domenica, Dicembre 29, 2024
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ALLA 26° SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI CASTELPAGANO ARRIVANO LE STREGHE E IL MAIALINO NERO A META’.

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Nella suggestiva cornice di Castelpagano, fiorente cittadina in provincia di Benevento, incastonata nell’Alto Tammaro ai confini con la regione Molise, è tornato in scena il fungo porcino con la rinomata sagra, giunta quest’anno alla 26° edizione. Un connubio incredibile di enogastronomia, cultura, tradizioni e folklore, Castelpagano si ripropone al turismo di massa con una “dieci giorni” alla riscoperta non solo delle prelibatezze del sottobosco, ma anche e soprattutto di un territorio unico e incontaminato, dove la natura riesce ancora ad essere madre incontrastata. Un paio di weekend, dunque, all’insegna del gusto e del divertimento con protagonista indiscusso il porcino presentato in ricette classiche e moderne. Già si tirano le somme di un primo weekend andato ben oltre le aspettative con tantissima gente che ha invaso il borgo ed ha goduto delle meraviglie del paese. Ma non è finita qui: ad attendervi tra gli appuntamenti gastronomici più interessanti, che accompagnano la sagra da diversi anni, l’aperifungo nella splendida piazzetta Case della Terra. Immersi in un’atmosfera confortevole e rilassante si potranno degustare hamburger di marchigiana e varie stuzzicherie proposte in “street food”. I partecipanti alla Sagra del Fungo Porcino di Castelpagano, oltre al protagonista indiscusso della manifestazione, avranno l’opportunità di scoprire e gustare altri prodotti tipici della zona dell’Alto Tammaro, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza gastronomica e culturale dell’evento. Fiore all’occhiello è il progetto del “Maialino nero a metà”, finanziato dal Gal Alto Tammaro-Titerno una vera e propria fusione di tipicità e incremento della produttività nel rispetto della biodiversità, del benessere dell’animale, del controllo qualità valorizzando i processi tradizionali di stagionatura del prosciutto e dei salumi. Ma non solo, a Castelpagano sono previste anche le Streghe con lo spettacolo coreografico Struscio di Streghe  a cura dell’Associazione Terre Magiche Sanniteche accompagnerà l’evento gastronomico in una delle serate settembrine. Un’unione non casuale che ha come obiettivo quello di ricordare come la comunità sappia custodire con orgoglio il proprio passato, facendolo rivivere nel presente. L’evento di castelpaganese di fine estate diventa così un’occasione per degustare ottimi prodotti tipici, ma anche riscoprire leggende e racconti popolari che appartengono alla storia del Sannio e di tutto il Paese, dando vita ad un’esperienza sensoriale e culturale unica e inimitabile. “Sono veramente soddisfatto – commenta il sindaco Giuseppe Bozzuto – di questo primo weekend di sagra, anche perché non ci aspettavamo tanta gente che ovviamente si è concentrata nei due giorni clou del fine settimana”. Il primo cittadino ha poi sottolineato: “La nostra offerta è variegata e mira a far conoscere il territorio, le sue tradizioni e anche ovviamente le sue prelibatezze”. “Quest’anno tra le novità dello ‘struscio di streghe’ e del pregiato ‘nero a metà’, la nostra idea è quella di internazionalizzare Castelpagano nel vero senso della parola, giocandoci le carte della tipicità, sostenibilità ed eccellenza delle varie filiere coinvolte” – ha poi concluso il sindaco Bozzuto.

 

ACCERTARSI DELLA REALTA’ DEGLI AVVENIMENTI PRIMA DI “SPARARE A PALLETTONI” SUI MEDICI OSPEDALIERI.

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A SEGUITO DELLE RECENTI NOTIZIE DI STAMPA SECONDO CUI ALCUNI DEGENTI DEL REPARTO DI NEUROLOGIA DELL’OSPEDALE SAN PAOLO DI FUORIGROTTA SIANO STATI LEGATI ALLE SBARRE DEI LETTI, IL DOTT. PAOLO SANTANELLI, RESPONSABILE SINDACALE DELLA U.G.L. MEDICI DEL NOSOCOMIO FLEGREO, HA INVIATO UNA NOTA DI RETTIFICA E CHIARIMENTO DELLA EFFETTIVA PORTATA DEI FATTI ATTRIBUITI AL PERSONALE MEDICO E PARAMEDICO DEL PRESIDIO OSPEDALIERO. NOTA CHE RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO.
La redazione di Campo Sud Quotidiano.
PAZIENTI CONTENUTI E NON LEGATI AI LETTI: PARLA IL RAPPRESENTANTE UGL MEDICI PER L’OSPEDALE SAN PAOLO
È un male tutto italiano quello di pontificare senza cognizione di causa, su argomenti delicati che invece richiederebbero profonda conoscenza ma soprattutto esperienza pratica nel settore.
Il primo interesse oggi, dei mezzi di comunicazione,  non è difatti la ricerca della verità ma della sensazionalità della notizia, di modo tale da aumentare ascolti e vendite.
Con queste premesse si comprende allora bene di come sia facile sbattere il “mostro in prima pagina” in base ad una fotografia che se estratta dal suo contesto, assume significati diversi da quelli originari dettati invece da necessità terapeutiche.
Per maggiore chiarezza mi riferisco ad un recente fatto di cronaca che in base ad una proterva volontà scandalistica dei mass-media, ha dipinto medici ed infermieri, di un noto presidio ospedaliero napoletano, del quale io sono rappresentante sindacale UGL, come mostri senza scrupoli e umanità.
In qualità di sindacalista e medico vorrei chiarire allora qualche punto omesso ovviamente dalla stampa cittadina.
La contenzione e non legatura, di un degente alle sbarre del letto, ben lungi dal rappresentare una pratica evocatrice di nostalgici ricordi manicomiali, è invece un metodo contemplato anche dal Comitato Nazionale di Bioetica, qualora un paziente in stato di evidente agitazione psicomotoria ed in condizione di volontà non cosciente, possa procurarsi involontariamente lesioni sulla propria persona.
Per tale motivo, la pratica del contenimento è stata anche riconosciuta dall’ASL NAPOLI 1 nelle sue linee guida, che non a caso rifornisce tutti i presidi ospedalieri, di specifici dispositivi proprio per il contenimento degli arti in casi eccezionali.
Con queste premesse appare allora sicuramente immotivato e diffamante il polverone sollevato dai mass media nei confronti del personale tutto della Divisione di Neurologia dell’ospedale San Paolo di Napoli, il quale avrebbe invece agito nel solo interesse del paziente, in piena scienza e coscienza ma soprattutto nel pieno rispetto delle regole, contenendo un paziente agitato che poco prima si era causato un’ematuria traumatica nel tentativo di strapparsi il catetere vescicale ed al quale non era possibile praticare alcuna terapia sedativa, presentando un allungamento del tratto QTc all’ECG.
È bastato allora solo il tempo di un battito d’ali per trasformare “gli angeli in camice bianco” del covid, in raccapriccianti diavoli dal forcone appuntito… e ciò solo per necessità di ascolto.
Si può mai mandare al rogo medici ed infermieri, senza prima controllare la veridicità ed il reale valore effettuale di ciò che si sta denunciando?
Così si dà solo la stura all’ennesima caccia alle streghe che sono sicuro condurrà nei prossimi giorni, ad episodi d’intolleranza nei confronti del suddetto personale sanitario da parte dell’utenza.
Sia ben chiaro allora che il personale a norma di regolamento, ha agito in questa occasione, nel solo interesse del paziente ed è ciò che emerge anche da una prima valutazione eseguita da una commissione di indagine interna voluta dal D.G. Ing. Ciro Verdoliva nonché dal verbale dei NAS, prontamente intervenuti nella giornata di ieri.
Non ci si lamenti allora se i giovani laureati disertano i concorsi ospedalieri poiché i salari più bassi di tutta Europa e il mare di responsabilità, non rappresentano sicuramente un incentivo a questa professione.
È lecito infine domandarsi chi risarcirà il personale medico e paramedico della divisione di Neurologia del P.O. San Paolo, dalla montagna di fango che gli si sta gettando addosso in questi giorni?
Inutile dire che saranno gli avvocati a valutare eventuali ipotesi di reato da perseguire nelle più opportune sedi ma nel frattempo costoro esigono immediate scuse con lo stesso clamore ed intensità, utilizzato per infangarli… che vergogna!
Dr. Paolo Santanelli
Responsabile sindacato UGL Medici
P.O. San Paolo

SCAMPIA: SALVARE L’UNIVERSITA’.

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L’economista Gianni Lepre: “E’ fondamentale che il polo universitario sia pienamente funzionale”

NAPOLI – La questione dell’Università di Scampia a seguito della tragedia consumatasi nella Vela Celeste, non ha ancora un decorso regolare, anche in considerazione delle proteste messe in atto dai residenti sfollati della struttura oggetto dei crolli, poi rientrate. L’area circostante la vela, come la zona del crollo è in fase di sistemazione, per cui le criticità esistono ancora soprattutto in relazione a quei nuclei familiari che non hanno ancora una sistemazione definitiva. “Il nuovo polo universitario a Scampia, con i corsi di laurea triennale e magistrale delle professioni sanitarie, va assolutamente salvaguardato – sottolinea l’economista Gianni Lepre – nell’interesse  della Federico II e degli stessi residenti del quartiere”. “La notizia di qualche settimana fa che ci ha rincuorato – continua poi il prof. Lepre  – è che le famiglie che avevano occupato degli spazi del nuovo complesso universitario di Scampia, a seguito della tragedia e dell’abbandono forzato delle loro case, hanno accettato di abbandonare il loro ‘accampamento’ improvvisato nell’università, rispondendo pacificamente all’invito di Prefettura e Amministrazione comunale. In questo senso c’è solo da applaudire all’encomiabile sinergia che è intercorsa tra le Istituzioni e la cittadinanza con il governo che ha stanziato dei fondi per venire incontro all’esigenza degli sfollati di cercare un nuovo alloggio”. Lepre ha poi concluso: “E’ fondamentale che l’Università, uno dei cuori pulsanti della nuova Scampia, quella del riscatto, possa riprendere regolarmente l’attività accademica e garantire a tutti il diritto allo studio e, nel contempo, avviare concretamente la promozione e lo sviluppo del territorio, partendo proprio dalla presenza e dalle attività culturali del polo universitario della Federico II°”.

LE DIMISSIONI DEL MINISTRO SANGIULIANO: UNA CATTIVA NOTIZIA PER LA CITTA’ DI NAPOLI.

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Ho conosciuto Genny Sangiuliano nella sede del Movimento Sociale Italiano di Napoli agli inizi degli anni 80. Era un giovanissimo studente di Liceo Classico che si avvicinò spontaneamente (come accadeva in quegli anni ad ognuno di noi) alla militanza nel Fronte della Gioventu’ e poi nel Fuan, che era l’organizzazione politica degli Universitari iscritti al partito. Era un ragazzo molto serio e pacato, studente brillantissimo con una passione per la storia, la filosofia, la letteratura italiana e straniera. E tant’altro ancora. Il suo impegno politico fu sempre rivolto alla cultura, agli studi approfonditi che compiva continuamente e volontariamente e che trasmetteva, con passione e competenza, anche agli altri giovani militanti con i quali organizzava corsi di preparazione politica e svariati convegni di notevole interesse storico, filosofico e politico.

Si laureo’ presto e brillantemente in Giurisprudenza presso la Federico II°, mentre era impegnato nel ruolo di Consigliere di Quartiere di Soccavo per il MSI (1987). Fu quello il periodo di maggiore collaborazione politica con Genny, essendo anch’io Consigliere di Quartiere del Msi per il Quartiere di Fuorigrotta. I due territori della zona occidentale della città, essendo prospicienti, avevano problematiche comuni ed interconnesse e molte volte capitava di partecipare a riunioni congiunte dei due parlamentini durante le quali la nostra collaborazione era proficua e molto intensa. Ricordo i dibattiti infuocati sulla crisi produttiva dell’Italsider che la sinistra ostinatamente e ottusamente negava. E il nostro impegno alternativo per riconvertire da subito il grande complesso siderurgico al fine di scongiurare, per tempo,  il dramma della cassa integrazione e il licenziamento per le migliaia di lavoratori degli impianti metalmeccanici e del suo consistente indotto. Problematiche politiche e posizioni diverse tra destra e sinistra che, nel tempo, han dato ragione a chi sosteneva la possibilità della auspicabile e necessaria riconversione produttiva che avrebbe salvaguardato il personale e tutelato efficacemente l’ambiente devastato da anni di lavorazioni inquinanti in un’area di pregio naturalistico. Tra l’altro vastamente abitato, nonostante la tossicità delle attività produttive ivi realizzate.

Ciò che è accaduto al polo industriale occidentale di Napoli é cosa  ben nota a tutti. La riconversione industriale con attività produttive alternative fu ostacolata in ogni modo pur di tutelare la vecchia acciaieria condannata alla chiusura anche dalla crisi mondiale della siderurgia. I lavoratori furono dirottati alla cassa integrazione sino alla pensione, i più giovani di età tra gli operai e i tecnici rimasero (invano) in servizio per lo smantellamento della fabbrica e le opere di bonifica dei suoli. Attività, quest’ultima, mai compiuta o effettuata in maniera non idonea in tutti questi anni. Tant’è che solo oggi (2024) si sta lavorando, grazie all’impegno e agli ulteriori finanziamenti dello Stato, a recuperare gli imperdonabili ritardi di diverse generazioni di amministratori pubblici tutti della medesima parte politica. Praticamente avviando solo ora e concretamente il recupero e l’utilizzo dell’area di Coroglio per finalità di rilancio economico, turistico, sociale e naturalistico di respiro metropolitano.

Genny Sangiuliano, dopo l’esperienza istituzionale in qualità di Consigliere di Quartiere, si dedicò alla sua passione di giornalista e saggista, divenendo ben presto collaboratore di diversi quotidiani e periodici: da L’Indipendente all’Espresso, dal Sole 24 Ore al Foglio, dal Roma di Napoli ove fu anche direttore, a Libero, dal Giornale di Montanelli alle redazioni giornalistiche di diverse emittenti radiotelevisive curando interviste e servizi speciali di notevole prestigio. Nel 2003 approda alla Rai come inviato del TGR, poi passato al TG1 come inviato speciale in teatri di guerra (Bosnia, Kossovo, e Afghanistan). Nel 2009 diventa Vice Direttore del TG1 e successivamente (2018) Direttore del TG2 RAI.

Innumerevoli anche i suoi incarichi di Docente Universitario presso L’Università LUISS di Roma (Guido Carli)  e successivamente  presso la Università la Sapienza sempre in Roma. Autore di innumerevoli saggi e pubblicazioni di successo quali: “L’anarchico conservatore” sulla vita e le opere di Giuseppe Prezzolini, le biografie di Putin, Donald Trump, Xi Jinping e Hilary Clinton. E poi i saggi storici “Scacco allo Zar” sugli eventi che furono da preludio alla Rivoluzione d’Ottobre in Russia.

Chi lo ha conosciuto soprattutto da ragazzo e studente “prodigio” non si é certo meravigliato della scelta compiuta dalla Premier Meloni di affidargli il Dicastero della Cultura nel suo Governo di Centrodestra. Forse mai il Ministero di Via del Collegio Romano era stato guidato da mani tanto competenti e appassionate. Deve essersene accorta in fretta la “nomenclatura progressista” che ha immediatamente posto sotto osservazione le prime scelte politico-gestionali volute dal Ministro e orientate all’ottimizzazione delle risorse finanziarie del Ministero con taglio dei finanziamenti inutili e improduttivi; la apertura di tutti i siti museali anche nei fine settimana; l’efficientamento dei servizi museali e la valorizzazione del personale; l’apertura o la riapertura di complessi museali abbandonati o sottodimensionati; l’orientamento dei flussi finanziari del Ministero verso le attività di nuovi scavi nei siti archeologici; la promozione di iniziative divulgative sul patrimonio artistico del nostro Paese; la promozione del cinema anche con sconti sul prezzo dei biglietti per la visione di pellicole del cinema italiano e tanto, tanto altro. A dimostrazione che il Ministro della Cultura deve essere dinamico e tempestivo, competente e appassionato del suo lavoro. Compiendo il mandato girando in lungo e in largo tutto il territorio nazionale per rendersi conto delle infinite meraviglie del nostro Patrimonio, delle sue incredibili potenzialità ma anche delle possibili criticità di gestione. Impegnandosi, così come ha sempre fatto Sangiuliano, senza risparmio di energie. Senza compromessi e senza preoccuparsi in alcun modo di quanti, immediatamente e artatamente, han posto ostacoli al suo lavoro, ai suoi progetti innovativi e “rivoluzionari” nella gestione e nell’ efficace utilizzo dei beni culturali italiani.

I risultati di questi soli due anni di lavoro di Gennaro Sangiuliano sono sotto gli occhi di tutto il Paese. E si riverbereranno ancora per tanto tempo, per la corretta impostazione e la lungimiranza dei tanti progetti avviati che troveranno quanto prima esecuzione in ogni parte d’Italia. Un impegno instancabile per difendere l’identità della cultura italiana, la sua meravigliosa lingua, le tradizioni e la storia millenaria di un Paese che si manifestano ogni giorno e continuamente attraverso il suo patrimonio artistico unico e prezioso che Sangiuliano ha riportato in questi due anni all’attenzione del mondo intero.

Tutto ciò non poteva andar bene a coloro che avevano ed hanno tutt’ora la presunzione di essere i soli depositari della “cultura” nel nostro Paese. E giorno dopo giorno hanno creato a tavolino e alimentato la strategia del dileggio, della diffamazione, dello scherno contro l’uomo, non potendo colpire il Ministro e la sua attività febbrile e competente. Ricorderete i fiumi di inchiostro o le ore interminabili di trasmissioni televisive con i soloni della cosiddetta “cultura” progressista che sbeffeggiavano Sangiuliano per il nome sbagliato del Parco Urbano di Londra, piuttosto che per aver affermato onestamente di non aver letto completamente i volumi finalisti del Premio Strega o altre cose del genere. Gente ingenerosa, cavillosa ma soprattutto faziosa e rancorosa. Gente che difendeva un mondo ormai traballante, fatto di interessi personali e di casta recalcitrante e impaurita. Basterà ricordare le recenti proteste pubbliche del Presidente del Festival del Cinema per ragazzi di Giffoni per aver subito un taglio al contributo che il Ministero aveva erogato per l’iniziativa cinematografica di quest’anno. Dimenticando che la decurtazione era stata disposta per tutte le manifestazioni finanziabili, allo scopo di aumentare il numero delle iniziative culturali comunque meritevoli del sostegno governativo. Di fatto ampliando, se non moltiplicando, le manifestazioni artistiche e culturali sul territorio nazionale. Ma il buon Presidente del Festival di Giffoni dimenticava, anche e soprattutto, che il contributo erogato al Festival di Giffoni fino allo scorso anno era, per consistenza del finanziamento, secondo solo al contributo erogato per il Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Cioè una cifra blu’. E francamente inaccettabile se si vuole evitare di concentrare questi benefici economici sempre nelle stesse iniziative e nelle stesse mani. Trascurando tanti altri eventi culturali altrettanto significativi programmati in tutta Italia, in specie nella stagione estiva.

Ciò che é accaduto all’amico Sangiuliano in questi giorni ormai é noto ovunque. E neanche le sue dimissioni irrevocabili dall’incarico di Ministro della Cultura sembrano placare la bramosia di quanti hanno brindato e festeggiato per la sua uscita di scena.

Ma a Napoli anche i più agguerriti avversari politici non festeggiano. L’amore per la propria città impedisce di essere soddisfatti delle dimissioni del Ministro Sangiuliano.

La conoscenza degli innumerevoli e nuovi progetti, con la verifica costante dell’impegno profuso ogni giorno per la sua città da Genny Sangiuliano nel ruolo di Ministro della Cultura, ha creato un profondo sentimento di riconoscenza e un legame ideale molto forte tra concittadini che hanno apprezzato la sua passione e la competenza. Mai Napoli aveva ricevuto tante attenzioni. Mai a Napoli si era riusciti a creare e alimentare giorno dopo giorno la consapevolezza delle sue infinite ed incantevoli risorse culturali, individuandone potenzialità e progettando, anche con gli altri attori istituzionali del territorio, nuovi ed indispensabili scenari di sviluppo.

Grazie Gennaro Sangiuliano per quanto hai voluto e saputo avviare e realizzare a Napoli e  ovunque in Italia, contribuendo in maniera significativa a restituire credibilità e nuovo “appeal” alla capitale del Mezzogiorno e riconoscimenti internazionali per l’intero nostro Paese.

Ciò che é accaduto non muta la nostra gratitudine nei tuoi confronti. Lasci il tuo incarico a testa alta per il profondo senso delle Istituzioni che ti contraddistingue e di questo non puoi che andare fiero. E noi napoletani con te.

 

CASTELPAGANO (BN): 26° SAGRA DEL FUNGO PORCINO DAL 13 AL 22 SETTEMBRE 2024.

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7 settembre 2024 ore 11.00 Conferenza Stampa di presentazione presso la Biblioteca Comunale – Corso Umberto I

CASTELPAGANO (BN) – Nella suggestiva cornice di Castelpagano in provincia di Benevento, dal 13 al 22 settembre 2024 torna l’attesissima Sagra del Fungo Porcino, giunta quest’anno alla 26° edizione. Appuntamento imperdibile per i buongustai di questo gustosissimo prodotto fiore all’occhiello del patrimonio naturalistico dell’Alto Tammaro. Dieci giorni all’insegna del gusto e del divertimento con protagonista indiscusso il fungo porcino presentato in ricette classiche e moderne.
Uno degli appuntamenti gastronomici più interessanti che accompagna la sagra da diversi anni, è l’Aperifungo, degustabile nella centrale Piazza Umberto I, come anche tanti aperitivi e cocktail nella splendida piazzetta Case della Terra, il tutto immerso in un’atmosfera confortevole e rilassante  fatta di convivialità, e buon cibo come gli hamburger di marchigiana e varie stuzzicherie proposte nella modalità “street food”. L’evento enogastronomico sarà preceduto il giorno 7 settembre dalla Conferenza Stampa, prevista per le ore 11.00 presso la Biblioteca Comunale a Corso Umberto I. All’incontro con la stampa parteciperanno il sindaco di Castelpagano Giuseppe Bozzuto, il Vice Sindaco Lucio Mideo e l’Assessore Daniela Meoli. Interverranno anche Ettore Varricchio, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Biologia presso l’Università del Sannio; Pasquale Vito, Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologia dell’Università Sannita; Antonio Di Maria, Presidente Gal Alto Tammaro nonché Presidente Sannio Smart Land e Ferdinando Gandolfi, Dirigente della Regione Campania. Concluderanno la conferenza stampa Nino Lombardi, Presidente Provincia di Benevento e Clemente Mastella, Sindaco di Benevento. Nell’ambito della manifestazione è prevista la partecipazione di Rosario Lavorgna, giornalista RaiNews24. A Moderare i lavori il giornalista Antonio Mastella. “Questa 26° edizione ha un plusvalore importante che riguarda la promozione del territorio, delle tradizioni, della cultura e dell’enogastronomia locale che si fondono in maniera perfetta con il paesaggio e la Natura incontaminata dei luoghi” – ha sottolineato il sindaco di Castelpagano Giuseppe Bozzuto. “Portare tutto ciò all’attenzione dell’opinione pubblica è una conquista importante che getta le basi di un lavoro sempre più proficuo a garanzia di una interazione sempre più armonica tra le istituzioni e la collettività” ha poi concluso il primo cittadino.

ARRESTATO BRIGATISTA ROSSO LATITANTE IN ARGENTINA DAL 1980.

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Si tratta di Leonardo Bertulazzi, brigatista rosso genovese, latitante dal 1980 nel Paese Sud Americano ove aveva trovato coperture e protezione anche dai governi locali, grazie allo STATUS di RIFUGIATO POLITICO concesso al terrorista nel 2004. Concessione finalmente e recentemente revocata dalle Autorità Giudiziarie di Buenos Aires. In questo lungo periodo lo Stato Italiano, grazie all’impegno delle nostre Autorità di Pubblica Sicurezza, non ha mai smesso di tenere sotto controllo il latitante genovese, ribadendo periodicamente e decisamente la richiesta di arresto del terrorista rosso e sottolinendo la necessità di estradizione in Italia del Bertulazzi, ove é atteso per espiare la pena inflittagli dal Tribunale di Genova di 27 anni di carcere per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata. In particolare, il terrorista rosso é stato riconosciuto colpevole del sequestro di persona dell’Ingegnere navale Piero Conte, avvenuto a Genova il 12 Gennaio del 1977. Con parte del denaro del riscatto della vittima, le Brigate Rosse acquistarono in Roma un appartamento in Via Montalcini, 8. Appartamento utilizzato poi dai terroristi quale prigione di Aldo Moro per tutto il periodo del sequestro dello statista democristiano.

La Polizia Argentina ha eseguito la misura restrittiva del brigatista rosso alla presenza dei funzionari italiani dell’intelligence, degli investigatori della Direzione Centrale di Prevenzione, Digos e Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia. La loro presenza e l’impegno profuso dai nostri investigatori ha testimoniato l’interesse del Governo Italiano di assicurare alla giustizia personaggi che hanno insanguinato il nostro Paese per lungo tempo e che, molto spesso, grazie alle coperture di natura politiche (in Argentina come in Francia spalleggiati anche dai governi locali) sono riusciti a farla franca, malgrado i lutti ancora impuniti, inferti a tanti innocenti nel loro Paese.

All’arresto di Leonardo Bertulazzi di queste ore, seguirà la tempestiva richiesta di estradizione in Italia, su cui dovrà pronunciarsi definitivamente il Ministero della Giustizia di Buenos Aires.

TAGLIALATELA, (INDIPENDENZA): IL SINDACO MANFREDI DIMENTICA LE POLITICHE SOCIALI.

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Dall’On. MARCELLO TAGLIALATELA, VICE SEGRETARIO NAZIONALE DEL MOVIMENTO POLITICO “INDIPENDENZA”, RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO STAMPA:

Purtroppo il comune di Napoli conferma una assoluta incapacità a garantire i servizi essenziali per i suoi cittadini.
“Dopo la vicenda di Scampia dove appare evidente una assenza di sensibilità verso il problema della casa, ecco che emerge un nuovo dato, quello relativo alla mancanza di asili nido comunali”, Così dichiara Marcello Taglialatela v.segretario di INDIPENDENZA e Presidente dell’Associazione  Campo Sud.
“La mancanza di case popolari, -continua Taglialatela- unita a quella di posti per asili nido, sono la triste sintesi che condanna in particolare le giovani coppie a rimandare sine die alla formazione di una famiglia”.
Evidentemente al sindaco ed alla giunta sono più a cuore i cantieri per la realizzazione di parcheggi a Bagnoli”. -conclude l’esponente di Indipendenza-

IL SOLITO ALLARMISMO DELLA STAMPA “MOLTO AMICA” DEL GOVERNO: Dato per cancellato dalla Meloni l’assegno unico universale per le famiglie con figli a carico!

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E’ la solita storia. Ormai stucchevole, insopportabile e naturalmente falsa.

Il Governo Meloni ha stabilito di eliminare l’Assegno Unico Universale per le famiglie con figli a carico”. E’ l’apertura odierna di tutti i giornali di sinistra. Tutti “preoccupati” che il Governo abbia ormai deciso di affamare le famiglie italiane. Quelle che hanno dei bambini, poi, sarebbero le prime vittime di questa politica infame che farebbe rabbrividire persino Erode.

Lo ricordate il racconto del Vangelo secondo Matteo, secondo cui il Re della Giudea, appunto Erode, ordinò al suo esercito di massacrare tutti i neonati sino ai due anni di età, per essere certo di uccidere il piccolo Gesù di Nazaret? Ebbene ce la vedete la Meloni e il suo “esercito” di Ministri di Centro-Destra, correre in lungo e in largo per lo stivale per individuare tutti i bimbi che già godevano della erogazione dell’Assegno Unico e strapparglielo di bocca per affamarli?

Ma amici e colleghi giornalisti, siamo seri! Queste stupidaggini lasciamole dire solo ai rappresentanti del PD a partire dalla Schlein che, poverina, non ha proprio argomenti da spendere per aprir bocca in questo momento. E che nonostante sia assolutamente consapevole di aver lanciato una bufala che più grande non si può, deve poter dire pure qualcosa in questo scorcio di stagione estiva ancora calda ed infinita.

La poverina (intendo sempre la Schlein) non ha per nulla valutato che i “numeri” della nostra economia sono esaltanti e tanto, tanto migliori di ciascun altro Paese dell’Area Euro. Forse non ha letto i dati Eurostat, o i dati pubblicati dall’Istat e altri Organismi Economici e statistici Internazionali che solo a Luglio scorso hanno delineato uno scenario di stabilità dell’Italia da fare invidia. Con il PIL cresciuto e la disoccupazione in forte calo. Con Piazza Affari a livelli record e lo spreed dimezzato dagli ultimi dati certificati con Draghi a Palazzo Chigi. Con un tasso di inflazione più basso di qualunque altro Paese dell’Area Euro, con l’occupazione in significativo incremento anche nel sud Italia,  anche e soprattutto per le donne lavoratrici. (pensate che solo a luglio 2024 é stato raggiunto un ennesimo record dell’occupazione su base mensile che registra 56mila nuove assunzioni e il tasso di disoccupazione calato al 6,5%. Con un incremento nello stesso periodo dello scorso anno Gennaio-Luglio 2023 di 437 mila occupati permanenti).

E, giusto per concludere, con una lotta all’evasione fiscale sempre più efficace tanto per l’impegno inarrestabile della Guardia di Finanza e dei Nuclei di Polizia Tributaria e tanto per l’efficacia delle politiche fiscali adottate dal Governo con il rientro dei capitali e la maggiore semplificazione delle procedure di pagamento degli oneri fiscali, contributivi, IVA e quant’altro a carico dell’erario pubblico.

E con questi risultati significativi ed incoraggianti ce la vedete la Meloni azzerare uno strumento di coesione sociale e di sostegno alle famiglie con figli a carico? Ma credete davvero che la Premier sia così sprovveduta o che stia attualmente scontando una forte insolazione subita sotto il sole Pugliese, durante le sue vacanze in Salento? (anche queste molto “attenzionate” dai soliti “guardoni” progressisti!).

E allora, illustri colleghi della carta stampata (e non) vogliamo rientrare in canoni di informazione più corretti e meno dettati dalla bramosìa di scrivere qualunque cosa, pur se insensata e inventata di sana pianta, pur di colpire il Governo italiano? Basterebbe leggere la prima pagina di Repubblica di giovedi 29 Agosto e le sue successive due pagine (2da e 3za) che parlano molto abbondantemente e a sproposito solo di questa bufala, per altro immediatamente smentita dal Ministero dell’Economia e Finanze, con una nota lapidaria e definitiva: “Fantasiosa l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra”.  E Amen!

PS: Rimaniamo in attesa della pubblicazione, almeno di un trafiletto su Repubblica, in merito alla smentita ufficiale del Ministero competente. Adempimento imposto per legge ai giornali, quando la notizia é palesemente falsa!

PER SCAMPIA OCCORRE UNO SLANCIO DECISO E UN CAMBIO DI PASSO!

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Scampia, serve uno sprint per i progetti finanziati dal Pnrr. Gianni Lepre: “E’ ora di cambiare passo”

La tragedia della vela celeste di Scampia non ci ha ricordato solo la fragilità di certe strutture nei quartieri periferici di Napoli, ma è servito anche a far comprendere a tutti la fondamentale importanza del Pnrr e dei suoi stanziamenti a fronte delle criticità. Il Piano di ripresa e resilienza, infatti, finanzia con 159 milioni il progetto Restart Scampia, finalizzato proprio alla riqualificazione della Vela Celeste, e tra gli obiettivi, la realizzazione di 433 nuovi alloggi a emissione quasi zero, un parco pubblico, una fattoria didattica, un mercato e un nuovo complesso scolastico. “Vi sono altre due iniziative per Scampia, che prevedono stanziamenti molto più modesti e che, al momento, fanno riscontrare qualche ritardo – sottolinea l’economista Gianni Lepre – stiamo parlando della piscina Galante, chiusa dal 2019 e in stato di degrado”. “Per questo progetto – sottolinea il noto professionista – sono stati stanziati 4 milioni di euro ma il cui recupero prevede tempi lunghi. Occorre accelerare sul modello di Caivano, in modo tale da avere una fluidità nelle operazioni di messa a cantiere e recupero delle infrastrutture strategiche per la società”. Lepre ha poi ribadito: “Sarebbe importante che il Governo assicurasse anche per Scampia misure eccezionali per completare gli interventi in tempi utili, e noi siamo pienamente fiduciosi sul fatto che l’esempio di Caivano possa diventare una prassi diffusa”. “Oltre a Restart Scampia e alla riqualificazione della piscina Galante, c’è da riaprire al più presto il parco pubblico intitolato alla memoria di Ciro Esposito, il giovane ucciso il giorno di una finale di Coppa Italia che vedeva impegnate le squadre del Napoli e della Fiorentina. In questo caso l’importo erogato è di poco inferiore al milione di euro. Detto ciò possiamo sintetizzare sottolineando che è arrivato il momento di cambiare passo”, ha poi concluso l’economista Gianni Lepre.

I CASTELLI DI POPPI: ISPIRAZIONE PER LA COSTRUZIONE DI PALAZZO VECCHIO IN FIRENZE.

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La prima traccia nelle cronache del castello, risale al 1191. Nonostante ciò, si presuppone
che la sua fondazione sia antecedente di due o tre secoli, durante le invasioni longobarde e franche di questi territori.
L’edificio è stato ampliato e ristrutturato a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido.
L’aspetto odierno non è quello originale. La torre doveva essere molto più alta e dotata di
un apparato sporgente con beccatelli. Si dice che sia stata presa ad esempio da Arnolfo di
Cambio per la costruzione di quella di Palazzo Vecchio a Firenze. Tre-quattro metri della
base sono attualmente interrati.
Il complesso era dotato di due sole porte, una più grande rivolta a valle verso Ponte a
Poppi con una ripida rampa di accesso, e una più piccola sul lato opposto verso la piazza d’armi.
Dopo l’ultima grande ristrutturazione del castello nel 1470 fu quest’ultima, con il nome di
Porta del Leone, a diventarne l’accesso principale.
Il Castello fu ampliato con la costruzione del blocco rettangolare posto sulla destra della torre.
Questo era il primitivo cassero, adibito dai piani bassi basso verso l’alto rispettivamente a
carcere, deposito ed abitazione. Originariamente le due costruzioni erano staccate e
collegate solo da ponti levatoi ai piani alti, per essere ognuna indipendente e eventualmente a difesa dell’altra.  Quasi contemporaneamente fu iniziata anche la costruzione dell’altra ala del castello, dal lato opposto della torre.
dal lato opposto della torre.
Questa era costruita solo fino al primo piano quando fu terminato il cassero. Ma già così
 si era creato il cortile interno, ricco di stemmi in pietra. Sul lato verso Ponte
a Poppi il cortile è chiuso dalla Cappella.
È Incerta la paternità dell’edificio: la parte più antica è attribuita non univocamente a Lapo
di Cambio, mentre la più recente, databile alla fine del XIII secolo, sarebbe di Arnolfo di Cambio.