Segretario di Stato degli Stai Uniti Mike Pompeo perché Sua Santità non riceve personalità politiche impegnate in campagna elettorale – ma da quando? – per non dare adito a fantomatici schieramenti e farlocche sponsorizzazioni. Dimenticando, però, che solo alle scorse elezioni, praticamente tutti i (suoi) politici hanno ricevuto la sua benedizione: da Giuseppe Conte a Matteo Renzi, da Casini a Zingaretti e persino la “pompista” Emma Bonino premiata con tanto di elogio. Per cosa non si sa.
Tutti, eccetto Matteo Salvini, unico destinatario del gran rifiuto.
Ma Jorge Mario non ha trovato tempo – e chissà perché – nemmeno per ricevere il cardinale cinese Joseph Zen che candidato non è e che nonostante la veneranda età di 90 anni, su espressa chiamata proprio del suo “capo”, ha volato da Hong Kong in Vaticano per perorare la causa della Chiesa cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Un calvario quello del prelato dagli occhi a mandorla durato ben quattro giorni. Un tempo non sufficiente a quanto pare per espiare la “colpa” della inopportuna opposizione alla nomina di Peter Choi alla soglia vescovile di Hong Kong. Uomo vicino al presidente Xi Jinping e quindi, secondo il prelato ( ma non solo lui) pericoloso per le sorti del mondo cattolico cinese.
Ma i dittatori comunisti, almeno per quanto riguarda Bergoglio, non sono poi tutto questo male. Visto che, sempre in questi giorni, dopo che il Paese del Dragone ha provveduto a rimpinguare le casse vaticane impoverite, nel nostro Paese dal crollo dell’8X1000 determinato dal lockdown, si é saputo del “sacco Vaticano”: un ammanco di 20 milioni di Euro per l’acquisto di un immobile di lusso a Londra. Una operazione a più mani, tra cui anche quelle del “benedetto” Giuseppe Conte che dal soglio di Pietro oggi siede a Palazzo Chigi.
Svuotato anche l’Obolo di San Pietro ovvero il fondo destinato alla carità. Prosciugato per mezzo milione anche il conto personale del Papa. Che dovrebbe fare notizia. Forse più di tutte. Come è possibile che un Papa abbia un conto proprio? Come è possibile che un Papa che predica semplicità e povertà abbia un conto con più di mezzo milione a sua disposizione? Ancora peggio se quel papa si chiama Francesco! Che rifugge il lusso e disdegna le comodità e i privilegi riservati al Sommo Pontefice. A partire dalla croce aurea che porta al collo (e oggetto di sorprendenti interpretazioni) per arrivare all’anello piscatorio passando per la sede del suo apostolato.
In principio fu grande l’operazione di immagine sull’attuale Papa che, però, adesso potrebbe ritorcersi contro. Una sorta di contrappasso del terzo millennio. L’epoca che ci ha fatto vedere un Papa che teme la morte e che spera nel vaccino per la salvezza, che non disdegna di baciare i piedi agli Imam, che definisce Gesù “brutto, sporco e cattivo”, che mette in dubbio persino il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, che ama lo spread, che predica che Dio è migrante e Satana un sovranista.
Sarà un caso, ma proprio nel giorno della visita in Vaticano di Mike Pompeo, i conti correnti papali e del Vaticano sono stati bloccati. Nessuna possibilità di inviare e ricevere denaro da e verso il Vaticano con il classico vaglia internazionale. Quindi il denaro della Santa Sede può circolare solo entro le proprie mura. Non è spicciola dietrologia o fantasioso complottismo: il PDF del foglio informativo è disponibile anche sul web, nella sezione trasparenza bancaria di Poste.
Qualcosa sta succedendo, ma al Governo la chiamano ancora Via della Seta. Un tappeto porporato “rosso-cardinale” a cinque stelle per meglio scivolare verso oriente, verso un nuovo padrone cui si deve obbedienza e riconoscenza a danno di fedeli e fedelissimi traditi. Un nuovo battesimo a partire dal cognome, da Bergoglio ad un (più giusto) papa Badoglio che se non è una scadente imitazione, non è, altresì, neanche il Vicario di Cristo in Terra. Quello che abbiamo visto non può essere il Papa della Cristianità. No, non è Francesco!

PROROGA DELLO STATO DI EMERGENZA AL BUIO: una dittatura insopportabile dietro la quale si nascondono oscuri segreti ed incoffessabili interessi. L’Italia deve tornare alle urne!!

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Le Agenzie di stampa informano che il Governo ha ormai deciso per la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio. Verrà anche chiesto alle Regioni che avevano consentito eventi sportivi al chiuso con più di 200 persone, ad esempio nei Palasport, arrivando a un’occupazione del 25 per cento degli spazi, di ritornare sui loro passi. Queste le due misure principali del DPCM che il Consiglio dei Ministri discuterà lunedì e che il Ministro della Salute presenterà martedì in Parlamento. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale dovrebbe esserci mercoledì. La domanda che ci poniamo è questa: su quali basi il Governo proroga lo stato di emergenza? Il CTS ha prodotto altri elementi scientifici a base di tale decisione? Si possono leggere gli atti o sono oggetto di nuove secretazioni? Intanto in Europa lo stato di emergenza è cessato da tempo. I dati che si ricavano dai report del Parlamento europeo e dalle informazioni della stampa, veniamo a conoscenza che, ad oggi, lo stato di emergenza è ancora in vigore solo in Italia. In Lituania vige lo stato di “situazione estrema”, che durerà fino a una prossima valutazione di merito. Tutti gli altri Paesi che avevano dichiarato lo stato d’emergenza ne hanno invece già dichiarato la cessazione. Il primo Paese a farlo é stato il Portogallo, il 4 maggio, mentre l’ultimo Paese é stato il Lussemburgo, il 24 giugno. Per quale motivo dunque solo nel nostro Paese, mentre altrove la pandemia Covid ha numeri ben più elevati, si continuerà ad adottare un sistema di procedure di emergenza in violazione delle regole ed in funzione di quali interessi? Dovremo aspettare un magistrato che, singolarmente, dalla violazione di norme, procedure o, peggio, di dazioni di utility, possa trarre notizie di reato e procedere contro i responsabili?Occorre una forte mobilitazione popolare: l’Italia deve rientrare nelle regole e sconfiggere una dittatura sempre più odiosa ed insopportabile di un Governo illegittimo.
L’Italia deve tornare alle urne !!

Vicenda Ospedali Covid: la Corte dei Conti intensifica gli accertamenti !!

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Si fa più “stringente” la vicenda degli otto esposti-denuncia presentati alla Procura della Repubblica di Napoli dall’On. Marcello Taglialatela, Presidente dell’Associazione Campo Sud, in ordine alle procedure di acquisto dei 3 Ospedali prefabbricati anti covid di Napoli, Salerno e Caserta.
Proprio ieri, su queste colonne, abbiamo pubblicato la notizia della presentazione dell’ultimo esposto (l’ottavo, per la precisione!) che focalizzava l’attenzione sulla fornitura di ben 72 ventilatori polmonari, risultati non corrispondenti alle caratteristiche tecniche richieste dalla Regione Campania e indicate espressamente nel bando di gara per la fornitura di questi indispensabili presidi medicali di rianimazione. Inoltre, l’esposto segnalava un ulteriore “dettaglio” tutt’altro che trascurabile: il libretto di istruzione d’uso per il funzionamento delle apparecchiature medicali, risultavano stampate esclusivamente in lingua straniera, rendendo improbabile e, allo stato, ulteriormente inutilizzabili le apparecchiature salva vita in discorso.
Queste circostanze davvero inquietanti sembrerebbe essere emerse da apposite relazioni tecniche predisposte da Società specializzate e incaricate proprio dalla Regione Campania e dall’ASL NA 1 di monitorare e verificare la funzionalità delle attrezzature medicali oggetto dell’appalto e recentemente consegnate alla ASL di Napoli. Così come espressamente imposto dalle normative vigenti in materia di appalti pubblici. Le conseguenti e puntuali note di riscontro della Società, in ordine alle verifiche, monitoraggio e collaudo dei ventilatori polmonari, note con le quali si evidenziavano le difformità e la inidoneità delle apparecchiature medicali oggetto di appalto, risulterebbero tutt’ora disattese dall’ASL NA1.
Ma la notizia per certi versi nuova e confortante per il prosieguo delle indagini in corso, ci viene proprio dai Palazzi della Procura Regionale della Corte dei Conti, da dove sono pervenute ufficialmente le richieste di acquisizione della documentazione prodotta dall’On. Taglialatela a corredo dei suoi dettagliati e diversi esposti-denuncia presentati in questi mesi alla Procura della Repubblica di Napoli. Secondo fonti provenienti proprio dai Palazzi della Corte dei Conti, la Magistratura contabile avrebbe già acquisito una notevole mole di atti e documenti sensibili, in ordine ai possibili danni erariali e patrimoniali prodotti in danno della Regione Campania nello svolgimento ed esecuzione della gara d’appalto degli Ospedali prefabbricati di Napoli, Salerno e Caserta.
E anche gli elementi emersi nella fornitura dei ventilatori polmonari non idonei e, perciò stesso, non utilizzabili, costituiscono fattori evidenti di sperpero di risorse pubbliche e, pertanto, degni di “osservazione”, approfondimento e valutazione degli eventuali profili di responsabilità dei soggetti deputati alle diverse fasi della gara d’appalto, tutt’ora sotto la lente di ingrandimento delle Autorità Inquirenti.

Che s’ha da fa pé campà !!

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Lo scorso aprile, ovunque in Campania, in Italia, nel mondo ci si apprestava a a vivere la cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza sanitaria (mai ufficialmente dichiarata) dovuta al Covid-19. In Campania, il governatore uscente e riconfermato Vincenzo De Luca sparava le sue cartucce (delle gag) “migliori”. Era il momento della richiesta di ripresa della movida, della voglia di rinascita dopo essere stati confinati in casa, dei lanciafiamme e dei “cazziatoni” ai runners, ai cani incontinenti e ai suoi padroni. Il momento della “gloria” di De Luca che vantava mirabili successi dovuti alla sua eccezionale gestione dell’emergenza che l’ha fatto conoscere il tutta la penisola quando anche il Pd, partito di appartenenza e provenienza, si era dimenticato di lui al punto da non volerlo nemmeno ricandidare. Era il tempo degli annunci tronfi e ad effetto, il tempo di De Luca “salvatore” del Regno delle Due Sicilie che, grazie al suo pugno di ferro, aveva salvato la non sua Napoli e la non sua Campania. Era il tempo del successo che si traduceva in “affari”, in campagne acquisti, in promesse di collaborazione politica per tentare la riconferma a Palazzo Santa Lucia. Ed era anche il momento degli insulti verso gli untori lombardi e nordici in generale, quello delle critiche alla gestione dell’emergenza, quello in cui, da sciacallo e avvoltoio che trasforma in preda i morti della Lombardia issando la sua personale bandiera per la ricandidatura, derideva i suoi omologhi che si erano fermati a contare i morti di/per Covid.
Risale proprio a questo periodo, allo scorso aprile, un documento solo recentemente “secretato” per dirla con il Governo che non (?) opera con il consenso delle tenebre, ma il cui Presidente è ugualmente all’oscuro di tutto – dall’appalto dei banchi con le rotelle all’aumento retroattivo dello stipendio del presidente dell’INPS Pasquale Tridico – in cui la Regione Campania (dunque Vincenzo De Luca) conferma che i pazienti nefrologici e da dializzare degenti presso l’Ospedale Scarlato di Scafati (SA) sono stati messi in reparti Covid perché positivi al tampone.
Già da aprile!
Se si potesse scendere ai livelli di De Luca egli, a parte invertite, avrebbe sicuramente detto che chi disprezza vuol comprare. E lui, nell’ospedale scafatese, tra Napoli e Salerno, tra casa e putèca, non pensava forse di creare-per-ripetere una sorta di Bergamo campana?
E tutte le misure drastiche atte a prevenire e di cui vantava la paternità assoluta, il vessillo campano brandito – infangandolo – in nome di una sorta di macabro-federalismo, le richieste di giusta equità tra Nord e Sud dello Stivale, gli appelli affinché il Meridione ricevesse ciò che gli spetta e che viene sottratto dal Settentrione, millantati e sciorinati anche nell’ultima ospitata nel salotto di Bruno Vespa (datec’ ‘e sorde!) che fine fanno? Che fine hanno fatto?
Quale rispetto, se non per i morti, almeno per i vivi ovvero per quel personale medico e paramedico – in primis dell’ospedale Pascale o del Cotugno – che con deontologia, professionalità, impegno, e sacrificio sono diventati veramente il modello Italia per persone che non sono cialtroni prestati alla politica e improvvisatisi tali, ma riconosciuti da gente del mestiere, di periti stranieri e studiosi finanche d’oltreoceano?
Dopo le numerose denunce presentate dall’on. Marcello Taglialatela, presidente dell’Associazione Campo Sud, e di cui troverete ampie notizie in primis su questo giornale, Vicienzo cosa dirà di quest’altro suo modo criminale e truffaldino di gestire l’emergenza, o meglio di crearne un’altra ad hoc, opportunamente e opportunisticamente, affinché potesse continuare a fare lo sceriffo terrorizzando la gente, mentre dai suoi corregionali amministrati e ammaestrati veniva pagato e votato per governare la più importante regione del Sud Italia?
Questo è il Vincenzo De Luca scelto 5 anni or sono e confermato oggi. Quello che vi ha fatto ridere mentre lui rideva di voi, quello che è riuscito a spacciarsi per ciò che non è e che, forse troppo tardi, si sta rivelando per ciò che è.
Al netto del punto di vista col quale si potrà leggere la vicenda e delle scuse (ma quali?) che lo stesso vorrà accampare per tentare di giustificarsi se non nelle aule della Giustizia, quantomeno con l’opinione pubblica, questo modo di operare risponde ad un sola parola: VERGOGNA!
E questo è solo ciò che è venuto fuori, quello che è stato capace (finora) di fare per non mollare ancora lo scranno. Dove possa arrivare il suo egoismo malato lo sa solo lui. Noi speriamo di non doverlo appurare mai.
Capiamo l’agone politico, la competizione e la voglia di esserci, ma la politica non si fa sulle spalle dei cittadini e men che meno su quelle dei malati. Questa è una pura opera di sciacallaggio, un atto criminale e un modo di non tutelare per nulla la salute. Pubblica e personale. È solo un modo di fare cassa speculando sulle disgrazie di povericristi prestatisi a loro insaputa ad un gioco sporco mentre chiedono aiuto ed esercitano – almeno tentano – soltanto il diritto di essere curati e quindi quello alla vita. La vita……. Presidente………questo se fa pe’ campà !!

Assoluzione per Nicola Cosentino. Cancellata la condanna inflitta in primo grado!

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” Sono felice per l’assoluzione. ma nessuno potrà mai cancellare la mia sofferenza e quella dei miei familiari”
Sono queste le prime parole, nell’aula del Tribunale, al termine della lettura del verdetto di assoluzione pronunciata dai giudici della Corte di Appello di Napoli e affidate ad un giornalista dell’Agenzia ADN Kronos presente in aula.
Nicola Cosentino, ex Parlamentare di Forza Italia ed ex Sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi esce dal tunnel nel quale era entrato, suo malgrado, circa 9 anni or sono a seguito di indagini della DIA di Napoli su presunte iniziative imprenditoriali del clan dei Casalesi nel casertano.
Quattro anni di vita trascorsi tra carcere e arresti domiciliari. Una condanna a 5 anni e mezzo di reclusione per una presunta “pressione” su un direttore di banca perchè concedesse un finanziamento di 5 milioni di Euro per la costruzione di centro commerciale a metà strada tra Casal di Principe e Villa di Briano, nel Casertano. Centro commerciale tra l’altro mai realizzato, ma fortemente gradito ai Casalesi, secondo le accuse formulate dai giudici del Tribunale di Napoli.
Nicola Cosentino torna a casa. Libero!
Questo é quel che conta in questo momento.
Il tempo delle riflessioni su quanto di tragico sia accaduto, la probabile e forte consapevolezza che il suo ruolo politico di primo piano in Forza Italia e forse troppo vicino a Silvio Berlusconi abbia di fatto dettato e “confezionato” le sue disavventure giudiziarie, passano in secondo piano. Ora occorre soltanto godersi questi momenti preziosi ed unici, tra gli affetti insostituibili della famiglia e provare a recuperare la serenità brutalmente sottratta.
Il Direttore e il Comitato di Redazione di Campo Sud formulano all’amico Nicola i più sinceri rallegramenti per l’esito favorevole di questa terribile vicenda conclusasi con una assoluzione piena. Sentenza che ripaga solo parzialmente delle sofferenze patite dall’uomo e dal padre di famiglia.