giovedì, Gennaio 9, 2025
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LA GIORNATA DEL MADE IN ITALY : L’ARTIGIANATO D’ECCELLENZA FESTEGGIA A BACOLI IN UNA PREZIOSA LOCATION STORICA.

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Romualdo Pettorino (CNA Orafi Campania): “Abbiamo l’onore e l’onere di promuovere e preservare il marchio Italia”

La Giornata nazionale del Made in Italy in Campania, sponsorizzata da CNA regionale, si è svolta in una location suggestiva ed incredibilmente attrattiva come la Casina Vanvitelliana nel bel mezzo del Lago Fusaro a Bacoli.

Sull’isolotto si sono dati appuntamento le filiere dell’artigianato d’eccellenza, vanto del Made in Italy nel mondo, ma non solo, anche produzioni dell’agroalimentare altra filiera traino del Sistema Paese. A guidare la cordata delle eccellenze non potevano mancare gli orafi, rappresentanti di un settore che è e resta il fiore all’occhiello del marchio Italia.

L’iniziativa ha registrato oltre 1000 presenze, confermando l’entusiasmo e l’interesse delle tante persone intervenute per l’artigianato di qualità. Le opere esposte, tra cui creazioni di sartoria, ceramica, scultura, pelletteria, arte orafa e intarsio, provenienti dai territori di Benevento, Caserta e Napoli, hanno letteralmente incantato i tanti visitatori. Il Presidente di CNA Campania Nord, Vincenzo Santo, ha espresso piena soddisfazione per l’evento, sottolineando un dato di fatto: costruire turismo e sviluppo intorno all’artigianato è una possibilità concreta per ‘intera regione.

“Abbiamo l’onore e l’onere di promuovere e preservare il marchio Italia – commenta Romualdo Pettorino, presidente di CNA Orafi Campania – e per questa bella iniziativa ringrazio il presidente Santo per aver voluto sottolineare l’importanza delle produzioni d’eccellenza”. Il noto gemmologo ha poi continuato: “La 2 giorni di Bacoli ha messo in luce che il Made in Italy continua ad essere fondamentale per il Sistema Paese, una sorta di carta d’identità nella quale tutti noi delle filiere artigiane ci riconosciamo in egual modo. Il settore orafo, come brand locomotiva delle eccellenze produttive, resta un faro nella cui luce ci muoviamo provando a fare rete soprattutto a Sud dove solo ora sta nascendo la cultura della condivisione e del afre comune”.  Ad organizzare l’evento, nella splendida cornice della Casina Vanvitelliana,  il Presidente di CNA Federmoda Campania Aldo Toscano, che ha  rimarcato la grande responsabilità di preservare e divulgare tutte le competenze sparse sul territorio, con l’individuazione di una filiera dell’artigianato d’eccellenza che possa contenere le unicità.

ISTITUIRE UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA PARLAMENTARE PER INDIVIDUARE I RESPONSABILI DEI DISASTRI PRODOTTI DAL SUPERBONUS EDILIZIO.

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I Superbonus  edilizi hanno avuto un impatto devastante sul debito pubblico del nostro Paese e le conseguenze disastrose le sopporteremo anche nei prossimi anni. La più grande follia di finanza pubblica di sempre, l’hanno definita molti economisti.

Il secondo governo di Giuseppe Conte ha destinato l’intero beneficio ai privati, senza alcun limite di reddito, né di utilizzo dell’immobile. Abbiamo così visto ristrutturare a spese dello Stato anche case di villeggiatura.

Al 9 aprile 2024 – giorno della presentazione del Documento di economia e finanza – i crediti edilizi accumulati ammontano già a 219 miliardi di euro. Ma è un dato provvisorio. Negli ultimi quattro mesi la spesa è infatti aumentata di oltre 40 miliardi. È l’effetto dei procedimenti che via via vengono contabilizzati e diventano o diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico. Significa che ciascuna famiglia italiana ha oggi un nuovo debito di 8760 euro. Anche se non ha mai chiesto e ottenuto nulla dallo Stato.

I bonus edilizi ordinari, previsti dalla nostra legislazione da diversi anni, che consentono risparmi fiscali con percentuali minori e che da anni vengono rimborsati dallo Stato come credito d’imposta, hanno avuto il merito di far emergere parte dell’economia sommersa. Ma il Superbonus voluto dal Governo Giallo-rosso è stato letteralmente un finanziamento a pioggia, degno degli anni peggiori della Prima Repubblica.

I proponenti avrebbero dovuto prevedere (con maggior senso di responsabilità e lungimiranza) che il rimborso del 110 per cento del valore dell’intervento avrebbe avuto due effetti catastrofici sui conti pubblici. Il primo effetto: deresponsabilizzare i committenti dei lavori, cioè i proprietari degli immobili e gli amministratori di condominio, sul contenimento della spesa (tanto rimborsa lo Stato). Secondo: imprimere un ulteriore aumento dell’inflazione sul costo dei materiali.

Questa smisurata risorsa l’abbiamo invece letteralmente data in gestione ad amministratori e imprenditori edili e spalmata sulle facciate di una piccola minoranza di abitazioni con il seguente risultato: con i soldi del Superbonus è stato ristrutturato poco meno del 4 per cento degli edifici residenziali e circa il 6 per cento dei condomini.

Amministratori e imprese che hanno aderito ai Suberbonus hanno legalmente sfruttato le opportunità di una legge sostenuta da larga parte del Parlamento. Ma proprio la sua formulazione e l’insufficienza di controlli ha tra l’altro permesso irregolarità colpose e vere e proprie truffe ai danni dello Stato. Addirittura per lavori mai eseguiti. Senza contare il fatto che gran parte dei cappotti termici realizzati sono altamente combustibili. Abbiamo insomma qualche palazzo più efficiente, ma forse meno sicuro.

Proprio per questa distanza tra la scarsa qualità degli obiettivi raggiunti e le immani risorse impiegate – un debito che condizionerà l’Italia almeno per tutto il prossimo decennio e oltre – il Parlamento dovrebbe assumersi la responsabilità di fare chiarezza su quanto è accaduto e perché è accaduto. Dovrebbe spiegare agli italiani le ragioni di tanti, evidenti errori di previsione. E come mai si sia deciso di favorire così ampiamente il settore edilizio, il più esposto alle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose e all’impiego di manovalanza irregolare, e non altri settori strategici della nostra economia.

L’istituzione di una commissione d’inchiesta diventa così necessaria, di fronte alle gravi conseguenze che ( smaltiti i fumi e le immancabili promesse della campagna elettorale in corso)  tutti noi dovremo affrontare dal prossimo autunno per fronteggiare e limitare i danni per il bilancio dello Stato prodotti dalla iniziativa promossa e tutt’ora sostenuta (senza alcun pudore) in primis dal Movimento 5 Stelle.

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LA CAMPANIA LOCOMOTIVA DEL MEZZOGIORNO. ANCHE IN MATERIA DI NATALITA’.

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 Gianni Lepre (economista): “natalità e nuzialità leve economiche antiche ma efficaci”

  

La regione Campania si conferma sempre di più locomotiva del Mezzogiorno e non solo per i dati macroeconomici, ma anche e soprattutto per l’andazzo sociale e produttivo diretto e indiretto. Ne é convinto l’economista Gianni Lepre, consigliere del ministro Sangiuliano con delega a Pmi e Made in Italy.

“L’ultimo rapporto Istat – sottolinea il noto professionista – conferma un posizionamento ai vertici della Campania per tasso di natalità, anche se va poi sottolineato come la media italiana sia inferiore a quella europea e, in prospettiva quindi, anche in Campania si pone il problema del ricambio generazionale nella società in generale, oltre che nel lavoro”. Il noto economista ha poi continuato: “L’Istat ci dice che, pur con una regressione nel 2023, la Campania è una regione con tasso di nuzialità nettamente superiore a quello del Centro-Nord. Il matrimonio, sia come sacramento che come convivio sociale, tira ancora al sud ed in particolare nelle nostre zone”. “Ciò che frena – analizza Lepre – sono gli aspetti economici legati a questi eventi ed i costi vivi da affrontare per le cerimonie nuziali. d’altro canto – continua il prof. Lepre – in Campania si fanno più figli ma l’età media in cui si diventa genitori è fra le più alte dello Stivale: 32,2 anni”. Lepre ha poi concluso: “é ovvio che se l’economia decollasse, anche attraverso turismo, artigianato e cultura,  matrimoni e numero di figli potrebbero aumentare, e la nostra regione potrebbe trainare davvero il resto del Mezzogiorno”.

CELEBRATA IN TUTTA ITALIA LA PRIMA GIORNATA DEL MADE IN ITALY. IL MINISTRO URSO: “Oggi celebriamo il lavoro, l’impresa, il prodotto italiano. Occasione irripetibile per lo sviluppo economico e culturale del Paese”.

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Anticipata da una presentazione molto efficace, con un parterre di ospiti di eccezione che affollava i saloni del Ministero dello Sviluppo Economico di Palazzo Piacentini in Via Veneto, il 2 Aprile scorso, si é svolta in tutta Italia e in ben 50 sedi estere, la prima “Giornata del Made in Italy”, fortemente voluta dal Governo Italiano e dal Ministro Urso in primis, con l’approvazione della Legge 206 del 27.12.2023. Un provvedimento legislativo che si pone l’ambizioso obiettivo di promuovere la creatività e l’eccellenza delle produzioni italiane, riconoscendo al Made in Italy il ruolo sociale e il contributo determinante per lo sviluppo economico e culturale del Paese. Oltre naturalmente alla tutela del valore e delle qualità peculiari delle opere di ingegno che determinano la riconoscibilità delle produzioni italiane. Una Legge che mira a stimolare e proteggere efficacemente la crescita delle filiere strategiche nazionali, fungendo da volano per l’economia, ma anche veicolo imprescindibile di protezione e sostegno vicendevole per lo stesso brand del Made in Italy nel mondo.

Coinvolte in maniera entusiastica in questa kermesse itinerante, le imprese produttrici, vetrine del settore dell’industria, della moda, dell’arredo, dell’agroalimentare, della nautica, del tessile, del legno, del design, dell’arredo, della gioielleria, in uno con le Associazioni di Categoria, Le Camere di Commercio, Unioncamere, CNA, Confcommercio, Confindustria, gli Enti locali e l’ANCI, i Musei italiani, le scuole e le Università, la Lega Calcio, la Fondazione dei Cavalieri del Lavoro, I Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico, La Guardia di Finanza per la indispensabile azione di contrasto alla contraffazione dei nostri prodotti, in specie agroalimentari, e, non ultimo, l’ICE (Istituto per il Commercio Estero) per il coordinamento e l’organizzazione delle manifestazioni celebrative della Giornata del Made in Italy, nelle oltre 50 sedi estere ove sono stati allestiti gli eventi programmati.

Imprenditori e Maestri artigiani hanno aperto quest’oggi e per la prima volta le porte delle proprie aziende e dei laboratori ai cittadini, agli studenti di ogni ordine e grado, agli universitari,  al fine di stimolare il loro interesse per lo studio e l’apprendimento delle nuove opportunità professionali legate al mondo del Made in Italy. Con le sue professioni dell’artigianato di qualità, piuttosto che quelle legate alla creatività e all’eccellenza delle manifatture di produzione italiana. Un’azione di conoscenza e di incoraggiamento verso queste professioni antiche ma sin troppo stimolanti ed interessanti anche economicamente che, dal prossimo anno scolastico, vedrà nascere anche uno nuovo Liceo del Made in Italy, con materie specifiche ed innovative, per formare adeguatamente i professionisti dei prossimi decenni, nelle materie tecnico-scientifiche e artistiche, tanto necessari al mercato del lavoro nel nostro Paese.

“Oggi celebriamo il lavoro, l’impresa e il prodotto italiano” -dichiara il Ministro Adolfo Urso aprendo le celebrazioni di questa impegnativa giornata-  “Il Made in Italy non é fermo al passato -continua il Ministro-  ma é il miglior modo di concepire il futuro mettendo sempre al centro la persona, così come é rappresentato dall’uomo “Vitruviano” del celebre disegno di Leonardo da Vinci, che ha ispirato anche l’emissione di un francobollo per la Giornata del Made in Italy, a cura di Poste Italiane”.

 

IL “DITALE D’ORO 2024”: LA SARTORIA NAPOLETANA, VANTO ASSOLUTO DEL MADE IN ITALY, TRA TRADIZIONE E CREATIVITA’

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Si è svolta nei giorni 11 e 12 aprile nella magnifica e storica cornice della sala Refettorio del complesso monumentale di S.Maria La Nova in pieno centro storico di Napol,i la seconda edizione del ” Ditale d’Oro” prestigioso concorso per le giovani leve della sartoria artigianale italiana, indetto dalla “Confraternita dei Sartori 1351”. Lo spirito del concorso, che ha visto la presenza e la partecipazione di giovani artigiani provenienti da tutta Italia, è il confronto di tanti giovani sarti con alcuni dei maestri Sartori che rappresentano l’ eccellenza del comparto della sartoria nazionale. Due giorni di “full immersion” nel mondo della sartoria artigianale sia maschile che femminile, iniziati con la prima giornata dedicata al concorso vero e proprio e la seconda che ha visto la sfilata dei capi sartoriali prodotti,  conclusa poi con la premiazione dei vincitori. Il ” Ditale d’Oro” rappresenta il massimo riconoscimento che la “Confraternita dei Sartori” attribuisce ai giovani artigiani dai 18 ai 35 anni che hanno saputo mettere in risalto attraverso le proprie creazioni, stile, capacità tecnica, estro creativo abbinato al rigore formale della sartoria su misura. Molto soddisfatta al termine  dell’ evento Tiziana Aiello, Presidente della “Confraternita dei Sartori 1351”: “È stata un’ edizione in grande crescita- dichiara la Aiello- non solo in termini di partecipazione che ha confermato il ruolo  fondamentale di un premio che rappresenta un importante momento per un’ attività che tutto il mondo ci invidia. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada e crescere in vista della prossima edizione”. Le fa eco il maestro Raffaele Antonelli, Vice Presidente della Confraternita che sottolinea, non senza orgoglio, il ruolo unico del marchio Napoli: ” Il nostro Know how- ha sottolineato Antonelli- è imprescindibile nella sartoria artigianale e soprattutto in un panorama nel quale troppi millantano storicità, tipicità e creatività usando il marchio Napoli”.

L’ economista Gianni Lepre, consigliere del Ministro Sangiuliano con delega al made in Italy, ha confermato l’ impegno del Ministero per la valorizzazione del brand Italia nel mondo e ha ricordato che proprio lunedì prossimo sarà celebrata la prima Giornata Nazionale del Made in Italy per la promozione della creatività e dell’eccellenza delle produzioni italiane. Eccellenze che troviamo oggi qui a Napoli e che ci apprestiamo a valorizzare e premiare grazie alla iniziativa vitruosa della “Confraternita dei Sartori 1351.”

” Sono i giovani il nostro futuro e soprattutto il futuro del brand sartoriale -ha aggiunto Lepre-  congiuntamente alle Istituzioni stiamo cercando di individuare le giuste strategie che consentano alle nuove imprese artigiane di imporsi a livello nazionale e internazionale. “Questo premio- conclude Lepre- vuole perciò rappresentare un importante tassello nella vita professionale di giovani che stanno iniziando un percorso verso quelle “eccellenze” creative e produttive che esprime la filiera della moda  italiana”.

DITALE D’ORO: IN S. MARIA LA NOVA L’EDIZIONE 2024 DEL PRESTIGIOSO CONCORSO DELLA “CONFRATERNITA DEI SARTORI”

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NAPOLI – Torna il “Ditale d’Oro” edizione 2024, il prestigioso concorso per giovani sarti indetto dalla Confraternita dei Sartori 1351,  rivolto alle giovani leve dalla sartoria italiana, vanto del made in Italy. Il Concorso vede la presenza di giovani artigiani, provenienti da tutta Italia, che si confronteranno con alcuni dei maestri sartori che rappresentano l’eccellenza del comparto della sartoria tricolore. In tale occasione viene conferito il Premio Ditale d’Oro arrivato alla seconda edizione, che rappresenta il massimo riconoscimento che l’Associazione Confraternita dei Sartori 1351 attribuisce ai giovani Artigiani dai 18 ai 35 anni, che abbiano saputo mettere meglio in risalto lo stile, la capacità tecnica, l’estro creativo e il rigore formale della sartoria su misura, sia maschile che femminile. L’evento, che si svolgerà l’11 e 12 Aprile prossimi nel Complesso Monumentale di S. Maria La Nova a Napoli, vedrà una prima giornata dedicata al concorso vero e proprio, mentre la seconda giornata prevede la sfilata dei capi sartoriali prodotti e la premiazione dei vincitori. Il 12 Aprile è previsto anche un incontro sulla Sartoria come eccellenza del Made in Italy da promuovere e tramandare ai giovani sarti/sarte. Al dibattito interverranno: Giuseppe Reale, Direttore Complesso Monumentale di S. Maria La Nova; Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli; Teresa Armato, Assessore al Turismo e alle Attività Produttive Comune di Napoli; Tiziana Aiello, Presidente della Confraternita dei Sartori 1351; Gianni Lepre, Economista e Consigliere del Ministro della Cultura; Raffaele Antonelli, maestro sartore e Vice Presidente Confraternita dei Sartori. “Siamo giunti alla seconda edizione di un premio che si conferma importante per i giovani sarti – commenta Tiziana Aiello, presidente della Confraternita dei Sartori 1351 – uno step fondamentale verso quell’attività che il mondo intero ci invidia”. “Il nostro know how è imprescindibile nella sartoria artigianale – sottolinea il maestro Raffaele Antonelli – soprattutto in un panorama nel quale in troppi millantano storicità, tipicità e creatività utilizzando il marchio Napoli”. “I giovani sono il nostro futuro, e soprattutto sono il futuro del brand sartoriale – sottolinea il prof. Gianni Lepre, economista e consigliere del Ministro Sangiuliano con delega al made in Italy – questo premio è un tassello importante nella vita professionale di questi giovani artisti che iniziano così un percorso magico verso l’eccellenza che oggi esprime la filiera della moda. Per questo, insieme a ministero e istituzioni locali, stiamo cercando di individuare strategie che garantiscano alle nuove imprese artigiane di emergere a livello nazionale e internazionale”. Sul prestigioso premio è intervenuto anche Giuseppe Reale: “Il Complesso Monumentale di S. Maria La Nova ha voluto esprimere un concreto sostegno a questa meritevole iniziativa, che coniuga insieme la cura della formazione professionale con la valorizzazione del talento del mondo giovanile. La presenza di tanti giovani in un luogo monumentale per la sua storia religiosa, culturale ed artistica sarà un invito per tutti a ritenere che il senso della bellezza è condizione profondamente interiore ed autenticamente umana.”

DAL CAMPO LARGO AL CAMPO MINATO: SINISTRA PARALIZZATA DA SCANDALI E ACCUSE RECIPROCHE !!

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Elly Schlein nella sede del suo comitato elettorale, dopo la comunicazione dei risultati parziali delle primarie del Partito Democratico, Roma, 27 febbraio 2023. ANSA/FABIO FRUSTACI

Quella che, in principio, si tentava di far passare per una iniziativa strumentale e tutta politica del Ministero degli interni contro il PD barese e il suo intoccabile Sindaco in odore di Santità Antonio De Caro, mano a mano che passavano le ore andava assumendo sempre più il profilo di una enorme e collaudata “macchina del consenso elettorale” sporca e criminale che investiva il Comune di Bari, alcune sue società partecipate e diversi rappresentanti politici e Sindaci di altri comuni vicini politicamente e territorialmente alla città Capoluogo.

La macchina del fango immediatamente attivata dal PD e da tutto lo schieramento sinistroide della Puglia che aveva repentinamente portato migliaia di persone in piazza a Bari per manifestare il sostegno e la solidarietà a De Caro, contro la iniziativa del Ministro degli Interni Piantadosi di inviare nella Sede del Comune degli Ispettori Ministeriali per l’accertamento di eventuale infiltrazione di criminalità mafiosa, si smontava come neve al sole con il trascorrere delle ore. E già nel corso di quella manifestazione di piazza, tra la folla inviperita contro il Governo e la sua azione “vendicatrice” e pretestuosa contro una amministrazione civica ritenuta efficiente e trasparente, arrivava il primo colpo a sorpresa con l’intervento del Presidente della Regione Puglia che, salito sul palco per sostenere il Sindaco in evidente difficoltà, raccontava impunemente della circostanza verificatasi anni prima, quando lui stesso (Emiliano), all’epoca Sindaco di Bari, accompagnò in casa della sorella del Boss di Bari Vecchia, Antonio Capriati, il suo giovane Assessore (De Caro)  perché fosse conosciuto e riconosciuto come persona amica e da proteggere adeguatamente a “cura della famiglia” in odore di mafia.

Le ore e i giorni successivi venivano trascorsi a Bari e nel PD locale con una sorta di “sospensione” delle ostilità con il Ministro Piantedosi, perché era noto a tutti, a partire da De Caro, che la cosiddetta “Commissione di Accesso” costituiva il “minimo sindacale” da disporre dopo le indagini e gli arresti seguiti alle indagini della Procura e della Direzione Distrettuale Antimafia. Una sorta di “Atto dovuto” del Ministero in casi così eclatanti e gravi come quelli di Bari. E tutti si erano abbastanza tranquillizzati del fatto che, se non fosse emersa alcuna responsabilità del Sindaco o degli Assessori di quella Giunta Comunale, non si sarebbe proceduto ad eventuale scioglimento del Consiglio Comunale.

Ma la paura e l’angoscia era sempre molto forte nelle stanze di Palazzo di Città. Come se si temessero altri accadimenti ed ulteriori scoperchiamenti di pentole e pentoloni contenenti nuove e diverse malefatte della politica locale riconducibili alle amministrazioni a guida PD.

E così é stato! Sempre in provincia di Bari, pochi giorni dopo, un nuovo filone di indagine della  Procura e della D.D.A pugliese portava all’arresto del marito dell’attuale Assessore ai Trasporti della Giunta Emiliano, Sig.ra Anita Maurodinoia. Quest’ultima, politica di spicco del PD e “donna record” per i voti raccolti alle ultime elezioni regionali, veniva indagata per la medesima ipotesi di reato del marito Alessandro Cataldo, autentica mente pensante del sistema corruttivo. L’ipotesi di reato contestato: corruzione elettorale. E mentre l’Assessore prontamente si dimetteva dall’incarico ricoperto nella Giunta Emiliano e da Dirigente del PD, altri personaggi a lei vicini trovavano posto nelle carceri pugliesi, o venivano posti agli arresti domiciliari, come il Sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, l’ex Assessore alla Sicurezza e Polizia Municipale, Nicola Lella del Comune di Grumo Appulla, anch’egli coinvolto nelle indagini. E poi Armando De Francesco, Consigliere di Municipalità a Bari, sempre del PD e, ancora, la moglie e un figlio del Sindaco di Triggiano, destinatari della misura cautelare del divieto di dimora. Non ultimi, Vito Perrelli, altro dirigente politico di spicco locale e due dei suoi figli accusati di aver predisposto un efficace data-base e strumenti informatici idonei a gestire gli elenchi dei cittadini inseriti nella “rete di collaboratori elettorali a pagamento”.

Insomma: una retata in piena regola che ha decapitato buona parte della dirigenza del PD della città di Bari e della sua provincia. Quella stessa dirigenza che la Schlain ha sempre portato a vanto dell’efficienza e della trasparenza nell’azione politico-amministrativa del PD pugliese. Ed é poi accaduto che, mentre la Segretaria del PD si affannava a ribadire che il suo partito avrebbe allontanato i dirigenti “infedeli” e corrotti, il Segretario del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte annullava repentinamente le primarie per la scelta comune del nuovo candidato a Sindaco di Bari e prendeva le distanze da questa alleanza elettorale, così detta del Campo Largo, annunciando che il Movimento avrebbe candidato un proprio uomo (LA FORGIA) per il ruolo di Sindaco del Comune di Bari, per le elezioni amministrative  in programma nel mese di Giugno prossimo.

Dal Campo largo al Campo minato, é lecito affermare che si sia tramutata l’alleanza elettorale tra PD e 5 Stelle. Ove ognuno attacca il presunto avversario o mancato alleato, in in un turbinìo di dichiarazioni al vetriolo degli uni contro gli altri, sinceramente vergognoso e poco edificante per la politica.

Ma questo scenario deprimente che sembrava avvolgere e coinvolgere esclusivamente la regione puglia e i suoi personaggi politici più noti della politica nel Mezzogiorno d’Italia, grazie al PD e ai suoi metodi di “gestione sempre uguali e collaudati” in ogni angolo dìItalia esplodeva, quasi contemporaneamente, in un nuovo e ancor più vergognoso e preoccupante terremoto giudiziario nella città di Torino e parte del Piemonte.

Una inchiesta ancor più delicata e intricata, portata avanti dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, é giunta ad ipotizzare il reato di peculato, estorsione e corruzione elettorale per l’ex Presidente della Società SITAF che gestisce l’autostrada Torino -Bardonecchia. Si tratta di Salvatore Gallo, ex craxiano e boss indiscusso (o cacicchio) del PD piemontese, padre, tra l’altro, dell’attuale Capo Gruppo del PD in Regione Piemonte, Raffaele. Quest’ultimo, pronto a ricandidarsi alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte, ha inteso fare un passo indietro, rinunciando alla candidatura per l’indagine che ha coinvolto il padre 83 enne. Ma dietro questa apparente vicenda di voto di scambio e corruzione elettorale molto simile alla “disavventura” pugliese, si cela una più preoccupante vicenda di probabile infiltrazione mafiosa delle “Ndrine” calabresi negli appalti per la manutenzione e per il raddoppio dell’autostrada Torino-Bardonecchia affidata, secondo gli inquirenti, a ditte di comodo e in odore di mafia.  Imprese favorite da un altro uomo del PD molto vicino a Salvatore Gallo. Si tratta di  Roberto Fantini, ex Amministratore delegato della Sitalfa, concessionaria della Sitaf, che gestisce attualmente la manutenzione e nuove gare d’appalto per quel tratto di autostrada piemontese. Per questo manager, messo ai domiciliari, é stato ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Fantini era anche (udite, udite) il rappresentante in quota PD nella Commissione legalità della Regione Piemonte. Anzi, per l’esattezza, era stato individuato nel ruolo di Garante della Legalità negli appalti pubblici in Piemonte.

Una storia davvero poco edificante, quella torinese, ancora tanto in fase di evoluzione come, del resto, la vicenda pugliese. Una scivolata vergognosa che dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, che la vantata (e solo vantata) supremazia di legalità e trasparenza del partito della Schlein non é altro che propaganda spicciola, completamente inventata e raccontata ai pochi sprovveduti che dicono di crederci. Ma il vero problema per la politica italiana (tutta e con nessuna esclusione) é la credibilità complessiva del nostro Paese a livello internazionale. Una credibilità fortemente azzoppata da un sistema di corruzione elettorale che ha radici antiche e che solo la politica può e deve estirpare completamente e definitivamente, nell’interesse esclusivo della credibilità della Nazione. E tutti i partiti, se lo ritengono utile e prioritario, sanno come agire.

 

 

 

 

 

 

 

A MILANO NASCE PRIMA L’OVULO O LA GALLINA??

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“Milano gambe aperte, Milano che ride, si diverte” cantava Dalla che non è certo un imperativo categorico volitivo rivolto alla donna. Donna come Milano, che, però, fa ridere di sé e delle donne. È la Milano woke, tutta agenda della cancellazione della cultura; la Milano inclusiva dei petalosi arcobaleni e degli unicorni colorati dell’unico colore del pensiero unico. È la Milano Ztl e contributi generosamente elargiti ad ogni sorta di pride LGBT+-X:@#69asterisco. È la Milano con il Rolex sul polso che abbandona il caviale nel piatto per mozzicare l’involtino primavera e che apre ai ristornati “children free”, dove i bambini non sono ammessi che registra l’ennesimo cortocircuito, tanto evidente che, per salvare l’orgoglio meneghino, persino il primo cittadino Beppe Sala è costretto a fare marcia indietro. A dire che è troppo persino per quelli come loro.
Oggetto del discorrere è la collocazione, o meglio, il rifiuto della collocazione della statua denominata “Dal latte materno veniamo” in piazza Eleonora Duse – al cui proposito ci saremmo aspettati la vuota crociata in nome della difesa della “donna Duse” che prevedeva, come da protocollo, l’imbrattamento delle statue di d’Annunzio con vernice rigorosamente rosa, ma evidentemente stavolta non era in agenda – e non, poi, per chissà quale impedimento di sorta, per un soggettivo gusto estetico o chissà quale cavillo come la Napoli di Manfredi insegna.  No, la statua non s’ha da collocare perché “la maternità non è un elemento condivisibile da tutti”. La maternità è da cancellare per la commissione di esperti. La maternità offende a detta dei dotti soloni ambrosiani. Chissà se la vita si sia offesa ad essere stata donata a personaggi come questi. Chissà se i periti, se non sono periti per davvero, o, forse, solo “pìriti”, nell’accezione napoletana del termine, siano in grado di concepire, al di là dell’agenda che debbono seguire, che negare la maternità equivale a negare la vita. La maternità è un concetto universalmente fondante. Per un religioso e per un ateo, per un nordico e per un “sudicio”, per gli umani e pure per le bestie. Ogni essere vivente è tale perché nasce, cresce, si riproduce e muore.
La commissione inclusiva, buona buonissima buonista, addirittura suggerisce ai familiari dell’artista Vera Omodeo, che hanno donato l’opera, di regalarla ad un istituto religioso, dove la maternità può essere maggiormente valorizzata. Il che è un chiaro sintomo di un’intelligenza e di una preparazione totalmente asintomatica, nella misura in cui “maggiormente valorizzata” sta per “anche minimamente valorizzata”. Pure la commissione – femminile almeno nel genere grammaticale – è costituita da membri (sic!) che sono il prodotto di una maternità! Naturale, surrogata, in provetta, a pagamento, in affitto, che, per come bizzarramente la si concepisca, sempre maternità è. Senza maternità non ci può essere vita, molto semplicemente. È un fatto genetico. Ereditario. Originario.
Dire di no alla vita: forse è questo il vero messaggio da fare passare. In un momento in cui l’Italia, ma anche l’Europa e l’America vivono il peggior calo demografico di sempre, per giunta. Cancellare (anche) la maternità in nome dell’offesa, o fessi, del politicamente corretto, da parte dei prodi in ogni pride perché alla donna siano riservati gli stessi diritti degli uomini e sia dato anche all’uomo il “diritto” di partorire, di allattare, di giocare a fare la donna, anzi la mamma, che farciscono tutto in nome delle quote rosa e non delle reali capacità dell’essere umano, cui appartiene anche la donna – è il culmine dell’idiozia di questi sterili esecutori di obiettivi che non sono più nemmeno in grado di ragionare, di discernere il finto dal vero, di essere persino il valore aggiunto alla loro battaglia.
Insomma, una donna da cancellare, da nascondere e che offende secondo quei “donnafondai” con la mimosa nella pochette cui basterebbe capire che la donna ha l’inestimabile valore di “generare” vita. Ed è unica nel suo genere!
Partorire eroi, geni, artisti, generare vita è un dono che non potrà mai fare vergognare nessuno e per chi si sente offeso da tale esclusivo dono, come da notare il coordinamento Daria, è di esempio direttamente Caterina Sforza che, nell’assedio della sua città, vedendo minacciato il figlio, rispose mostrando il proprio sesso e gridando al nemico: “Ho lo stampo per farne altri!”.

IL TURISMO IN CITTA’ E NELLA REGIONE: NUMERI CONFORTANTI. MA COSA FANNO LE ISTITUZIONI LOCALI PER OFFRIRE SERVIZI ADEGUATI ED EFFICIENTI AI FLUSSI TURISTICI IN FORTE CRESCITA?

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Finito il periodo delle festività pasquali è opportuno fare il punto sulla situazione complessiva del turismo nella nostra città.
Già in un precedente servizio l’economista Gianni lepre, su queste colonne, aveva rimarcato il notevole afflusso di turisti a Napoli con un incremento anche della cosiddetta fascia alta, quella che non si manifesta con il cosiddetto “mordi e fuggi” ma utilizza per più tempo strutture alberghiere e di ristorazione, oltre a visitare il maggior numero di siti museali o angoli suggestivi del paesaggio circostante.
Occorre però fare alcune considerazioni.
Cosa la città ha offerto alla enorme massa di turisti italiani e stranieri?
Pensiamo ai servizi.
Quelli di trasporto su gomma hanno mostrato tutti i loro limiti, con linee soppresse,
orari da terzo mondo, ritardi, interruzioni.
E se l’interruzione nella fascia oraria che comprende il periodo del pranzo non è
stata particolarmente sentita dai cittadini napoletani, ha avuto comunque un
impatto negativo per chi si accingeva a trovare un ristorante o comunque spostarsi da un luogo all’altro della città.
Aggiungiamo la solita metropolitana collinare, che, nonostante le nuove
vetture, continua a mantenere il triste primato dei tempi di attesa tra una corsa e
l’altra con intervalli che superano sempre i dieci minuti. Anche in questo caso non è
stato assicurato il servizio per l’intera fascia mentre, va detto, ci sono città europee nelle
quali la metro funziona ininterrottamente quasi in tutte le ventiquattro ore.
Le cronache poi parlano di code interminabili per utilizzare gli Alibus, quei pullman
che servono per il trasferimento dall’aeroporto alla stazione marittima.
File interminabili anche agli ingressi della metro e caos di traffico automobilistico, con ingorghi insopportabili (per noi indigeni divenuto ordinario), specialmente nella zona del lungomare.
Certo, gli amministratori locali si vantano dei grandi numeri di presenze. Ma non è certo
merito loro e lo sappiamo bene. E’ merito piuttosto di una città e di un circondario di incomparabile bellezza che attirano visitatori da ogni parte del mondo.
Ma sorge una domanda: dopo i disagi patiti siamo sicuri che molti torneranno?
Siamo sicuri che, tornati nelle loro città di provenienza, dopo aver raccontato del
mare, del panorama, della incomparabile bellezza, non trascurino di mettere in
evidenza i disagi patiti, soprattutto evidenziando le lacune dei trasporti che sono certamente limitanti e fastidiose per una città con spiccata vocazione turistica?

E dunque, cosa impedisce ai nostri amministratori locali di impegnarsi concretamente per  offrire a questi turisti un sistema trasportistico adeguato ai tempi, efficace, puntuale, moderno? Non potrà durare a lungo la favola delle linee metropolitane con stazioni dell’arte tra le più belle e forse uniche in Europa se poi i treni non funzionano o si muovono a “scartamento ridotto”. Non si potrà ancora rimandare al completamento di nuove linee e stazioni, passando questa fase come alibi per l’attuale situazione di caos e disagio dei trasporti cittadini. Sono oltre trent’anni che si attende il completamento di queste opere pubbliche. Dalla metro collinare con l’interscambio in Piazza Municipio (crocevia dei flussi turistici, tra porto e centro storico) alla Stazione metro del Duomo. Dal completamento della Linea 6 della metro da Fuorigrotta al Municipio, con il suo attuale scenario di cantieri interminabili e paralizzanti e le stazioni intermedie chiuse inopinatamente, che già necessitano di indispensabili lavori di ristrutturazione in superficie, prima ancora di entrare in esercizio (!?).

Se solo questo facessero gli “inquilini” di Palazzo San Giacomo e di Palazzo Santa Lucia ci sentiremmo (da napoletani) tutti più tranquilli e soddisfatti. Evitando polemiche strumentali, lamentazioni filodrammatiche come dalla peggiore tradizione meridionale, per fortuna ormai desuete. Piagnistei incomprensibili e deleteri per la città, posti in essere solo per motivi propagandistici oltre che per nascondere deficienze ataviche della politica locale e dei suoi storici e sempre presenti attori principali. Sempre più goffi. Ormai insopportabili.

IL MINISTRO URSO DA PALAZZO PIACENTINI PRESENTA “LA PRIMA GIORNATA DEL MADE IN ITALY”. 300 eventi in Italia e all’estero a partire dal 15 Aprile, giorno della nascita di Leonardo da Vinci.

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“Il Made in Italy non é soltanto un modello avanzato e qualità delle produzioni, ma é piuttosto e più propriamente uno stile di vita”. Esordisce così il Ministro dello Sviluppo Economico e del Made in Italy, Adolfo Urso, nella Sala delle Conferenze del MIMIT di Palazzo Piacentini in Via Veneto, mentre si accinge a presentare l’evento tanto atteso del prossimo 15 Aprile, fortemente voluto dalla Legge 206 del 27.12.2023 per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy.

E’ la prima “Giornata del Made in Italy” che si celebrerà a partire dal prossimo 15 di Aprile, non a caso, anniversario della nascita di Leonardo da Vinci, grande e poliedrico artista del Rinascimento  italiano. Manifestazioni e celebrazioni che si articoleranno  in oltre 300 eventi di promozione delle eccellenze italiane in Patria e all’estero.

Il Ministro Urso presenta la Khermesse del Made in Italy,  accompagnandosi con un parterre d’eccezione: dalla Direttrice Generale di Altagamma Stefania Lazzaroni, al Segretario Generale del Comitato Leonardo, Massimo Mamberti, al Presidente della Commissione per le attività di formazione della Federazione Cavalieri del Lavoro, Luigi Abete, passando per il Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini.

“La scelta del 15 Aprile, -sottolinea Adolfo Urso– non é casuale, anzi é volutamente ricercata per celebrare al meglio colui che, con il suo ingegno, riuscì a coniugare arte e cultura, storia e coscienza, tecnologia e innovazione. In una parola, il precursore dell’eccellenza e dei prodotti italiani di eccellenza”.

Identità, innovazione, Istruzione, Internazionalizzazione rappresentano l’Italia delle 4 I che vuole essere la scelta e la risposta più efficace per la nostra economia. Risposte che la Legge quadro del Made In Italy ha inteso perseguire con strumenti legislativi innovativi e duraturi a favore di imprese e per il sostegno alle produzioni d’eccellenza delle nostre filiere produttive.

E tutto questo é confermato già in questi primi mesi del 2024 con i dati molto favorevoli delle nostre esportazioni che collocano l’Italia al di sopra dei numeri sempre molto soddisfacenti della stessa Corea del Sud (quarto Paese del Mondo in termini di export) cui l’italia ha sorprendentemente superato i suoi primati storici, con autentica soddisfazione del Governo Italiano e degli stessi economisti ed osservatori dei mercati internazionali.

In attesa di conoscere nel dettaglio le innumerevoli iniziative di promozione del Made in Italy a partire dal prossimo 15 Aprile, val la pena sottolineare la grande capacità e duttilità delle imprese italiane che si identificano perfettamente nella ricerca spasmodica della eccellenza nelle proprie produzioni, così come percepito dai consumatori globali , che sempre più dimostrano di apprezzare a tutte le latitudini le lavorazioni e produzioni del Made in Italy.