giovedì, Dicembre 26, 2024
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I gufi smentiti: il Napoli è primo

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Il Napoli torna a vincere al Maradona e riconquista il primo posto in classifica con una prestazione solida e convincente contro una Roma coriacea, chiusa in difesa per gran parte della gara.

La rete decisiva porta la firma di Romelu Lukaku, che a inizio ripresa ha trasformato in oro un cross perfetto di Di Lorenzo, superando Hummels e battendo Svilar con un colpo da vero centravanti.

Gli azzurri hanno dimostrato per lunghi tratti di essere superiori, dominando il gioco per almeno 75 minuti, come sottolineato da Antonio Conte nel post-partita.

L’allenatore del Napoli ha elogiato il lavoro della squadra, sottolineando come la preparazione tattica e l’impegno dei giocatori siano stati determinanti per avere la meglio su una Roma che si è limitata a difendere e a cercare di colpire nelle poche occasioni avute.

Tra queste, una traversa colpita da Dovbyk al 66’, che ha fatto tremare i tifosi azzurri ma che non ha intaccato la solidità difensiva della squadra partenopea. Lukaku, protagonista assoluto della serata, ha messo a segno un gol pesantissimo, riscattandosi contro la sua ex squadra e dimostrando di essere ormai il leader offensivo del Napoli.

La sua esultanza, sobria ma significativa, con il pugno alzato verso la curva, ha sottolineato il legame crescente con la piazza napoletana e la determinazione a continuare a fare bene. La vittoria è anche una risposta chiara e decisa ai tanti che, prima della partita, avevano già escluso il Napoli dalla lotta al vertice.

I pronostici di alcuni opinionisti e giornalisti di Sky, Mediaset e DAZN, che davano gli azzurri in difficoltà e destinati a scivolare al quinto posto, sono stati spazzati via da una prestazione che ha rimesso le cose in chiaro: il Napoli è ancora la squadra da battere.

Con questa vittoria, gli azzurri hanno non solo riconquistato il primato in classifica ma hanno anche dimostrato una maturità crescente, sia nella gestione della gara che nella capacità di soffrire nei momenti di difficoltà.

Il cammino è ancora lungo, ma serate come questa sono un segnale forte per il campionato: il Napoli c’è, e non ha intenzione di mollare.

 

ANCORA CROLLI NEI PALAZZI DEI POVERI

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Oramai non fa’ più notizia….
L’ennesimo crollo di parti comuni in una delle Vele di Scampia (ma non dovrebbero essere state già tutte demolite?) trova poco spazio sulle pagine dei quotidiani cittadini. Ci vuole almeno qualche ferito grave per riportare l’attenzione sul dramma che vive la nostra città ed in particolare le sue periferie.
L’attuale amministrazione comunale, in assoluta complicità con quella regionale, dimentica totalmente la necessità di una manutenzione degli immobili pubblici. Il Sindaco Manfredi, il governatore de Luca ed il presidente di ACER (ex IACP) sono colpevoli di una situazione che colpisce soprattutto le fasce deboli che rimangono abbandonate a se stesse

UNIONE EUROPEA : ACCORDO NELLA NOTTE. PUO’ PARTIRE IL NUOVO ESECUTIVO DI URSULA VON DER LEYEN. Confermata la nomina di Raffaele Fitto nel ruolo di VICE PRESIDENTE ESECUTIVO.

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Un’altra pagina piuttosto tormentata é stata chiusa felicemente nella notte tra mercoledi e giovedi con la definizione di un accordo tra le forze politiche di maggioranza del Parlamento Europeo.
Superate le difficoltà e i veti frapposti dai Socialisti e verdi contro l’Italiano Fitto e la Spagnola Teresa Ribera, ritenuti il primo iscritto al gruppo Europeo dei Conservatori, reo di essersi astenuto sul voto espresso per la conferma di Ursula Von Der Leyen nel ruolo di Presidente UE;  la seconda perché accusata in Patria di essere la responsabile dei tardivi aiuti alla popolazione spagnola colpita dalla tragedia recente dell’alluvione e di non essersi preoccupata di intervenire sul luogo della tragedia che ha procurato oltre duecento morti tra la popolazione della Regione di Valencia. Questi i motivi, almeno sulla carta, che hanno impedito per diversi giorni la quadratura del cerchio e il via ufficiale alla nuova esperienza governativa dell’UE a guida Ursula Von der Leyen. Determinante in questa “querelle” la posizione intransigente dei Popolari Europei che molto si sono spesi per una definizione del quadro politico e l’avvio della Legislatura.
Resta la grande soddisfazione di essere riusciti a difendere adeguatamente il nostro rappresentante in seno all’Esecutivo Europeo in quel ruolo prestigioso e fondamentale di Commissario per le materie di Coesione e Riforme, oltre al ruolo di Vice Presidente con compiti di coordinamento nelle materie assegnate. Un risultato di prestigio per l’Italia tutta che per la prima volta nella storia dell’UE vede un rappresentante del Centro Destra italiano nel ruolo di Vice Presidente. Soddisfazione é stata espressa dai membri del Governo Meloni e dal Presidente della Repubblica Mattarella per l’importante risultato conseguito in Europa. Risultato politico e diplomatico che offre al nostro Paese opportunità nuove e conferisce sempre maggiore autorevolezza internazionale.

MANFREDI ELETTO PRESIDENTE DELL’ANCI : “La forza propulsiva di questa Associazione é data dalla forte collaborazione e dalla unità dei Sindaci di Centro Destra e Centro Sinistra nell’interesse esclusivo dei cittadini”

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IL SINDACO DELLE "NUOVE CARTELLE" ESATTORIALI.

Terminata nel pomeriggio di ieri la 41° Assemblea annuale dell’ANCI e, a seguire, la XX° Assemblea Congressuale dell’Organismo dei Sindaci, nel corso della quale si é proceduto unitariamente alla elezione del nuovo Presidente nella persona del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Sostenuto in maniera bipartisan dai Sindaci di Centro Destra e Centro Sinistra, il nome di Gaetano Manfredi circolava da tempo negli ambienti istituzionali per le doti di fine mediatore, fautore del dialogo tra le forze politiche e amministratore appezzato tra i suoi colleghi primi cittadini di ogni parte d’Italia. Suo Vice Presidente Vicario, come di consueto per le scelte assunte dal mondo ANCI, é stato eletto unitariamente il Sindaco di Centro Destra del Comune di Ancona Daniele Silvetti in quota Forza Italia. Nel ruolo di Presidente del Consiglio Nazionale di ANCI é stato eletto il Sindaco di Ascoli Piceno Mario Fioravanti di Fratelli d’Italia.
Al Sindaco Manfredi e ai nuovi eletti ai vertici dell’Anci Nazionale, vanno gli auguri di buon lavoro della Redazione di Campo Sud.

ELEZIONI REGIONALI: L’ASTENSIONISMO PRIMO PARTITO! L’entusiasmo della Schlein; la necessità di un nuovo slancio programmatico per il Centro Destra.

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Elly Schlein nella sede del suo comitato elettorale, dopo la comunicazione dei risultati parziali delle primarie del Partito Democratico, Roma, 27 febbraio 2023. ANSA/FABIO FRUSTACI

E’ stata una campagna elettorale molto in sordina. Come se la posta in palio non interessasse, tutto sommato, nessuno. Il solo PD, nello schieramento progressista, si é impegnato moltissimo a partire dai suoi vertici nazionali. E mi pare fosse doveroso, dovendo confermare la Regione Emilia Romagna e magari strappare alla destra la Regione Umbria. Impegno sul quale Edy Schlein e tutto il PD si sono spesi molto per affermare la loro “leadership” nella guida e nel controllo della coalizione di Centrosinistra e porre le basi per auspicati e futuri successi elettorali, a partire dalle elezioni regionali in programma nel prossimo anno.
Tutto questo accadeva mentre proprio i più accreditati partners del PD, quel Movimento 5 Stelle alle prese con un possibile rimescolamento delle carte della propria linea politica, con Conte e Grillo ai ferri corti e il futuro di questa contesa incerto, assistevano impotenti e allibiti alla loro pungente e irreversibile debacle elettorale. E gli elettori dei 5 Stelle lo hanno ben compreso, forse non gradito, ma accettato. Fatto sta che hanno riversato i voti grillini  sul vascello più sicuro (in termini di riconoscibilità del messaggio politico) del Partito Democratico.
Una sorta di travaso di voti in stile “vasi comunicanti” che ha fortemente premiato il PD e, contestualmente, svuotato i 5 Stelle, che raccolgono solo il 3,55% dei consensi in Emilia e il 4,71 in Umbria.(alle ultime elezioni Europee di Giugno i 5 Stelle erano al 9%). Non parliamo dei dati delle precedenti elezioni regionali perché saremmo troppo impietosi con il Movimento politico guidato da Conte (ancora per quanto tempo?).
Poco da dire su quei gruppi politici che un tempo venivano definiti “cespugli”. Sostanzialmente tutti fermi sotto il 5% tanto in Emilia quanto in Umbria, comprese le numerose liste civiche presentate a sostegno dei candidati di centro sinistra. Ed anche questo é certamente un elemento di vivacità e di offerta politica e programmatica più articolata e convincente del PD rispetto ai suoi alleati: dal rilancio della sanità, alle battaglie per l’ambiente con la tutela del territorio devastato dalle alluvioni, alla forte opposizione sulla Autonomia Differenziata e tutto “l’armamentario” di slogan già noti e abusati,  utilizzati in campagna elettorale come tematiche “ariete” contro il Governo.

Passando allo schieramento di centro destra, può esser detto, senza timori di smentite, che il risultato della coalizione sia stata sostanzialmente deludente in quest’ultima tornata elettorale dell’anno 2024.
E se per la Regione Emilia Romagna, per la sua “storia elettorale” e per la forte connotazione politica di quel territorio il risultato poteva essere ampiamente prevedibile e dunque scontato, rimane l’amaro in bocca di aver perso una regione amministrata negli ultimi 5 anni dal Centrodestra in maniera piuttosto spiacevole e senza appello. Il che, piaccia o non piaccia ai partiti di governo, richiede necessariamente una seria e immediata riflessione sui motivi di questa sconfitta, ponendo senza indugi i necessari interrogativi e avanzati correttivi in corso d’opera, per non ripetere gli stessi errori anche nelle prossime competizioni elettorali del 2025. Elezioni amministrative ove andranno al voto regioni importantissime e strategiche come la Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche, e Valle d’Aosta. Un appuntamento elettorale da far tremare i polsi e che vedrà il cento destra impegnato , in primis, nel “difendere” le Marche e il Veneto già governate da Presidenti di Centrodestra. E nella sfida non facile di strappare alla Schlein regioni divenute baluardi delle sinistre come Puglia, Campania e Toscana.
Tornando alle ragioni della battuta d’arresto elettorale della Premier Meloni e dei suoi alleati e sottolineato non senza preoccupazione che il vero vincitore di queste elezioni sia ancora una volta il fenomeno sempre crescente dell’astensionismo (ha votato domenica e lunedi un elettore su due, a dimostrazione del distacco dei partiti dalle tematiche di maggior interesse degli italiani), dobbiamo dire che é fortemente mancato il collante necessario e la indispensabile collaborazione tra i partiti del Centrodestra, più ancora, é mancata la capacità di coinvolgere il “Popolo del Centro Destra” in programmi condivisi e di alto profilo che fungessero da volano e da impulso per un elettorato molto particolare che si infiamma sulle iniziative politiche concrete, visibili, di respiro lungo ed efficace. Come si é verificato in occasione degli interventi di riqualificazione del “Parco Verde” di Caivano, ove il consenso al Governo ha raggiunto livelli da record su tutto il territorio nazionale. Tanto per la risolutezza, la tempestività e la qualità degli interventi e delle iniziative messe in campo in così poco tempo, e così tanto efficaci.
E allora cosa può coinvolgere con passione e convinzione gli elettori del Centro Destra?

Su quali temi bisogna lavorare con particolare impegno e determinazione? A nostro avviso, il primo obiettivo da mettere in campo immediatamente é un serio e vasto programma di edilizia popolare per le grandi città e per i piccoli comuni con particolare disagio abitativo. Le giovani coppie, i nuclei familiari con a carico soggetti diversamente abili, le categorie degli sfrattati e i senza tetto storici, sono realtà purtroppo in crescita, che riempiono di sofferenza ogni contesto urbano e non soltanto. Occuparsi di queste categorie disagiate, ma in genere di quei lavoratori che vanno sostenuti con l’assegnazione di quel “bene primario” indispensabile per una famiglia rappresentato da un tetto sicuro e a costi contenuti, costituisce, tra l’altro, un moltiplicatore economico assolutamente non trascurabile per l’economia del Paese. Come dimostrato ampiamente già negli anni trenta e poi ancora negli anni 60 del secolo scorso con il cosiddetto Piano Fanfani. Ricorderete che quel grande progetto di edilizia residenziale pubblica fu attuato non soltanto dagli Istituti Autonomi delle Case Popolari di ogni provincia italiana, ma fu necessario costituire altri soggetti e altri Enti come la Gescal, l’Ina Casa, l’Incis, l’Inaric ed altri ancora, che coadiuvassero e implementassero gli innumerevoli progetti di edificazione pubblica per le famiglie dei lavoratori italiani che venivano fuori dagli anni della guerra con i bombardamenti delle città e la distruzione di gran parte del patrimonio edilizio pubblico e privato. Piano Fanfani che fu uno dei protagonisti di quel miracolo economico che l’Italia visse sul finire degli anni 50 e gli anni 60.
Una materia, questa dell’edilizia pubblica che, trasferita alle competenze delle Regioni con la Riforma del Titolo 5° della Costituzione dai Governi di Centro Sinistra, si é completamente dissolta lasciando gli Enti dell’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) in balia del disinteresse e dell’oblio dei Consigli di Amministrazione, di emanazione regionale, che hanno dimenticato la funzione storico-sociale degli Enti; dimenticato come si costruiscono le case popolari, occupandosi solo, nella migliore delle ipotesi, di gestione degli affitti; qualche manutenzione degli immobili così, di tanto in tanto e tanta gestione personalistica degli addetti. E le case rimangono, nella migliore delle ipotesi, vuote, non assegnate, sovente occupate, vandalizzate e non riammesse nel circuito legale e virtuoso delle assegnazioni agli aventi diritto. Eppure di soldi e anche tanti ci sono. Ma sono tutti lì nelle casse di molti Enti dell’ERP (edilizia residenziale pubblica) colpevolmente inutilizzati.
Questa é una strada da percorrere e tempestivamente, per un Governo che ha a cuore il futuro del nostro Paese e il benessere della popolazione in maggiore difficoltà. Un Governo che deve comprendere fino in fondo cosa potrebbe rappresentare per il nostro Paese, in termini economici, l’attuazione di un “Piano Casa” degno delle migliori tradizioni sociali e assistenziali di cui l’Italia é stata sempre protagonista. Rimettere in sesto le abitazioni “dimenticate” dagli Enti, iniziare la costruzione di nuove abitazioni dove il disagio abitativo é più forte ed avvertito, restituire speranza e fiducia nello Stato per la popolazione più debole, sono temi che infiammerebbero senza alcun dubbio gli elettori di Centro Destra, come nei primi mesi entusiasmanti del Governo Meloni. Preparando la coalizione di  Centro Destra, con un programma siffatto, a conquistare le Regioni in elezione nel 2025 e preparandosi adeguatamente a governare il Paese ancora a lungo.

SINNER, MAESTRO DEL TENNIS MONDIAL

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Jannik Sinner ha scritto una pagina di storia. A Torino, nella cornice delle ATP Finals 2024, il talento altoatesino è diventato il primo italiano a sollevare il prestigioso trofeo. Una finale quasi perfetta, quella contro l’americano Taylor Fritz, battuto con un doppio 6-4. Ma la vera impresa è il percorso: Sinner non ha perso un set in tutto il torneo, e una cosa così non accadeva dal 1986, quando Ivan Lendl faceva scuola.

Il 2024 di Jannik Sinner è qualcosa di più di un semplice successo. È un anno che lo ha consacrato nell’élite del tennis mondiale. Dopo i trionfi agli US Open e all’Australian Open, Sinner ha raggiunto un livello di continuità impressionante: 26 vittorie nelle ultime 27 partite, otto trofei stagionali e un numero 1 nel ranking ATP assicurato almeno fino a febbraio 2025. Per mettere le cose in prospettiva, si parla di un’annata che lo colloca accanto a mostri sacri come Federer e Djokovic, gli unici capaci di vincere questi tre titoli nello stesso anno.

Ma non è stato tutto rose e fiori. Durante la stagione, Sinner ha affrontato una vicenda spinosa: un caso di doping da cui è stato assolto, ma che non si è ancora chiuso del tutto a causa di un ricorso della WADA. Nonostante le ombre di questa controversia, Jannik ha mostrato una concentrazione e una resilienza che hanno sorpreso anche i più scettici. Sul campo, è rimasto imperturbabile, continuando a giocare un tennis di altissimo livello.

Il trionfo di Torino non è solo una vittoria personale, ma un’altra bandiera piantata per il tennis italiano. La conferma della città piemontese come sede delle ATP Finals fino al 2030, con Milano pronta a subentrare dal 2027, è una notizia che consolida il ruolo dell’Italia nel panorama tennistico internazionale.

Con questo trionfo alle spalle, il prossimo obiettivo è già nel mirino: Malaga, dove l’Italia dovrà difendere la Coppa Davis vinta nel 2023. Sinner sarà sicuramente il pilastro di una squadra che vuole continuare a sognare in grande.

Con il 2024 che volge al termine, una cosa è chiara: Jannik Sinner non è solo il presente, ma il futuro del tennis mondiale. E il bello è che, a soli 23 anni, questo viaggio sembra appena iniziato.

IL TRISTE EPILOGO DI UN ISTITUTO SCOLASTICO STORICO DELLA CITTA’.

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E’ la solita storia di sciatteria e mancanza assoluta di buon senso.

Un edificio scolastico della città, l’Istituto Alberghiero di Stato “Ippolito Cavalcanti” di Via Giovenale, a due passi da Via Manzoni, é stato costretto, senza alcun preavviso degno di questo nome, a sospendere le sue attività didattiche perché non provvisto dei requisiti antisismici a norma di Legge, per essere stato costruito negli anni fra le due guerre (1934).

Eppure i nostri valenti amministratori (la Provincia di Napoli e poi la Città Metropolitana) ne hanno avuto di tempo a disposizione per intervenire su questo edificio scolastico ancora in perfetta efficienza malgrado l’età, sapendo che lo stabile, costruito in cemento e calcestruzzo, non possedeva quei requisiti normativi molto stringenti che sono divenuti, negli anni, fondamentali per la sicurezza e la staticità di un edificio soprattutto in occasione di eventi naturali improvvisi. E più ancora se l’edificio insiste su un territorio con caratteristiche di sismicità elevate come é certamente la collina di Posillipo che sovrasta e cinge dall’alto l’area flegrea con la Conca di Agnano.

Ma tecnici e personale politico che per anni hanno “curato” l’edilizia scolastica nella città di Napoli e nella sua Provincia non hanno tenuto conto di questi elementi stringenti o lo hanno fatto molto tardivamente e senza alcun preavviso, lasciando operatori scolastici, alunni e loro famiglie in braghe di tela e alle prese con uno sgombero forzato di non facile attuazione e lo spostamento di oltre un centinaio di studenti del Cavalcanti da un lato all’altro della città come pacchi di “Amazon”. Senza programmare per tempo il trasferimento, senza valutare disagi e difficoltà operative degli insegnanti e dei giovani studenti. Senza comprendere le esigenze delle famiglie costrette a “misurarsi” con il temporaneo trasferimento del plesso scolastico nella Sede Centrale dell’Istituto Alberghiero situato nel Quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Cioé a dire al capo opposto della città, nella zona orientale, a due passi dai Comuni di San Giorgio a Cremano e Portici. E questa sembrerebbe la soluzione ( per i soloni della Città Metropolitana) meno traumatica e più praticabile, ipoteticamente senza disagi particolari per tutti. Un vero capolavoro di buon senso e di buon governo delle problematiche di natura scolastica che solo a Napoli poteva accadere!

Si tenga conto che le attuali normative antisismiche, dettate anche da accadimenti improvvisi e spesso molto gravi che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi 30/40 anni, hanno indotto il legislatore ad assumere queste normative di tutela e di contrasto di tali accadimenti ricorrenti cui l’Italia é morfologicamente esposta. Il primo provvedimento Legislativo che si occupa di rischio sismico é addirittura del 1974 attraverso la Legge 64 che per la prima volta classifica il territorio italiano in base alla vulnerabilità e al rischio sismico. Dal 1974 si sono avuti altri e diversi strumenti legislativi che hanno reso ancora più stringenti queste normative nel nostro territorio. Molto significativa é stata l’approvazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) n° 3274 del 2003, con il quale venivano classificati uno ad uno i Comuni Italiani e inseriti in una “Mappa di classificazione sismico del Territorio nazionale”, imponendo normative severe nella costruzione di nuovi edifici e dettate precise indicazioni tecniche per l’adeguamento antisismico degli edifici costruiti prima dell’entrata in vigore di questo DPCM, con particolare riferimento ai fabbricati di uso pubblico (scuole, Ministeri, Caserme, Musei, Ospedali etc.).

Malgrado tutto, risulta oltremodo inconcepibile un intervento edilizio di adeguamento antisismico dei tecnici della “Città Metropolitana”, (cui é affidata per Legge la gestione e manutenzione degli edifici scolastici delle Scuole Superiori), nel bel mezzo di un anno scolastico. Ma, soprattutto, é inconcepibile intervenire “ad horas” senza una informativa preventiva della Dirigenza  e della stessa platea scolastica che ha preso conoscenza dello sgombero della Scuola Cavalcanti “Tra capo e collo” come ha avuto modo di definire la stessa Preside dell’Istituto.

Quel che stupisce ancora di più di questa storia paradossale é che l’edificio scolastico di Via Giovenale non ha fatto registrare nel tempo, né di recente, nessun cedimento strutturale né banali distacchi di intonaci o, piuttosto,  problematiche tecniche rilevanti che facessero pensare ad un pericolo imminente per la sua staticità.

Con questo non vogliamo affermare che i lavori di adeguamento antisismico per la Scuola Cavalcanti siano inutili o non necessari. Tutt’altro! Ma ci pare opportuno ribadire che questi lavori andavano programmati in maniera più consona ed intelligente, sfruttando più propriamente ed efficacemente i mesi di chiusura estiva dell’Istituto ed evitando i disagi inconcepibili che l’attuale decisione della Città Metropolitana sta già producendo abbondantemente.

Pensare di trasferire un centinaio di studenti da Chiaia a San Giovanni, a nostro avviso, nasconde una macroscopica “follia amministrativa” dell’Ente Pubblico che non valuta in nessun modo troppi elementi sul tappeto: dalla enorme distanza tra i due quartieri interessati della città, al disagio degli studenti e delle famiglie, dalla presenza di studenti diversamente abili con difficoltà agli spostamenti, al notevole esborso di danaro pubblico da investire per il trasporto degli studenti in pulmann dedicati, l’assenza di servizi pubblici di trasporto diretti tra i due quartieri e, non ultimo, il pericolo della dispersione scolastica a seguito del trasferimento forzato. E poi ci si lamenta di quest’ultimo fenomeno (la dispersione scolastica) che nella nostra città assume contorni e numeri da assoluto primato!

Da genitori e da persone che si “sforzano” di ragionare con buon senso, ci permettiamo di suggerire una soluzione già percorsa in città nell’autunno dello scorso anno, quando si ventilò (come nel caso della Scuola Cavalcanti) di non riaprire l’unico asilo nido pubblico del quartiere Materdei per i medesimi lavori di adeguamento sismico previsti per  questo edificio scolastico costruito anch’esso negli anni trenta. E per il quale i tecnici chiesero lo sgombero della scuola. Una trattativa molto intensa e fruttuosa tra le parti scongiurò questa ipotesi ed i lavori iniziarono in Maggio, proseguirono in presenza degli alunni sino a Luglio (si trattava di asilo con chiusura più prolungata delle attività) e completati entro l’inizio del successivo anno scolastico. Senza difficoltà, disagi o contro indicazioni di rilievo.

E’ troppo complicato valutare serenamente e tecnicamente questa proposta che ha prodotto già soddisfacenti risultati in altra parte della città?? E’ possibile, in quest’ultimo caso della Scuola Cavalcanti, “salvare capri e cavoli” con un pizzico di buon senso e di maggiore disponibilità degli Amministratori della Città Metropolitana?

Amministratori pubblici a cui vorremmo suggerire di tener conto che il mondo della scuola é troppo importante perché si possa intervenire con leggerezza o senza valutare ogni aspetto critico delle proprie decisioni. Tanto per le ricadute innumerevoli e gravose che si producono sui giovani studenti e il mondo che gira loro intorno.

“BONUS NATALE 2024” PER LE FAMIGLIE CON FIGLI, RADDOPPIO DEI BENEFICIARI E NUOVE CATEGORIE INCLUSE.

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Bonus Natale 2024, il Governo amplia la platea dei possibili beneficiari e Giorgia Meloni rilancia su questa misura per dare un pò di “ossigeno” alle famiglie con figli a carico per queste festività tanto attese e gradite dalle famiglie italiane. L’innalzamento della base di reddito sino a 28 mila euro per ciascun lavoratore, consentirà quindi di percepire l’indennità di 100 euro (bonus Natale 2024) per un numero di lavoratori dipendenti quasi doppio rispetto allo scorso anno.

“Proviamoci”, è il suo incitamento, ma per non intaccare i fondi destinati alla riduzione delle tasse, la presidente del Consiglio punta ancora sul concordato preventivo biennale, ora esteso fino al 12 dicembre.

Il governo si spinge oltre con l’annuncio del ministro Luca Ciriani, che parla di risorse “per arrivare almeno al raddoppio” dei destinatari del bonus natalizio. I numeri potrebbero quindi passare da 1,1 milioni a 2,2 milioni di beneficiari, includendo le famiglie mono genitoriali.

Tuttavia la nota serale di Palazzo Chigi chiarisce ulteriormente:  “Si amplia la platea dei beneficiari del cosiddetto bonus Natale aggiuntivo, rispetto alla tredicesima mensilità”, recita il comunicato.

Come presentare la domanda per il bonus Natale?
È online il self-service per richiedere l’indennità natalizia da massimo 100 euro, inserita nel decreto Omnibus (Dl n. 113/2024). La misura, pensata per chi rispetta determinati requisiti di reddito e carichi familiari, prevede che i lavoratori interessati accedano alla propria area personale per inoltrare la domanda. L’operazione va completata entro le 12:00 del 22 novembre.

La procedura per richiedere l’indennità è alla portata di tutti, grazie alla piattaforma digitale dedicata. I passaggi sono i seguenti:

Accedere all’area personale, entrare nel menu “Servizi” e selezionare la sezione “Stipendiali”
Individuare l’opzione “Richiesta indennità D.L. n.113/2024 (Bonus Natale)” e seguire il percorso indicato.
Dal 14 novembre, inoltre, gli utenti potranno scaricare una ricevuta dettagliata della propria richiesta direttamente dal portale.

Chi ha perplessità su requisiti, erogazione o tempistiche può rivolgersi alla sezione delle Faq, dove sono spiegati i dettagli necessari. Il personale del settore sanitario, invece, è invitato a consultare il proprio datore di lavoro per chiarimenti specifici.

Nuovi potenziali beneficiari del bonus natalizio:
Quest’anno, la platea di chi può beneficiare del bonus si allarga. Il decreto appena approvato ha esteso la possibilità di richiedere il bonus a ulteriori categorie, facendo spazio a nuove fasce di lavoratori. Oltre a prevedere questo allargamento, il decreto ha riaperto i termini per aderire al concordato preventivo biennale, con scadenza fissata al 12 dicembre.

Cos’è il Bonus Natale e come funziona
Il Bonus Natale consiste in una somma aggiuntiva di 100 euro, destinata a chi rispetta specifici criteri di reddito e situazione familiare, e sarà inclusa nella tredicesima mensilità. Secondo l’art. 2-bis del Dl n. 113/2024, modificato dalla L. n. 143/2024, il bonus viene corrisposto dal datore di lavoro, che successivamente recupera la cifra attraverso un meccanismo di compensazione fiscale. L’importo è proporzionato ai giorni di detrazione spettanti ai lavoratori dipendenti, secondo quanto stabilito dall’art. 13 del d.P.R. n. 917/1986.

I criteri per l’idoneità
Per richiedere il Bonus Natale, i lavoratori devono soddisfare tre requisiti fondamentali:

Avere un reddito complessivo annuo non superiore ai 28.000 euro
Essere coniugati e con almeno un figlio a carico
Presentare un’imposta lorda sui redditi da lavoro dipendente, diversa da quella pensionistica, che superi le detrazioni previste per il lavoro dipendente.
Richiesta al datore di lavoro e chiarimenti
I lavoratori che intendono ottenere il bonus devono compilare una richiesta specifica per attestare il possesso dei requisiti. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 19/E del 10 ottobre 2024, ha fornito tutti i chiarimenti necessari per la corretta presentazione della domanda.

(fonte Ansa)

NAPOLI : LA STRAGE DEGLI INNOCENTI.

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Ormai non li contiamo più. E ci confondiamo facilmente tra gli uni e gli altri. Per intenderci, chi prima e chi dopo viene strappato alla vita, ai suoi affetti, al proprio futuro.
Assistiamo sgomenti alle immagini dei telegiornali nelle strade della città che trasudano sangue di ragazzini ancora minori o poco più che maggiorenni. Uccisi per un banale “sgarro” o presunto tale, come nel caso della scarpa sporcata per averla schiacciata involontariamente per strada. Oppure lo sguardo troppo “intenso” rivolto ad una adolescente. O peggio ancora per rivalità antiche tra famiglie malavitose risolte dai rampolli dell’una o dell’altra coalizione armata sino ai denti e, da qualche tempo senza criterio, lasciate nelle mani, o peggio ancora, affidate anche a questi giovanissimi che diventano sempre più violenti e irresponsabili.
In molti casi questi episodi coinvolgono altri ragazzi o passanti inconsapevoli e incolpevoli. Passati in quel luogo sbagliato, nel momento sbagliato solo per una tragica fatalità. E così non si contano più gli omicidi tra i giovani napoletani o dei paesi dell’area Metropolitana della città capoluogo. Tre omicidi a ripetizione in soli 15 giorni, il macabro epilogo di tre notti di movida violenta. Ove accade di tutto e si da’ libero sfogo alle peggiori pulsioni violente di una generazione di ventenni (ma anche più giovani) senza alcuna forma di autocontrollo e senza alcun freno inibitorio. Tutto questo senza tener conto del preoccupante fenomeno dell’uso e spaccio di droghe che avvelenano e incrementano ancor più gli eventi criminosi.
Adolescenti che somigliano sempre più ad autovetture potenti con grandi prestazioni e accelerazioni, ma con freni inadeguati e troppo deboli. E poi si sbatte, violentemente.
In queste circostanze ormai diffuse soprattutto in taluni ambiti sociali e contesti urbani, davvero molto poco possono fare i genitori per impedire simili comportamenti adolescenziali violenti e troppo spesso criminogeni. Occorre intervenire sui propri figli o congiunti già in età scolastica (la cosiddetta terza infanzia) e cioè a dire nei bambini dai 6 ai 13 anni quando, insieme al mondo della scuola elementare e poi le scuole medie sarà necessario adottare controlli costanti e significativi sui comportamenti minorili e imprimere rigide forme di comportamento sociale ed educazionale. Tanto nell’indispensabile nucleo familiare originario, quanto con il supporto del corpo insegnante e le strutture educative scolastiche, comprese quelle ludiche e sportive.
Nel frattempo ci si interroga sul numero insufficiente di telecamere installate in città, dimenticando che questi insostituibili presidi audiovisivi di controllo sono spesso usati solo per la individuazione dei responsabili di fatti criminosi. E poco o niente per prevenirli.
A nostro avviso, tali problematiche, così velocemente e drammaticamente in evoluzione nelle nostre città, richiedono soprattutto un più accurato e massiccio intervento di prevenzione e controllo dei territori urbani più sensibili. E ciò si traduce essenzialmente in una presenza più numerosa e qualificata di uomini e donne delle forze dell’Ordine in città. Tanto a garanzia della incolumità di questi soggetti deviati, quanto per la repressione dei fenomeni delinquenziali che rendono i contesti urbani oltremodo pericolosi, in specie nelle ore serali, anche e soprattutto per i normali cittadini e a tutela della loro sicurezza.
Purtroppo il problema é sempre lo stesso: il numero esiguo di forze di polizia da impiegare nelle città a rischio delinquenziale. Sappiamo che le risorse sono poche e insufficienti. Ma sappiamo pure che questa emergenza va risolta. Ed in attesa di assicurare nuovi agenti delle forze di polizia e nuove risorse per favorire la nascita e la diffusione di organismi culturali, sociali ed educativi, forse é venuto il momento di utilizzare più efficacemente quelli che ci sono.
Ci sembra inutile, ad esempio, impiegare l’esercito esclusivamente come presenza “deterrente” in quelle missioni del tipo “Città sicure”, se poi non possono intervenire come una qualunque forza di polizia. O al massimo si chiede loro esclusivamente di avvertire via radio le pattuglie di Polizia o Carabinieri dell’eventuale compiersi di accadimenti violenti o delittuosi sotto gli occhi di questi uomini con le stellette, praticamente impotenti. Occorre a nostro avviso e per un periodo limitato di tempo, di modificare le cosiddette “regole di ingaggio” dei militari dell’esercito impiegati nelle città. A partire proprio da Napoli e immediatamente. Occorre anche impiegare i battaglioni della ex Celere e il Battaglione mobile dei Carabinieri (quei reparti normalmente impiegati per pubbliche manifestazioni, partite di calcio o eventi sportivi) per rinforzare la presenza sul territorio urbano e nelle cittadine della provincia più esposte e sensibili. Occorre un maggiore coordinamento delle tre forze di Polizia ( Carabinieri, PS e Guardia di Finanza) con l’ausilio delle Polizie Locali per una massiccia e visibile azione di controllo, prevenzione e repressione dei crimini. Solo una iniziativa costante, duratura ed efficace di presenza sistematica sul territorio, in pieno “stile Caivano”, per intenderci, può garantire a Napoli e il suo hinterland un autentico e lungo periodo di tranquillità e normalità sul fronte dell’ordine pubblico. Tutto questo in attesa di poter contare al più presto su un numero adeguato di forze di Polizia di stanza in città.
Ma occorre anche e soprattutto provvedere rapidamente alla apertura dei cantieri previsti dal PNRR per la riqualificazione delle periferie delle nostre città. Un programma già finanziato, assolutamente necessario in realtà come quella napoletana, che attende ancora una concreta ed indispensabile realizzazione, attraverso l’immediata cantierizzazione delle opere previste, quartiere per quartiere.

TRUMP ALLA CASA BIANCA: UN TRIONFO DELLA DEMOCRAZIA E DEL POPOLO AMERICANO!

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Ne abbiamo sentite di tutti i colori in questi mesi di campagna elettorale per le Presidenziali in U.S.A.
Dall’Italia a mezza Europa, sino ad arrivare alle caotiche metropoli del Nord America e alle aree interne del grande paese a stelle e strisce, il coro di grande preoccupazione per una eventuale vittoria di Trump e dei Repubblicani in queste elezioni ha tolto il sonno a milioni di cittadini di ogni parte del globo. Una vera e propria campagna mediatica intensiva portata avanti dai soliti soggetti (stampa e televisioni) progressisti e libertari a oltranza o “a tutti i costi” che ha terrorizzato e avvilito chiunque. In Italia poi, non ne parliamo. Quello che sono stati capaci di fare e di dire su Trump, il suo entourage e i suoi sostenitori in maglietta rossa (i colori del Partito Conservatore statunitense) lo sa solo l’Ambasciata Statunitense a Roma che ha registrato ogni minuto di queste trasmissioni e raccolto ogni dichiarazione dei “soloni” intervenuti negli studi televisivi per vomitare odio ed invettive a go-gò all’indirizzo del candidato conservatore.
E meno male che a votare dovevano essere gli americani!!
Se avessero potuto i “democrat nostrani” si sarebbero iscritti tutti nelle liste elettorali d’America per sostenere la candidata della compagine Democratica. Ma noi siamo certi che anche questo eventuale “sacrificio” della sinistra italiana non avrebbe fermato il trionfo di Trump e dei Conservatori d’America. Troppo schiacciante il divario di proposta politica, di passione e di concretezza del messaggio elettorale di Trump, rispetto alla Vicepresidente Americana Harris, costretta all’ultimo momento a sostituire nella campagna elettorale più importante d’America, il già designato ottantaduenne Presidente Joe Biden, apparso poi non più in condizioni di salute tali da sostenere una impegnativa campagna elettorale.
Ma al di la delle condizioni di salute del claudicante Biden, delle innumerevoli performance delle interpreti rock più conosciute e spogliate d’America, delle passerelle sui palchi dei comizi elettorali di un numero incredibile di attori famosi o sulla via del tramonto (tra l’altro sempre gli stessi e arcinoti ultras dem), dei due ex Presidenti Clinton e Obama con relative consorti a tifare e incoraggiare la Harris, ciò che é venuto meno nel messaggio elettorale dei Democratici é stato il progetto politico della sinistra americana per i prossimi 4 anni degli Stati Uniti e per il suo popolo stanco e avvilito.
Gli americani hanno dimostrato di avere una gran paura di essere governati esattamente nel solco degli ultimi 4 anni di governo, ove disoccupazione, inflazione e pericolo di essere travolti da una immigrazione sempre più incontrollata e minacciosa, anche per l’economia di questo grande Paese divenuta fragile per le infinite risorse dedicate ai clandestini, per i posti di lavoro da riservare a costoro e sottratte ai cittadini americani, per le condizioni sempre più precarie di vita di quella parte più debole e fragile dei residenti delle grandi città americane (con particolare riferimento alla popolazione di colore e alle tante etnie di emigrati regolari, già divenuti cittadini americani da anni, (ispanici; indiani; filippini e tanti altri ancora) che vivono tra mille difficoltà quotidiane e che vengono per primi minacciati da una immigrazione selvaggia e senza controllo.
Un popolo che si é sentito minacciato dalle guerre che stravolgono il mondo e dalla incapacità di determinare percorsi di pace autorevoli ed efficaci che conferissero nuova autorevolezza all’America e garanzie concrete di pace durevole e definitiva in tutti gli scenari di guerra. Una Presidenza, quella di Baiden (e della sua Vice), apparsa imbarazzata, titubante, disinteressata, estranea agli stessi interessi americani e al suo riconosciuto prestigio internazionale.
L’elettorato americano ha dunque dimostrato platealmente e scientificamente di non fidarsi di chi, tra l’altro, ha usato in campagna elettorale solo slogan contro l’avversario, facendolo apparire, anzi presentandolo come un pericoloso terrorista, maniaco sessuale e pericoloso razzista (giusto per ricordare solo una parte delle accuse velenose rivolte a Trump). E, al contrario, sono state proprio le donne, le minoranze etniche di immigrati regolari e la vasta popolazione di colore che hanno tutti insieme e univocamente espresso il voto più massiccio e convinto per Trump. Dimostrando grande maturità del corpo elettorale, fiducia e speranza nel messaggio semplice e convincente rivolto da Trump all’America intera. Senza distinzioni. Senza alcuna esclusione.

Andata in soffitta la campagna elettorale, l’attenzione e l’interesse di tutti é ora rivolta alle prime iniziative politiche e sociali del 47mo Presidente americano per il suo Paese e per il suo popolo. Ma Trump é anche atteso sugli scacchieri internazionali per affrontare e risolvere le crisi israelo-palestinese e russo-ucraina. Il futuro della pace, delle nuove generazioni e del mondo intero, piaccia o meno ai suoi detrattori americani e d’oltre oceano, sono fortemente intrecciate con le scelte di politica internazionale che saprà mettere in campo il nuovo inquilino della Casa Bianca. Di questo fattore e in mancanza di altri attori internazionali autorevoli e accreditati, anche la politica nostrana dovrebbe rendersi conto e collaborare efficacemente con gli Stati Uniti e con l’attuale Presidente per affiancare, anzi supportare ogni iniziativa di pace, ogni sforzo diplomatico che si saprà e si vorrà compiere per far tacere le armi e le sofferenze in questi tormentati scenari di guerra.
Peccato che le parole fortemente irresponsabili della Segretaria del maggiore partito di opposizione in Italia, che risponde al nome di Elly Schlein, malgrado la sua triplice cittadinanza, a partire da quella statunitense (seguita da quella italiana e svizzera) che si é espressa, all’indomani della elezione di Trump, con parole di fuoco contro il nuovo eletto e le politiche, a suo dire, antidemocratiche, razziste e liberticide dei repubblicani U.S.A.
Annunciando a gran voce gravi ripercussioni sul futuro dell’Italia, dell’Europa e degli stessi Stati Uniti a seguito di questo risultato delle urne, oltremodo minaccioso per la democrazia americana. Per non parlare del futuro a tinte fosche per l’economia italiana vessata da presunti dazi alla importazione verso gli USA dei prodotti tipici del Made in Italy, annunciati da Trump a protezione dell’economia a stelle e strisce. Ma omettendo di dire che nei suoi programmi elettorali, il neo Presidente americano parlava esclusivamente di dazi ai prodotti di alta tecnologia dell’industria Cinese e asiatica e del settore automobilistico con prevalenza ai motori elettrici.
La solita manfrina, il solito interesse ad avvelenare i pozzi e distorcere la verità di fatti e circostanze di sinistra memoria. Eppure ne avrebbe avuto di argomenti e tematiche forti da discutere. Tutte interne al PD e alla coalizione di centro sinistra: dalle intemperanze dello Sceriffo campano De Luca con le figuracce che sta facendo collezionare proprio alla Schlein in ordine al raggiunto terzo mandato alla guida della Regione Campania che sta lacerando il PD locale, ai fallimenti del Campo Largo sconfitto recentemente anche alle elezioni regionali della Liguria, al rapporto turbolento con Conte e i cinquestelle e chi più ne ha più ne metta.
Poi si lamentano che il popolo, che sia quello italiano di ieri, o quello americano di oggi, abbandonano le forze politiche cosiddette progressiste e le lasciano in brache di tela a tramare e sparlare inutilmente dei propri avversari. Liguria Docet!
E dell’America abbiamo già detto. Con tutti i detrattori italiani di Trump tutt’ora con l’ossigeno a permanenza!!