Ci eravamo imposti di attendere il rientro in Patria dei nostri connazionali. Che sbarcassero su quel molo del porto di Mazzara dal quale erano partiti ben 108 giorni orsono. Abbiamo atteso che riabbracciassero i familiari e che partissero i sacrosanti festeggiamenti della cittadinanza Mazarese per i loro concittadini così lungamente provati da una prigionia tanto ingiusta quanto inconcepibile e inaccettabile per un Paese civile e democratico.
Abbiamo voluto che fossero spenti i riflettori su questa tristissima vicenda dei nostri marittimi e, soprattutto, abbiamo atteso che “sfumassero” le immagini immancabili e “premeditate” di Ministri e Capi di governo che, sapevamo bene, avrebbero colto il ritorno in Patria dei pescatori siciliani come una ghiotta occasione di passerella politica che sancisse il raggiungimento di un grande risultato politico e mediatico per il governo in carica.
A Napoli diremmo che costoro “hanno scambiato fischi per applausi”. Prova ne sia che la consueta passerella in Patria, magari all’Aeroporto militare di Ciampino, nella Capitale, questa volta non c’é stata. E non si sono visti neanche sul molo di Mazzara del Vallo, ove i nostri marittimi sono stati accolti (famiglie a parte) dalle sole Autorità locali che tanto si erano spese per la loro liberazione in questi interminabili tre mesi. E allora? La solita messinscena questa volta non c’é stata, vi domanderete?? Per carità, non sia mai detto! Questa volta la passerella i nostri ministri sono andati a “percorrerla” addirittura in Libia. Accanto all’aguzzino e organizzatore del sequestro dei nostri pescatori.
Quel tale generale Haftar, omaggiato e riverito sino in patria, oltre quel mar Mediterraneo che costui utilizza per le sue finalità predatorie o che insanguina con le migliaia di migranti che perdono la vita stipati su imbarcazioni improbabili, nel tentativo di fuggire verso l’Italia e l’Europa. Si proprio lui, il “mitico” generale Haftar, ritratto con il Primo Ministro Italiano e quello degli Esteri due giorni prima della liberazione dei nostri marittimi, ad annunciare al mondo intero la imminente liberazione degli uomini da lui stesso sequestrati. Quel Generale Haftar che incassa milioni di Euro dall’Italia e dalla Unione Europea per contenere e dissuadere le partenze dei migranti dai porti libici e che, al contrario, trova il tempo di mandare le sue motovedette a sequestrare pescherecci stranieri in acque internazionali, con azioni di autentica pirateria del terzo millennio. Ma quel che é assolutamente più grave e inconcepibile della iniziativa degli uomini di governo che ci ritroviamo, é la legittimazione politica che questi ultimi hanno concesso, forse inconsapevolmente, al “pirata” libico, che si sentirà autorizzato, nel prossimo futuro, a minacciare e sequestrare ancora altri pescherecci (italiani soprattutto)
in navigazione in quelle acque internazionali. Tanto dopo un po’ di “vacanza forzata” dei malcapitati di turno, ci sarà qualcuno che andrà sino a Bengasi a ringraziarlo e omaggiarlo. E magari a lasciargli anche un considerevole “risarcimento” economico per il disturbo!! “Potenza ed efficacia” della attuale politica estera del nostro Paese……
Ma siamo ormai alle porte del Natale più tormentato e difficile degli ultimi 50 anni e il rientro dei nostri connazionali in Patria ci ripaga certamente delle angosce di questi giorni bui. Sapere che questi padri di famiglia potranno trascorrere un Natale sereno con i propri congiunti, dopo tante paure e privazioni, rende più felice tutti noi che abbiamo trepidato per loro. Auguri ragazzi. Buon Natale di vero cuore da tutti gli Italiani degni di questo nome e di questa terra meravigliosa.
Delle follie, del pressapochismo e della inadeguatezza degli uomini di governo di questo Paese torneremo a parlare presto. Una banda di improvvisatori che “scambia i fischi per applausi” e che non si rende conto dei danni che produce. Come la vostra terribile disavventura dimostra!
I nostri marittimi finalmente liberi, ma il Governo confonde i fischi per applausi !!
Ancora una interessante iniziativa del Forum per la Città : Campo sud intervista l’On. Bruno Esposito
L’Onorevole BRUNO ESPOSITO é stato Consigliere Provinciale di Napoli dal 1980 al 1995 e poi Consigliere Regionale della Campania nel ruolo di Presidente del Gruppo Consiliare.E’ stato anche l’ultimo Segretario della Federazione Provinciale del MSI partenopeo e quindi il primo Presidente Provinciale di Alleanza Nazionale. Per molti anni componente del Comitato Centrale del MSI e poi di Alleanza Nazionale. Con lo scioglimento del MSI e la nascita del PDL, Bruno Esposito é stato fondatore, con Francesco Storace, de “LA DESTRA” ricoprendo il ruolo di Responsabile della Organizzazione. E’ attualmente Presidente della Associazione politico-culturale dei VOLONTARI per L’ITALIA ed animatore di numerosi eventi ed iniziative per il riscatto della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia.
D: Napoli attualmente, dopo molti anni di assenza, può contare su numerosi suoi cittadini che ricoprono incarichi ministeriali ed istituzionali. Quali sono stati i risultati e quali le aspettative.
R: Napoli ha già conosciuto una forte presenza di esponenti politici di vari partiti, assurti alle maggiori cariche dello Stato ed al vertice degli stessi partiti di maggioranza, all’epoca della cosiddetta tangentopoli napoletana, che fu una stagione di enorme corruzione e di clientelismo, che ancora pesa sulla situazione politica, sociale ed economica della Città.
Oggi c’è di nuovo una forte presenza di napoletani nelle Istituzioni di ministri, sottosegretari, presidenti di organismi parlamentari di prima grandezza ed in ruoli decisivi nei partiti di governo, senza che nessuno di loro abbia contribuito, nè singolarmente, nè di concerto, ad una visione, ad un’idea di futuro, di sviluppo, di prospettiva, di progetto per Napoli e per la sua area metropolitana.
Il giudizio dunque è molto severo: anche qui i napoletani dovranno rivedere drasticamente le loro scelte a tutti livelli, se vorranno conoscere una nuova stagione di riscatto.
D: Quale Piano di Sviluppo ritiene sostenibile per Bagnoli, Area Portuale e Napoli Est.
R: Credo che la nuova amministrazione municipale debba assumere in prima persona, eliminando ogni società strumentale, fonte di inefficienza e di sprechi, il problema dello sviluppo dell’area di Bagnoli e dell’area portuale e di Napoli Est, le due grandi aree ove insistevano attività industriali dismesse che avrebbero dovuto e potuto rappresentare il futuro di Napoli e della città metropolitana grazie ad una loro importante ed incisiva riqualificazione.
Le amministrazioni di sinistra inette, incapaci e corrotte hanno sostanzialmente lasciato le aree dismesse dalle preesistenze industriali dilapidando ingenti risorse per il risanamento delle stesse ed evitando che si determinassero le condizioni di appetibilità per investimenti pubblici e privati.
In qualsiasi altro posto del mondo sarebbero accorsi capitali ingenti per valorizzare le aree e determinarne lo sviluppo. Ma per fare questo occorreva una classe dirigente lungimirante con un grande progetto (per NAPOLI CAPITALE dicemmo) grazie alla intelligente rilettura del territorio che, come sosteneva il compianto Antonio PARLATO, era esso stesso a dover dettare, forte delle sue vocazioni, il progetto stesso.
Occorreva mettere in campo le migliori energie intellettuali con un Concorso internazionale di idee che dopo oltre trent’anni è stato finalmente bandito da Invitalia e di cui si aspettano ancora i risultati.
Dal sito di Invitalia leggiamo che la prima fase del concorso si è conclusa il 7 gennaio 2020 con 36 candidature presentate da 160 grandi studi di architettura, 40 dei quali internazionali, specializzati nella progettazione di parchi urbani e di waterfront.
Alla seconda fase del concorso hanno avuto accesso le 20 migliori candidature selezionate sulla base delle esperienze accumulate nella realizzazione di progetti con analoghe caratteristiche. La seconda fase si è conclusa il 4 agosto 2020 con l’invio dei progetti che saranno valutati da una commissione composta da esperti indicati da Regione, Comune, MIBACT/Soprintendenza, Invitalia e Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia.
Mi auguro che questa possa essere la volta buona a patto che le prossime elezioni rappresentino finalmente un punto di svolta.
D: Come combattere nelle periferie emarginazione ed emergenza sociale.
R: Anche in questo caso occorre recuperare una visione di alto profilo: “mai più periferie in Napoli futura“ fu il tema di un’azione condotta in profondità negli anni 90 dalla destra napoletana con la creazione addirittura di una struttura che chiamammo “Alleanza periferie“ che rilanciò il tema della centralità di tutte le aree urbane con una nuova interconnessione ed un piano di risanamento urbanistico e di rottamazione e sostituzione dell’edilizia fatiscente, un piano che potesse accedere a risorse straordinarie, anche mediante l’approvazione di una legge speciale per Napoli , dedicata appunto alla ristrutturazione urbanistica della città di Napoli e della sua area metropolitana.
D: Come rilanciare e coordinare il ruolo della Città Metropolitana
R: Credo che si possa tranquillamente affermare che l’istituzione della città metropolitana è stata un gigantesco fallimento istituzionale: è servita solo ad eliminare la democrazia, la possibilità cioè dei cittadini di scegliere i rappresentanti in seno all’assemblea dell’Ente. Bisognerà rivedere l’istituto stesso per determinare le reali condizioni di gestione dell’area metropolitana. Oggi è solo un Ente che vive in un cono di ombra dove il clientelismo e la malapolitica costituiscono la modalità di governo delle risorse e di camera di compensazione consociativa con le cosiddette opposizioni.
D: Quale eredità De Magistris lascia alla città dopo 10 anni di governo.
R: Il sindaco de Magistris lascia un’eredità pesantissima di problemi irrisolti, con una situazione finanziaria disastrosa. Chiunque gli subentrerà dovrà per forza di cose sollecitare un intervento del Governo che possa consentire alla nuova amministrazione di ripartire da zero, diversamente la città di Napoli continuerà a sprofondare nel collasso di tutti i servizi pubblici nessuno escluso.
Ci vuole davvero grande coraggio per assumersi la responsabilità di candidarsi alla guida di una situazione così gravemente compromessa, ma Napoli non può morire, ha vissuto grandi tragedie nella sua trimillenaria storia e poi ce l’ha fatta, è risorta da guerre, pestilenze, terremoti devastanti.
Ce la farà anche questa volta con il concorso degli uomini e delle donne di buona volontà, che esistono e che devono avere la forza ed il coraggio di riprendere nelle mani il loro futuro e quello dei loro figli.
De Luca e De Magistris : dei due l’uno. O nessuno dei due!
A De Luca lasciamogli riconosciuta almeno la coerenza. Lo aveva detto nel consueto appuntamento para-istituzionale e simil-propagandistico (della Croce del venerdì) , quando da Palazzo Santa Lucia aveva tuonato “QUEST’ANNO NATALE E CAPODANNO NON ESISTONO!”.
E così… è stato. Nel senso che si è voluto sostituire allo Stato, o quel che esso fu, al Governo che opera – almeno ufficialmente – per mano del CTS, il Comitato Tecnico Scientifico. Chiamato quest’ultimo, a governare al posto del Governo, che alla fine non ascolta nessuno e agisce di testa propria.
De Luca raggruppa in sé la doppia carica di Presidente della Giunta Regionale e di Delegato alla Sanità per cui lui sa cosa deve fare e fa ciò che vuole. Quindi se ne frega di ciò che gli esperti, almeno sulla carta, nazionali e locali, consigliano di adottare e forniscono al Governo le indicazioni da dettare. Per cui lo Sceriffo, come d’altronde il Contebis, fa di testa propria. Se ne frega se la sua ultima ordinanza pare avere – almeno a rigor di logica giuridica – sembianze di illegittimità. Così come fa notare il Sindaco del comune di Chiusano San Domenico (AV) De Angelis, che sottolinea:
“Al fine di assicurare la “riductio ad unum del regime giuridico nazionale e delle Regioni, gli artt. 2 e 2 del D.L. n. 19/2020 hanno introdotto limiti stringenti al potere di adottare ordinanze regionali e comunali. L’art. 2 co. 2 del suddetto decreto ha previsto che, nelle more dell’adozione del DPCM e con limitata efficacia fino a tale momento, la competenza di adottare atti, in casi di estrema necessità e urgenza per situazioni sopravvenute, è esclusivamente del Ministro della Salute e non più del Presidente della Regione o del Sindaco. Un DPCM è un atto amministrativo che può essere ristretto da un’ordinanza regionale solo se una fonte superiore lo consente. Come si vuol restringere una libertà personale con un’ordinanza se l’atto che disciplina la materia non è un atto amministrativo ma un decreto legge?”.
Ma De Luca fa spallucce e se ne frega anche dei contagi in calo; se ne frega se l’indice di mortalità campana è il più basso d’Italia; se ne frega se la Campania ne sta uscendo meglio di tutti (questo l’ha detto lui!); se ne frega se i commercianti e in particolare i ristoratori, si sono adeguati ai deliranti ordini del numero chiuso nei locali, del conteggio della presenza dei commensali; della registrazione dei clienti; della rilevazione della temperatura corporea degli utenti; della distanza tra i tavoli; delle barriere in plexiglass di separazione tra i clienti; dell’obbligo di gel, guanti e mascherine; dei debiti che le partite IVA si sono accollati per non chiudere le attività; dell’ulteriore “salasso” cui si sono obbligatoriamente sottoposti (i ristoratori etc.) per riaprire almeno in questi giorni di festa, così come da autorizzazione del governo nazionale. Ma lo sceriffo, senza timori, se ne frega e chiude !
Siamo al De l-irio di De Luca.
E poiché le cattive notizie (e non solo loro!) non viaggiano mai da sole, passiamo da palazzo a palazzo, da del-irio a dem-enza.
Da palazzo San Giacomo, immediata si leva l’eco di Giggino de Magistris, sindaco forzatamente salvato e socialmente rimpastato. E poiché ci ha abituato a passare dalle implorazioni mediatiche al governat(t)ore campano che sembrano le
7 piaghe, al fine di essere coinvolto nelle decisioni dell’unità di crisi, fino a dire nero se De Luca avesse detto rosso, Nord se Vicienzo diceva Sud e paragonare una città metropolitana nientepopodimeno che ad una Nazione quale il Giappone, a cui solo saremmo (stati) secondi, in soli sessanta minuti compie un quadruplo salto mortale carpiato, mezzo rovesciato, con diversi avvitamenti a sinistra e qualcuno pure a destra, arrivando addirittura al centro: il Primo Cittadino è stato veramente (in)capace di emanare un’ordinanza che rafforzasse le de-luc(r)ate di Vicienzo, salvo poi insorgere per annullare ciò che egli stesso aveva partorito. Per poi concludere con l’invito al Presidente di annullare anche l’ordinanza regionale!
Siamo ben consci che, ormai, viviamo in uno stato di diritto alla rovescia, quindi storto, come questa Italia sfasciata, dove i primi non sono gli Italiani, dove ai malati si chiede di non andare in ospedale, dove i sani sono definiti asintomatici, dove quando qualcuno augura il “bene”, si assiste a delle terribili sciagure che proprio a Napoli assumono un rilevante significato apotropaico. Ma quest’anno che Natale si festeggia senza il “Santo Bambinello” ? E che Capodanno sarà questo inizio di un nuovo anno tristemente uguale a quello vecchio? E in questa realtà greve e pesante quali saranno gli auguri che ciascuno di noi formulerà ai nostri parenti ed amici? Sarà il caso di limitarci ad augurare a tutti tanta buona fortuna. Ridotti come siamo, ogni Italiano ne avrà davvero bisogno!
Ancora una intervista esclusiva del Forum per la città di Napoli : Campo Sud intervista l’Avv. Gaetano Brancaccio.
Gaetano Brancaccio é un apprezzatissimo Avvocato vomerese, Portavoce del Coordinamento di numerose Associazioni Civiche riunite in “INSIEME PER NAPOLI”. Associazioni Culturali e di Volontariato Sociale che si battono da lungo tempo e con importanti risultati di coinvolgimento popolare, per il riscatto della nostra Città. L’Avvocato Brancaccio é , inoltre, Presidente dell’Associazione “Mario Brancaccio” che ogni anno destina il ricavato di un CINEFORUM, iniziativa artistico-culturale molto seguita in città, per destinarne i fondi al recupero di “pezzi” pregiati del grande patrimonio artistico della Capitale del Mezzogiorno d’Italia, mediante interventi conservativi e di restauro monumentale.
D: Napoli attualmente, dopo molti anni di assenza, può contare su numerosi suoi cittadini che ricoprono incarichi ministeriali ed istituzionali. Quali sono stati i risultati e quali le aspettative.
R: Penso che la prospettiva in cui collocare gli attuali “risultati” dell’inserimento dell’Italia nella Comunità Europea non debba e non possa essere collegata a singole personalità e a singoli individui. La cura di un Paese , ma anche di una singola Città non può e non deve dipendere dal singolo, dall’eletto, dal candidato: è questa prospettiva, in qualche modo individualistica e miope, che conduce poi a riporre speranze che poi si rivelano infondate, ad esaltare e talvolta poi a deprecare il singolo uomo, il singolo partito oppure, genericamente tutti i partiti, tutti i “politici”. I risultati e le aspettative in Europa, come in città, dipenderanno dall’esistenza di squadre competenti, coese, e, soprattutto, molto molto proiettate ad una visione di interesse collettivo attuale e futuro. Ed è proprio forse la mancanza del senso di squadra che potrebbe frenare le aspettative proprio ora che un risultato di coesione si è raggiunto.
D: Quale Piano di Sviluppo ritiene sostenibile per Bagnoli, Area Portuale e Napoli Est.
R: Il Piano per la Città di Napoli deve essere un Piano per la Città: la visione di quartieri, zone, aree dismesse, interventi su aree è una visione legata a vecchi schemi dell’urbanistica, dove il punto di partenza decisivo era lo zoning, l’individuazione di aree destinate a questa o a quella funzione pubblica e privata. Mentre sul piano internazionale ed in genere in Italia si è operato un salto di qualità e si ragiona in termini di vocazioni di un territorio, che comprende l’intera città, o la città metropolitana o Regioni e perfino tutto il Sud, attardarsi nella localizzazione degli interventi non ha senso: il salto di qualità deve anche passare per una visione più ampia, più aperta alla sinergia, allo sviluppo, protesa alla qualità della vita e all’efficienza ed efficacia del pubblico intervento, posto che le risorse che dovranno essere messe in campo sono e dovranno sempre più essere quelle della collettività.
D: Come combattere nelle periferie emarginazione ed emergenza sociale.
R: Ed anche qui il discorso è collegato: è proprio il concetto di “periferia” che dovrà essere superato. Aveva un senso nella visione della Città con un Centro Storico nel quale erano concentrate ed assemblate tutte le funzioni decisive e nei quartieri satelliti, sostanzialmente dormitorio, attraverso il tipo di edilizia che si realizzava, si è concentrata la popolazione per strati creando ghetti dorati, quartieri da ceto medio, quartiere sovrastati da interventi di edilizia residenziale pubblica, troppo spesso di infima qualità. E ciò di per sé ha creato la “questione” delle periferie. Proseguire su questi percorsi è antistorico e non potrebbe condurre che alla stratificazione di altri fallimenti. Né è sufficiente un insediamento casuale ed isolato ad apportare strutturali modifiche al singolo quartiere. Tutto dovrà essere ripensato modificando la prospettiva e con lavoro di squadra.
D: Come rilanciare e coordinare il ruolo della Città Metropolitana
R: L’istituto, alle origini, è nato da esigenze concrete e reali. In Italia ci si era resi conto che pianificare la viabilità, i trasporti, le funzioni produttive e gli insediamenti pubblici e privati in una dimensione “comunale” non aveva molto senso e che si dovevano costituire organismi di incontro per aree omogenee. Ma poi tutto si è perso in nomine, candidature, sindaci di capoluogo promossi sul campo …… spartizioni etc. Il Covid , purtroppo, ha mostrato il senso ed il significato di una programmazione a livello di città metropolitana…… ed ha anche mostrato l’assenza attuale di questa entità. La miopia della politica che ha guidato la città metropolitana ha colpito a morte il compito che la riforma aveva dato alle aree metropolitane cioè analizzare problemi e servizi su una scala molto più ampia, risolvendo problemi quali trasporti e rifiuti che non possono fermarsi ad una analisi tutta interna alle mura cittadine. Ma tale miopia ha colpito anche e per converso il necessario decentramento amministrativo negli enti di prossimità, come le municipalità, che sono state private di risorse e compiti. Pensiamo alla manutenzione che con risorse e squadre di manutentori si sarebbe dovuto e potuto organizzare per quartieri e strade, con una catena di responsabilità e tracciabilità degli interventi molto più efficiente della attuale, tutta demandata al “carrozzone” centralizzato ed inefficente Napoli Servizi.
D: Quale eredità De Magistris lascia alla città dopo 10 anni di governo.
R: Vorrei tornare al mio ruolo di avvocato civilista: de Magistris lascia una eredità da accettare con il beneficio dell’inventario. Saranno i cittadini, i diretti interessati, gli imprenditori presenti in città e quelli che, sperabilmente, vorranno scegliere Napoli come nuova sede per i loro investimenti a valutare, di volta in volta, le certe opportunità che la Città offre e che, in qualche modo, sono state evidenziate. Purtroppo all’interno della macchina amministrativa lascia una eredità di macerie e, contando sulle risorse interne, si dovrà effettuare una vera e propria ricostruzione ritornando al pubblico interesse, al metodo del lavoro amministrativo, allo stretto legame con il territorio e gli interessi dei cittadini tutti.
Il Forum per la città di Campo sud ospita l’intervista di COSTANZO JANNOTTI PECCI
D: Napoli attualmente, dopo molti anni di assenza, può contare su numerosi suoi cittadini che ricoprono incarichi ministeriali ed istituzionali.
Quali sono stati i risultati e quali le aspettative.
R: Ritengo che entrambi i nostri ministri Amendola e Manfredi nei rispettivi ambiti stiano operando bene. In particolare Amendola nella qualità di Ministro degli Affari Europei sta partecipando ad un fase decisiva per il nostro paese attesa l’importanza che l’implementazione del Recovery Fund. Il mio auspicio è che i tecnici che saranno scelti per le task force siano competenti e all’altezza del compito del quale saranno investiti e che il confronto annunciato dal Ministro Amendola con Confindustria sul Recovery Fund avvenga su basi costruttive e fruttuose per il futuro del paese e del Sud in particolare.
D: Quale Piano di Sviluppo ritiene sostenibile per Bagnoli, Area Portuale e Napoli Est.
R: Parliamo di zone che per decenni hanno ospitato le grandi industrie metalmeccaniche e petrolifere oggi non più operanti per le quali in primis va effettuata opera di bonifica e riqualificazione.
Bagnoli, attesa la sua location naturale a ridosso del mare, andrebbe sicuramente ripensata in chiave turistico-ricettiva, sfruttando le ricchezze paesaggistiche e archeologiche presenti sul territorio.
In relazione, invece, alle aree di Napoli est, auguriamoci che possano insediarsi, nel solco delle realtà già esistenti a San Giovanni Teduccio come la Apple Academy, altre realtà operanti nei servizi innovativi e digitali e non solo.
Come ho già più volte detto, va implementata la defiscalizzazione per almeno un decennio per le imprese che volessero decidere di investire in questa zona della città e nel Sud in generale. Ovviamente per essere fruibili, queste zone devono essere dotate delle necessarie infrastrutture per collegarle agevolmente ai punti nevralgici della città quali stazioni ed aeroporti.
Quanto al Porto Storico di Napoli, che ho citato per ultima ma non per importanza, tutt’altro, andrebbe riqualificata tutta l’area che va dal Molo San Vincenzo sino alla Calata di Porta di Massa in chiave ecosostenibile e di efficienza per consentire che questa infrastruttura strategica diventi Hub Naturale del traffico marittimo del Mediterraneo.
Tanti sono i progetti per la riqualificazione dell’area portuale di Napoli. Mi auguro che questa zona sia sempre più integrata nella vita culturale e sociale della città rappresentandone uno dei cuori pulsanti per eccellenza.
D: Come combattere nelle periferie emarginazione ed emergenza sociale.
R: Attraverso dei programmi di riqualificazione delle aree periferiche che consentano a coloro che le abitano uno standard di vita “civile” senza la necessità di dover trovare fuori quello che a casa loro non hanno e attraverso dei programmi di integrazione con il tessuto urbano metropolitano che magari preveda, come in alcuni casi già fatto, lo svolgimento di attività culturali e sociali in queste zone della città. E poi si sa già. Il lavoro. Vexata quaestio che va al nerbo del disagio strutturale di queste aree e non solo. Senza di quello difficile creare normalità.
D: Come rilanciare e coordinare il ruolo della Città Metropolitana.
Ho riletto lo statuto di questo organismo che sulla carta nasce ispirato da principi e ideali degni di una capitale europea.
E’ evidente lo scollamento tra i principi enunciati e la dura realtà dei fatti nei quali la città versa e le sue aree limitrofe.
Forse prima di costruire una sovrastruttura “amministrativa”, dotata di stemma e gonfalone, e appiccicarla alle zone omogenee come un marchio distintivo, bisognerebbe che questa identità “metropolitana” si cementi con attività che consentano di creare dal basso un senso di appartenenza, con attività che i cittadini avvertono come “comuni” e, soprattutto, possano toccare con mano.
D: Quale eredità De Magistris lascia alla città dopo 10 anni di governo.
R: Non spetta me a fare bilanci. Dico solo che le condizioni in cui versa la città parlano da sole. Il COVID poi ha dato la “mazzata” finale, come si dice dalle nostre parti…
Napoli e in generale tutto il SUD hanno ancora un potenziale del tutto inespresso. Politici e manager qualificati, unitamente a cittadini onesti e dotati di senso di riscatto e senso civico che potranno dare splendore e rinnovato vigore alla nostra città perché ritorni agli antichi fasti.
Tre mesi e mezzo di folle prigionia : il Governo imponga ai libici l’immediato rilascio dei marittimi siciliani !!!
La grave e al tempo stesso insopportabile vicenda dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati con le loro imbarcazioni dalle milizie libiche del Generale Haftar lo scorso I° Settembre, non registra novità di rilievo sul fronte diplomatico italiano, nonostante il Natale sia prossimo e la prigionia illegittima e piratesca inflitta a questi pescatori siciliani superi ormai i tre mesi e mezzo ininterrotti (106 giorni con oggi, per l’esattezza!)
Tace la Farnesina che non sa che pesci prendere (probabilmente perchè parliamo di imbarcazioni da pesca con gli interi equipaggi…….) mentre straparla solo il Ministro degli Affari Esteri, Luigi di Maio che arriva ad accusare i marittimi di aver infranto norme di Diritto della Navigazione e Trattati Internazionali sanciti e sottoscritti da Stati Sovrani, Italia compresa, che avrebbero riconosciuto lo specchio di mare ove é avvenuto il sequestro, come acque territoriali Libiche. E pertanto, secondo Di Maio, i nostri pescatori “se la sarebbero cercata” infrangendo quelle Disposizioni internazionalmente condivise. Nulla di più falso ed ipocrita!!! Quella assurda pretesa di estendere le acque territoriali libiche oltre il Golfo della Sirte fu un abuso unilaterale del dittatorello Gheddafi, che mai la Comunità internazionale ha ratificato o riconosciuto! A partire dall’ONU che in questi ultimi anni ha approvato diverse risoluzioni contro i governi libici per il ripristino della libera pesca in quelle acque ritenute e confermate internazionali. Circostanza ben nota alla Farnesina che non può non sapere che il sequestro dei marittimi siciliani rimane un gravissimo atto di pirateria marittima a danno di imbarcazioni battenti Bandiera Italiana e sequestro di persona ai danni di cittadini Italiani e di altre nazioni imbarcati su quei pescherecci.
La sorte di questi nostri connazionali e dei marittimi stranieri sequestrati dai libici dipende dunque dalle decisioni o, per meglio dire, dalle mancate decisioni di Di Maio e dalla sua scelleratezza, oltre che dalla evidente paura di affrontare il tenebroso Generale Haftar e imporgli il rilascio immediato dei nostri marittimi. Costasse pure una azione dissuasiva della Marina Militare Italiana con l’impiego di navi da guerra, per far ragionare adeguatamente e in tutta fretta questi predoni riconosciuti del Mar Mediterraneo. E ciò é divenuto oltremodo urgente proprio in queste ultime ore, a seguito della verosimile notizia che i libici sarebbero già pronti a processare i nostri connazionali, facendo ricorso ad un Tribunale Militare. Ed é gravissimo che, nel silenzio più totale delle Istituzioni Italiane, i libici decidano, incredibilmente e univocamente, di processare i nostri pescatori siciliani senza una indispensabile assistenza legale, alla stregua di criminali di guerra. Perpetrando un trattamento inumano sin qui assunto con i nostri marittimi, cui sono state fin ora negate anche telefonate dei congiunti o il recapito della posta.
Natale é alle porte e i nostri marittimi devono poter tornare alle proprie famiglie e al loro lavoro. Un lavoro per troppo tempo e violentemente interrotto e che, al contrario, costituisce l’unica fonte di sostentamento per le loro famiglie. Le sofferenze e le privazioni che hanno subito, senza averne alcuna colpa o responsabilità, devono cessare immediatamente!
Delle sciocchezze e le bugie di Di Maio e di tutto il suo silente, improvvido e strafottente governo, abbiamo tutti le tasche piene !!
“Campo Sud Quotidiano” intervista l’On. Luciano Schifone, Presidente del Circolo Culturale “La Contea”
Campo Sud Quotidiano continua la sua carrellata di interviste a personaggi noti della nostra città che si sono particolarmente distinti nel campo sociale, culturale, economico, artistico, politico. Il tema delle interviste di Campo Sud é sempre Napoli, la sua area metropolitana, le sue potenzialità di rinascita e le proposte, i progetti per sviluppare queste potenzialità colpevolmente inespresse e disattese per troppi decenni.
Quest’oggi pubblichiamo l’intervista all’On. Luciano Schifone, “esponente storico” della Destra Sociale napoletana. Per più Legislature Consigliere Regionale della Campania. Poi Assessore Regionale al Turismo e Commercio con Rastrelli Presidente e, successivamente, Assessore allo Sport e allo Spettacolo con Caldoro Presidente. L’On. Schifone é stato anche Deputato Europeo e due volte Consigliere Comunale di Napoli. Attualmente é Componente della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia.
D: DOPO ANNI DI ASSENZA, NAPOLI PUO’ NUOVAMENTE CONTARE SU DIVERSI SUOI CONCITTADINI CHE RICOPRONO INCARICHI ISTITUZIONALI. QUALI SONO SONO STATI, SIN ORA, I RISULTATI E QUALI LE ASPETTATIVE?
R: Se penso a Di Maio, Fico, Amendola, Manfredi francamente non riesco a trovare motivi di riconoscenza dei napoletani. In realtà, tranne il lavoro di Boccia per fermare il progetto di autonomia rafforzata che avrebbe ulteriormente danneggiato il Sud e quindi Napoli, non si vede l’effetto positivo di questi personaggi sui posti chiave del Governo e delle Istituzioni, anzi hanno brillato per la loro assenza in alcuni momenti strategici. Penso ad esempio al grande accordo con la Cina per la Via della seta che ha tranquillamente ignorato Napoli per approdare a Trieste e Genova;
D: QUALE PIANO DI SVILUPPO RITIENE SOSTENIBILE PER BAGNOLI, AREA PORTUALE E NAPOLI EST ?
R: Per il porto , è prossimo il rinnovo dell’Autorità portuale ed è auspicabile un cambiamento di rotta verso una gestione che favorisca le imprese armatoriali ed industriali e predisponga la struttura verso uno sviluppo nell’area Est di Napoli utilizzando ampie aree di quegli spazi per infrastrutture per la partenza della ZES e di interporto intermodale. Tutta l’area Napoli est può avere uno sviluppo per la logistica commerciale e per la piccola industria manifatturiera. Nell’area est va recuperato il progetto approvato da Iervolino per il termovalorizzatore, che fu boicottato da De Magistris , per risolvere definitivamente il problema degli RSU.
Per Bagnoli , va trovata una soluzione drastica per completare la bonifica e rilanciare una assegnazione di volumetrie ad attività economiche appetibili;
D: COME COMBATTERE NELLE PERIFERIE EMARGINAZIONE ED EMERGENZA SOCIALE?
R: Il degrado delle periferie è la controprova più evidente del fallimento di 60 anni di governo della sinistra perché quelle condizioni sono il frutto esclusivamente della loro concezione urbanistica , dalle vele di Scampia ai rioni della 167 o della 219 è sempre l’ideologia massificata dell’edilizia popolare che si è manifestato in quartieri senza volto e senza anima. Occorre quindi ridare movimento ed attività per far nascere un senso di comunità con incentivi ed insediamenti culturali e commerciali e sportivi;
COME RILANCIARE E COORDINARE IL RUOLO DELLA CITTA’ METROPOLITANA ?
R: La riorganizzazione dell’area metropolitana può essere un importante modalità di alleggerimento della congestione urbana, decentrando alcune funzioni che non necessariamente devono restare nell’area cittadina. Penso ad esempio alla possibilità di potenziare lo scalo di Afragola non solo per la Tav;
D: QUALE EREDITA’ DE MAGISTRIS LASCIA ALLA CITTA’ DOPO 10 ANNI DI GOVERNO ?
R: De Magistris lascia un’eredità disastrosa sotto tutti i profili e in tutti i settori. Un debito che ha evitato il dissesto grazie ad artifici di finanza creativa, (sarebbe meglio dire truffaldina) , ha trascurato tutte le infrastrutture dalle strade all’illuminazione, al sistema fognario, contribuendo ad un inquinamento delle acque marine che sono ridiventate cristalline nel periodo di lockdown a dimostrazione che si tratta di un inquinamento locale. Una città allo sbando che sarà difficile per chiunque rimettere in piedi. Ma la colpa più grave è dei napoletani che con oltre il 50% di assenteismo hanno permesso una tale amministrazione.
Un’ultima indicazione è quella di eleggere un sindaco che non usi la città come trampolino per la propria carriera, ma che abbia come ambizione solo il bene della città.
“Campo Sud Quotidiano” intervista l’Avvocato Severino Nappi.
Dopo le interviste del Professor Guido Trombetti e del Dott. Maurizio Maddaloni, Campo Sud quotidiano presenta un nuovo interessantissimo ed autorevole contributo alla discussione promossa dal nostro “Forum per il Futuro della città”: é la volta, infatti, dell’Avvocato Severino Nappi, Professore Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università di Napoli e docente di Diritto del Mercato del Lavoro alla Scuola di Specializzazione in Diritto Civile presso l’Università di Camerino. Più volte Consigliere Regionale della Campania, é stato Assessore Regionale al Lavoro, alla Formazione Professionale, alla immigrazione ed emigrazione della Regione Campania. Nella attuale Legislatura Regionale, Severino Nappi é stato eletto nuovamente Consigliere Regionale nella Circoscrizione elettorale di Napoli (Settembre 2020) con la lista Lega per Salvini, superando gli ottomila voti di preferenza.
La Redazione.
D: ON. NAPPI, QUALE PIANO DI SVILUPPO RITIENE SOSTENIBILE PER BAGNOLI , AREA PORTUALE E NAPOLI ORIENTALE?
R: fino ad oggi, su questi grandi progetti abbiamo assistito solo a tante chiacchiere. Sono il simbolo della cattiva politica fatta di masterplan, consulenze, conferenze dei servizi, ma zero fatti concreti. Noi vogliamo invertire la rotta. Come? Bisogna mettersi in ascolto: degli imprenditori, delle categorie produttive, del mondo dell’Associazionismo. Non per fare interessi di bottega ma per attuare un nuovo Rinascimento caratterizzato da investimenti territoriali integrati con risorse UE e portando a compimento le ZES, ferme in un limbo ormai da troppo tempo. Per farlo occorre creare una sinergia tra Governo, Regione e Comune di Napoli, ovvero un’azione di sistema che é quella che é sempre mancata a questo territorio, ostaggio di inutili liti tra comari. La politica deve fare la sua parte e la deve fare ora perché l’unico piano davvero sostenibile é quello che non lascia indietro nessuno.
D: COME COMBATTERE NELLE PERIFERIE EMARGINAZIONE ED EMERGENZA SOCIALE?
R: Senza servizi, senza assistenza, assediati dalla criminalità e da immigrati clandestini, gli abitanti delle periferie sono un monumento vivente al disinteresse delle Istituzioni. A partire dal Sindaco. Per restituire dignità a questi luoghi bisogna puntare su un programma di rigenerazione urbana contro il degrado: realizzare infrastrutture all’altezza é un impegno che va alimentato nell’ottica della costruzione di un piano di sviluppo che guardi al futuro. Occorre dare nuova linfa alle imprese per creare occupazione, Perché nelle periferie, dove c’é un malessere diffuso, la vera emergenza é il lavoro che non c’é.E poi bisogna tornare ad occuparsi dei più fragili, anziani ma non solo, che sono costretti a convivere con problemi di salute o con una disabilità. Per loro c’é la Carta Sociale che punta a sconfiggere le lunghe attese per le visite specialistiche , annulla il problema delle cure ad intermittenza e sottrae alla politica la possibilità di un utilizzo improprio dei fondi destinati alla salute e al Welfare.
D: COME RILANCIARE IL RUOLO DELLA CITTA’ METROPOLITANA?
R. Cominciamo col dire che le condizioni in cui versa la città e gran parte della sua Area Metropolitana, scollegata o abbandonata, meritano una presa di coscienza collettiva. De Magistris é stato il Sindaco di Piazza Municipio, non delle periferie e men che meno dei 91 Comuni della Provincia. E’ arrivato il momento di voltar pagina e archiviare definitivamente questa politica scellerata che ha portato a picco Napoli.
Il Centro Destra di cui la Lega é il vero motore, é già al lavoro, compatto, per dare risposte concrete e definitive ad una città che da troppo tempo aspetta il suo riscatto. La prima indicazione strategica é dotarsi di un Piano Metropolitano che integri realtà che oggi agiscono come satelliti e costituiscono invece un potenziale di sviluppo enorme per Napoli. A partire dalle infrastrutture. E poi dare voce ai comuni e alle loro specificità per valorizzare e veicolare il “brand Napoli”. E’ sicuramente questa una delle sfide che segnerà il destino della città e della sua Area Metropolitana.
D: QUALE EREDITA’ DE MAGISTRIS LASCIA ALLA CITTA’ DOPO 10 ANNI DI GOVERNO?
R: Pesantissima. Non dimentichiamoci che ci lascia con un debito da ben 4 miliardi di Euro. In questi anni la città più bella d’Italia é stata (non) amministrata da un velleitario incompetente, capace solo di negare diritti ai cittadini, distruggere i servizi, umiliare le periferie, massacrare i conti
Purtroppo, la pandemia ha solo contribuito ad accelerare processi già in atto. Per chiunque, dopo di lui, sarà davvero difficile fare peggio.
“Campo Sud Quotidiano” intervista il dottor MAURIZIO MADDALONI.
“Il Forum per il nuovo Futuro della Città” promosso dal nostro quotidiano, continua ad ospitare pareri autorevoli di nostri concittadini e a raccogliere i contributi, i progetti, le proposte dei napoletani per un autentico e non più differibile riscatto della città, a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative di primavera.
Quest’oggi proponiamo una intervista rilasciata alla nostra Redazione dal Dottor Maurizio Maddaloni, noto imprenditore del settore Turistico partenopeo, già Presidente di UNIONCAMERE Campania e della Camera di Commercio di Napoli.
D: DOPO ANNI DI ASSENZA, NAPOLI PUO’ CONTARE NUOVAMENTE SU DIVERSI SUOI CITTADINI CHE RICOPRONO INCARICHI ISTITUZIONALI. QUALI SONO STATI, SIN ORA, I RISULTATI PER LA CITTA’ E QUALI LE ASPETTATIVE?
R: Alcuni nostri concittadini “e dintorni” sono figure così modeste in tutti i sensi che istituzionalmente appaiono quanto meno improbabili se non imbarazzanti. Qualcuno , in vero, assai meno, ma si trova “imbarcato” in Organismi Collegiali che ne penalizzano ogni concreta incisività di azione. Dunque, risultati vicino allo zero, con la beffa di veder deluse le aspettative. Pur registrando diversi soggetti tra le fila governative.
D: QUALE PIANO DI SVILUPPO RITIENE SOSTENIBILE PER BAGNOLI, AREA PORTUALE E NAPOLI EST?
R: Inizierei con Bagnoli dicendo che é una autentica vergogna locale e nazionale. Da anni si parla di zona a forte attrazione turistica. Si é progettato una marina con htls e ristoranti……e poi invece un pò di accadimenti giudiziari per la Società Bagnoli Futura……. Attività poste in opera pari a zero e tanti anni persi colpevolmente. Nel frattempo il Presidente della Regione e l’attuale Sindaco di Napoli non trovano di meglio che litigare su ogni cosa. Per l’area portuale che dire? lavori e progetti, pur indispensabili, che non vedono la luce. Resta ancora “il porto delle nebbie” avvitato in logiche affaristiche di piccoli cacicchi di periferia.
D: COME COMBATTERE NELLE PERIFERIE EMARGINAZIONE ED EMERGENZA SOCIALE?
R: Semplicemente creando occasioni concrete di lavoro e, di conseguenza, nuova occupazione. Ma quale reddito di cittadinanza? Non serve l’assistenza, ma piuttosto, definire e perseguire un modello di sviluppo coerente con il nostro territorio e le sue peculiarità.
D: COME RILANCIARE E COORDINARE IL RUOLO DELLA CITTA’ METROPOLITANA?
R: Al momento é solo la fotocopia sbiadita, anonima e insignificante della vecchia Provincia. Al più risulta “materia di scambio” del Sindaco di Napoli che ne é il Presidente……….
D: QUALE EREDITA’ DE MAGISTRIS LASCIA ALLA CITTA’ DOPO 10 ANNI DI GOVERNO?
R: De Magistris, nel suo primo anno di mandato dava l’impressione di voler spaccare il mondo……. con un “moto di mitomania” ………. poi si é fermato, si é isolato e ora ci lascia nella bratta! Una città abbandonata, disgregata, insicura e …….. sporca. Mi fermo qui, ma il senso é chiaro! Ricordo la la notte che vinse le elezioni la prima volta; salì su un carro improvvisato con la sua bandana arancione e gridò : “Abbiamo scassato”! Ebbene, a distanza di 10 anni, su questa sua affermazione dobbiamo pienamente convenire. Ha rotto. Ma davvero tanto, e non dico cosa. Ma lo lascio intuire a voi tutti.
Allagamenti Covid Center Ospedale del Mare : Taglialatela (Campo Sud) “conseguenza di sprechi già denunciati”
“Gli allagamenti che stanno riguardando in queste ore i reparti modulari Covid dell’Ospedale del Mare sono conseguenza degli enormi sprechi perpetrati dalla Regione Campania e che ho personalmente denunciato nei mesi scorsi alla Procura della Repubblica di Napoli”. E’ quanto dichiara in una nota l’Onorevole Marcello Taglialatela, Presidente dell’Associazione Campo Sud.
“Strutture inadeguate all’interno delle quali piove, frutto di scelte scellerate che sono al vaglio della Procura della Corte dei Conti. I tre Covid Center campani hanno avuto , tra l’altro, una percentuale di utilizzo molto bassa. Una vergogna che oramai non può essere più celata” – conclude l’esponente della Destra Sociale partenopea.