venerdì, Gennaio 10, 2025
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ASSISI NEL MEDIOEVO : ALLA SCOPERTA DELLA PORZIUNCOLA DI S. FRANCESCO.

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Assisi, città medievale tra le colline umbre, è un luogo ricco di storia e spiritualità, con le
sue strette strade lastricate e le case di pietra che narrano storie di fede e devozione.
In questo contesto affascinante, si distingue la figura di Giovanni di Pietro di Bernardone,
meglio noto come Francesco. Da giovane, Francesco era incline ai piaceri mondani, ma un
cambiamento profondo lo portò a rinunciare ai suoi beni terreni per abbracciare una vita di
povertà e devozione.
Tra le opere più significative di Francesco c’è il recupero e conseguente restauro della
Porziuncola, una piccola chiesa ai piedi del monte Subasio.
La piccola cappella restituita al culto divenne un luogo speciale per Francesco, dove trascorreva ore in preghiera e meditazione, comprendendo la sua missione di vivere secondo il Santo Vangelo e fondando l’Ordine Francescano nel 1205.

Il 2 agosto 1216, la Porziuncola fu consacrata alla presenza di sette vescovi umbri,
segnando la proclamazione del Perdono di Assisi. Questo evento, celebrato annualmente il
1° e il 2 agosto, estende l’indulgenza concessa qui anche alle chiese di tutto il mondo.
La Porziuncola fu anche il luogo della conversione di Santa Chiara, che fondò l’Ordine delle
Clarisse. Le due date che ricordano questo avvenimento, il 28 marzo 1211 e il 18 marzo
1212, sono ancora celebrate con grande devozione.
Costruita con la pietra cavata dal maestoso monte Subasio, la Porziuncola custodisce al suo
interno tesori artistici e spirituali che affascinano e ispirano i visitatori. L’entrata imponente,
sormontata da un affresco del pittore Friedrich Overbeck, accoglie i pellegrini con le parole
di Gesù: “La tua richiesta, Francesco, accolgo. Simbolo dell’ampio perdono che é concesso a coloro che visitano questa chiesa, pentiti e confessati”
L’interno della Porziuncola, con la sua unica aula e piccola abside è arricchito da una pala
d’altare datata 1393, opera del talentuoso pittore Ilario da Viterbo. Il recente restauro,
completato dopo il sisma del 1997, ha portato alla luce il pavimento originale in
cocciopesto, restituendo alla chiesa il suo antico splendore.
All’esterno, un affresco raffigurante la Crocifissione, attribuito al Perugino, attira lo sguardo
dei visitatori, mentre una lanterna gotica del XIV-XV secolo con una statua della Vergine
domina la facciata.
Ma la Porziuncola è molto più di una semplice chiesa. È un luogo carico di storia e
significato, dove San Francesco d’Assisi trascorse gran parte della sua vita in preghiera e
meditazione. Vicino alla Porziuncola, nel luogo dove ora si trova la cappella del Transito, il
Santo spirò la sera del 3 ottobre 1226, lasciando dietro di sé una eredità di umiltà,
compassione e amore per Dio e per il prossimo.
Oggi continua a essere un luogo di pellegrinaggio per migliaia di persone provenienti da
tutto il mondo, che vengono qui per trovare conforto spirituale e rinnovare la propria fede.
La sua bellezza e la sua sacralità la rendono un vero tesoro nel cuore di Assisi, una
testimonianza vivente della spiritualità francescana che continua a risplendere attraverso i
secoli.

UNA NAPOLI GREEN AL CENTRO DELLA AGENDA POLITICA : LE PROPOSTE DEL NOSTRO DIRETTORE NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE “GIANNI LEPRE INCONTRA”

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Una nuova puntata della trasmissione televisiva “Gianni Lepre incontra…..” andata in onda in queste ore, durante la quale il noto economista Napoletano intervista il Direttore del nostro quotidiano, intrattenendo il suo interlocutore sulle tematiche cittadine più rilevanti:

“i ritardi paurosi sul progetto di riqualificazione e riconversione dell’area di Bagnoli/Coroglio; la proposta del “Patron” del Napoli Calcio di realizzare proprio in quell’area un nuovo stadio di proprietà della Società sportiva; il verde negato in città con la necessità di trasformare Napoli in una città Green, (innanzitutto per migliorare la qualità dell’aria in difesa della salute pubblica); la riforma fiscale del governo e il dramma degli incidenti sul lavoro e quant’altro discusso nei 20 minuti di intervista ripresa dal Canale YouTube, che vi proponiamo attraverso le pagine di Campo Sud Quotidiano”.

Seguiamola insieme …

INAUGURATA A PALAZZO REALE LA MOSTRA SU TOLKIEN : UN AUTENTICO TUFFO NELLE MERAVIGLIE LETTERARIE DEL CATTEDRATICO INGLESE.

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E’ stata inaugurata a Napoli nei saloni espositivi del “Belvedere” di Palazzo Reale, appena rinnovati, la Mostra temporanea (16 Marzo – 2 Luglio 2024) “TOLKIEN UOMO, PROFESSORE, AUTORE”

Organizzatore e curatore della Mostra il Dottor Oronzo Cilli, co-curatore il dottor Alessandro Nicosia. L’evento culturale, nato dalla collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali e l’Università di Oxford nel Regno Unito, ove Tolkien insegnò a lungo, é stato tenuto a battesimo dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, accompagnato dal Direttore di Palazzo Reale, Prof. Mario Epifani.

La Mostra, che resterà aperta sino al mese di Luglio prossimo, costituisce la seconda tappa della esposizione temporanea apertasi a Roma nel Novembre scorso presso la Galleria di Arte Moderna, ove é stato registrato un autentico record di visitatori con oltre 80 mila presenze.  Dopo la tappa napoletana, la Mostra su Tolkien sarà ospitata a Torino in autunno presso la Reggia di Venaria e successivamente sbarcherà in Sicilia nella ospitale città di Catania.

La rassegna “temporanea” sul poeta e scrittore inglese rappresenta un autentico ed eccezionale evento culturale per la particolare organizzazione della rassegna che ha inteso porre l’uomo al centro dell’attenzione del visitatore, attraverso il racconto di una vita e indagando nel profondo l’artista, il docente, il padre ed anche l’amico di una miriade di donne, uomini e adolescenti del suo tempo.

Una personalità poliedrica e accattivante, quella di Tolkien, intorno alla quale ruotano le sue opere letterarie, la sua narrativa fluida e moderna, per molti versi rivoluzionaria e certamente originale, dalla quale emerge forte il suo amore  per la natura. Ma anche la grande passione e il rispetto per il mondo dei giovani cui dedica la sua grande e magnifica intuizione letteraria del “Mondo di Mezzo”, con i suoi personaggi inimitabili, umili e densi di umanità.

Una specifica sezione della Mostra é dedicata all’influenza che Tolkien ha avuto per il mondo dell’arte a 360 gradi, a partire dal cinema, i fumetti, la musica. Tanto a dimostrazione di quanto la sua produzione artistica e letteraria sia fortemente interconnessa con la realtà del suo tempo, ma fresca ed attuale anche per la nostra realtà contemporanea.

Grande soddisfazione é stata espressa dal Ministro Sangiuliano per aver fermamente voluto questa Mostra celebrativa di Tolkien, che ha registrato nella giornata inaugurale una notevole affluenza di visitatori entusiasti.

Un evento culturale da non perdere, nella cornice straordinaria di Palazzo Reale, che arricchisce oltremodo l’offerta turistica e culturale della primavera napoletana.

I POPOLI LIBERI E DEMOCRATICI SI IMPEGNINO PER LA PACE IN UCRAINA E IN PALESTINA.

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In tutto il mondo esistono scenari di guerra.
E se non c’è la guerra ci sono attentati con morti e feriti.
Non c’è area del globo nella quale non siano in corso conflitti.
I giovani, per lo più, cadono nei campi di battaglia, ma cadono anche tantissimi civili
di ogni età, di ogni sesso, di ogni religione se si trovano nel posto sbagliato al
momento sbagliato.
Un antico detto popolare recita: “Se in guerra dovessero andare solo i governanti ed
i loro figli, non ci sarebbero guerre nel mondo”.
Quanto è amara e vera questa considerazione.
Dai loro bunker superprotetti e quindi superdifesi, tanti capi di stato non esitano ad
inviare a combattere sempre più persone.
Risulta tristemente inascoltato l’invito alla pace del Sommo Pontefice.
E’ sembrato a tanti un indiretto invito alla resa del popolo ucraino.
No: L’invito a cessare la carneficina era ed è l’invito di un uomo di Chiesa ad evitare
ulteriori morti. In ogni modo possibile o auspicabile.
Gli è stato risposto che la guerra in Ucraina finirà solo con la sconfitta dell’orso
russo.
Ma da che mondo é mondo le trattative di pace hanno rappresentato l’unica a
strada, pur con qualche cedimento, pur con qualche concessione, per porre termine
alle ostilità.
Muoiono tantissimi giovani, muoiono tantissimi civili, dicevamo, ma c’è qualcuno
che su queste morti aumenta il proprio potere finanziario.
Una recente inchiesta di giornali economici certifica che in un solo anno il valore
delle azioni delle aziende che producono armi o materiale bellico in generale, è
vertiginosamente aumentato.
Si parla per esempio dell’aumento del 78 per cento delle azioni della italiana
Leonardo, del 40 per cento di quelle della britannica Bae, del 37 per cento di quelle
della francese Safran.
Vi pare possibile quindi che, nelle stanze che contano, ci sia qualcuno interessato alla
pace?.

Se a questo si aggiunge il fatto che poi ci dovrà essere la necessaria ricostruzione
delle terre distrutte, con altri colossali interessi in gioco, il quadro è completo.
Risultato: la povera gente ci rimette le penne, tanti si arricchiscono.

Tuttavia queste nostre considerazioni, a tratti ovvie o scontate, non sarebbero state espresse se quel maledetto 7 Ottobre dello scorso anno non avessimo assistito al macabro attacco agli insediamenti di coloni israeliani al confine con Gaza. Se non avessimo assistito impotenti, attraverso immagini riprese dagli stessi combattenti di Hamas, al massacro di donne e bambini innocenti nei Kibbutz, o dei tanti giovani israeliani che partecipavano ad un concerto nel deserto e  che venivano con crudeltà assoluta mitragliati o prelevati e utilizzati come ostaggi.

E che dire dell’invasione russa dell’Ucraina? Che dire della smania bellicosa di un folle che nel nuovo millennio ancora si ostina ad avere e perseguire “miraggi imperialistici” occupando unilateralmente una Nazione Sovrana?

Cosa devono fare gli Stati liberi e democratici di ogni parte del mondo rispetto a questi scenari drammatici ??

E’ Immaginabile che si possa impunemente e “fariseicamente” girare il proprio sguardo dall’altra parte?

Noi crediamo di no. E siamo convinti che la strada del dialogo intrapresa dalle diplomazie di tanti Paesi del mondo occidentale e non soltanto, siano lo strumento unico e indispensabile per riportare la pace tanto in Palestina, quanto nel cuore dell’Europa.

Purchè gli stati belligeranti siano davvero motivati ad accettare le risoluzioni di pace confezionate non senza difficoltà dai mediatori internazionali.

IL DIRITTO ALL’ABORTO E’ LA NEGAZIONE DELLA VITA. Il pericolo subdolo della scelta francese.

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The young adult woman holds her face and cries after receiving some devastating news about her lab results.
Lungi da ogni moralismo e da ogni lettura “etica”, cerchiamo di capire quale significato ha l’introduzione del diritto di aborto nella Costituzione francese.
Innanzitutto diciamo che in Francia il diritto all’aborto esiste già ed è stato introdotto nel 1975, grazie alla Legge Veil che consente di potere interrompere volontariamente la gravidanza sino alla quattordicesima settimana di gestazione. Come in Italia. Ciò da cui partire è il binomio “diritto ed aborto”, dove aborto sta per sopprimere una vita che è in noi, ma che è altro da noi. D’altronde, questa è la società dei mille diritti e dei pochissimi doveri. Altra cultura. Cultura di questo tempi. Se anche l’Ansa, la principale agenzia di stampa italiana che dovrebbe essere per sua natura neutrale, parla di “diritto all’aborto”, capiamo subito che è inutile discorrere sul tifo e la dietrologia.
Se, dunque, esiste da ormai mezzo secolo qual è la portata di questa novità? Essenzialmente una portata storica, perché la decisione, passata con larga maggioranza, fa sì che il diritto all’aborto – ripetiamo, al di là di come la si pensi in merito – entra in Costituzione, ovvero diventa un asse portate delle istituzioni statali.
Colpisce, dunque, il fatto che la Francia, così come l’Italia, è affetta da un preoccupante calo demografico e, nel peggior momento di “vita” del calo delle nascite, i cuginetti d’oltralpe aprono la Costituzione ad una legge che non verte alla crescita della popolazione e alla proliferazione di nuove leve, ma al suo esatto contrario. Se è vero che non è un mistero che potrebbero attingere dalle loro colonie i “nuovi francesi”, è innegabile che sotto la Torre Eiffel hanno uno strano concetto di Costituzione.
La notizia ha fatto clamore, ma a favore (cfr. la posizione dell’Ansa di cui sopra) ed è arrivata in concomitanza con la festa della donna, quando le donne potranno festeggiare la libertà di ammazzare, tanto “il corpo è mio e lo gestisco io”, persino se non sono state capaci di gestire quel corpo che ricorre – poi – al diritto all’aborto (dell’altrui vita), quale mezzo anticoncezionale, anche se la concezione è già avvenuta. Un metodo riparatore postumo spacciato come diritto, libertà, emancipazione.
Avrebbe dovuto far clamore perché persino Marine Le Pen, a capo del movimento Rassemblement National, ha lasciato “libertà di coscienza” ai suoi in merito al voto e lei stessa, a voto avvenuto, si è detta “soddisfatta” della decisione presa.
Ciò vuol dire che, quando arriverà da noi la stessa questione – e già, perché è ormai almeno mezzo secolo (di cui sopra…) che se un membro (sic!) dell’Unione europea di Bruxelles partorisce qualche idiozia, presto o tardi la stessa idiozia arriva come un domino nelle altre “regioni” di Bruxelles, senza che sia necessariamente colpa di Bruxelles – non vi sarà, non ci potrà e non ci dovrà essere opposizione alcuna da parte di Salvini e similari cugini della Le Pen. Anzi, toccherà persino dirsi contenti. Con tanti saluti alle nuove vite.
Avrebbe dovuto fare clamore la posizione almeno del Papa che, però, si è espresso solo attraverso la Facoltà pontificia, ma stavolta non ha avuto il favore della stampa che non ha sponsorizzato e fatto megafono, come in merito alle recenti dichiarazioni di pace, seppur fuori tempo massimo, sulla guerra in Ucraina – le sole cose (scontate) che un Papa avrebbe dovuto dire.
La direzione di morte e non più di vita è data: presto arriverà anche il “diritto” di chiedere di morire e non la necessità, la volontà, una soluzione estrema.
Non ci resta, dunque, che attendere l’ennesimo piano inclinato. Dagli altri. Quelli del “pensiero progressista”.

DAL DIRITTO AL DELITTO : LA TRISTE STORIA DELL’ABORTO IN COSTITUZIONE NELLA FRANCIA PROGRESSISTA.

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Side view close-up of pregnant woman touching her belly. Pregnancy health & wellbeing concept.

Dal nostro amico e lettore, Prof. Lazzaro Maria Celli, riceviamo e volentieri pubblichiamo un approfondimento sulla discutibile vicenda dell’inserimento nella Carta Costituzionale della Repubblica Francese del diritto all’aborto per le donne transalpine.

 

È ormai acclarato. La biologia lo dimostra. Studi pubblicati su riviste mediche specializzate provano che la vita nasce da un disegno intelligente, altro che caso.
Fin dal primo zigote c’è uno scambio d’informazioni tra l’essere umano racchiuso in quella cellula e la madre. Tra madre e figlio, infatti, c’è un susseguirsi di reazione chimiche mediante cui comunicano; ciò fa sì che l’annidamento non avviene in un punto qualsiasi dell’utero, ma nel luogo in cui ha più possibilità di sopravvivenza.
Eppure, per una maledetta forzatura ideologica, continuiamo a considerare quell’essere umano un grumo di cellule.
Se ripercorriamo la storia dell’aborto e il ruolo usato dai media, raccogliamo resoconti di bugie, di menzogne. I giornali italiani gonfiarono volutamente i dati degli aborti clandestini in modo da far credere che le dimensioni del fenomeno sommerso fossero notevoli. Ci fu pure un anno in cui i numeri degli aborti superarono quelli delle nascite.
La strada spianata alla 194 ha questi retroscena, però nessuno se ne ricorda.
Siamo ingannati e continuiamo ad esserlo, prigionieri di un’ideologia neo-giacobina che è entrata nei sottostrati della nostra coscienza, fino a convincerci che ci può essere il diritto all’omicidio dell’essere umano più indifeso: il bambino.
E come se non bastasse la Francia celebra come una conquista l’omicidio di Stato, introducendolo finanche nella propria Costituzione.
Siamo in perfetta continuità storica tra quella che fu l’alba della Rivoluzione francese con i tempi moderni. Liberté, egualité, fraternité. Belle parole, ma hanno nascosto i più efferati delitti della storia.
Oggi al bambino è negata la libertà di nascere; la sua vita non è considerata uguale a quelle degli adulti e quanto alla fraternità è violata dall’omicidio.
E questa sarebbe civiltà?
Caro Macron, sei un uomo del sistema globalista, hai fatto un buon lavoro, sei stato fedele agli obiettivi del WEF, ti puoi ritirare, ma sulla Francia non hai certo attirato la benedizione di Dio.
E comunque, anche se la questione da questo punto di vista non ti interessa, sappi almeno che una Nazione che si fonda su leggi fratricide non è destinata ad avere una lunga vita.
È ormai acclarato. La biologia lo dimostra. Studi pubblicati su riviste mediche specializzate provano che la vita nasce da un disegno intelligente, altro che caso.
Fin dal primo zigote c’è uno scambio d’informazioni tra l’essere umano racchiuso in quella cellula e la madre. Tra madre e figlio, infatti, c’è un susseguirsi di reazione chimiche mediante cui comunicano; ciò fa sì che l’annidamento non avviene in un punto qualsiasi dell’utero, ma nel luogo in cui ha più possibilità di sopravvivenza.
Eppure, per una maledetta forzatura ideologica, continuiamo a considerare quell’essere umano un grumo di cellule.
Se ripercorriamo la storia dell’aborto e il ruolo usato dai media, raccogliamo resoconti di bugie, di menzogne. I giornali italiani gonfiarono volutamente i dati degli aborti clandestini in modo da far credere che le dimensioni del fenomeno sommerso fossero notevoli. Ci fu pure un anno in cui i numeri degli aborti superarono quelli delle nascite.
La strada spianata alla 194 ha questi retroscena, però nessuno se ne ricorda.
Siamo ingannati e continuiamo ad esserlo, prigionieri di un’ideologia neo-giacobina che è entrata nel substrato della nostra coscienza, fino a convincerci che ci può essere il diritto all’omicidio dell’essere umano più indifeso: il bambino.
E come se non bastasse la Francia celebra come una conquista l’omicidio di Stato, introducendolo finanche nella propria Costituzione.
Siamo in perfetta continuità storica tra quella che fu l’alba della Rivoluzione francese con i tempi moderni. Liberté, egualité, fraternité. Belle parole, ma hanno nascosto i più efferati delitti della storia.
Oggi al bambino è negata la libertà di nascere; la sua vita non è considerata uguale a quelle degli adulti e quanto alla fraternità, essa è violata dall’omicidio.
E questa sarebbe civiltà?
Caro Macron, sei un uomo del sistema globalista, hai fatto un buon lavoro, sei stato fedele agli obiettivi del WEF, ti puoi ritirare, ma sulla Francia non hai certo attirato la benedizione di Dio.
E comunque, anche se la questione da questo punto di vista non ti interessa, sappi almeno che una Nazione che si fonda su leggi fratricide non è destinata ad avere una lunga vita.

APERTA ALLA MOSTRA D’OLTREMARE LA 27esima EDIZIONE DELLA BORSA MEDITERRANEA DEL TURISMO

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Nel suggestivo scenario della Mostra d’Oltremare, in una giornata finalmente primaverile, si é aperta la 27esima edizione della BMT con un parterre di tutto riguardo costituito da alberghi di lusso e villaggi, luoghi incantevoli dove trascorrere le vacanze tra borghi medioevali o spiagge incontaminate e selvagge della Croazia, piuttosto che in Puglia o in Sicilia, nelle Marche o in Abruzzo. E’ un’offerta davvero fantastica e variegata per tutti i gusti degli appassionati della vacanza di qualità. E la BMT é il veicolo più autorevole in Italia e nel bacino del Mediterraneo per la promozione “dell’universo del turismo” in vetrina da oggi nel complesso fieristico di Fuorigrotta.

I numeri di questa manifestazione  parlano chiaro:

16.000 metri quadri di esposizioni;

400   espositori italiani;

!7 Regioni Strategiche per il turismo in  l’Italia e all’estero;

11  Compagnie aeree coinvolte;

!7 Compagnie di navigazione e crocieristiche italiane e straniere;

160 Buyers provenienti da ogni parte del mondo;

82 tour operator stranieri;

200 Whorkshop, B2B, convegni e presentazioni nei tre giorni di esposizione del BMT

“Una vetrina di grande rilievo per la città di Napoli- dichiara il Sindaco Manfredi- che ospita l’evento riservato al mondo del turismo proprio nel momento del culmine di presenze turistiche in città. Presenze che vorremmo incrementare- continua Manfredi- anche grazie all’apertura, nell’anno in corso, di tre nuove strutture alberghiere in città, per una offerta turistica sempre più ampia e di qualità .

CONTINUANO I DISAGI ALLA POPOLAZIONE IN UN QUARTIERE SCONQUASSATO E PROSTRATO DELLA CITTA!

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Emanuele Papa (Lega) : Voragine via Morghen/Via Solimena: solidarietà concreta a residenti e negozianti vessati e beffati dalla cattiva gestione pubblica dei servizi e del sottosuolo da parte del comune di Napoli e della V Municipalità.  

“Nessun supporto incisivo da parte del Comune e della municipalità contro il dissesto idrogeologico di cui è vittima il nostro territorio.
Siamo vicini ai condomini e ai commercianti del Vomero, i quali a causa dell’incuria protratta del nostro quartiere si sono visti costretti a dover abbandonare le proprie abitazioni senza che il comune gli abbia fornito alloggi o indennizzi e che anzi, dovranno provvedere a proprie spese a nominare i tecnici per certificare ed adoperare l’eliminazione del pericolo e le verifiche di stabilità.” Lo afferma in una nota il consigliere della Lega della V Municipalità Emanuele Papa, che aggiunge:
“Chiediamo di attivare immediatamente tutti i meccanismi di sostegno economico per i residenti e ristori economici per le attività commerciali che vadano ben oltre la semplice esenzione tari relegata al solo periodo di non fruibilità degli immobili, di cui si è discusso fino ad ora, ma che preveda l’esenzione totale delle tasse comunali fino a scomputo delle enormi spese, ed enormi perdite sostenute dai cittadini vittime innocenti dei dissesti.
Ci offriamo di supportare giuridicamente ed orientare amministrativamente in maniera gratuita tutti coloro che ne avranno bisogno, perché troviamo assurdo che i cittadini vittime degli eventi debbano anche districarsi tra le pretese folli e le lungaggini burocratiche che li costringono fuori dalle proprie case, dai propri affetti, dalle proprie vite.”
Emanuele Papa conclude la sua dichiarazione con una stoccata all’amministrazione:
“L’assenza ingiustificabile da parte del sindaco Manfredi che non si è degnato di recarsi sui luoghi ed ascoltare i cittadini, aggiunta all’ambiguità da parte della V Municipalità sul cui territorio esponenti della stessa maggioranza organizzano un sit-in di protesta per chiedere maggiori interventi, contribuiscono alla confusione e allo smarrimento, l’ultima cosa di cui, i poveri cittadini in disagio, necessitano in questo momento.”

ESAURITA LA SPERANZA DELLA “SPALLATA” : IL CENTRO DESTRA VINCE LE ELEZIONI REGIONALI IN ABRUZZO!

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Dopo una intera notte dedicata allo spoglio delle schede, le prime proiezioni che attribuivano alla coalizione di centro destra una cosiddetta “forbice” di risultato di oltre 10 punti di vantaggio sul candidato della coalizione di sinistra-centro, riunita per la prima volta nel cosiddetto “campo largo” che registrava il “tutti dentro appassionatamente”, si é giunti al risultato finale, certamente più coerente e verosimile, che ha visto il Governatore di Centrodestra Marco Marsilio aggiudicarsi la competizione elettorale della Regione Abruzzo con il risultato del 53,5% dei consensi a fronte del candidato Luciano D’Amico, sostenuto dalla sinistra, che si é fermato al 46,55%.

Rimandata al mittente la speranza della spallata a Marsilio e alla intera coalizione di Centro Destra, speranza motivata dallo strettissimo margine di voti ottenuti dalla sinistra nelle recenti elezioni regionali in Sardegna, che avevano evidentemente fatto sperare oltre misura i partiti della coalizione avversa, allargata ai 5 Stelle e Azione di Calenda, oltre agli altri consueti alleati.

Una vittoria importante per Marsilio che può fregiarsi del “primato” di essere il primo Governatore della Regione Abruzzo riconfermato nel ruolo per la seconda volta. A testimonianza del buon lavoro politico compiuto in questa legislatura appena conclusa e del sostegno entusiastico ricevuto dall’elettorato abruzzese.

Al neo eletto Governatore sono pervenuti gli auguri del candidato sconfitto Luciano D’Amico, della Segretaria del PD Elly Schlein, dello stesso leader dei 5 Stelle Conte, oltre ai rappresentanti di tutti i partiti della coalizione di Centrodestra.

Raggiante è parsa la Premier Meloni che ha sottolineato la ottima performance di Marsilio, sorretto adeguatamente dall’azione politica efficace di tutto l’esecutivo nazionale che é stato premiato per le scelte coerenti in politica estera e nel raggiungimento di importanti obiettivi politico-amministrativi, quali l’incremento dell’occupazione in Italia, il contenimento dell’inflazione, lo stato di salute dell’economia nazionale e delle borse, dell’abbattimento progressivo del debito pubblico, e quant’altro di positivo si é registrato in questo anno e poco più di governo di centro destra del Paese.

Chiudiamo con il dettaglio dei risultati elettorali definitivi, conseguiti dalle forze politiche delle due diverse coalizioni:

CENTRO DESTRA             totale voti raccolti: 327.660 pari al 54.67% di consensi per la                                              coalizione.

Fratelli d’Italia                 24,11%

Forza Italia                      13,4%

Lega                                7,56%

Lista Marsilio                     5,72%

Noi moderati                     2,68%

UDC                                 1,17%

CENTRO SINISTRA             Totale voti raccolti : 262.565 pari al 45,33% di consensi per la                                           coalizione.

PD                                     20,9%

Abruzzo Insieme                  7,67%

M5 Stelle                             7,01%

Azione Calenda                     4%

 

 

 

 

 

IL CENTRO-DESTRA ALL’ATTACCO DI DE LUCA: Basta con le false accuse. Lo sceriffo pensi a “risanare” la sanità in Campania!

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L’opposizione di centro destra affila le armi contro De Luca e parte all’attacco contro le le infamie propagandate a destra e manca da un personaggio ormai più che patetico, diventato molto pericoloso per se e per i suoi. Oltre che per gli ignari concittadini campani. Dopo la bravata della “marcia su Roma” compiuta con diversi Sindaci della Campania e risolta con un flop spaventoso, non essendo stato ricevuto da nessuno e trovando tutti i palazzi romani di governo chiusi per impegni precedenti (Il Ministro Fitto e la Premier erano a Reggio Calabria proprio per siglare l’accordo istituzionale e la sottoscrizione del Fondo di Coesione e Sviluppo con la Regione Calabria) al nostro “Uomo Forte” non rimaneva che abbaiare alla luna e lasciarsi andare ad invettive e parolacce di dubbio gusto contro la Meloni, colpevole di aver preferito dialogare con il Governatore della Calabria, piuttosto che ricevere lui e i suoi Sindaci che erano comparsi senza aver fissato nessun appuntamento a Palazzo Chigi. Una giornata romana passata tra portoni sbattuti in faccia e crisi isteriche del “nostro” nei confronti dei servizi d’ordine della questura di Roma che provava a fargli capire l’impossibilità di discutere, in quel giorno, delle problematiche che gli stavano a cuore. Ma passiamo a valutare queste questioni ritenute da De Luca fondamentali e urgenti. Lo Sceriffo pretendeva che fossero immediatamente liquidate dal Governo centrale le risorse finanziarie previste per la Regione Campania in ordine al cosiddetto Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC). Cioè a dire il principale strumento finanziario che, congiuntamente ai Fondi Strutturali Europei, attua le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale, insieme alla rimozione degli squilibri economico-sociali in attuazione dell’Art. 119 comma 5 della Costituzione Italiana e dell’Art 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Tale fondo è gestito dal Presidente del Consiglio dei Ministri che si avvale del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione (DPCOE) presso Palazzo Chigi. Il Governo Meloni ha deliberato l’attivazione di un percorso virtuoso, con una cabina di regia che sovraintende alla stipula degli Accordi con le singole Regioni, previo condivisione di strategie univoche, con programmi ed obiettivi che dovranno essere necessariamente coerenti con la mission del Fondo di Sv. e Coesione che fa capo, tra l’altro, ai Ministeri dello Sviluppo Economico ed  Economia e Finanze.

Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca non ha inteso, sin ora, concordare con Palazzo Chigi e gli altri interlocutori istituzionali le strategie  e la coerenza dei programmi nazionali con la tipologia di investimento regionali previsti dall’Ente Locale e, pertanto, in assenza di questo imprescindibile lavoro di sintesi e di programmazione negoziata, non si é ancora proceduto a calendarizzare la data della sottoscrizione del Fondo di Coesione con la Regione Campania e la relativa assegnazione delle risorse finanziarie previste. Di qui le manifestazioni di protesta, i ricorsi di De Luca al Tar Campania per lo sblocco dei fondi, il successivo Ricorso del Ministro Fitto in Consiglio di Stato e, per ultimo, la campagna pubblicitaria denigratoria in pieno stile elettorale condotta da De Luca contro il Governo Meloni con il falso problema delle “condizioni di salute precarie” della sanità campana attribuite, al contrario e impropriamente, all’Esecutivo nazionale. Nascondendo o spostando le reali responsabilità di quello che si profila come un vero e autentico disastro della sanità, prodotto in questi anni di (non) governo della Regione, da chi ha istituzionalmente la responsabilità legislativa e gestionale della materia.

Ed é a questo punto che le forze politiche di opposizione a De Luca scendono in campo per contrastare la vergognosa mistificazione dei manifesti e tabelloni pubblicitari affissi in ogni capoluogo di provincia, in città e cittadine della Campania, sugli assi viari più importanti, sui tetti dei palazzi, nelle stazioni ferroviarie, aeroporti e in ogni luogo. Manifesti che annunciano chiusure di ospedali e pronto soccorso, ritiro dei medici dai presidi sanitari campani, ed altre false amenità che sarebbero state prodotte dal Governo Meloni in questo anno di governo e non già dal Presidente De Luca che amministra la Regione Campania dal 2015 ininterrottamente e che dal 2920, anno del suo secondo mandato da Governatore, si é anche attribuito le deleghe di Assessore alla Sanità, completando lo sfascio già insopportabile.

Demagogia, ipocrisia, falsità allo stato puro. La denuncia unanime delle forze politiche campane, pervenute nell’ordine da, INDIPENDENZA, (ia nuova formazione politica fondata da Gianni Alemanno) con l’On. Marcello Taglialatela, storico avversario politico di Vincenzo De Luca, protagonista degli innumerevoli esposti alla Procura della Repubblica per il caso degli ospedali prefabbricati anti-covid mai aperti a Napoli, Caserta e Salerno e ospitati nei parcheggi di taluni nosocomi delle province campane. Procedimenti penali ancora in corso, non senza preoccupazioni per possibili prescrizioni.

L’On. Marcello Taglialatela annunciava nel corso di una apposita conferenza stampa la presentazione di un ennesimo esposto alla magistratura napoletana per ottenere il ritiro dei manifesti ordinati dalla Regione e il sequestro degli impianti pubblicitari per evitare la reiterazione dell’abuso, ipotizzando il reato di diffusione di informazioni false atte a turbare l’Ordine Pubblico (art.656 C.P.) e Peculato (art.314 C.P.) per l’utilizzo di fondi pubblici per una faziosa e falsa campagna di stampa.

A ruota si sono registrate le dichiarazioni dell’On Luciano Schifone, ex Consigliere Regionale della Campania di Alleanza Nazionale ed oggi Consigliere del Ministro dalla Cultura Gennaro Sangiuliano del Governo Meloni. Schifone si é soffermato sulla sconcertante decisione di affiggere manifesti contenenti affermazioni del tutto prive di fondamento. E’ di tutta evidenza infatti, che  la eventuale chiusura dei Pronto soccorso ospedalieri spetti esclusivamente alle Regioni, così come é stato fatto proprio da De Luca recentemente in alcuni nosocomi campani. Anzi c’é da dire che in altri casi De Luca ha proceduto addirittura alla chiusura di interi ospedali per motivi di bilancio, rientrando nelle sue dinamiche e competenze di natura istituzionali e costituzionali. Pertanto, contrabbandare una campagna pubblicitaria ( per altro diffamatoria) in pieno stile elettorale, per una comunicazione istituzionale dell’Ente Regione (si pensi a campagne di prevenzione contro l’uso di droghe, piuttosto che contro il tabagismo o l’uso di alcolici nei giovani…….) pagata con soldi pubblici, prefigura reati penali specifici e distrazione di danaro pubblico regolarmente sanzionabili dalla Corte dei Conti a carico di De Luca e dei Dirigenti Regionali responsabili dei procedimenti di affidamento della gara per l’affissione.

Dello stesso tenore le dichiarazioni del neo Coordinatore Cittadino di Napoli di Fratelli d’Italia, Marco Nonno e del suo Vice Luigi Rispoli, che prontamente, hanno annunciato la presentazione di un esposto alla Magistratura Napoletana affidata all’Avvocato napoletano Danila De Novellis che mira a contrastare e vanificare l’iniziativa vergognosa e menzognera del Presidente De Luca, chiedendo il sequestro probatorio degli atti deliberativi che hanno prodotto la stampa e l’affissione dei manifesti contestati. Nonno e Rispoli hanno sottolineato la realtà della Sanità Campana che proprio de Luca, nella doppia veste di Governatore ed Assessore alla Sanità della stessa Regione, ha contribuito a sfasciare e rendere deficitaria, diventando la cenerentola delle regioni meridionali già di per se fortemente inefficienti. Sull’argomento si é intrattenuto anche il Consigliere Regionale della Lega Severino Nappi che ha stigmatizzato il comportamento schizofrenico di De Luca, ormai abbandonato anche dai vertici del suo partito e contestata l’iniziativa fuorviante e pericolosa  che desta forte preoccupazione nei cittadini per il contenuto falsificato dell’informazione resa in maniera spregiudicata, con sperpero di pubblico denaro.